Rosanna: Un Giro in Moto che Sapeva di Peccato.
di
Lord Byron69
genere
incesti
Questo racconto vero è successo l’anno scorso. Avevo comprato una moto custom bianca e quella mattina avevo deciso di farmi un giro da solo e ritornare al mio paese di origine, a circa 80 km da dove abito ora. Erano tre anni che non tornavo. Decisi di parcheggiare in piazza e andare a prendere una birra nel bar in cui passavo i pomeriggi da ragazzo. E mentre uscivo dal bar del paese, la vidi, sotto il sole che spaccava le pietre di quel piccolo paese della Basilicata. Rosanna. Divorziata e con una fame di cazzo che non tramontava mai, a quanto pareva. "Ehi, cugino!" mi salutò con quel suo sorriso che sapeva di peccato. "Bella la moto bianca."
"Grazie" risposi, già sentendo un certo fermento. Sapevo che quando lei, Rosanna, mi guardava in quel modo, non finiva mai con una chiacchierata innocente.
"Dove vai con quel bolide?" mi chiese, avvicinandosi con quell'andatura sinuosa che mi ricordava i nostri giochi proibiti di gioventù.
"Un giretto" risposi, cercando di fare il vago.
"Hai mica un altro casco? Mi andrebbe di fare un giro" propose, i suoi occhi che saettavano maliziosi. "Sai, per ricordare i vecchi tempi... quando mi facevi impazzire."
Un brivido mi corse lungo la schiena. Sapevo esattamente a quali "vecchi tempi" si riferiva. "Un casco ce l'ho" dissi, indicando il secondo appoggiato al sellino.
"Perfetto!" esclamò lei, avvicinandosi alla moto come se fosse la cosa più naturale del mondo. Si sistemò a cavalcioni, la gonna che le si alzava un po', rivelando l'inizio delle cosce tornite. "Andiamo?"
Uscimmo dal paese sulla custom bianca, il vento che ci scompigliava i capelli. Rosanna si teneva stretta a me, il suo corpo caldo contro la mia schiena. Ad ogni curva, sentivo il suo culo premere contro il mio, un promemoria tattile di quello che era successo e di quello che poteva succedere ancora.
"Ti ricordi quella volta nel fienile?" mi sussurrò all'orecchio, la sua voce roca e carica di desiderio. "Quando mi hai scopato per la prima volta nel culo? Eravamo due porcelli in calore."
Un sorriso mi si stampò sulla faccia. Rosanna non dimenticava mai i dettagli "piccanti". "Certo che mi ricordo. E ricordo anche quanto ti piacesse prendermelo lì dentro."
"Oh, mi è sempre piaciuto sentirti nel culo" rispose lei, con una risata sensuale. "E mi piaceva un sacco la tua sborra calda sul mio culo.”
Uscimmo dalla strada principale e imboccammo una stradina sterrata tra gli ulivi. Mi fermai in un punto appartato. Rosanna si sfilò il casco e si girò verso di me, le gambe a cavallo del sellino.
"Qui è perfetto" disse, i suoi occhi che mi spogliavano. "Voglio sentirti dentro di me, cugino. Voglio sentire il tuo cazzo duro nella mia figa." Prendemmo un plaid che porto sempre con me nel bauletto della moto, lo stesi per terra e...
Senza dire una parola, mi baciò con una foga che mi fece dimenticare dove fossimo. Le mie mani la strinsero per i fianchi, sentendo il suo corpo fremere contro il mio. La aiutai a scendere dalla moto e ci spostammo dietro un ulivo. Si alzò la maglietta, mostrandomi le tette sode senza reggiseno. Le leccai un capezzolo, sentendola gemere.
Ci spogliammo in fretta, la fretta del desiderio che ci divorava. La feci sdraiare sul plaid steso a terra, le sue gambe aperte ad offrirmi la sua figa umida e perfettamente depilata. Iniziai a leccarle per bene la figa liscia e calda… grondava del suo piacere, fino a quando non emise gridolini acuti. Prese la mia testa e se la spinse forte tra le gambe, la sua eccitazione mi inondò la bocca.
A quel punto avevo il cazzo durissimo. Si spostò e, con fare famelico, prese il mio cazzo in bocca… tutto, fino alle palle… aspirando con una passione che mi fece gemere.
