Caro diario - seguito

Scritto da , il 2018-06-03, genere incesti

(PS i racconti che scrivo sono solamente frutto della mia invenzione e fantasia. Riferimenti a persone ed altro sono puramenti casuali. Buona lettura)


14 giugno, Italia Centro Meridionale:

Caro diario,
quel giorno di quasi inizio estate passammo tutta la giornata in pineta fuori città, accanto ad un laghetto a pochi km da un bel borgo caratteristico di queste parti. C'erano i suoceri, mia sorella e famiglia, cugini e parenti e amici vari. Libertà per Luca per quel che concerneva gli studi. Io e mia sorella avevamo cucinato praticamente per un reggimento, e tutto ciò che preparammo venne digerito a dovere con complimenti di tutta la ciurma. Il caldo di quel giorno consigliava sicuramente di non coprirsi più di tanto. Inutile quindi che ti dica come i miei seni erano ben notati, soprattutto per il vestito stile anni '50 che avevo messo. Ma del resto poi, con il petto che mi ritrovo non ci faccio neppure più caso a chi mi guarda e a chi non lo fa. Però faccio caso se qualcuno tenta di toccarlo. Ma tanto, gira che ti rigira a toccarlo è sempre Luca. Le macchine le avevamo parcheggiate in un sentiero ad un quarto d'ora di camminata dai tavolini vicino al laghetto, dove eravamo andati a fare il pic nic. Mio marito è un po' smemorato in generale, ma specialmente su cose che non gli riguardano, quindi dimenticò la borsa con degli accessori meccanici che doveva far vedere a mio cugino per un lavoro. Mio figlio Luca si propose di andare a prendere la borsa, prima però chiedendomi di accompagnarlo. Naturalmente sapevo benissimo il motivo. Sul sentiero verso la macchina affrontò il discorso da un po' di tempo caro a lui: la penetrazione. Cercavo di fargli cambiare idea e di fare la carina in altri modi, ma il suo pensiero fisso ora era quello. Sapevo benissimo che non me lo sarei “tolto di mezzo” se non avessi accettato di...hai capito caro diario.
Il sentiero fino alle macchine e dalle stesse ai tavolini e quindi al laghetto, era stretto. Luca durante il tragitto mi dava fastidio pizzicandomi i glutei ed i fianchi, ovviamente scherzando. D'un tratto mi chiese di getto: “vogliamo farlo oggi?”. Capii benissimo a cosa si stava riferendo. Io non dissi nulla, solamente gli dissi di prendere lui la borsa degli attrezzi del padre non appena giuinti in macchina. Lui mi prese per mano e si fermò nel sentiero, prossimi alle auto, ed io mi voltai per guardarlo. Gli dissi che non si era in casa, e per di più c'erano parenti e amici che potevano raggiungerci. Mano nella mano, mi portò dietro le piante fuori il sentiero, mi mise fuori dalla scollatura i seni e iniziò a succhiarmi avidamente tutti e due i seni. Mi guardavo attorno paventando venisse qualcuno. Dopo pochi minuti passati a succhiarmi i seni, me li rimise dentro e ci dirigemmo verso le macchine. Presa la borsa e richiusa la macchina, mio figlio aprì il portabagagli e mi guardò posando lì la borsa degli attrezzi. Non mi disse nulla, mi guardò solamente ed io capii. Tanto sarebbe accaduto. Oramai la piega era quella. Il cuore era a mille ed ero imbarazzata a dir poco. Mi avvicinai a lui dicendogli che così era squallido. Mi rispose che nulla lo era visto che mi voleva bene. Mi fece notare ancora e ancora i suoi miglioramenti e di come ce la stesse mettendo tutta. Mi prese per mano e mi disse di andare dall'altra parte della macchina, sul cofano, così il portabagagli alzato ci avrebbe riparati. Aveva pensato a tutto. Mi poggiati spalle a lui sul cofano. Sentivo le sue mani che subito palpeggiavano i mio fondschiena per poi salire fino a palparmi i seni. Era già pronto, non potevo non sentirlo. Sussultai quando, alzata la gonna poggiandola suo miei fianchi e spostate le mutande, si fece strada nella mia vagina. Il padre non ha tali misure. Forte mi teneva i fianchi mentre spingeva e spingeva: movimenti rapidi ma forti, passionali. Insomma mi stava scopando di santa ragione. Cercavo, e credimi caro diario, di non gemere per non farmi sentire, ma ad essere sincera e quindi non ipocrita non riuscivo a non gemere, a non provar piacere. Imbarazzata ma godevo, sono sincera. Con prima le mani poggiate sul cofano, poi con i seni schiacciati sullo stesso, davo libero accesso a mio figlio, davo il permesso a mio figlio di farmi sua come meglio credeva in quel momento. Ero sudata, era sudato e lo sentivo dalle mani sui miei fianchi. Dopo un po' lo estrae e sento che lo punta nell'orefizio anale. Gli dissi di no per le sue misure, o almeno no quel giorno. Così non fece altro e mi girai per aiutarlo a venire. Così avvenne: con un pompino ben fatto e con molta foga e passione lo feci eiaculare copiosamente nella mia bocca.
Rimenemmo in silenzio sulla strada del ritorno. Mentina in bocca per celare il sapore del suo sperma. Appena vedemmo i parenti mi fece un sorriso dicendo che sarebbe andato verso il lago. Gli ricordai che entro breve era pronto.


