Germana: Beata ingenuità…. Parte 2
di
Lord Byron69
genere
confessioni
Ogni singolo istante di quei due giorni è stato un tormento delizioso, un'ossessione che mi inondava la mente senza sosta. Le notti, poi, erano un delirio umido, sogni così vividi da farmi fremere e sciogliere nel mio stesso piacere. Le sensazioni, le emozioni, i desideri più reconditi si agitavano in me, mescolandosi a un'ansia eccitante. E quel suo... quell'immagine che la mia fantasia non smetteva di ingigantire, pur non avendolo mai visto... un miraggio di virilità che mi incendiava. Confesso le mie mani colpevoli, le mie dita affamate che in questi giorni mi hanno condotta all'estasi più volte. Oggi... oggi potrei tornare tra le sue braccia. Lui mi aspetta, lo sento. Cosa succederà? Mi abbandonerò? Forse no, domani la lezione di gruppo... e poi... poi vedremo se saprò ancora resistere. Ma l'attesa è un fuoco che mi divora. La lezione, un'agonia placida, interrotta solo dalla prepotente eco di quella presenza... la sentivo così vivida, così vicina, da farmi rimanere costantemente umida, un segreto caldo e pulsante nascosto sotto i miei vestiti.
Ecco che all’uscita la sua voce roca mi blocca, un sussurro che mi percorre la schiena come una carezza infuocata. "Domani pomeriggio." Le parole mi colpiscono come uno schiaffo vellutato, togliendomi il respiro. Un muto cenno del capo è la sola risposta che le mie labbra sanno formulare, mentre il cuore impazzito batte un ritmo forsennato, un eco che risuona ben oltre il mio petto. Tutta la notte è un tormento delizioso, un susseguirsi di pensieri che si attorcigliano come edera. Andare o non andare? Una domanda retorica, lo so bene. La seconda opzione è un'ombra sbiadita, incapace di competere con la vivida promessa che mi attende. Le poche ore di sonno sono un preludio al desiderio, sogni audaci in cui le sue mani esperte mi spalancano le cosce, accogliendo la sua virilità in un abbraccio di dolore e voluttà.
Alle 15:30, il mio corpo freme già davanti al portone della palestra, un santuario di segreti imminenti. Entrare o non entrare? Un'esitazione fugace, un ultimo sussulto di incertezza prima di abbandonarmi al destino. E poi, la domanda che mi brucia dentro: mi farà sua completamente? Mi svelerà i misteri del piacere più intimo? E il timore, un brivido caldo che si mescola all'eccitazione: farà male? Non so nemmeno la sua misura, la sua possanza. L'immaginazione lo dipinge sempre più imponente, ma la realtà... la realtà è ancora avvolta nel mistero, un velo che nemmeno il ricordo fugace di una sua mano ha saputo dissipare completamente. In quell'istante la porta si è schiusa, rivelando la sua figura stagliata contro la luce, il suo sorriso un invito inequivocabile. "Niente esercizi oggi," ha sussurrato, e il mio corpo ha vibrato al suono della sua voce. "Sdraiati sul tappeto." Un ordine che il mio desiderio impellente ha eseguito senza esitazione, le mie lenzuola intime già umide al solo pensiero. Lui lo sapeva, sentivo il suo sguardo bruciarmi addosso. Un gesto rapido e la mia gonna è sollevata, la mia fragile barriera di seta sfilata via con una delicatezza carica di promesse. Il cuore martellava furiosamente, un tamburo impazzito nel mio petto. Ero lì, immobile, vulnerabile, abbandonata al suo volere. Avrebbe potuto fare di me ciò che desiderava, e la mia carne fremente non avrebbe opposto la minima resistenza. Un flebile "nooo" è sfuggito dalle mie labbra, un sussurro che tradiva più eccitazione che reale opposizione. "Stai tranquilla," ha risposto con una voce profonda e rassicurante, "vedrai che ti piacerà."
Sentivo la mia intimità pulsare, un fremito caldo e impaziente, quando il suo capo si è chinato tra le mie cosce. Le sue labbra si sono posate lì, un contatto umido e inebriante, e poi la sua lingua ha iniziato la sua danza sensuale, accarezzando, succhiando, torturando il mio clitoride con una maestria che mi faceva gemere. Con la mano sinistra mi ha indicato di liberarmi della maglietta, e il suo sguardo si è posato sul mio seno nudo, un'ammirazione che mi ha fatto rabbrividire di piacere. Ogni sua carezza, ogni suo bacio era una scossa elettrica che mi percorreva da capo a piedi. Avrei potuto abbandonarmi all'orgasmo in quell'istante, ma lui ha rallentato, assaporando il momento, e poi ha compiuto un gesto che ho compreso solo un attimo dopo: il suo kimono è scivolato a terra, seguito dalle mutande... e ora? Il suo corpo nudo si è rivelato ai miei occhi, una visione potente e inebriante.
