“Nicole – La Dea del Piacere”

di
genere
sentimentali

Prefazione

Pasqua. Una villa di campagna. Gli invitati brindavano tra sorrisi e convenevoli. Ma Angelo, uomo elegante e dallo sguardo deciso, non sentiva né parole né sapori. I suoi occhi erano catturati da una sola presenza: Nicole. La sua amante segreta. Brasiliana, vent’anni appena compiuti, un corpo da sballo, un’aria sfacciata e provocante. Il vestitino leggero che indossava sembrava più un invito che un abito, e ogni suo passo era una carezza indecente nell’aria.

Lei lo sapeva. E giocava.

Ogni tanto lo sfiorava, lo guardava sotto le ciglia con un sorriso sporco. Alla fine del pranzo, si avvicinò e con un sussurro disse:
«La villa è grande. Io voglio godere. Tu?»



Capitolo 1 – La stanza al piano di sopra

La porta si chiuse. Nicole era già nuda. Angelo l’aveva seguita senza parlare, con il sangue che ribolliva. Lei lo fissava mordendosi il labbro, con le gambe divaricate sopra un vecchio letto in ferro battuto.

«Sono bagnata da quando mi hai guardato la prima volta. Fammi tua.»

Angelo si spogliò, il suo cazzo duro come pietra. Si chinò su di lei, affondò la lingua nella fichetta calda e inondata. Nicole ansimava, si contorceva, lo tirava per i capelli.
Poi lo prese in bocca, lo succhiava con foga, sbavando, mentre con l’altra mano si masturbava sotto i suoi occhi.

La prese da dietro, spingendola contro la parete. Ogni colpo era un rumore, un urlo, un affondo nel peccato.
«Duro, fammi male, fammi urlare!»
E lui lo fece. Le schiaffeggiava il culo, le tirava i capelli, la faceva vibrare di piacere.



Capitolo 2 – La cucina nuda

Dopo, nudi, andarono in cucina. Mangiavano cioccolato avanzato, si leccavano le dita, si provocavano.

Nicole si inginocchiò, lo prese di nuovo in bocca sotto il tavolo, senza dire nulla, solo guardandolo con occhi adoranti e pervasi di fame.

Poi salì sul tavolo, si mise a quattro, e si girò verso di lui:
«Ora prendimi lì. Voglio il tuo cazzo nel culo.»

Angelo la preparò con dita e saliva, ma Nicole non era nuova. Quando spinse dentro la cappella, lei non si tirò indietro, ma spinse contro. Un colpo secco e lui era tutto dentro.
Lei urlò, poi gemette, poi godette.
«Sfonda… fammi tua… voglio sentirti fino in gola da dietro…»

La prese forte, senza pietà. Le venne dentro con uno spasmo violento. Nicole tremava e rideva.



Capitolo 3 – Il gioco estremo

La notte calò. Tornarono nella camera padronale. Nicole prese dalla borsa un piccolo plug nero, un vibratore e delle manette di velluto.

«Adesso comando io. Sdraiati.»

Angelo obbedì. Nicole lo montò come una regina: lo cavalcava lentamente mentre si stimolava con il vibratore sull’ano e gemeva sopra di lui, con i capezzoli tesi e gli occhi in trance.

Poi si fermò. Gli legò i polsi al letto, si inginocchiò su di lui e si abbassò fino a prenderlo in bocca lentamente, mentre lo masturbava.
Lo guardava in faccia:
«Tu sei il mio toro. E io sono la tua puttanella brasiliana. Succhio, scopo, comando… e domani lo rifacciamo.»

Quando Angelo le chiese di venire, Nicole salì sul suo viso, gli si aprì tutta e godette gridando, spingendogli la fichetta sulla bocca.
Solo dopo si liberò e si fece riempire un’ultima volta, inginocchiata sul letto, il sedere ancora sporco della loro follia.



Epilogo

Si addormentarono nudi, distrutti, stanchi, appiccicati.

La mattina dopo, Nicole si stiracchiò come una gatta. Si girò, si chinò su di lui, e gli sussurrò:

«Non finisce qui. Ti voglio ancora. Ti voglio sempre. E il prossimo posto… sarà in Brasile. Spiaggia, sabbia e la mia figa sulla tua faccia ogni notte.»

Angelo sorrise. Era fottuto. Letteralmente.
scritto il
2025-05-01
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