27 agosto, Salento:

Caro diario,
le vacanze erano giunte come tutti gli anni, e quella volta avevamo optato per il Salento e le sue meraviglie, non solo naturali, ma anche artistiche. Per enorme dispiacere di mio marito alternavamo al mare anche l'arte, la cultura, la storia. In ciò trovavo un valido alleato in mio figlio che ebbe anche l'opportunità ed il piacere di spiegarmi alcuni particolari del Barocco Leccese e delle meraviglie lasciate in quella zona d'Italia dal Medioevo in poi dai Normanni, Angioini, Svevi e Aragonesi. Tre settimane prima di partire mio figlio aveva preso un glorioso voto universitario parlando delle datazioni scientifiche in archeologia, e specialmente per datare i manoscritti usando la Spettroscopia Raman.
Caro diario, durante quella vacanza ovviamente non mancarono i momenti nei quali mio figlio venisse a chiedermi qualche “attenzione”. Visto dove eravamo, più che altro erano cose molto svelte. Poteva capitare che mio marito si fermasse al bar con dei vacanzieri conosciuti nel luogo, ed io e mio figlio nell'appartamento a dar libero sfogo alle sue voglie. Come suddetto erano più che altro cose svelte, od anche sveltine. Spesso capitava, senza spogliarmi completamente, di far sesso alzando solamente la gonna, in posizione missionaria, oppure a pecorina alzando la gonna da dietro. Ovviamente il tutto con un bel po' di fretta vista la situazione.
Però quel 27 agosto di cui sopra, al mare eravamo andati da soli giacché mio marito aveva preferito andare con un amico vacanziere a fare un giro per masserie locali. Mio figlio mi chiese se mi andasse di andare con lui in spiaggia e così lo assecondai, anche perché non volevo farmi Km di auto con quel caldo. La spieggia in questione era molto isolata e scogliosa, così andammo lì. Naturalmente non sono stupida, quindi avevo capito benissimo il perché di quella spiaggia (per carità bellissima, ma non è quello il punto). Oramai però quel “patto” era stato fatto, e per il suo bene futuro. D'altronde stava mantenendo la promessa con voti ottimi che, se non erano 30, erano un 28 o 29, anche se i 30 non mancavano di certo. Sicuramente il mio costume due pezzi non faceva che facilitare le sue voglie di sfogarsi, e per di più i miei seni son quel che sono. Il posto scoglioso, la vegetazione dietro la meravigliosa spiaggia, e le rocce locali che abbracciavano il tutto. Morale della favola si offrì stranemente volontario per spalmarli l'olio, non la crema giacché io uso oli. Conscia del fatto che mio marito non era a conoscenza di quella spiaggia, mi scoprii tranquillamente i seni e Luca lì pronto ad ungerli. Dopo averli unti si pose, anche dopo mie estreme raccomandazioni come: “guarda là, stai attento, guarda se non c'è nessuno, alzati e vai a guardare”, raccomandazioni che eseguì, a cavalcioni su di me ponendo il suo pene nel mezzo dei miei seni per ricevere la spagnola.con l'olio sicuramente scivola meglio. Non pago però, dopo un poco si staccò dal mezzo del mio petto e si posizionò nelle mie parti basse, protette dall'asciugamano, per darmi piacere con del cunnilingus. Meno male che la spiaggia era isolata, perchè quando gemo, gemo seriamente. Rimanemmo per almeno tre ore fermi a goderci il posto, dopo che ebbi l'orgasmo. Lui ancora però non aveva eiaculato e stranamente rimaneva calmo; almeno fino allo scadere di quelle circa tre ore, quando mi chiese di farlo venire poiché gli facevano male i testicoli. Con le accortezze necessarie per rendermi conto che nessuno ci fosse, mi posizionai fra le sue parti basse. Lui era a pancia su, gli abbassai i costume e iniziai a fargli un lento pompino. Il pene inevitabilmente sapeva di mare visto che avevamo fatto un bagno un'ora prima. Lo lavoravo con calma e quindi anche bene. Però non mi fece finire visto che voleva fare altro. Così mi sistemai sopra di lui e iniziai a cavalcarlo, dapprima piano, poi sempre più forte muovendo il bacino in modo frenetico e poi facendo un classico “smorzacandela”. Naturalmente lui sta sempre ai patti e quindi non eiacula dentro, ed anche quel giorno mi ritrovai con i seni imbrattati del suo sperma, che tolsi lavandomi facendo nuovamente un bagno.