Tenendo ancora il viso immerso nel calore umido delle mie cosce, ha compiuto una lenta rotazione, fino a far combaciare il suo corpo con il mio. E lì, a pochi centimetri dal mio sguardo, l'ho sentito. Non l'ho visto subito, ma la sua presenza prepotente ha oscurato ogni altro pensiero. Duro. Pietrificato. Un'attrazione irresistibile che mi ha spinto ad accoglierlo subito nella mia bocca. Anche se una parte di me avesse tentato di resistere, sarebbe stato vano. Era madido del suo desiderio, più eccitato di quanto osassi sperare. In quella posizione rovente, un intreccio di lingue e carne, il mio clitoride prigioniero delle sue labbra fameliche e la sua virilità che danzava nella mia bocca, mi hanno strappato un orgasmo trattenuto a stento. Un fremito intenso che non è sfuggito al suo occhio esperto. Con una mossa che sapeva di dominio e desiderio, ha invertito le nostre posizioni. Mi sono ritrovata sopra di lui, la mia bocca ora a guidare la danza sul suo membro sempre più turgido. E l'idea che i suoi occhi mi spogliassero, che ammirassero la mia intimità così da vicino, i miei glutei contrarsi, la mia "rosellina" pulsare, mi ha fatto urlare un orgasmo liberatorio, un grido di pura voluttà.
Il maestro, approfittando del mio abbandono momentaneo, si è sfilato con lentezza, si è alzato e mi ha guidata in ginocchio di fronte a lui. Ora la sua asta si ergeva in tutta la sua maestosa bellezza, una scultura di desiderio. Era splendido, lo fissavo con un'avidità insaziabile mentre la sua mano scivolava su e giù lungo la sua lunghezza, un tocco che mi incendiava le viscere. Ho alzato lo sguardo, incrociando i suoi occhi ardenti, e in quell'istante la sua passione è deflagrata, inondando il mio petto con il suo piacere incandescente. Il calore sulla mia pelle, la vista del suo seme che colava lentamente sui miei seni, mi hanno travolto con un'ondata di piacere unico. "È vero che ti è piaciuto?" ha sussurrato con un sorriso enigmatico. "La prossima volta sarà ancora più bello, vedrai." Sono bastate quelle parole. Mi sono alzata, il suo liquido denso che scivolava sensualmente lungo il mio corpo, mi sono stretta a lui e l'ho baciato, assaporando il suo sapore sulla mia bocca.
Germana: Beata ingenuità….
Germana mi ha offerto il suo secondo segreto più recondito, un sussurro di scoperta e desiderio che ha ardentemente voluto condividere con voi. In queste voluttuose righe, il proseguimento della sua confessione più intima, un viaggio nell'esplorazione del piacere proibito, dove la timidezza si scioglie nell'audacia incandescente, proprio come nella sua prima, eccitante rivelazione...
Ogni singolo istante di quei due giorni si era trasformato in una tortura squisita, un'ossessione liquida che mi avvolgeva, goccia a goccia. Ero come una sorgente in piena primavera, ogni respiro inondava il mio intimo di un desiderio umido e insopportabile, un fremito che mi percorreva la pelle. Sentivo la sua eco vibrare sottopelle, un fremito costante che mi ricordava la promessa di un incontro di fuoco, un segreto caldo e pulsante che si agitava tra le mie gambe ad ogni pensiero di lui. Era come se il suo tocco invisibile mi avesse marchiata a fuoco, lasciando una scia incandescente che solo la sua presenza avrebbe potuto placare. L’attesa si faceva sempre più densa, un miele appiccicoso e voluttuoso che mi avvolgeva ogni fibra, rendendo ogni respiro un sussurro di desiderio inconfessabile, un anelito caldo e segreto che vibrava languidamente nel mio ventre. Le notti, poi, erano un delirio di lenzuola umide, intrise della stessa umida impazienza che serpeggiava tra le mie cosce, e sogni così carnali da farmi contorcere in un piacere solitario, le mie dita a danzare frenetiche sul mio clitoride turgido e pulsante, un piccolo vulcano in eruzione sotto le mie carezze avide. Volute di sensazioni mi graffiavano l'anima con artigli di velluto, emozioni torbide danzavano con un'ansia febbrile, un vortice proibito che mi attirava sempre più nel suo nucleo incandescente. E quel suo... quell'ombra virile che la mia mente, lasciva e impudica, non cessava di plasmare, rendendola sempre più imponente, un fantasma caldo e vibrante che incendiava il mio ventre con un fuoco che la realtà non aveva ancora osato scatenare. Confesso le mie mani colpevoli, le labbra frementi che hanno cercato sollievo in un'estasi solitaria. Ancora e ancora, mi abbandonavo al piacere, le dita non ancora esperte a danzare sul mio clitoride fino a condurmi a spasmi intensi, a ondate di voluttuosa sfinizione che mi lasciavano languidamente appagata, il corpo ancora fremante di piacere.. Oggi... oggi sento la sua aura incombere su di me, un richiamo, un sussurro denso di promesse che mi trascina irresistibilmente tra le sue braccia. Cosa succederà quando i nostri corpi si sfioreranno di nuovo? Mi abbandonerò al piacere senza riserve? Forse no, la lezione di gruppo domani è un pretesto, un fragile argine al desiderio che preme. Ma l'attesa è un supplizio delizioso, un fuoco lento che mi consuma. La lezione, un'agonia placida, interrotta solo dall'eco prepotente della sua presenza immaginata... la sentivo così vicina, così palpabile, da farmi fremere segretamente, un calore umido e pulsante che si insinuava tra le mie gambe, un segreto inconfessabile celato sotto i miei abiti.
