4 Scopamici
di
CD2010
genere
dominazione
Quando arrivammo a casa di Marika, non era prevista una serata “così”. Doveva essere solo una cena tranquilla. Ma bastò un’ora e due bicchieri per capire che i freni non c’erano più.
Marika indossava un vestito nero attillato, senza spalline. Noemi una camicia bianca sbottonata quel tanto che bastava a distrarre. Antonio osservava tutto in silenzio, ma lo vedevo: occhi puntati sulle gambe di Marika da quando ci eravamo seduti.
Noemi si avvicinò a me. “Stai zitto e vieni in cucina con me.”
La seguii. Appena chiusa la porta, si voltò e mi spinse contro il muro. “È da prima che ti guardo.” Mi baciò, forte. La sua mano era già sulla mia cintura.
“Togli tutto,” disse. “Ma non parlare.”
Marika entrò un minuto dopo, seguita da Antonio. “Cosa fate, ci escludete?” chiese, già scalza, già con la zip del vestito abbassata.
“Dipende. Tu che vuoi fare?” le rispose Antonio.
Non ci fu più bisogno di parole. Noemi era in ginocchio, mi prendeva in bocca mentre Antonio baciava Marika contro il frigo. Lei si girò, alzò il vestito, e lui la prese da dietro con un colpo secco. Lei gemette piano:
“Più forte.”
Io stringevo i capelli di Noemi mentre lei mi ingoiava tutto. Mi guardava dal basso con gli occhi lucidi e le labbra bagnate.
“Ti piace guardare?” mi sussurrò Marika, voltandosi verso di me, con Antonio ancora dentro.
“Mi eccita da morire.”
Le mani cercavano, le bocche si mescolavano, i corpi si spingevano. Eravamo quattro, senza confini, senza più ruoli. Solo calore, fiato e pelle.
Marika indossava un vestito nero attillato, senza spalline. Noemi una camicia bianca sbottonata quel tanto che bastava a distrarre. Antonio osservava tutto in silenzio, ma lo vedevo: occhi puntati sulle gambe di Marika da quando ci eravamo seduti.
Noemi si avvicinò a me. “Stai zitto e vieni in cucina con me.”
La seguii. Appena chiusa la porta, si voltò e mi spinse contro il muro. “È da prima che ti guardo.” Mi baciò, forte. La sua mano era già sulla mia cintura.
“Togli tutto,” disse. “Ma non parlare.”
Marika entrò un minuto dopo, seguita da Antonio. “Cosa fate, ci escludete?” chiese, già scalza, già con la zip del vestito abbassata.
“Dipende. Tu che vuoi fare?” le rispose Antonio.
Non ci fu più bisogno di parole. Noemi era in ginocchio, mi prendeva in bocca mentre Antonio baciava Marika contro il frigo. Lei si girò, alzò il vestito, e lui la prese da dietro con un colpo secco. Lei gemette piano:
“Più forte.”
Io stringevo i capelli di Noemi mentre lei mi ingoiava tutto. Mi guardava dal basso con gli occhi lucidi e le labbra bagnate.
“Ti piace guardare?” mi sussurrò Marika, voltandosi verso di me, con Antonio ancora dentro.
“Mi eccita da morire.”
Le mani cercavano, le bocche si mescolavano, i corpi si spingevano. Eravamo quattro, senza confini, senza più ruoli. Solo calore, fiato e pelle.
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