Scacco matto

di
genere
trio

SCACCO MATTO

by @lady_aemme e @lady_aemme-bis
Sono su instagram, ma potete vedermi meglio e senza censure su telegram @seduzioneamaranto


Il fotografo mi telefonò.

Probabilmente tutti coloro che sono in possesso dei miei racconti illustrati avranno già capito chi fosse il fotografo in questione.

C'erano questi due amici, affermati professionisti molto introdotti in ambienti esclusivi.

Avrebbero avuto piacere ad assistere a una seduta fotografica.

Pagavano bene. E poi chissà...ero interessata?

Assolutamente si, risposi senza esitazione.

La villa era ampia e immersa nel verde.

Ci fecero strada all'interno introducendoci in locali luminosi e arredati con gusto vintage.

Ci accomodammo in sala e parlammo un po'.

Li incuriosivo...

Nel frattempo il fotografo sistemava un po' di luci per rendere più professionale l'ambiente, e quando il set fu pronto mi invitò a spogliarmi.

Iniziai a togliermi i vestiti, mentre i due amici mi guardavano in silenzio.

“Anche questi?”, chiesi indicando il mio intimo.

“Certo, tutto. Ti voglio nuda e porca”, rispose deciso il fotografo.

Sorrisi eccitata e tolsi il reggiseno e gli slip.

Sentivo su di me gli sguardi eccitati dei due amici.

I miei capelli lunghi, ondulati e neri come la notte mi ricadevano disordinatamente sulle spalle , mentre le tette, sode e consistenti, ondeggiavano sfacciate, con le loro areole tonde, ben disegnate e attraenti allo sguardo, esaltate dai capezzoli che spuntavano in tutto il loro splendore.

“Siediti sul tavolo, allungati, allarga le gambe, fammi vedere bene la fica, aprila con le mani...”, gli ordini del fotografo erano secchi e precisi.

Eseguivo senza fiatare, con addosso gli occhi eccitati dei due presenti.

“Girati. Il culo, fammi vedere il culo...allargalo bene, inarcati...”, mi dirigeva il fotografo, mentre io eseguivo sempre con piacere crescente.

“Gran bel culo, signora...quanto occorre per...”, mi chiese uno dei due scrutandomi

“Mi dispiace ma quella è una parte del mio corpo poco violata”, risposi accennando a un sorriso ammiccante.

Sparò una prima cifra.

Feci no con la testa, mentre il fotografo scattava

L'uomo raddoppiò la posta.

“A testa?”, chiesi guardandolo dritto negli occhi.

“A testa”, mi rispose deciso

“D'accordo”, dissi sorridendo.

“Ma dovrai fare tutto quello che ti ordiniamo, per tutto il pomeriggio”

“Allora occorrono altri biglietti viola”, dissi guardandoli

“Affare fatto”, mi disse scrutandomi.

I due si scambiaraono uno sguardo di intesa e si avvicinarono: “Facci vedere cosa sai fare con la bocca, troia”

Mi inginocchiai davanti a loro, estrassi i loro cazzi già duri e umidi e cominciai a leccarli, assaporando le prime gocce di sperma liquido che uscivano lentamente dai cazzi gonfi.

“Mmmm, facci godere troia, vogliamo sborrarti in bocca, e tu da brava puttana devi ingoiare tutto, chiaro?”

Annuii con la testa, mentre leccavo avidamente i due cazzi.

Li alternavo in bocca, mentre con le mani li masturbavo selvaggiamente.

Uno dei due già fremeva.

Lo presi in bocca e attesi lo sperma, che in pochi secondi mi inondò la gola.

Ingoiai tutto, mentre i fiotti si susseguivano a ritmo serrato.

“Tutto, troia, ingoia tutto”, mi diceva in preda all'estasi premendo la mia testa contro il suo cazzo ancora rigido.

Con la mano, nel contempo, masturbavo l'altro, che furiosamente mi ficcò il suo cazzo vibrante in bocca. Venni inondata da altri fiotti di sborra calda, che fuoriuscivano violentemente dal membro tremante.