Poi, all'uscita, la sua voce roca mi ha intrappolata, un sussurro denso di promesse che mi ha accarezzato la schiena come un incendio sottocutaneo. "Domani pomeriggio." Le parole sono state uno schiaffo di velluto sulla mia pelle sensibile, rubandomi il fiato e accendendo un fuoco ancora più vivo nel mio basso ventre. Un cenno muto, carico di sottintesi, è stata l'unica risposta che le mie labbra, improvvisamente aride, hanno saputo offrirgli, mentre il mio cuore batteva un ritmo impazzito, un tam-tam eccitato che risuonava in ogni fibra del mio essere. Tutta la notte è stata un tormento delizioso, un vortice di fantasie lascive che mi avvolgevano come spire umide e vibranti. "Andare o non andare?" Un quesito che il corpo conosceva già, una vana illusione di controllo di fronte alla voragine di desiderio che minacciava di strapparmi la verginità. Le poche ore di sonno sono state un delirio di sogni audaci, visioni in cui le sue mani esperte scivolavano sulle mie cosce, dischiudendole come un fiore proibito pronto a rivelare il suo cuore. Sentivo già, nella fantasia, il calore del suo membro turgido e pulsante farsi strada, un abbraccio che prometteva una vertigine di dolore e voluttà.
Alle 15:30, il mio corpo era già un campo di battaglia di nervi scoperti, vibrante davanti al portone della palestra, un santuario di segreti inconfessabili. Entrare o non entrare? Un'esitazione effimera, l'ultimo sussurro di pudore prima di abbandonarmi al vortice del piacere imminente. E poi, la domanda che mi bruciava l'anima: mi avrebbe reclamata completamente? Avrebbe svelato i recessi più oscuri del mio desiderio, marchiandomi con il suo piacere? E il timore, un brivido caldo e viscido che si mescolava all'eccitazione: avrebbe fatto male, quel primo, brutale affondo? Non conoscevo la dimensione del suo cazzo, la sua possanza. La mia fantasia lo dipingeva come un titano, ma la realtà... la realtà era ancora un velo di mistero, un'incognita eccitante che nemmeno il ricordo fugace del suo tocco aveva saputo svelare del tutto. In quell'istante, la porta si è spalancata, rivelando la sua figura imponente controluce, il suo sorriso un invito sfrontato a varcare la soglia del proibito. "Niente esercizi oggi," ha sussurrato con una voce vellutata e carica di sottintesi, e il mio corpo ha risposto con un fremito incontrollabile. "Sdraiati sul tappeto." Un ordine che la mia carne ribelle ha eseguito senza la minima esitazione, le mie mutandine già intrise di un'umidità febbrile al solo pensiero del suo tocco. Lui lo sapeva, sentivo il suo sguardo denso di desiderio bruciarmi come un marchio. Un gesto rapido e la mia gonna è volata via, la mia fragile barriera di seta scivolata via con una lentezza carica di promesse indicibili. Il cuore martellava contro le mie costole, un tamburo impazzito che scandiva l'attesa. Ero lì, immobile, offerta, abbandonata al suo dominio. Avrebbe potuto profanarmi in ogni modo, e il mio corpo fremente non avrebbe opposto la minima resistenza. Un flebile "nooo" è sfuggito dalle mie labbra, un sussurro che tradiva più un'implorazione che un vero rifiuto. "Stai tranquilla," ha risposto con una voce profonda e sensuale, un tono che prometteva delizie inaudite, "vedrai che ti piacerà... da impazzire."