(Per i rimanenti giorni in Salento, non mancavano le occasioni per farlo sfogare. Ci si ritagliavano degli spazi giornalieri quando mio marito preferiva andare per affari suoi, e questi spazi si traducevano a far sesso nella sua camera, od anche “solo” dei pompini. Li chiede sovente; come le spagnole.
Lui anche in vacanza mi stava dimostrando di tenere fede alle promesse fattemi. Lo vedevo ripassare per esami futuri, alle volte anche non uscendo la sera. A dire il vero non so se più per lo studio o per la mia “buonanotte”.)


Appunti sparsi dei primi di settembre che vanno dal 3 al 15 di quel mese. Senza data precisa. Italia Centro Meridionale:

Caro diario,
mi scuso se per scirvere ciò non posso segnalarti la data esatta. Gli appunti che presi appena tornata dalle vacanze sono molto frammentari e omisi di scriverne la data precisa. Comunque te li riporto di seguito:

Siamo tornati da poco dalle vacanze e Luca si è rimesso sotto negli studi. Lunedì avrà un esame sull'urbanistica romana. Speriamo vada bene. Fa ancora caldo e sto scrivendo solo la sera prima di dormire. Luca da due giorni studia initterrottamente e, salvo qualche bacio o palpeggio, non chiede niente di preciso. È comunque un esame importante.

Oggi sviluppi: forse la prima pioggia di settembre che mette un po' di tristezza per un annuncio autunnale? Mio marito si è svegliato presto per andare a lavorare, io vado due ore dopo di lui. Quando ho portato stamane la colazione al letto di Luca (di solito caffè e biscotti), mi ha chiesto di aiutarlo un poco , visto che la mattina come molti uomini si è ritrovato con il pene per metà eretto. Gli ho quindi fatto un pompino molto lento, visto che ancora avevo un po' di tempo.

Oggi Luca ha voluto far sesso, però lo ha voluto in cucina. Noto che ora è molto più attento a me: dedica diverso tempo nel cunnilingus e a leccarmi i seni. Forse l'abito da casa anni '50 che avevo oggi? Ho sudato sette camicie sul tavolino della cucina, e naturalmente in tale zona della casa la posizione preferita è con me a 90°.


25 settembre, Italia Centro Meridionale:

Caro diario,
la macchina quel giorno si era rotta e dovetti portarla dal meccanico. Mio figlio si offrì, come non aveva mai fatto, di accompagnarmi e di venirmi a riprendere. Fu molto carino. Vestendo elegante per lavoro, ne approfittò durante la guida per toccarmi un po' la coscia. Lasciatami al lavoro, andò all'Università per l'esame.
Alle 16:30 io smetto il mio turno al lavoro e prontamente fuori trovai mio figlio. Entrata in auto mi aggiornò del suo voto e fu una grande felicità per me, cuore di mamma, sapere che quell'esame ostico lo aveva passato con un bel 30 e lode. Tornammo in casa che mio marito ancora non c'era, stacca tardi. Luca non sente musica classica, eppure mise Mozart, che adoro, e iniziò con me in salone un ballo, alquanto ironico non sapendo lui ballare questo tipo di musica. Ma lo apprezzai molto. Lasciando che la musica scorresse, prendendomi per mano mi portò in camera sua e lì facemmo sesso. Solo però, caro diario, quell'esame era davvero ostico che neppur elui pensava di prendere un così alto ed eccellente voto. Non so quanto olio misi nel mio orefizio anale, ma quel giorno gli permisi di entrare anche lì. Non ci credeva, ma debbo dire che, con tutta l'eccitazione che possedeva quel giorno, fece piano e fu molto accorto. Era sdraiatu su di me che ero a pancia sotto sul suo letto. Muoveva il suo bacino e corpo adagio. Lo aveva di marmo, e in più largo e lungo. Il fastidio iniziale poi passò e con il passare dei minuti si potè passare da quella posizione alla “pecorina” che tanto ama, e prese a muoversi con molta più passione. Quel giorno non venne altrove, ma colse l'occasione di quel “regalo” per eiacularmi dentro. Caldo, bollente direi.

