Il ritorno di Nicole, la mia nipote brasiliana un po’ puttanella
di
Angelo B
genere
incesti
Prefazione – Il ritorno del peccato
Ci sono donne che passano.
Donne che restano.
E poi c’è Nicole: la mia giovane nipote acquisita, metà brasiliana, metà tempesta, tutta provocazione.
Quando se n’era andata, avevo creduto che il desiderio si sarebbe placato. Ma certi incendi non si spengono: si nascondono tra le ceneri, aspettando il vento giusto.
E quel vento tornò con il suo messaggio.
Una frase, una promessa.
Il resto… è storia incisa sulla pelle.
⸻
Capitolo 1 – Il ritorno di Nicole
Non la vedevo da mesi. L’ultima volta che aveva lasciato l’Italia, Nicole era partita con un vestitino troppo corto e lo sguardo di chi sa esattamente cosa sta facendo. Brasiliana di sangue e fuoco, occhi grandi e maliziosi, quel modo di muoversi che non lascia scampo. Era la nipote di mia moglie, sì, ma da tempo tra noi era successo qualcosa che nessuno avrebbe mai dovuto sapere.
Il suo messaggio mi era arrivato due giorni prima, all’improvviso.
“Zio… arrivo a Milano venerdì. Spero tu sia ancora così bravo a tenermi a bada…”
Venerdì arrivò troppo in fretta.
Quando aprii la porta, me la trovai davanti con un top bianco trasparente e niente reggiseno, il piercing al capezzolo che spuntava sfacciato, i jeans strappati e una borsa minuscola. Mi guardò da sotto in su, mordendosi il labbro.
— Zio… non ti sei dimenticato come si fa, vero?
Non risposi. Le presi la borsa e la feci entrare. Nicole camminava avanti a me con quell’andatura lenta e oscillante, il culo che sembrava fatto per essere guardato. Appena chiuse la porta, si voltò e mi baciò.
Non un bacio casto. Un bacio lungo, umido, profondo. Di quelli che non si danno a un parente. Di quelli che si danno solo quando si è pronti a perdersi ancora.
⸻
Capitolo 2 – Sguardi incrociati
Dopo un paio d’ore passate a casa, con Nicole che sembrava più desiderosa di provocare che di disfare la valigia, decidemmo di uscire. Un aperitivo nel locale più elegante del centro, dove lei adorava essere guardata. Indossava un vestitino nero che lasciava le cosce scoperte, e tacchi vertiginosi. Ogni passo era una dichiarazione di guerra al pudore.
Seduti al bancone, brindavamo col nostro secondo gin tonic, quando la vidi.
Alidiana.
Era lì, seduta a un tavolo poco lontano, in compagnia di Carlos. I due ex. I due amanti. I due dannati che avevano incendiato anni della mia vita.
Lei mi vide subito. Indossava un abito rosso fuoco che le disegnava le curve come una seconda pelle. Non sorrise. Mi scrutò. Poi abbassò gli occhi, per poi rialzarli lentamente su Nicole, come a volerla catalogare.
Carlos invece si alzò e venne verso di noi.
— Guarda chi si rivede. Il caro vecchio… zio? — disse ironico, posando lo sguardo su Nicole.
Nicole si girò appena e gli offrì un sorriso che sembrava una lama.
— Ex marito di Alidiana, giusto? Me ne ha parlato. Anche lei… calda di sangue brasiliano. Proprio come me.
Carlos rise, ma fu un sorriso nervoso. Si sentiva fuori gioco. Nicole non abbassava lo sguardo, anzi lo stuzzicava apertamente.
Fu allora che si avvicinò anche Alidiana. Il suo profumo mi arrivò addosso come un ricordo proibito.
— Hai cambiato gusto, vedo. Giovane. Insolente. Quasi… puttanella.
Nicole rise, senza battere ciglio.
— Solo con chi merita. Vuole scoprirlo anche lei, signora?
Un silenzio teso. I quattro corpi troppo vicini. I passati intrecciati, i desideri mai spenti. Nicole mi prese la mano, ma i suoi occhi erano fissi su Alidiana.
— Potremmo anche condividere, se non siete troppo gelosi…
⸻
Capitolo 3 – Solo noi due
Mezz’ora dopo, ricevetti un messaggio di Nicole:
“Fammi restare un po’ da sola con lei. Fidati.”
Così le avevo viste allontanarsi insieme, alte, sensuali, i tacchi che battevano sul marciapiede mentre sparivano in una viuzza tranquilla del centro.
Si fermarono in un cortiletto privato, nascosto tra gli edifici. Silenzio, luci soffuse, odore di gelsomino. Nicole si appoggiò al muro con disinvoltura, una gamba piegata, lo sguardo fisso su Alidiana.
— Volevi sapere chi sono, vero?
— Sei solo una ragazzina che crede di aver scoperto il fuoco.
— No, Ali. Il fuoco l’ho scoperto con lui. Ma è un fuoco che scalda, non che brucia. Con te lui ha sofferto. Con me… è felice.
Alidiana restò in silenzio. Nicole si fece avanti, vicina. Troppo vicina.
