Sotto dettatura

di
genere
prime esperienze

Questo qui è l’ennesimo esperimento di scrittura… stavolta il più atipico, perché le mie mani non sono impegnate in Nessuna attività che coinvolga i tasti di una tastiera o lo schermo di uno smartphone. Sarà solo la mia voce e il tool di dettatura a guidare il pensiero e ció si manterrà inalterato dall’inizio alla fine.

Proverò a darvi un contesto: sono seduto sul divano, ho le gambe incrociate e appoggiate sul tavolino. Dalla cintola in giù mi ritrovo senza vestiti, il cazzo è libero di muoversi e avverto un profondo senso di imbarazzo per la singolare situazione, pur sapendo di essere da solo in casa con un ventilatore rumoroso.
L’altro elemento di contesto è che quello che sto cercando di fare è provare a descrivere a voce una immagine che ho trovato su Internet. Una immagine di una illustratrice che apprezzo moltissimo e che di nome fa Apollonia Saint-Claire.
Avrete modo di trovare il riferimento ovunque su Internet, basta che cerchiate nei posti giusti per apprezzare la cifra artistica di questo genio.
L’immagine in questione è quello di una donna rappresentata di spalle: la prima cosa che osservo è la muscolatura della sua schiena - caspita che fulmine che ho appena visto dalla finestra! - Ah ok scusate non posso distrarmi…
Dunque, dicevo sì, le spalle o meglio la schiena intera che fuoriesce a pelo d’acqua da una piscina o quella che potrebbe benissimo essere una vasca da bagno discretamente grande.
La donna è poggiata con gli avambracci su un bordo vasca. Il volto è appena accennato di tre quarti e riesco a intravedere il contorno del suo naso e il profilo della bocca, poi riesco anche a distinguere l’orecchino a bottoncino che indossa all’orecchio destro. Posso ammirare la fascia che raccoglie i suoi capelli mori e che tiene scoperta la nuca. Infine, non posso fare a meno di cascare con lo sguardo verso l’elemento centrale del quadretto: le due natiche fuoriescono dal pelo dell’acqua con una gentilezza quasi irreale.
La cosa che mi affascina più di tutto è che non c’è nulla di davvero esplicito o pornografico…anzi è tutto molto quieto, tutto molto soffice e velato. Tuttavia, il dettaglio delle gocce sui glutei che lasciano riflettere la luce che proviene probabilmente dall’alto - o forse dalla destra - rende ancora più realistico e mistico questo scenario. Il centro delle natiche è chiaramente in chiaroscuro, chiaramente inaccessibile ai miei occhi ma del tutto esplorabile con l’immaginazione. Essa si divincola lungo i tratti d’ inchiostro nero e il solo provare a scorgere come farebbe il più incallito dei voyeur mi lascia senza fiato. Potrei rimanere ad ammirare questo culo disegnato per altri 40 minuti, perché di fatto è questo il tempo che sto davvero spendendo sopra questa immagine ormai anche piuttosto sgranata, per quante volte ho dovuto effettuare lo zoom.. dicevo… la carica erotica di questa immagine è tale da meritare un intero racconto o forse addirittura un intero libro o forse addirittura un’intera collana di libri, perché - domandiamoci - chi può essere questa donna? È tratta da un modello reale o è totalmente immaginaria? Cosa starà pensando… chi sono i benefattori delle sue seduzioni? …cosa succederebbe se qualcuno riuscisse a sfiorarle la pelle? Esisterà mai una versione di questa immagine dove il bel sedere è appena appena divaricato tanto da poterne godere il misterioso finale come fosse l’ultima pagina di un libro giallo?

Cosa succederebbe se lei si scocciasse di me, del posto in cui è stata disegnata e del modo con cui è raffigurate e uscisse dall’acqua improvvisamente, abbandonandomi in questa misera posizione? Cosa succederebbe se a un tratto bevessi un po’ di quell’acqua? magari riuscirei a cogliere un tiepido sapore di fica, o magari solo l’amaro dell’inchiostro. Osservo ancora questa creatura disegnata… immaginando la misteriosa autrice che ha saputo cogliere l’ inestimabile…non so.. forse sto idealizzando troppo questa cosa…forse è semplicemente, banalmente, una bella immagine erotica. Tuttavia, il fatto che io riesca a dire ad alta voce tutto quello che penso riesce a farmi cementare in testa le emozioni che spesso tengo troppo tempo celate perfino a me stesso.
Ecco…attraverso una foto o un’immagine sperimento un nuovo dialogo con il mio sentire, col mio desiderare, col mio percepire.

Piccola postilla: era mia intenzione inizialmente descrivervi anche l’atto della masturbazione che ha accompagnato la contemplazione di quel quadretto… tuttavia mi sono lasciato prendere da una eccitazione inedita e il silenzio ha sostituito le parole. Pertanto, immaginatevi uno spazio bianco all’interno di questo testo in cui io non parlo, non dico assolutamente nulla perché troppo impegnato nell’atto di abbandonarmi. Nell’atto di smettere di pensare. Nell’atto di fare parlare soltanto i gesti delle mani…
Credo sia tutto. lascerò un link nei commenti così che potrete capire anche voi.

cigno2017@gmail.com
scritto il
2025-07-06
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