(Per i giorni futuri, settimane future, non mi sentivo più il sedere causa le molte volte che mi penetrò dietro)


24 dicembre, Italia Centro Meridionale:

Caro diario,
l'ultimo Natale trascorso è stato bellissimo. Non per il Natale stesso che è la festa che più prediligo su tutte, e non me ne voglia la Pasqua, ma perché mio figlio era praticamente laureato. L'esame che contava veramente l'aveva dato una settimana prima di quella Vigilia; ora il tutto era solo un esame di apparenza. Ce l'ha fatta ! Ce l'ho fatta ! Ha cambiato idea verso il suo futuro ed ora è pronto per intraprendere la carriera in archeologia, od anche in quelle scienze affini.
Siamo stati in famiglia in quei giorni di festa, come penso tutto il mondo, no? Ma in tutto il mondo una madre si apparta in una stanza della casa per fare dei pompini a suo figlio? Gli ultimi fra l'altro, visto che “il patto” era giunto a termine oramai. In tutto il mondo un figlio oltre a scartare il suo regalo, scarta anche la propria madre sollevandole la gonna, in una stanza appartata, prendendola a pecorina? Forse tu lo sai Caro diario, io non lo so però. Nel mondo durante la Vigilia, c'è un'altra madre, o delle madri come me che sentono la mano del figlio a tavola carezzar loro la coscia e recependo il messaggio si trovano due ore dopo su di un letto in posizione missionaria?
Ecco Caro diario, la mia Vigilia fu così, e difatti non mangiai molto, però in quasi un anno dall'inizio del nostro “patto” ero abituata a nascondere il tutto. La gonna rossa poi agevolava e non poco.
Quella Vigilia la passammo a 30 Km da casa, in casa di mia cugina in un bel borgo medievale, come ce ne sono molti in questa zona d'Italia. Adiacente a casa sua c'è un'altra piccola casa, che è sempre di mia cugina e famiglia. Passeggiata dopo mangiato? Di solito non la si fa quando è Vigilia, ma accompagnavo mio figlio che, con una scusa, portò anche me. Nel centro di un paesino medievale in pieno inverno, con la neve, non tutti vi abitano. Sono quei borghi meravigliosi che forse si stanno spopolando pian piano. Nel caso mio e di Luca era una fortuna debbo dire. Mia cugina tiene le chiavi di quella casa in un vaso. La gente non lo sa, i turisti che fanno capoccella non lo sanno, ma noi sì. Diciamo che in una passeggiata di mezz'ora, mezz'ora la passammo su quel letto. Le risa, le finestre serrate per il freddo e gli inevitabili schiamazzi della Tombola la sera della Vigilia non potevano far udire i forti gemiti miei e di mio figlio ad ogni suo colpo. Quella sera era la seconda volta che ero su un letto. Fu sesso, non fu un far l'amore. Forse uno sfogo sapendo che quel “patto” si stava concludendo? Fu sesso e fu sfrenato. Dopo quasi un anno l'imbarazzo era svanito e i miei gemiti erano di godimento puro. I miei movimenti decisi nel cavalcarlo, i suoi decisi quando ero a pecorina o sotto. Un dolce ricomponimento dopo avermi eiaculato nel sedere. Il ripassarsi il gloss rosso lucido, il cappotto e la sciarpa e tornando a casa prendemmo tre schedine per giocare alla Tombola.

3 gennaio, Italia Centro Meridionale:

Caro diario, l'anno era iniziato da tre giorni. Il caffè al mattino era sempre lo stesso, l'orario d'uscita di mio marito era lo stesso. Mio figlio si era laureato ed il “patto” giunto a termine; io felice ed ora il caffè lo preparavo con molta gioia per il suo futuro. I gloss sempre molto pesanti, il tacco sempre pronunciato se non vestivo sportiva. Il mio lavoro sempre quello come del resto l'orario. Il piattino, tazzina da caffè, vassoio e cornetto, o biscotti, sempre sistemati per essere portati in camera di Luca che, come sempre, ancora dormiva quando io invece dovevo e debbo recarmi al lavoro. La solita lucetta accesa, non forte ma fioca, le persiane che facevano trasparire quel risveglio giornaliero e mio figlio che, come sempre, mi regalava il suo primo sorriso. Come sempre la sua mezza erezione e , come da quasi un anno, il pompino giornaliero per farlo ben alzare...ma ora il “patto” è scaduto, ed il “Grazie mamma” del mio Luca è più gioioso e sincero e meno beffardo, ed il mio salutarlo con sorriso prima di recarmi al lavoro molto più felice e rilassato.
Caro diario, cosa non fa una madre per il proprio figlio?

FINE

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