Luana: Segreti Inconfessabili
di
Lord Byron69
genere
confessioni
Ringrazio Luana per avermi scelto come suo confidente e rinnovo l'invito a chiunque voglia condividere con me storie vere, desideri inconfessabili, segreti che bruciano sotto la pelle. Insieme, daremo vita a romanzi brevi erotici, che esploreranno i confini della passione, senza filtri, senza censure.
Tra i racconti di Luana, quello che mi ha acceso di più, che mi ha fatto fremere di desiderio, è stato questo:
Luana e Giulia, nomi di fantasia, ma storia vera, anzi verissima. Entrambe 35enni, esauste di mariti e lavoro, cercano una serata di evasione. Un ristorante intimo, nel cuore di una città che non posso nominare, in Basilicata. Luci soffuse, musica lenta degli anni '80. Una bottiglia di Aglianico del Vulture, e le parole che scorrono, libere, tra risate e confidenze.
Dopo un paio d'ore, l'alcol scioglie ogni freno. Luana, con un sorriso malizioso, propone: "Giulia, ho un'idea... un cambio di scenario". Giulia, esibizionista meno spudorata, ma sempre pronta all'avventura, annuisce.
Salite in macchina, Luana alla guida, si dirigono verso la periferia. Un'area di sosta per camionisti, un grande parcheggio scarsamente illuminato, file di camion e autisti che vanno e vengono.
"Qui?" chiede Giulia, perplessa.
Luana spegne il motore, si volta lentamente. I loro sguardi si incrociano, l'aria elettrica di un desiderio taciuto. Un bacio, intenso e profondo, sigilla un momento a lungo rimandato.. "Fidati", sussurra. "Le notti qui sono... interessanti".
Sedute sul cofano, gambe penzoloni, osservano. L'aria è un mix di gas di scarico, caffè, e un odore maschile, selvaggio. Gli autisti vanno e vengono, voci roche, dialetti diversi. Luana e Giulia si sentono esploratrici in un territorio proibito, un brivido di eccitazione a percorrere la schiena.
Luana si alza, si posiziona davanti al camion, il tanga scivola giù. Un getto caldo e provocatorio, sotto lo sguardo avido dell'autista, che accende i fari, desideroso di non perdere un dettaglio. Giulia, complice, stringe la borsa, un sorriso malizioso sulle labbra.
L'aria vibrò di una tensione elettrica quando sei autisti, attratti come falene dalla luce, si avvicinarono. Uomini di mezza età, alcuni con i capelli argentati e i volti segnati dalle lunghe ore sulla strada, si mossero verso di loro, i loro occhi che brillavano di un'intensità inaspettata. Si scambiarono sguardi complici, parlando di viaggi solitari e notti infinite, mentre le loro voci si abbassavano in un sussurro rauco.
Le curve di Luana e Giulia, illuminate dai neon tremolanti del parcheggio, sembravano danzare nell'oscurità. I loro movimenti, ora lenti e sensuali, ora rapidi e provocatori, catturarono l'attenzione degli uomini, risvegliando in loro un desiderio primordiale. L'atmosfera si fece densa, carica di un'attesa palpabile, come se l'intero parcheggio trattenesse il respiro in quel momento di pura seduzione."Venite qui, tra i due tir", propose il più anziano, la voce roca. "Così i passanti non vedono."
Le due donne obbedirono, lasciandosi cullare dall’atmosfera greve di sudore e gasolio. Fu allora che il camionista col berretto da baseball estrasse la sua verga già turgida, iniziò a masturbarsi con gesti lenti e deliberati, gli occhi fissi sulle labbra dischiuse di Luana.
"Prendila", ringhiò, avanzando. "Fallo come faresti con un cambio di marcia."
Luana afferrò il cazzo con una presa sicura, le dita che serrarono la base mentre il pollice sfiorava il frenulo con movimenti circolari. L’uomo sbuffò, le vene del collo in tensione. Giulia, intanto, si accovacciò davanti al vecchio in canottiera, le dita che aprivano la sua cintura con gesto teatrale. Il suo sesso, pallido e ricurvo, pulsò libero nell’aria.
"Roba d’altri tempi", sussurrò Giulia, prima di inghiottirlo fino alla radice con un gemito esagerato.