— E lo sono anch’io, felice. Perché con lui mi sento vista. Toccata. Guidata. E libera.
Nicole le sfiorò una ciocca di capelli, poi il collo. La sua voce scese di un tono.
— Basta per non desiderare altro. Ma non ti mentirò, Ali. Quando ti ho vista… ho capito perché lui ti ha amato così tanto.
— E tu?
Nicole sorrise ancora, e avvicinò le labbra al suo orecchio.
— Io non l’ho solo capito. L’ho sentito. In mezzo alle gambe. Quando i tuoi occhi hanno sfiorato i miei.
Un lungo silenzio. Poi Alidiana la baciò.
Non fu un bacio dolce. Fu uno scontro. Un riconoscimento. Un bisogno. Nicole la spinse contro il muro, le mani sotto l’abito, la bocca tra le cosce.
— Lui non torna da te perché io gli do tutto. Anche quello che tu non hai mai osato offrirgli.
E mentre la lingua di Nicole la divorava, Alidiana gemeva il mio nome. L’orgasmo le esplose nel corpo con un grido sordo. Sconfitta. Eccitata. Umiliata. Viva.
⸻
Capitolo 4 – Il sapore che porto addosso
Quando Nicole rientrò in casa, aveva gli occhi infuocati. Mi si sedette in grembo, a cavalcioni, e mi baciò con la stessa bocca che aveva fatto tremare Alidiana.
— Vuoi sapere com’è andata? L’ho fatta venire contro un muro. E alla fine… ha detto il tuo nome. Sotto la mia lingua.
Io la presi per i fianchi, la sollevai, e lei si spogliò da sola, sfilandosi le mutandine bagnate. Mi abbassò i pantaloni, poi si calò lentamente su di me.
— Ti piace sentire il suo sapore su di me, vero?
— Mi piace sapere che sei mia. E che l’hai fatto per me.
Il nostro amplesso fu furioso. Carne contro carne, sguardi accesi, morsi, graffi, urla sussurrate. Nicole gridava il mio nome cavalcando ogni colpo, fino a venire stringendomi forte, mentre io esplodevo dentro di lei.
⸻
Epilogo – Finale epocale
Il giorno dopo, il destino bussò di nuovo.
Alidiana si presentò alla nostra villa. Vestito lungo, trasparente. Nessuna parola.
Nicole le aprì. La baciò davanti a me. Poi mi guardò.
— Adesso siamo noi tre. L’unica famiglia che conta.
Quella notte, facemmo l’amore in tre.
Corpi intrecciati, lingue mischiate, gemiti alternati.
E in mezzo a quel delirio carnale, io capii:
non c’era più peccato, solo appartenenza.
⸻
Fine.
Ci sono donne che passano.
Donne che restano.
E poi c’è Nicole: la mia giovane nipote acquisita, metà brasiliana, metà tempesta, tutta provocazione.
Quando se n’era andata, avevo creduto che il desiderio si sarebbe placato. Ma certi incendi non si spengono: si nascondono tra le ceneri, aspettando il vento giusto.
E quel vento tornò con il suo messaggio.
Una frase, una promessa.
Il resto… è storia incisa sulla pelle.
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Capitolo 1 – Il ritorno di Nicole
Non la vedevo da mesi. L’ultima volta che aveva lasciato l’Italia, Nicole era partita con un vestitino troppo corto e lo sguardo di chi sa esattamente cosa sta facendo. Brasiliana di sangue e fuoco, occhi grandi e maliziosi, quel modo di muoversi che non lascia scampo. Era la nipote di mia moglie, sì, ma da tempo tra noi era successo qualcosa che nessuno avrebbe mai dovuto sapere.
Il suo messaggio mi era arrivato due giorni prima, all’improvviso.
“Zio… arrivo a Milano venerdì. Spero tu sia ancora così bravo a tenermi a bada…”
Venerdì arrivò troppo in fretta.
Quando aprii la porta, me la trovai davanti con un top bianco trasparente e niente reggiseno, il piercing al capezzolo che spuntava sfacciato, i jeans strappati e una borsa minuscola. Mi guardò da sotto in su, mordendosi il labbro.
— Zio… non ti sei dimenticato come si fa, vero?
Non risposi. Le presi la borsa e la feci entrare. Nicole camminava avanti a me con quell’andatura lenta e oscillante, il culo che sembrava fatto per essere guardato. Appena chiuse la porta, si voltò e mi baciò.
Non un bacio casto. Un bacio lungo, umido, profondo. Di quelli che non si danno a un parente. Di quelli che si danno solo quando si è pronti a perdersi ancora.
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Capitolo 2 – Sguardi incrociati
Dopo un paio d’ore passate a casa, con Nicole che sembrava più desiderosa di provocare che di disfare la valigia, decidemmo di uscire. Un aperitivo nel locale più elegante del centro, dove lei adorava essere guardata. Indossava un vestitino nero che lasciava le cosce scoperte, e tacchi vertiginosi. Ogni passo era una dichiarazione di guerra al pudore.
Seduti al bancone, brindavamo col nostro secondo gin tonic, quando la vidi.
Alidiana.