Cercavo di ingoiate tutto, ma grosse gocce di sperma finivano sulla mia faccia scendendomi lungo le guance e il mento.

“Raccogli tutto e ingoia, troia”, mi diceva l'uomo usando il suo cazzo ancora duro come un pennello sulla mia faccia.

“Lecca ogni goccia, puttana”.

Annuivo con la testa mentre con la lingua andavo alla ricerca di tutta la sborra che mi scorreva sulle labbra.

Continuai a leccare i loro cazzi anche quando cominciarono a sgonfiarsi, ingoiando tutte le gocce umide che riuscivo a trovare.

I due mi accarezzavano la testa mentre mi strofinavano i membri afflosciati sulla faccia.

“Ora vatti a lavare e a profumare il culo, troia. Ci faremo una partita a scacchi: chi vince ti sfonda il culo, chi perde ti si incula per secondo, chiaro?”

“Certo, va bene”, dissi mentre mi alzavo e andavo in bagno a lavarmi.

Quando tornai mi fecero allungare, nuda, sul divano, mentre loro iniziarono la partita.

La partita andava avanti da quasi un’ora.

Ogni tanto i due interrompevano e venivano verso di me per baciarmi le tette, succhiarmi i capezzoli, leccarmi la fica e il culo.

Uno mi fece girare, mi fece mettere a quattro zampe sul divano, prese ad allargarmi il culo con le mani e iniziò a leccarmi il buco.

Sentivo la sua lingua penetrare in profondità ed era piacevole.

L’altro si infilò sotto di me e prese a leccarmi la fica.

Godevo come una porca, mentre il fotografo continuava a scattare da tutte le angolazioni.

Quello che mi leccava il culo ritrasse la lingua e cominciò a ficcare nel buco un dito.

Lo sentivo entrare e mugolavo di piacere, poi le dita diventarono due.

Il mio buco si dilatava e io godevo mentre l’altro con la lingua leccava tutti i miei umori.

Mi lasciai andare e venni urlando e ansimando.

“Sei proprio una gran troia”, mi disse estasiato quello che mi leccava il culo.

“Me lo hai fatto ridiventare duro, ma non è ancora il momento, abbiamo una partita da finire”, e tornò a sedersi davanti alla scacchiera. Il suo amico continuò a leccare la mia fica per qualche istante e poi prese anche lui a leccarmi il culo.

“E’ magnifico – mi diceva – non vedo l’ora di sfondartelo”.

Dopo una mezz’ora l’alfiere nero mangiò la regina bianca e diede scacco matto.

Il nero venne sorridente verso di me, estrasse il suo cazzo e me lo mise in bocca dicendomi: “Allora, dove eravamo rimasti?”

Presi a leccarlo avidamente.

Era già duro e gonfio.

Anche il bianco si avvicinò, mi venne dietro e infilò il suo cazzo nella mia fica spingendo forte. Ansimavo di piacere.

Il nero mi scopava in bocca e il bianco mi tormentava la fica, già di nuovo umida e vogliosa.

Poi si diedero una voce e uscirono entrambi.

Il bianco si stese sul divano e mi fece salire su di lui, mentre il nero da dietro armeggiava col mio culo.

Il bianco con un colpo secco fu di nuovo nella mia fica, mentre il nero allargava il buco del culo con la lingua e con le dita.

Dopo un po' sentii il suo cazzo duro spingere forte dentro il culo.

Avvertii dolore, ma lui continuava a spingere con colpi secchi e forti.

Sentii il suo cazzo entrare nel mio culo, mentre l’altro continuava a spingere dentro la fica.

Mi dimenavo come un’ossessa.

Il dolore era forte ma il piacere che provavo lo era di più.

Il fotografo scattava continuamente.

A un certo punto fu davanti a me, gli afferrai l’uccello con la mano e lo trassi a me.

“Vienimi in bocca”, gli dissi ansimando.

Ero totalmente fuori di me per il piacere.

Non mi ero mai sentita così troia e soddisfatta.

Il fotografo di furia cacciò il suo cazzo già duro e me lo infilò in bocca, scopandomi deciso.

Sentivo i tre cazzi che mi sbattevano come una puttana senza ritegno.