Il siciliano dalla pelle olivastra scivolò dietro Luana come un’ombra. Le mani callose le sbottonarono la camicia, liberando seni pieni che oscillarono al ritmo del respiro. Con le dita a forbice, pizzicò i capezzoli induriti, torcendoli finché lei non si inarcò contro di lui, il sedere che premeva sulla sua erezione.
"Così ti piace, eh?", mormorò, mordendole l’orecchio mentre una mano le sollevava la gonna.
Intorno a loro, gli altri uomini si unirono alla danza: mani che si insinuavano tra reggiseni slacciati, lingue che esploravano ombelichi, sussurri sporchi che si mescolavano al rumore delle autostrade vicine. L'odore di tabacco e lubrificante per motori si fondeva all'aroma acre dell'eccitazione.
Luana guidò il camionista verso un pneumatico di scorta, gli offrì un preservativo estratto dalla borsa e si pose a 90 gradi con le gambe divaricate. "Adesso dimostrami che sai usare il bastone meglio del cambio", ridacchiò, mentre lui la penetrava con la furia di un motore fuori giri.
Giulia, intanto, dopo avergli fatto indossare il preservativo, cavalcava un uomo anziano su un plaid steso a terra da uno dei camionisti, i seni che rimbalzavano al ritmo dei suoi gridolini. "Dai nonno, non farmi pensare che il tuo diesel è finito!", lo provocò, afferrandogli i fianchi per spingere il suo cazzo più a fondo che poteva , mentre ne baciava un altro.
Il parcheggio si trasformò in un palcoscenico di carne: corpi che si intrecciavano come in una danza sfrenata, gemiti che si mescolavano al rumore dei motori, unghie che graffiavano vernici sbiadite. Persino il clacson di un camion in lontananza sembrò un'eco di approvazione.
Cambiarono i protagonisti, ma la scena rimase la stessa. Luana, durante un cambio di partner, si avvicinò a Giulia e la baciò avidamente. Insieme, usarono un paio di preservativi pieni, giocando con il liquido con la bocca.
Giulia scelse l'ultimo dei sei camionisti, il più giovane, l'unico senza pancia e con un corpo atletico e muscoloso. Lo chiamò a sé; lui era rimasto in disparte, lasciando spazio agli altri più anziani. Era il più dotato, con un membro di oltre venti centimetri. Giulia gli mise il preservativo, commentando ad alta voce la sua dotazione e attirando l'attenzione di Luana, che glielo sfilò da vicino. "Voglio che mi scopi nel culo", disse Luana con voce roca, prendendo il controllo della situazione.
Luana estrasse dalla sua borsetta, piena di oggetti disparati, una piccola bottiglia di lubrificante. Ne versò generosamente sul membro del giovane camionista, poi, con un movimento rapido e deciso, si lubrificò anche l'ano, allargando le natiche con le dita. "Forza, ragazzo", lo incitò con un sorriso malizioso, "fammi vedere cosa sai fare"…inculamiiiiii .
Il giovane puntò l'ano di Luana e, con una spinta forse un po' troppo vigorosa, la penetrò di colpo. Luana emise un grido misto di dolore e piacere, le lacrime che le rigavano il viso. Il giovane spingeva il suo bel cazzo dentro e fuori con foga, mentre lei alternava gemiti di dolore a sospiri di piacere. Poco prima che il ragazzo venisse , si ritirò, estrasse il preservativo e la sborrò copiosamente in bocca e sul suo viso. La sborra calda e abbondante le colò sulla pelle. Giulia, con un gesto istintivo, le offrì delle salviette umidificate, il suo sguardo indugiava su quel velo di piacere che ancora brillava sulla pelle di Luana. Un desiderio inespresso, un pensiero fugace, le attraversò la mente: assaporare quel nettare, quel ricordo tangibile di un'estasi condivisa. Si limitarono a ripulirsi a malapena, la fretta di preservare quel momento le avvolgeva. Si ricomposero in fretta, salutarono con un'intesa silenziosa, un linguaggio di sguardi che diceva più di mille parole, sotto gli occhi ancora increduli dei camionisti, che non capivano come tutto potesse essere finito lì. Luana, con le guance ancora umide di lacrime di dolore e piacere, salì in macchina, un ultimo sussurro di quel calore che le scorreva ancora nelle vene. Uno di loro, con voce roca, osò chiedere: "Almeno, come vi chiamate?". Ma Luana, con un sorriso enigmatico, mise in moto e partì, lasciando dietro di sé una scia di desiderio inappagato.
