L'Arruolamento II
di
suo schiavo
genere
sadomaso
Il mese passò in fretta. Ogni giorno il godimento del padrone aumentava di pari passo con quello anale a cui lo schiavo fu abituato. Egli latrava come una cagna mentre sera dopo sera veniva posseduto da “Pedro” in compagnia dei suoi numerosi amici i quali arrivavano puntuali sul far della notte per tirare fuori tanto di minchia e farla subito sparire tra le natiche di quel servo sessuale che più ne imboscava più sembrava trasformarsi in una zozza sempre pronta.
Fra i tanti di passaggio ce ne fu uno talmente etero da non essersi mai sognato di cimentarsi con uno schifosissimo sedere maschio. Era lì da curioso e da spettatore solo per assistere agli assalti acrobatici di Pedro e dei suoi accoliti e riderci su. Lo “Scemo” che ormai veniva chiamato la “Scema” stava in posa su un attrezzo che lo piegava più che a novanta in modo da espandere meglio i suoi glutei e da mostrare un buco ormai trasformato in “Fica”.
Alla sua vista nessuno riusciva a resistere. Quell'ortodosso che mai aveva desiderato e nemmeno sfiorato il culo di un signorino, alla vista di quella checca patentata a portata di erezione fu preso da un raptus. Tirò fuori la sua arma e la usò. In men che non si dica si diede da fare con un tale impeto da andare completamente fuori di testa.
Colpo su colpo nelle nebbie del suo primo coito invertito preso da rabbia fra urla e gemiti condivisi arrivò all'orgasmo e si ritrasse soddisfattissimo dichiarando con stupore ma senza troppa vergogna che mai e poi mai gli era successo di godere così bene e così tanto.
-”Cazzo quanto mi è piaciuto. Meglio di una femmina”.
-”È tuo tutte le volte che ti fa voglia”.
Tornò e diventò un praticante di stretta osservanza soprattutto dopo una pompa fattagli talmente bene da conquistarlo in esclusiva a quel solo tipo di sesso degenere, senza rimpianti e senza deroghe.
Benché per avanti gran femminiere a forza di sperimentarsi fra i froci che gli si offrivano non riuscì più ad allontanarsi dalla palude dei sensi contro natura. Padrone fra molti padroni spesso sottometteva anche qualcuno di loro quando nell'oscurità di una torbida libido cadevano a rovescio fra le sue grinfie.
Si smarrì al punto da desiderare di concedersi a “Pedro”. Successe come per caso e tanto per provare. Fu rifinito per bene e tanto fu il piacere insieme al dolore che patì da convertirsi a un destino da maschietto passivo, anzi passivissimo.
Continuò a darsi e a solo riceverlo in quel posto, diventando un fanatico prendi cazzo quanto mai si sarebbe potuto immaginare, trasformato per inusitata combinazione in una vogliosa maialina, molto richiesta come bocchinara avida di sborrate a perdere nella sua infame gola da dieci e lode con maximo gaudio.
Va da sé che fu retrocesso al rango di schiavo nei cui panni perse la poca considerazione che ancora gli rimaneva di sé stesso.
Fra i tanti di passaggio ce ne fu uno talmente etero da non essersi mai sognato di cimentarsi con uno schifosissimo sedere maschio. Era lì da curioso e da spettatore solo per assistere agli assalti acrobatici di Pedro e dei suoi accoliti e riderci su. Lo “Scemo” che ormai veniva chiamato la “Scema” stava in posa su un attrezzo che lo piegava più che a novanta in modo da espandere meglio i suoi glutei e da mostrare un buco ormai trasformato in “Fica”.
Alla sua vista nessuno riusciva a resistere. Quell'ortodosso che mai aveva desiderato e nemmeno sfiorato il culo di un signorino, alla vista di quella checca patentata a portata di erezione fu preso da un raptus. Tirò fuori la sua arma e la usò. In men che non si dica si diede da fare con un tale impeto da andare completamente fuori di testa.
Colpo su colpo nelle nebbie del suo primo coito invertito preso da rabbia fra urla e gemiti condivisi arrivò all'orgasmo e si ritrasse soddisfattissimo dichiarando con stupore ma senza troppa vergogna che mai e poi mai gli era successo di godere così bene e così tanto.
-”Cazzo quanto mi è piaciuto. Meglio di una femmina”.
-”È tuo tutte le volte che ti fa voglia”.
Tornò e diventò un praticante di stretta osservanza soprattutto dopo una pompa fattagli talmente bene da conquistarlo in esclusiva a quel solo tipo di sesso degenere, senza rimpianti e senza deroghe.
Benché per avanti gran femminiere a forza di sperimentarsi fra i froci che gli si offrivano non riuscì più ad allontanarsi dalla palude dei sensi contro natura. Padrone fra molti padroni spesso sottometteva anche qualcuno di loro quando nell'oscurità di una torbida libido cadevano a rovescio fra le sue grinfie.
Si smarrì al punto da desiderare di concedersi a “Pedro”. Successe come per caso e tanto per provare. Fu rifinito per bene e tanto fu il piacere insieme al dolore che patì da convertirsi a un destino da maschietto passivo, anzi passivissimo.
Continuò a darsi e a solo riceverlo in quel posto, diventando un fanatico prendi cazzo quanto mai si sarebbe potuto immaginare, trasformato per inusitata combinazione in una vogliosa maialina, molto richiesta come bocchinara avida di sborrate a perdere nella sua infame gola da dieci e lode con maximo gaudio.
Va da sé che fu retrocesso al rango di schiavo nei cui panni perse la poca considerazione che ancora gli rimaneva di sé stesso.
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