Mi sentivo piena e felice.

Il primo a venire fu il fotografo che mi esplose in bocca tutto il suo sperma.

Ingoiai estasiata, continuando a leccargli il cazzo avidamente fino a quando non divenne floscio. Quello nel culo iniziava a vibrare.

Capii che stava per sborrare, qualche secondo e sentii il poderoso fiotto liquido riempirmi il culo. Dopo qualche istante uscì e venne a mettermi il suo cazzo, ancora duro e umido e in bocca.

“Lecca tutto troia, non lasciarci nulla. Puttana”.

Annuii con la testa e presi a leccare furiosamente la sborra che ancora usciva dal suo cazzo.

Quindi quello che mi stava scopando la fica uscì fuori e venne dietro.

Mi allargò il culo con le mani e prese anche lui a penetrarmi.

Il suo cazzo era più grosso.

Avvertii ancora del dolore, ma il piacere era enorme.

Spingeva come un forsennato.

Sentivo il suo cazzo nella profondità del mio culo.

Ansimavo.

Mi afferrò per i capelli continuando a sbattermi forte, fin quando lo sentii vibrare e un nuovo fiotto potente e caldo mi inondò ancora il culo.

Continuò a scoparmi a lungo.

Il suo cazzo continuava a essere duro.

Avevo il culo in fiamme.

Urlavo di dolore e di piacere.

Alla fine, sfiancato e col cazzo sgonfio uscì dal mio culo e mi disse: “Ora ricaccia tutto, troia, e tu riprendi – disse rivolgendosi al fotografo – riprendi la sborra che le esce dal culo”.

Non fu semplice, ci volle del tempo e un po' di fatica.

Non ero abituata.

Ma sentii la sborra uscire dal culo.

I due raccolsero con le dita la sborra che mi usciva dal culo e me la misero in bocca.

“Lecca troia, lecca tutto, ingoia, puttana”.

Obbedii docile, leccando le loro dita piene di sborra, mentre il fotografo filmava tutto.

Quando tutta la sborra che era uscita dal mio culo mi venne fatta ingoiare mi rimisero in bocca i loro cazzi.

“Lecca, troia, perché stà uscendo ancora qualcosa, e a te piace no?”

Annuii con la testa mentre leccavo i due cazzi, sgonfi ma umidi.

“Vediamo se riesci a farli ridiventare duri: se ci riesci c’è un extra per te”.

Mi impegnai sui due arnesi, che erano mosci, ma lavorando bene di lingua riuscii a rianimarli. Quello più grosso mi girò e prese di mira nuovamente il mio culo.

Appoggiò il cazzo sul buco, allargò il culo con le mani e cominciò a spingere con forza.

Entrò nuovamente e cominciò a scoparmi con forza.

Urlavo per il dolore, mi dimenavo e ansimavo di piacere.

Il suo cazzo spingeva senza pietà, sempre più forte, fino a quando lo estrasse, si pianto davanti a me e mi sborrò in faccia.

“Apri la bocca troia, caccia la lingua, lecca, lecca, puttana”

Eseguivo gli ordini ansimando di piacere, mentre l’altro andò un attimo via per tornare subito dopo con un cucchiaino.

Si mise a raccogliere tutta la sborra che mi ricopriva la faccia e mi imboccò.

“Ingoia, troia”, mi diceva mettendomi in bocca tutto lo sperma che raccoglieva.

Dopo qualche minuto anche l’ultima goccia di sborra era finita nella mia bocca.

I due a quel punto si lasciarono andare sul divano distrutti.

Non mi restava che andare a fare una doccia calda e rilassante.

Quando uscii dal bagno, nuda e pulita, ripresi i miei abiti e iniziai a rivestirmi, mentre i due parlavano col fotografo senza mai smettere di guardarmi.

Uno dei due mi porse un paio di grosse mazzette di banconote: “E’ tutto qui, signora, e se li è meritati davvero tutti”, mi disse ossequioso.

Non sapevo giocare a scacchi, ma avevo dato scacco matto a tutti.

Le immagini sul mio telegram

di
scritto il
2025-07-18
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