Le risate si mescolarono all'eccitazione residua, mentre salivano in auto, l'adrenalina che ancora pulsava nelle vene. Raggiunsero un pub solitario, un'oasi di luci soffuse nella notte. Tra un cocktail e l'altro, il racconto della serata si tinse di dettagli audaci, i corpi ancora percorsi da brividi di piacere. Luana, con un tocco malizioso, sottolineò il dolore piacevole che ancora la lambiva, un ricordo tangibile di quella passione sfrenata.
Nel bagno, si specchiarono, ritoccando il rossetto e il fondotinta, i loro sguardi che si incrociavano con una scintilla di desiderio. Tornarono a casa, avvolte in un'aura di segreti condivisi, la promessa di un'altra notte di trasgressione che aleggiava nell'aria.
Luana, con un sussurro roco, confessò a Giulia l'eccitazione che le aveva scatenato l'idea di esplorare la loro intimità, di abbandonarsi a nuove sensazioni. Giulia annuì, i suoi occhi che brillavano di complicità, e la salutò con un bacio languido, le lingue che si intrecciavano in una danza sensuale, un assaggio di ciò che sarebbe venuto.
A casa, una doccia fugace scivolò sui loro corpi ancora caldi, e poi si abbandonarono tra le lenzuola, accanto ai mariti ignari, avvolte in un segreto peccaminoso, con la promessa di un incontro ancora più audace, solo loro due.
Cito quanto mi ha scritto Luana " Lord Byron,leggendo queste righe, ho rivissuto ogni istante di quella notte, ogni brivido, ogni sussurro. Hai saputo catturare l'essenza di quel momento, la passione che ci ha travolto, il desiderio che ci ha unite. Ogni parola ha risvegliato in me l'eccitazione di quella notte, la voglia di ripetere quelle sensazioni, di esplorare ancora più a fondo la nostra intimità. Hai compreso appieno i miei desideri, le mie fantasie, e hai dato loro voce in modo così intenso e sensuale. Ti ringrazio per avermi regalato questa emozione, per avermi fatto rivivere quei momenti con una tale intensità. Pubblicalo, fallo sapere a tutti, voglio condividere con il mondo intero la passione che ci lega, la scintilla che hai saputo accendere con le tue parole.
Grazie Lord Byron69.... Luana
byron.lord.byron.69@gmail.com
Tra i racconti di Luana, quello che mi ha acceso di più, che mi ha fatto fremere di desiderio, è stato questo:
Luana e Giulia, nomi di fantasia, ma storia vera, anzi verissima. Entrambe 35enni, esauste di mariti e lavoro, cercano una serata di evasione. Un ristorante intimo, nel cuore di una città che non posso nominare, in Basilicata. Luci soffuse, musica lenta degli anni '80. Una bottiglia di Aglianico del Vulture, e le parole che scorrono, libere, tra risate e confidenze.
Dopo un paio d'ore, l'alcol scioglie ogni freno. Luana, con un sorriso malizioso, propone: "Giulia, ho un'idea... un cambio di scenario". Giulia, esibizionista meno spudorata, ma sempre pronta all'avventura, annuisce.
Salite in macchina, Luana alla guida, si dirigono verso la periferia. Un'area di sosta per camionisti, un grande parcheggio scarsamente illuminato, file di camion e autisti che vanno e vengono.
"Qui?" chiede Giulia, perplessa.
Luana spegne il motore, si volta lentamente. I loro sguardi si incrociano, l'aria elettrica di un desiderio taciuto. Un bacio, intenso e profondo, sigilla un momento a lungo rimandato.. "Fidati", sussurra. "Le notti qui sono... interessanti".
Sedute sul cofano, gambe penzoloni, osservano. L'aria è un mix di gas di scarico, caffè, e un odore maschile, selvaggio. Gli autisti vanno e vengono, voci roche, dialetti diversi. Luana e Giulia si sentono esploratrici in un territorio proibito, un brivido di eccitazione a percorrere la schiena.
Luana si alza, si posiziona davanti al camion, il tanga scivola giù. Un getto caldo e provocatorio, sotto lo sguardo avido dell'autista, che accende i fari, desideroso di non perdere un dettaglio. Giulia, complice, stringe la borsa, un sorriso malizioso sulle labbra.