Si alzò e mi baciò, dicendo: "Cazzo, quanto mi piaci!" ansimò lei, stringendomi forte e guidando il mio cazzo nella sua figa bagnata.
"Anche tu, Rosanna" risposi, spingendo più a fondo nella sua figa calda e accogliente.
La scopai con foga, sentendo il suo piacere intenso avvolgermi. Quando sentii che stavo per venire, mi fermai un attimo e le sussurrai: "Lo vuoi tutto nella figa, puttana?"
"Sì! Riempi la mia figa del tuo seme!" urlò lei. "Ho la spirale, vai tranquillo."
riversai il mio cazzo caldo e denso nella sua figa stretta, sentendo le sue contrazioni avide. Poi mi ritirai lentamente. Rosanna mi guardò con gli occhi lucidi. Si portò le dita alla figa, raccogliendo la mia sborra calda. Se le portò alla bocca e la leccò lentamente, guardandomi con un sorriso porco.
"Adoro la tua sborra" sussurrò. Poi mi prese il cazzo ancora duro tra le mani e lo portò di nuovo alla sua bocca, succhiandolo con una passione che mi fece gemere. Lo prese tutto dentro, la sua gola che si stringeva intorno al mio membro.
Quando stavo per venire di nuovo, lo sfilai dalla sua bocca. "Ne vuoi ancora?" le chiesi, il cazzo che pulsava.
"Voglio sentirtelo nel culo, cugino… tutto. Spaccami, fammi male" rispose lei, con un'eccitazione selvaggia negli occhi. "Voglio sentirmi devastata, proprio come una volta." Si mise a pecora, con la faccia sul plaid e con le mani che divaricavano al massimo le chiappe. Entrai in un baleno, dopo aver lubrificato con la saliva sia il suo culo che il mio cazzo. Un grido di dolore/piacere e fui tutto dentro. La pompai come se non ci fosse un domani, sconquassandola con colpi profondi e secchi, fino a quando lei non venne masturbandosi come una troia in calore, e io le sborrai copiosamente nel culo. Rimasi stupito da quanta sborra avevo prodotto. Sfilai il cazzo e vidi che dal suo culo usciva un filo di sborra che cadeva sul plaid.
E così, sotto il sole caldo della Basilicata, il nostro "giro" in moto si trasformò in una scopata selvaggia e "porca", proprio come piaceva a noi…
Lord Byron69
byron.lord.byron.69@gmail.com
"Grazie" risposi, già sentendo un certo fermento. Sapevo che quando lei, Rosanna, mi guardava in quel modo, non finiva mai con una chiacchierata innocente.
"Dove vai con quel bolide?" mi chiese, avvicinandosi con quell'andatura sinuosa che mi ricordava i nostri giochi proibiti di gioventù.
"Un giretto" risposi, cercando di fare il vago.
"Hai mica un altro casco? Mi andrebbe di fare un giro" propose, i suoi occhi che saettavano maliziosi. "Sai, per ricordare i vecchi tempi... quando mi facevi impazzire."
Un brivido mi corse lungo la schiena. Sapevo esattamente a quali "vecchi tempi" si riferiva. "Un casco ce l'ho" dissi, indicando il secondo appoggiato al sellino.
"Perfetto!" esclamò lei, avvicinandosi alla moto come se fosse la cosa più naturale del mondo. Si sistemò a cavalcioni, la gonna che le si alzava un po', rivelando l'inizio delle cosce tornite. "Andiamo?"
Uscimmo dal paese sulla custom bianca, il vento che ci scompigliava i capelli. Rosanna si teneva stretta a me, il suo corpo caldo contro la mia schiena. Ad ogni curva, sentivo il suo culo premere contro il mio, un promemoria tattile di quello che era successo e di quello che poteva succedere ancora.
"Ti ricordi quella volta nel fienile?" mi sussurrò all'orecchio, la sua voce roca e carica di desiderio. "Quando mi hai scopato per la prima volta nel culo? Eravamo due porcelli in calore."
Un sorriso mi si stampò sulla faccia. Rosanna non dimenticava mai i dettagli "piccanti". "Certo che mi ricordo. E ricordo anche quanto ti piacesse prendermelo lì dentro."