Sentivo la mia intimità pulsare come un cuore impazzito, un fremito caldo e impaziente che irradiava da un unico, intenso epicentro di desiderio. Quando il suo capo si è chinato tra le mie cosce, un'ondata di calore mi ha invasa. Le sue labbra, la sua lingua... si sono posate sulla mia carne viva vergine, un contatto umido e inebriante che ha acceso un incendio tra le mie gambe, e poi la sua lingua ha iniziato la sua danza lasciva, accarezzando, succhiando, torturando il mio clitoride con una maestria perversa che mi faceva gemere e inarcare la schiena. La sua mano sinistra ha osato il mio seno, un preludio silenzioso, un comando sottile a spogliarmi. E quando i suoi occhi si sono sollevati dalle mie cosce per posarsi sulla mia nudità esposta, offerta senza esitazione, la sua ammirazione ha avuto la forza di un pugno nello stomaco, un piacere così vivo da bruciare, da farsi quasi male, poi con un tocco iniziale così lieve da promettere delizia, ha invece acceso una brama febbrile, preludio a una squisita sofferenza. Le sue dita hanno iniziato la loro danza perversa sui miei capezzoli, pizzicandoli e stringendoli con una meticolosità che mi faceva ansimare, desiderosa del tormento successivo. Erano come piccole morse che mi risvegliavano a un piacere proibito. Dolore e piacere inteso. Ogni suo tocco, ogni suo bacio era una scossa elettrica che si propagava in ogni nervo del mio corpo. Avrei potuto abbandonarmi all'orgasmo in quell'istante, ma lui ha rallentato, assaporando ogni mio sussulto, ogni mio gemito, e poi ha compiuto un gesto che ho compreso solo un attimo dopo, un presagio eccitante: Con un gesto lento e carico di tensione, il kimono si aprì, lasciando intravedere la perfezione statuaria del suo corpo. Poi, il tessuto leggero delle mutande scivolò via, rivelando senza esitazione la prepotente erezione del suo cazzo, una visione di maestosa virilità che mi tolse il fiato ….e ora? Il suo corpo nudo si è offerto alla mia vista, una visione potente e inebriante che ha acceso un desiderio ancora più oscuro.
Ha ritrovato il calore umido e il profumo inebriante tra le mie gambe, il suo viso affondato come in un desiderio istintivo. Una lenta rotazione e il suo corpo caldo e vibrante si è unito al mio. E lì, a un soffio dal mio viso, l'ho avvertito. Non subito con la vista, ma la sua presenza palpabile ha annullato ogni altro pensiero, un'ombra dura e pulsante che catturava la mia attenzione, la mia curiosità. Imponente. Desiderabile. Un’attrazione che mi ha spinto ad accoglierlo subito nella mia bocca, le mie labbra avide di quella consistenza proibita. Anche se una parte remota di me avesse tentato di resistere, sarebbe stato un futile tentativo. Il suo desiderio mi inondava, un'onda calda che si infrangeva contro la mia pelle. Le gocce lucide del suo piacere danzavano sulla mia lingua, presagio di un'estasi imminente che mi avrebbe travolta. Un atto di audacia mi fece spalancare la gola per accogliere quasi interamente quella carne dura e vibrante. Il mio corpo rispose con un sussulto inatteso, un'eco di conati che, in modo perverso e inebriante, intensificarono la morsa del desiderio che mi straziava dolcemente. Ma nei suoi occhi famelici, quella mia involontaria reazione sembrò solo accendere ancor più la sua eccitazione, legandomi indissolubilmente al suo piacere, rendendomi volenterosamente sottomessa ai suoi desideri. In quella posizione rovente, Sentivo il suo cazzo pulsare nella mia bocca umida, la mia lingua che lo accarezzava con voluttà. Le sue dita affondavano nella mia figa, torturando il mio clitoride fino a farmi esplodere in un orgasmo selvaggio. Il mio grido, un lamento di puro piacere, accese una fiamma ancora più intensa nei suoi occhi
Ancora scossa dal piacere intenso, l'ho sentito allontanarsi con una deliberata, quasi crudele, lentezza. Il Maestro si è alzato, la sua figura eretta emanava un'autorità magnetica, e con un comando silenzioso nei suoi occhi, mi ha condotta a inginocchiarmi di fronte a lui, lasciando la tiepida accoglienza del tatami. Ora la sua asta durissima si ergeva in tutta la sua maestosa bellezza, una scultura di desiderio che mi ipnotizzava. Era splendido, la fissavo con un'avidità insaziabile mentre la sua mano scivolava su e giù lungo la sua lunghezza, un tocco che incendiava le mie viscere con un calore umido e insopportabile. Ho alzato lo sguardo, incrociando i suoi occhi ardenti, e in quell'istante la sua sborra mi ha inondata… inondando il mio petto con il suo piacere incandescente. Il suo seme caldo e denso sulle mie labbra, sulla mia pelle... la vista di quella colata bianca e lenta sui miei seni mi ha travolto con un piacere inedito, un'estasi quasi blasfema. "Ti è piaciuto davvero?" ha sussurrato, quel suo sorriso enigmatico che prometteva abissi di voluttà. "La prossima volta sarà ancora più... intenso, credimi." Lasciandomi in bocca il sapore del suo desiderio e la brama di essere sua, completamente. Quelle parole, intrise di una promessa torbida e inebriante, avevano acceso in me un fuoco incontrollabile. Mi sono sollevata, sentendo la scia tiepida e appiccicosa della sua sborra scorrere sensualmente sulla mia carne, un sigillo fisico del nostro legame proibito e inconfessabile. Mi sono sollevata, sentendo ancora l'eco del suo tocco, un legame invisibile di desiderio che danzava nell'aria tra noi. L'ho stretto a me, una morsa possessiva che vibrava fin nel profondo, e l'ho baciato. Le mie labbra e il mio viso si sono macchiati della sua sborra densa, e in quel bacio c'era una voracità primordiale, la volontà di inghiottire ogni stilla del suo ardore. Quel sapore salmastro, la nostra umida e clandestina unione, era il sigillo di un'intimità proibita, la promessa silente dialtri incontri ancora più oscuri e deliziosi.