Era lì, seduta a un tavolo poco lontano, in compagnia di Carlos. I due ex. I due amanti. I due dannati che avevano incendiato anni della mia vita.
Lei mi vide subito. Indossava un abito rosso fuoco che le disegnava le curve come una seconda pelle. Non sorrise. Mi scrutò. Poi abbassò gli occhi, per poi rialzarli lentamente su Nicole, come a volerla catalogare.
Carlos invece si alzò e venne verso di noi.
— Guarda chi si rivede. Il caro vecchio… zio? — disse ironico, posando lo sguardo su Nicole.
Nicole si girò appena e gli offrì un sorriso che sembrava una lama.
— Ex marito di Alidiana, giusto? Me ne ha parlato. Anche lei… calda di sangue brasiliano. Proprio come me.
Carlos rise, ma fu un sorriso nervoso. Si sentiva fuori gioco. Nicole non abbassava lo sguardo, anzi lo stuzzicava apertamente.
Fu allora che si avvicinò anche Alidiana. Il suo profumo mi arrivò addosso come un ricordo proibito.
— Hai cambiato gusto, vedo. Giovane. Insolente. Quasi… puttanella.
Nicole rise, senza battere ciglio.
— Solo con chi merita. Vuole scoprirlo anche lei, signora?
Un silenzio teso. I quattro corpi troppo vicini. I passati intrecciati, i desideri mai spenti. Nicole mi prese la mano, ma i suoi occhi erano fissi su Alidiana.
— Potremmo anche condividere, se non siete troppo gelosi…
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Capitolo 3 – Solo noi due
Mezz’ora dopo, ricevetti un messaggio di Nicole:
“Fammi restare un po’ da sola con lei. Fidati.”
Così le avevo viste allontanarsi insieme, alte, sensuali, i tacchi che battevano sul marciapiede mentre sparivano in una viuzza tranquilla del centro.
Si fermarono in un cortiletto privato, nascosto tra gli edifici. Silenzio, luci soffuse, odore di gelsomino. Nicole si appoggiò al muro con disinvoltura, una gamba piegata, lo sguardo fisso su Alidiana.
— Volevi sapere chi sono, vero?
— Sei solo una ragazzina che crede di aver scoperto il fuoco.
— No, Ali. Il fuoco l’ho scoperto con lui. Ma è un fuoco che scalda, non che brucia. Con te lui ha sofferto. Con me… è felice.
Alidiana restò in silenzio. Nicole si fece avanti, vicina. Troppo vicina.
— E lo sono anch’io, felice. Perché con lui mi sento vista. Toccata. Guidata. E libera.
Nicole le sfiorò una ciocca di capelli, poi il collo. La sua voce scese di un tono.
— Basta per non desiderare altro. Ma non ti mentirò, Ali. Quando ti ho vista… ho capito perché lui ti ha amato così tanto.
— E tu?
Nicole sorrise ancora, e avvicinò le labbra al suo orecchio.
— Io non l’ho solo capito. L’ho sentito. In mezzo alle gambe. Quando i tuoi occhi hanno sfiorato i miei.
Un lungo silenzio. Poi Alidiana la baciò.
Non fu un bacio dolce. Fu uno scontro. Un riconoscimento. Un bisogno. Nicole la spinse contro il muro, le mani sotto l’abito, la bocca tra le cosce.
— Lui non torna da te perché io gli do tutto. Anche quello che tu non hai mai osato offrirgli.
E mentre la lingua di Nicole la divorava, Alidiana gemeva il mio nome. L’orgasmo le esplose nel corpo con un grido sordo. Sconfitta. Eccitata. Umiliata. Viva.
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Capitolo 4 – Il sapore che porto addosso
Quando Nicole rientrò in casa, aveva gli occhi infuocati. Mi si sedette in grembo, a cavalcioni, e mi baciò con la stessa bocca che aveva fatto tremare Alidiana.
— Vuoi sapere com’è andata? L’ho fatta venire contro un muro. E alla fine… ha detto il tuo nome. Sotto la mia lingua.
Io la presi per i fianchi, la sollevai, e lei si spogliò da sola, sfilandosi le mutandine bagnate. Mi abbassò i pantaloni, poi si calò lentamente su di me.
— Ti piace sentire il suo sapore su di me, vero?
— Mi piace sapere che sei mia. E che l’hai fatto per me.
Il nostro amplesso fu furioso. Carne contro carne, sguardi accesi, morsi, graffi, urla sussurrate. Nicole gridava il mio nome cavalcando ogni colpo, fino a venire stringendomi forte, mentre io esplodevo dentro di lei.
⸻
Epilogo – Finale epocale
Il giorno dopo, il destino bussò di nuovo.
Alidiana si presentò alla nostra villa. Vestito lungo, trasparente. Nessuna parola.
Nicole le aprì. La baciò davanti a me. Poi mi guardò.
— Adesso siamo noi tre. L’unica famiglia che conta.
Quella notte, facemmo l’amore in tre.
Corpi intrecciati, lingue mischiate, gemiti alternati.
E in mezzo a quel delirio carnale, io capii:
non c’era più peccato, solo appartenenza.
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Fine.
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