"Oh, mi è sempre piaciuto sentirti nel culo" rispose lei, con una risata sensuale. "E mi piaceva un sacco la tua sborra calda sul mio culo.”
Uscimmo dalla strada principale e imboccammo una stradina sterrata tra gli ulivi. Mi fermai in un punto appartato. Rosanna si sfilò il casco e si girò verso di me, le gambe a cavallo del sellino.
"Qui è perfetto" disse, i suoi occhi che mi spogliavano. "Voglio sentirti dentro di me, cugino. Voglio sentire il tuo cazzo duro nella mia figa." Prendemmo un plaid che porto sempre con me nel bauletto della moto, lo stesi per terra e...
Senza dire una parola, mi baciò con una foga che mi fece dimenticare dove fossimo. Le mie mani la strinsero per i fianchi, sentendo il suo corpo fremere contro il mio. La aiutai a scendere dalla moto e ci spostammo dietro un ulivo. Si alzò la maglietta, mostrandomi le tette sode senza reggiseno. Le leccai un capezzolo, sentendola gemere.
Ci spogliammo in fretta, la fretta del desiderio che ci divorava. La feci sdraiare sul plaid steso a terra, le sue gambe aperte ad offrirmi la sua figa umida e perfettamente depilata. Iniziai a leccarle per bene la figa liscia e calda… grondava del suo piacere, fino a quando non emise gridolini acuti. Prese la mia testa e se la spinse forte tra le gambe, la sua eccitazione mi inondò la bocca.
A quel punto avevo il cazzo durissimo. Si spostò e, con fare famelico, prese il mio cazzo in bocca… tutto, fino alle palle… aspirando con una passione che mi fece gemere.
Si alzò e mi baciò, dicendo: "Cazzo, quanto mi piaci!" ansimò lei, stringendomi forte e guidando il mio cazzo nella sua figa bagnata.
"Anche tu, Rosanna" risposi, spingendo più a fondo nella sua figa calda e accogliente.
La scopai con foga, sentendo il suo piacere intenso avvolgermi. Quando sentii che stavo per venire, mi fermai un attimo e le sussurrai: "Lo vuoi tutto nella figa, puttana?"
"Sì! Riempi la mia figa del tuo seme!" urlò lei. "Ho la spirale, vai tranquillo."
riversai il mio cazzo caldo e denso nella sua figa stretta, sentendo le sue contrazioni avide. Poi mi ritirai lentamente. Rosanna mi guardò con gli occhi lucidi. Si portò le dita alla figa, raccogliendo la mia sborra calda. Se le portò alla bocca e la leccò lentamente, guardandomi con un sorriso porco.
"Adoro la tua sborra" sussurrò. Poi mi prese il cazzo ancora duro tra le mani e lo portò di nuovo alla sua bocca, succhiandolo con una passione che mi fece gemere. Lo prese tutto dentro, la sua gola che si stringeva intorno al mio membro.
Quando stavo per venire di nuovo, lo sfilai dalla sua bocca. "Ne vuoi ancora?" le chiesi, il cazzo che pulsava.
"Voglio sentirtelo nel culo, cugino… tutto. Spaccami, fammi male" rispose lei, con un'eccitazione selvaggia negli occhi. "Voglio sentirmi devastata, proprio come una volta." Si mise a pecora, con la faccia sul plaid e con le mani che divaricavano al massimo le chiappe. Entrai in un baleno, dopo aver lubrificato con la saliva sia il suo culo che il mio cazzo. Un grido di dolore/piacere e fui tutto dentro. La pompai come se non ci fosse un domani, sconquassandola con colpi profondi e secchi, fino a quando lei non venne masturbandosi come una troia in calore, e io le sborrai copiosamente nel culo. Rimasi stupito da quanta sborra avevo prodotto. Sfilai il cazzo e vidi che dal suo culo usciva un filo di sborra che cadeva sul plaid.
E così, sotto il sole caldo della Basilicata, il nostro "giro" in moto si trasformò in una scopata selvaggia e "porca", proprio come piaceva a noi…
Lord Byron69
byron.lord.byron.69@gmail.com
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