Germana&Lord Byron69
byron.lord.byron.69@gmail.com
Ecco che all’uscita la sua voce roca mi blocca, un sussurro che mi percorre la schiena come una carezza infuocata. "Domani pomeriggio." Le parole mi colpiscono come uno schiaffo vellutato, togliendomi il respiro. Un muto cenno del capo è la sola risposta che le mie labbra sanno formulare, mentre il cuore impazzito batte un ritmo forsennato, un eco che risuona ben oltre il mio petto. Tutta la notte è un tormento delizioso, un susseguirsi di pensieri che si attorcigliano come edera. Andare o non andare? Una domanda retorica, lo so bene. La seconda opzione è un'ombra sbiadita, incapace di competere con la vivida promessa che mi attende. Le poche ore di sonno sono un preludio al desiderio, sogni audaci in cui le sue mani esperte mi spalancano le cosce, accogliendo la sua virilità in un abbraccio di dolore e voluttà.
Alle 15:30, il mio corpo freme già davanti al portone della palestra, un santuario di segreti imminenti. Entrare o non entrare? Un'esitazione fugace, un ultimo sussulto di incertezza prima di abbandonarmi al destino. E poi, la domanda che mi brucia dentro: mi farà sua completamente? Mi svelerà i misteri del piacere più intimo? E il timore, un brivido caldo che si mescola all'eccitazione: farà male? Non so nemmeno la sua misura, la sua possanza. L'immaginazione lo dipinge sempre più imponente, ma la realtà... la realtà è ancora avvolta nel mistero, un velo che nemmeno il ricordo fugace di una sua mano ha saputo dissipare completamente. In quell'istante la porta si è schiusa, rivelando la sua figura stagliata contro la luce, il suo sorriso un invito inequivocabile. "Niente esercizi oggi," ha sussurrato, e il mio corpo ha vibrato al suono della sua voce. "Sdraiati sul tappeto." Un ordine che il mio desiderio impellente ha eseguito senza esitazione, le mie lenzuola intime già umide al solo pensiero. Lui lo sapeva, sentivo il suo sguardo bruciarmi addosso. Un gesto rapido e la mia gonna è sollevata, la mia fragile barriera di seta sfilata via con una delicatezza carica di promesse. Il cuore martellava furiosamente, un tamburo impazzito nel mio petto. Ero lì, immobile, vulnerabile, abbandonata al suo volere. Avrebbe potuto fare di me ciò che desiderava, e la mia carne fremente non avrebbe opposto la minima resistenza. Un flebile "nooo" è sfuggito dalle mie labbra, un sussurro che tradiva più eccitazione che reale opposizione. "Stai tranquilla," ha risposto con una voce profonda e rassicurante, "vedrai che ti piacerà."
Sentivo la mia intimità pulsare, un fremito caldo e impaziente, quando il suo capo si è chinato tra le mie cosce. Le sue labbra si sono posate lì, un contatto umido e inebriante, e poi la sua lingua ha iniziato la sua danza sensuale, accarezzando, succhiando, torturando il mio clitoride con una maestria che mi faceva gemere. Con la mano sinistra mi ha indicato di liberarmi della maglietta, e il suo sguardo si è posato sul mio seno nudo, un'ammirazione che mi ha fatto rabbrividire di piacere. Ogni sua carezza, ogni suo bacio era una scossa elettrica che mi percorreva da capo a piedi. Avrei potuto abbandonarmi all'orgasmo in quell'istante, ma lui ha rallentato, assaporando il momento, e poi ha compiuto un gesto che ho compreso solo un attimo dopo: il suo kimono è scivolato a terra, seguito dalle mutande... e ora? Il suo corpo nudo si è rivelato ai miei occhi, una visione potente e inebriante.