L'aria vibrò di una tensione elettrica quando sei autisti, attratti come falene dalla luce, si avvicinarono. Uomini di mezza età, alcuni con i capelli argentati e i volti segnati dalle lunghe ore sulla strada, si mossero verso di loro, i loro occhi che brillavano di un'intensità inaspettata. Si scambiarono sguardi complici, parlando di viaggi solitari e notti infinite, mentre le loro voci si abbassavano in un sussurro rauco.
Le curve di Luana e Giulia, illuminate dai neon tremolanti del parcheggio, sembravano danzare nell'oscurità. I loro movimenti, ora lenti e sensuali, ora rapidi e provocatori, catturarono l'attenzione degli uomini, risvegliando in loro un desiderio primordiale. L'atmosfera si fece densa, carica di un'attesa palpabile, come se l'intero parcheggio trattenesse il respiro in quel momento di pura seduzione."Venite qui, tra i due tir", propose il più anziano, la voce roca. "Così i passanti non vedono."
Le due donne obbedirono, lasciandosi cullare dall’atmosfera greve di sudore e gasolio. Fu allora che il camionista col berretto da baseball estrasse la sua verga già turgida, iniziò a masturbarsi con gesti lenti e deliberati, gli occhi fissi sulle labbra dischiuse di Luana.
"Prendila", ringhiò, avanzando. "Fallo come faresti con un cambio di marcia."
Luana afferrò il cazzo con una presa sicura, le dita che serrarono la base mentre il pollice sfiorava il frenulo con movimenti circolari. L’uomo sbuffò, le vene del collo in tensione. Giulia, intanto, si accovacciò davanti al vecchio in canottiera, le dita che aprivano la sua cintura con gesto teatrale. Il suo sesso, pallido e ricurvo, pulsò libero nell’aria.
"Roba d’altri tempi", sussurrò Giulia, prima di inghiottirlo fino alla radice con un gemito esagerato.
Il siciliano dalla pelle olivastra scivolò dietro Luana come un’ombra. Le mani callose le sbottonarono la camicia, liberando seni pieni che oscillarono al ritmo del respiro. Con le dita a forbice, pizzicò i capezzoli induriti, torcendoli finché lei non si inarcò contro di lui, il sedere che premeva sulla sua erezione.
"Così ti piace, eh?", mormorò, mordendole l’orecchio mentre una mano le sollevava la gonna.
Intorno a loro, gli altri uomini si unirono alla danza: mani che si insinuavano tra reggiseni slacciati, lingue che esploravano ombelichi, sussurri sporchi che si mescolavano al rumore delle autostrade vicine. L'odore di tabacco e lubrificante per motori si fondeva all'aroma acre dell'eccitazione.
Luana guidò il camionista verso un pneumatico di scorta, gli offrì un preservativo estratto dalla borsa e si pose a 90 gradi con le gambe divaricate. "Adesso dimostrami che sai usare il bastone meglio del cambio", ridacchiò, mentre lui la penetrava con la furia di un motore fuori giri.
Giulia, intanto, dopo avergli fatto indossare il preservativo, cavalcava un uomo anziano su un plaid steso a terra da uno dei camionisti, i seni che rimbalzavano al ritmo dei suoi gridolini. "Dai nonno, non farmi pensare che il tuo diesel è finito!", lo provocò, afferrandogli i fianchi per spingere il suo cazzo più a fondo che poteva , mentre ne baciava un altro.
Il parcheggio si trasformò in un palcoscenico di carne: corpi che si intrecciavano come in una danza sfrenata, gemiti che si mescolavano al rumore dei motori, unghie che graffiavano vernici sbiadite. Persino il clacson di un camion in lontananza sembrò un'eco di approvazione.
Cambiarono i protagonisti, ma la scena rimase la stessa. Luana, durante un cambio di partner, si avvicinò a Giulia e la baciò avidamente. Insieme, usarono un paio di preservativi pieni, giocando con il liquido con la bocca.
Giulia scelse l'ultimo dei sei camionisti, il più giovane, l'unico senza pancia e con un corpo atletico e muscoloso. Lo chiamò a sé; lui era rimasto in disparte, lasciando spazio agli altri più anziani. Era il più dotato, con un membro di oltre venti centimetri. Giulia gli mise il preservativo, commentando ad alta voce la sua dotazione e attirando l'attenzione di Luana, che glielo sfilò da vicino. "Voglio che mi scopi nel culo", disse Luana con voce roca, prendendo il controllo della situazione.
