“Un giorno con Alma
di
Angelo B
genere
prime esperienze
Prefazione
Non tutti i sogni restano chiusi a chiave nella testa. Alcuni si aprono davanti a te, ti guardano negli occhi… e ti chiedono solo di avere il coraggio di viverli.
Alma Giuliani, per me, è sempre stata un desiderio proibito.
Una donna che trasuda erotismo da ogni poro, che incarna la bellezza vera, matura, calda, italiana fino al midollo.
Quel giorno, in un hotel affacciato sul lago di Como, il sogno mi è caduto addosso.
E io, senza pietà, l’ho scopata.
Fino a farla urlare. Fino a sentirla tremare. Anche dove nessuno l’aveva mai presa davvero.
⸻
Il racconto
L’hotel era discreto, elegante, immerso nel silenzio vellutato del lago. Ma dentro di me c’era un rumore solo: desiderio.
Alma era lì. Reale. Seduta in terrazza con le gambe accavallate, il vestito corto che lasciava intravedere la pelle dorata. Senza reggiseno. E, quando si spostò leggermente, capii che sotto non portava nemmeno le mutandine.
Mi vide. Mi fissò. Mi invitò.
— Sali con me.
Una suite al terzo piano. Porta chiusa. Luci soffuse. E lei, che si fece trovare completamente nuda, con un sorriso famelico.
— Voglio che mi prendi come mi hai sempre sognata.
Non servivano altre parole. Ci baciammo con foga. La spogliai con gli occhi, le mani e la lingua. Mi inginocchiai tra le sue gambe e la leccai a fondo, assaporandola come un frutto maturo. Era bagnata, gonfia, pronta.
Lei gemeva, si contorceva, si aggrappava a me.
— Leccami, fammelo forte… fammelo bene!
E lo feci. Finché non venne tremando, il clitoride inondato dalle mie labbra, le cosce bagnate, il respiro spezzato.
Poi la presi. Forte. In piedi, contro il muro. Poi sul letto, a pecora. Il mio cazzo dentro di lei, affondava, la sbatteva fino a sentirla urlare.
— Scopami, scopami tutta, Angelo!
E io lo feci. A lungo. Ma sentivo che mancava ancora qualcosa. Le presi il viso, la guardai dritta negli occhi.
— Voglio il tuo culo. Voglio prenderti lì.
Lei mi guardò, accennò un sorriso provocante, e si girò lentamente. Sollevò il sedere, offrendosi.
— È stretto. Ma se lo vuoi… prenditelo.
Lubrificai il mio cazzo con la sua stessa umidità, poi cominciai a spingere, piano.
Il suo ano era chiuso, teso, caldissimo. Sentii la resistenza cedere lentamente mentre affondavo.
— Ahhh… cazzo! — urlò lei, stringendo il lenzuolo. — Fa male…
Poi si morse il labbro.
— Ma mi piace. Non fermarti. Scopami il culo.
Affondai tutto dentro, sentendo quel canale stretto, caldo e vergine stringermi con forza.
Cominciai a muovermi. Piano prima, poi più forte. Le sue urla cambiarono: da dolore a piacere puro.
— Sì! Sì! Scopami il culo! Fammi male! Fammi godere lì!
I suoi gemiti erano più forti, più sporchi. Si massaggiava il clitoride mentre io la sfondata da dietro, sentendo il mio cazzo pulsare dentro di lei.
Venni con un ruggito, profondo nel suo culo stretto, riempiendola fino all’ultima goccia.
Lei si lasciò cadere sul letto, devastata, sudata, sorridente.
Mi guardò con gli occhi lucidi.
— Nessuno mi aveva mai scopata così… mai. Adesso sono tua.
⸻
Epilogo
Rimanemmo nudi sul balcone, col lago davanti e le nostre anime svuotate. Ma dentro… pieni.
Alma si accese una sigaretta, sorrise e mi sussurrò:
— Non racconterai mai niente di oggi… ma lo porterai nel cazzo per tutta la vita.
Aveva ragione.
Perché io, Angelo, ho scopato Alma Giuliani.
L’ho leccata, presa, dominata.
E sì, le ho scopato il culo.
Ed è venuta anche lì.
Come in un sogno.
Solo che era tutto vero.