Tenendo ancora il viso immerso nel calore umido delle mie cosce, ha compiuto una lenta rotazione, fino a far combaciare il suo corpo con il mio. E lì, a pochi centimetri dal mio sguardo, l'ho sentito. Non l'ho visto subito, ma la sua presenza prepotente ha oscurato ogni altro pensiero. Duro. Pietrificato. Un'attrazione irresistibile che mi ha spinto ad accoglierlo subito nella mia bocca. Anche se una parte di me avesse tentato di resistere, sarebbe stato vano. Era madido del suo desiderio, più eccitato di quanto osassi sperare. In quella posizione rovente, un intreccio di lingue e carne, il mio clitoride prigioniero delle sue labbra fameliche e la sua virilità che danzava nella mia bocca, mi hanno strappato un orgasmo trattenuto a stento. Un fremito intenso che non è sfuggito al suo occhio esperto. Con una mossa che sapeva di dominio e desiderio, ha invertito le nostre posizioni. Mi sono ritrovata sopra di lui, la mia bocca ora a guidare la danza sul suo membro sempre più turgido. E l'idea che i suoi occhi mi spogliassero, che ammirassero la mia intimità così da vicino, i miei glutei contrarsi, la mia "rosellina" pulsare, mi ha fatto urlare un orgasmo liberatorio, un grido di pura voluttà.
Il maestro, approfittando del mio abbandono momentaneo, si è sfilato con lentezza, si è alzato e mi ha guidata in ginocchio di fronte a lui. Ora la sua asta si ergeva in tutta la sua maestosa bellezza, una scultura di desiderio. Era splendido, lo fissavo con un'avidità insaziabile mentre la sua mano scivolava su e giù lungo la sua lunghezza, un tocco che mi incendiava le viscere. Ho alzato lo sguardo, incrociando i suoi occhi ardenti, e in quell'istante la sua passione è deflagrata, inondando il mio petto con il suo piacere incandescente. Il calore sulla mia pelle, la vista del suo seme che colava lentamente sui miei seni, mi hanno travolto con un'ondata di piacere unico. "È vero che ti è piaciuto?" ha sussurrato con un sorriso enigmatico. "La prossima volta sarà ancora più bello, vedrai." Sono bastate quelle parole. Mi sono alzata, il suo liquido denso che scivolava sensualmente lungo il mio corpo, mi sono stretta a lui e l'ho baciato, assaporando il suo sapore sulla mia bocca.
Germana: Beata ingenuità….
Germana mi ha offerto il suo secondo segreto più recondito, un sussurro di scoperta e desiderio che ha ardentemente voluto condividere con voi. In queste voluttuose righe, il proseguimento della sua confessione più intima, un viaggio nell'esplorazione del piacere proibito, dove la timidezza si scioglie nell'audacia incandescente, proprio come nella sua prima, eccitante rivelazione...
Ogni singolo istante di quei due giorni si era trasformato in una tortura squisita, un'ossessione liquida che mi avvolgeva, goccia a goccia. Ero come una sorgente in piena primavera, ogni respiro inondava il mio intimo di un desiderio umido e insopportabile, un fremito che mi percorreva la pelle. Sentivo la sua eco vibrare sottopelle, un fremito costante che mi ricordava la promessa di un incontro di fuoco, un segreto caldo e pulsante che si agitava tra le mie gambe ad ogni pensiero di lui. Era come se il suo tocco invisibile mi avesse marchiata a fuoco, lasciando una scia incandescente che solo la sua presenza avrebbe potuto placare. L’attesa si faceva sempre più densa, un miele appiccicoso e voluttuoso che mi avvolgeva ogni fibra, rendendo ogni respiro un sussurro di desiderio inconfessabile, un anelito caldo e segreto che vibrava languidamente nel mio ventre. Le notti, poi, erano un delirio di lenzuola umide, intrise della stessa umida impazienza che serpeggiava tra le mie cosce, e sogni così carnali da farmi contorcere in un piacere solitario, le mie dita a danzare frenetiche sul mio clitoride turgido e pulsante, un piccolo vulcano in eruzione sotto le mie carezze avide. Volute di sensazioni mi graffiavano l'anima con artigli di velluto, emozioni torbide danzavano con un'ansia febbrile, un vortice proibito che mi attirava sempre più nel suo nucleo incandescente. E quel suo... quell'ombra virile che la mia mente, lasciva e impudica, non cessava di plasmare, rendendola sempre più imponente, un fantasma caldo e vibrante che incendiava il mio ventre con un fuoco che la realtà non aveva ancora osato scatenare. Confesso le mie mani colpevoli, le labbra frementi che hanno cercato sollievo in un'estasi solitaria. Ancora e ancora, mi abbandonavo al piacere, le dita non ancora esperte a danzare sul mio clitoride fino a condurmi a spasmi intensi, a ondate di voluttuosa sfinizione che mi lasciavano languidamente appagata, il corpo ancora fremante di piacere.. Oggi... oggi sento la sua aura incombere su di me, un richiamo, un sussurro denso di promesse che mi trascina irresistibilmente tra le sue braccia. Cosa succederà quando i nostri corpi si sfioreranno di nuovo? Mi abbandonerò al piacere senza riserve? Forse no, la lezione di gruppo domani è un pretesto, un fragile argine al desiderio che preme. Ma l'attesa è un supplizio delizioso, un fuoco lento che mi consuma. La lezione, un'agonia placida, interrotta solo dall'eco prepotente della sua presenza immaginata... la sentivo così vicina, così palpabile, da farmi fremere segretamente, un calore umido e pulsante che si insinuava tra le mie gambe, un segreto inconfessabile celato sotto i miei abiti.