Luana estrasse dalla sua borsetta, piena di oggetti disparati, una piccola bottiglia di lubrificante. Ne versò generosamente sul membro del giovane camionista, poi, con un movimento rapido e deciso, si lubrificò anche l'ano, allargando le natiche con le dita. "Forza, ragazzo", lo incitò con un sorriso malizioso, "fammi vedere cosa sai fare"…inculamiiiiii .
Il giovane puntò l'ano di Luana e, con una spinta forse un po' troppo vigorosa, la penetrò di colpo. Luana emise un grido misto di dolore e piacere, le lacrime che le rigavano il viso. Il giovane spingeva il suo bel cazzo dentro e fuori con foga, mentre lei alternava gemiti di dolore a sospiri di piacere. Poco prima che il ragazzo venisse , si ritirò, estrasse il preservativo e la sborrò copiosamente in bocca e sul suo viso. La sborra calda e abbondante le colò sulla pelle. Giulia, con un gesto istintivo, le offrì delle salviette umidificate, il suo sguardo indugiava su quel velo di piacere che ancora brillava sulla pelle di Luana. Un desiderio inespresso, un pensiero fugace, le attraversò la mente: assaporare quel nettare, quel ricordo tangibile di un'estasi condivisa. Si limitarono a ripulirsi a malapena, la fretta di preservare quel momento le avvolgeva. Si ricomposero in fretta, salutarono con un'intesa silenziosa, un linguaggio di sguardi che diceva più di mille parole, sotto gli occhi ancora increduli dei camionisti, che non capivano come tutto potesse essere finito lì. Luana, con le guance ancora umide di lacrime di dolore e piacere, salì in macchina, un ultimo sussurro di quel calore che le scorreva ancora nelle vene. Uno di loro, con voce roca, osò chiedere: "Almeno, come vi chiamate?". Ma Luana, con un sorriso enigmatico, mise in moto e partì, lasciando dietro di sé una scia di desiderio inappagato.
Le risate si mescolarono all'eccitazione residua, mentre salivano in auto, l'adrenalina che ancora pulsava nelle vene. Raggiunsero un pub solitario, un'oasi di luci soffuse nella notte. Tra un cocktail e l'altro, il racconto della serata si tinse di dettagli audaci, i corpi ancora percorsi da brividi di piacere. Luana, con un tocco malizioso, sottolineò il dolore piacevole che ancora la lambiva, un ricordo tangibile di quella passione sfrenata.
Nel bagno, si specchiarono, ritoccando il rossetto e il fondotinta, i loro sguardi che si incrociavano con una scintilla di desiderio. Tornarono a casa, avvolte in un'aura di segreti condivisi, la promessa di un'altra notte di trasgressione che aleggiava nell'aria.
Luana, con un sussurro roco, confessò a Giulia l'eccitazione che le aveva scatenato l'idea di esplorare la loro intimità, di abbandonarsi a nuove sensazioni. Giulia annuì, i suoi occhi che brillavano di complicità, e la salutò con un bacio languido, le lingue che si intrecciavano in una danza sensuale, un assaggio di ciò che sarebbe venuto.
A casa, una doccia fugace scivolò sui loro corpi ancora caldi, e poi si abbandonarono tra le lenzuola, accanto ai mariti ignari, avvolte in un segreto peccaminoso, con la promessa di un incontro ancora più audace, solo loro due.
Cito quanto mi ha scritto Luana " Lord Byron,leggendo queste righe, ho rivissuto ogni istante di quella notte, ogni brivido, ogni sussurro. Hai saputo catturare l'essenza di quel momento, la passione che ci ha travolto, il desiderio che ci ha unite. Ogni parola ha risvegliato in me l'eccitazione di quella notte, la voglia di ripetere quelle sensazioni, di esplorare ancora più a fondo la nostra intimità. Hai compreso appieno i miei desideri, le mie fantasie, e hai dato loro voce in modo così intenso e sensuale. Ti ringrazio per avermi regalato questa emozione, per avermi fatto rivivere quei momenti con una tale intensità. Pubblicalo, fallo sapere a tutti, voglio condividere con il mondo intero la passione che ci lega, la scintilla che hai saputo accendere con le tue parole.
Grazie Lord Byron69.... Luana
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