Sul greto del fiume

di
genere
confessioni

Sulle rive del fiume 1/2
Racconto in due episodi
by @lady_aemme
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E così infransi lo specchio in cui si rifletteva l’immagine della donna perbene che non c’era più, e che, forse, non c’era mai stata.
Per me si spalancarono le porte dell’inferno, o del paradiso, ancora oggi non saprei, e iniziai il mio viaggio nella perdizione, nell’abiezione, guidata dal fotografo, divenuto nel frattempo mio amante e mio mentore.
Grazie alle sue ampie conoscenze nel mondo della moda, dell'imprenditoria e della finanza, cominciò a procurarmi incontri particolari, facendomi vivere l'ebbrezza di avventure roventi al di là dell'immaginario e che mi avrebbero regalato emozioni imprevedibili.
Fui da subito molto apprezzata, debbo confessare, perché donna sposata e professionista stimata che cavalcava l'onda del desiderio e della passione, sogno proibito di tutti gli uomini, ma che solo pochi possono permettersi di realizzare.
Perché accettai di farlo?
All’inizio me lo chiesi anche io, e la sensazione che provai al primo incontro fu la stessa che mi investì quando feci il mio primo servizio fotografico nuda.
Ero eccitata, smaniosa, desiderosa. Sentivo emergere prepotente la troia che era in me.
Così quando mi propose questo servizio particolare accettai senza esitare.
Una giornata intera a totale disposizione di un importante produttore di intimo e costumi da bagno.
Il luogo era il greto di un fiume.
Non mi aspettavo che gli scatti si sarebbero susseguiti in un ambiente alla presenza di passanti occasionali che osservavano incuriositi, divertiti e vieppiù eccitati.
Mi guardavano sogghignando, ridendo e dandosi di gomito.
Qualcuno addirittura si masturbava anche, tenendo gli occhi puntati sul mio corpo nudo.
Mescolato tra di loro, il vizioso produttore osservava la scena compiaciuto, ascoltando divertito i commenti scurrili e volgari degli astanti.
Il produttore aveva già chiesto dettagliate informazioni su di me al mio amante.
Ma certo, una donna pulita, sposata, una dilettante disponibile a tutto, docile e ubbidiente.
Un culetto stretto ed elastico, e certamente poco usato, e un marito del tutto inconsapevole.
Eccitato a dovere dai commenti e dalle risa dei guardoni occasionali, tutti assatanati, il produttore mi si avvicinò e, cacciato l'uccello, mi spinse in basso.
Iniziai a succhiarlo a dovere: mi eccitava l'idea di essere guardata da pescatori e camionisti capitati lì per caso.
Tutti i presenti rumoreggiavano eccitati.
Il produttore mi fece appoggiare al tronco di un albero e mi penetrò nella fica con decisione.
Stette per alcuni minuti a spingere divertito e sorridente, mentre i presenti occasionali, che guardavano eccitati, lo accompagnavano con i loro volgari incitamenti.
All'improvviso uscì, mi afferrò per i capelli, mi fece aprire la bocca.
"Fammi vedere la lingua, forza", mi disse ridendo.
Lo feci subito.
Qualche secondo e mi sborro' in faccia e in bocca, intimandomi di ingoiare tutto e di raccogliere tutto.
Tutti i presenti sghignazzarono e applaudirono divertiti, mentre io continuavo a succhiare il suo membro per finire di ingoiare lo sperma che ancora fuoriusciva lentamente.
Soddisfatto, mi allontanò e mi disse di andare a lavarmi.
Lo feci senza fiatare, immergendomi nell'acqua del fiume.

Fine del primo episodio

Di questo racconto esiste anche la versione con fotografie
scritto il
2025-06-06
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