Poi, all'uscita, la sua voce roca mi ha intrappolata, un sussurro denso di promesse che mi ha accarezzato la schiena come un incendio sottocutaneo. "Domani pomeriggio." Le parole sono state uno schiaffo di velluto sulla mia pelle sensibile, rubandomi il fiato e accendendo un fuoco ancora più vivo nel mio basso ventre. Un cenno muto, carico di sottintesi, è stata l'unica risposta che le mie labbra, improvvisamente aride, hanno saputo offrirgli, mentre il mio cuore batteva un ritmo impazzito, un tam-tam eccitato che risuonava in ogni fibra del mio essere. Tutta la notte è stata un tormento delizioso, un vortice di fantasie lascive che mi avvolgevano come spire umide e vibranti. "Andare o non andare?" Un quesito che il corpo conosceva già, una vana illusione di controllo di fronte alla voragine di desiderio che minacciava di strapparmi la verginità. Le poche ore di sonno sono state un delirio di sogni audaci, visioni in cui le sue mani esperte scivolavano sulle mie cosce, dischiudendole come un fiore proibito pronto a rivelare il suo cuore. Sentivo già, nella fantasia, il calore del suo membro turgido e pulsante farsi strada, un abbraccio che prometteva una vertigine di dolore e voluttà.
Alle 15:30, il mio corpo era già un campo di battaglia di nervi scoperti, vibrante davanti al portone della palestra, un santuario di segreti inconfessabili. Entrare o non entrare? Un'esitazione effimera, l'ultimo sussurro di pudore prima di abbandonarmi al vortice del piacere imminente. E poi, la domanda che mi bruciava l'anima: mi avrebbe reclamata completamente? Avrebbe svelato i recessi più oscuri del mio desiderio, marchiandomi con il suo piacere? E il timore, un brivido caldo e viscido che si mescolava all'eccitazione: avrebbe fatto male, quel primo, brutale affondo? Non conoscevo la dimensione del suo cazzo, la sua possanza. La mia fantasia lo dipingeva come un titano, ma la realtà... la realtà era ancora un velo di mistero, un'incognita eccitante che nemmeno il ricordo fugace del suo tocco aveva saputo svelare del tutto. In quell'istante, la porta si è spalancata, rivelando la sua figura imponente controluce, il suo sorriso un invito sfrontato a varcare la soglia del proibito. "Niente esercizi oggi," ha sussurrato con una voce vellutata e carica di sottintesi, e il mio corpo ha risposto con un fremito incontrollabile. "Sdraiati sul tappeto." Un ordine che la mia carne ribelle ha eseguito senza la minima esitazione, le mie mutandine già intrise di un'umidità febbrile al solo pensiero del suo tocco. Lui lo sapeva, sentivo il suo sguardo denso di desiderio bruciarmi come un marchio. Un gesto rapido e la mia gonna è volata via, la mia fragile barriera di seta scivolata via con una lentezza carica di promesse indicibili. Il cuore martellava contro le mie costole, un tamburo impazzito che scandiva l'attesa. Ero lì, immobile, offerta, abbandonata al suo dominio. Avrebbe potuto profanarmi in ogni modo, e il mio corpo fremente non avrebbe opposto la minima resistenza. Un flebile "nooo" è sfuggito dalle mie labbra, un sussurro che tradiva più un'implorazione che un vero rifiuto. "Stai tranquilla," ha risposto con una voce profonda e sensuale, un tono che prometteva delizie inaudite, "vedrai che ti piacerà... da impazzire."
Sentivo la mia intimità pulsare come un cuore impazzito, un fremito caldo e impaziente che irradiava da un unico, intenso epicentro di desiderio. Quando il suo capo si è chinato tra le mie cosce, un'ondata di calore mi ha invasa. Le sue labbra, la sua lingua... si sono posate sulla mia carne viva vergine, un contatto umido e inebriante che ha acceso un incendio tra le mie gambe, e poi la sua lingua ha iniziato la sua danza lasciva, accarezzando, succhiando, torturando il mio clitoride con una maestria perversa che mi faceva gemere e inarcare la schiena. La sua mano sinistra ha osato il mio seno, un preludio silenzioso, un comando sottile a spogliarmi. E quando i suoi occhi si sono sollevati dalle mie cosce per posarsi sulla mia nudità esposta, offerta senza esitazione, la sua ammirazione ha avuto la forza di un pugno nello stomaco, un piacere così vivo da bruciare, da farsi quasi male, poi con un tocco iniziale così lieve da promettere delizia, ha invece acceso una brama febbrile, preludio a una squisita sofferenza. Le sue dita hanno iniziato la loro danza perversa sui miei capezzoli, pizzicandoli e stringendoli con una meticolosità che mi faceva ansimare, desiderosa del tormento successivo. Erano come piccole morse che mi risvegliavano a un piacere proibito. Dolore e piacere inteso. Ogni suo tocco, ogni suo bacio era una scossa elettrica che si propagava in ogni nervo del mio corpo. Avrei potuto abbandonarmi all'orgasmo in quell'istante, ma lui ha rallentato, assaporando ogni mio sussulto, ogni mio gemito, e poi ha compiuto un gesto che ho compreso solo un attimo dopo, un presagio eccitante: Con un gesto lento e carico di tensione, il kimono si aprì, lasciando intravedere la perfezione statuaria del suo corpo. Poi, il tessuto leggero delle mutande scivolò via, rivelando senza esitazione la prepotente erezione del suo cazzo, una visione di maestosa virilità che mi tolse il fiato ….e ora? Il suo corpo nudo si è offerto alla mia vista, una visione potente e inebriante che ha acceso un desiderio ancora più oscuro.