Non tutti i sogni restano chiusi a chiave nella testa. Alcuni si aprono davanti a te, ti guardano negli occhi… e ti chiedono solo di avere il coraggio di viverli.
Alma Giuliani, per me, è sempre stata un desiderio proibito.
Una donna che trasuda erotismo da ogni poro, che incarna la bellezza vera, matura, calda, italiana fino al midollo.
Quel giorno, in un hotel affacciato sul lago di Como, il sogno mi è caduto addosso.
E io, senza pietà, l’ho scopata.
Fino a farla urlare. Fino a sentirla tremare. Anche dove nessuno l’aveva mai presa davvero.
⸻
Il racconto
L’hotel era discreto, elegante, immerso nel silenzio vellutato del lago. Ma dentro di me c’era un rumore solo: desiderio.
Alma era lì. Reale. Seduta in terrazza con le gambe accavallate, il vestito corto che lasciava intravedere la pelle dorata. Senza reggiseno. E, quando si spostò leggermente, capii che sotto non portava nemmeno le mutandine.
Mi vide. Mi fissò. Mi invitò.
— Sali con me.
Una suite al terzo piano. Porta chiusa. Luci soffuse. E lei, che si fece trovare completamente nuda, con un sorriso famelico.
— Voglio che mi prendi come mi hai sempre sognata.
Non servivano altre parole. Ci baciammo con foga. La spogliai con gli occhi, le mani e la lingua. Mi inginocchiai tra le sue gambe e la leccai a fondo, assaporandola come un frutto maturo. Era bagnata, gonfia, pronta.
Lei gemeva, si contorceva, si aggrappava a me.
— Leccami, fammelo forte… fammelo bene!
E lo feci. Finché non venne tremando, il clitoride inondato dalle mie labbra, le cosce bagnate, il respiro spezzato.
Poi la presi. Forte. In piedi, contro il muro. Poi sul letto, a pecora. Il mio cazzo dentro di lei, affondava, la sbatteva fino a sentirla urlare.
— Scopami, scopami tutta, Angelo!
E io lo feci. A lungo. Ma sentivo che mancava ancora qualcosa. Le presi il viso, la guardai dritta negli occhi.
— Voglio il tuo culo. Voglio prenderti lì.
Lei mi guardò, accennò un sorriso provocante, e si girò lentamente. Sollevò il sedere, offrendosi.
— È stretto. Ma se lo vuoi… prenditelo.
Lubrificai il mio cazzo con la sua stessa umidità, poi cominciai a spingere, piano.
Il suo ano era chiuso, teso, caldissimo. Sentii la resistenza cedere lentamente mentre affondavo.
— Ahhh… cazzo! — urlò lei, stringendo il lenzuolo. — Fa male…
Poi si morse il labbro.
— Ma mi piace. Non fermarti. Scopami il culo.
Affondai tutto dentro, sentendo quel canale stretto, caldo e vergine stringermi con forza.
Cominciai a muovermi. Piano prima, poi più forte. Le sue urla cambiarono: da dolore a piacere puro.
— Sì! Sì! Scopami il culo! Fammi male! Fammi godere lì!
I suoi gemiti erano più forti, più sporchi. Si massaggiava il clitoride mentre io la sfondata da dietro, sentendo il mio cazzo pulsare dentro di lei.
Venni con un ruggito, profondo nel suo culo stretto, riempiendola fino all’ultima goccia.
Lei si lasciò cadere sul letto, devastata, sudata, sorridente.
Mi guardò con gli occhi lucidi.
— Nessuno mi aveva mai scopata così… mai. Adesso sono tua.
⸻
Epilogo
Rimanemmo nudi sul balcone, col lago davanti e le nostre anime svuotate. Ma dentro… pieni.
Alma si accese una sigaretta, sorrise e mi sussurrò:
— Non racconterai mai niente di oggi… ma lo porterai nel cazzo per tutta la vita.
Aveva ragione.
Perché io, Angelo, ho scopato Alma Giuliani.
L’ho leccata, presa, dominata.
E sì, le ho scopato il culo.
Ed è venuta anche lì.
Come in un sogno.
Solo che era tutto vero.
3
voti
voti
valutazione
5.7
5.7
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
“Paradiso a Tre: Nicole, Alidiana e il Mio Corpo”racconto sucessivo
“Nicole – La Dea del Piacere”
Commenti dei lettori al racconto erotico