Ha ritrovato il calore umido e il profumo inebriante tra le mie gambe, il suo viso affondato come in un desiderio istintivo. Una lenta rotazione e il suo corpo caldo e vibrante si è unito al mio. E lì, a un soffio dal mio viso, l'ho avvertito. Non subito con la vista, ma la sua presenza palpabile ha annullato ogni altro pensiero, un'ombra dura e pulsante che catturava la mia attenzione, la mia curiosità. Imponente. Desiderabile. Un’attrazione che mi ha spinto ad accoglierlo subito nella mia bocca, le mie labbra avide di quella consistenza proibita. Anche se una parte remota di me avesse tentato di resistere, sarebbe stato un futile tentativo. Il suo desiderio mi inondava, un'onda calda che si infrangeva contro la mia pelle. Le gocce lucide del suo piacere danzavano sulla mia lingua, presagio di un'estasi imminente che mi avrebbe travolta. Un atto di audacia mi fece spalancare la gola per accogliere quasi interamente quella carne dura e vibrante. Il mio corpo rispose con un sussulto inatteso, un'eco di conati che, in modo perverso e inebriante, intensificarono la morsa del desiderio che mi straziava dolcemente. Ma nei suoi occhi famelici, quella mia involontaria reazione sembrò solo accendere ancor più la sua eccitazione, legandomi indissolubilmente al suo piacere, rendendomi volenterosamente sottomessa ai suoi desideri. In quella posizione rovente, Sentivo il suo cazzo pulsare nella mia bocca umida, la mia lingua che lo accarezzava con voluttà. Le sue dita affondavano nella mia figa, torturando il mio clitoride fino a farmi esplodere in un orgasmo selvaggio. Il mio grido, un lamento di puro piacere, accese una fiamma ancora più intensa nei suoi occhi
Ancora scossa dal piacere intenso, l'ho sentito allontanarsi con una deliberata, quasi crudele, lentezza. Il Maestro si è alzato, la sua figura eretta emanava un'autorità magnetica, e con un comando silenzioso nei suoi occhi, mi ha condotta a inginocchiarmi di fronte a lui, lasciando la tiepida accoglienza del tatami. Ora la sua asta durissima si ergeva in tutta la sua maestosa bellezza, una scultura di desiderio che mi ipnotizzava. Era splendido, la fissavo con un'avidità insaziabile mentre la sua mano scivolava su e giù lungo la sua lunghezza, un tocco che incendiava le mie viscere con un calore umido e insopportabile. Ho alzato lo sguardo, incrociando i suoi occhi ardenti, e in quell'istante la sua sborra mi ha inondata… inondando il mio petto con il suo piacere incandescente. Il suo seme caldo e denso sulle mie labbra, sulla mia pelle... la vista di quella colata bianca e lenta sui miei seni mi ha travolto con un piacere inedito, un'estasi quasi blasfema. "Ti è piaciuto davvero?" ha sussurrato, quel suo sorriso enigmatico che prometteva abissi di voluttà. "La prossima volta sarà ancora più... intenso, credimi." Lasciandomi in bocca il sapore del suo desiderio e la brama di essere sua, completamente. Quelle parole, intrise di una promessa torbida e inebriante, avevano acceso in me un fuoco incontrollabile. Mi sono sollevata, sentendo la scia tiepida e appiccicosa della sua sborra scorrere sensualmente sulla mia carne, un sigillo fisico del nostro legame proibito e inconfessabile. Mi sono sollevata, sentendo ancora l'eco del suo tocco, un legame invisibile di desiderio che danzava nell'aria tra noi. L'ho stretto a me, una morsa possessiva che vibrava fin nel profondo, e l'ho baciato. Le mie labbra e il mio viso si sono macchiati della sua sborra densa, e in quel bacio c'era una voracità primordiale, la volontà di inghiottire ogni stilla del suo ardore. Quel sapore salmastro, la nostra umida e clandestina unione, era il sigillo di un'intimità proibita, la promessa silente dialtri incontri ancora più oscuri e deliziosi.
Germana&Lord Byron69
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