Victoria e Nicole — Le troie spezzate (versione estesa, più round)

di
genere
saffico

Nicole si strofinava nuda contro di me, ansimante, mentre con due dita si strusciava piano il clitoride già gonfio. Gli occhi pieni di febbre, le labbra tremanti.

«Amore…» sussurrò, «voglio che Victoria mi distrugga. Non una scopata normale… voglio che mi usi, che mi sfondi, che mi marchi come una troia senza valore. Voglio che mi faccia sua, senza limiti.»

Le sue parole mi fecero fremere di desiderio sporco. Le presi il viso tra le mani, guardandola dritto negli occhi.

«Vai, troia. Fatti massacrare da lei. Poi torna da me… ancora tutta lurida.»

Nicole mi baciò forte, sporca di saliva, e scappò via senza nemmeno vestirsi completamente.

Non fece in tempo ad entrare nel camerino che Victoria le saltò addosso come una belva affamata.
La sbatté contro il muro con forza, affondandole subito una mano tra le gambe nude, trovandola bagnata, già pronta come una cagna in calore.

«Guarda come sei pronta, troia da due soldi.»

Le strappò la maglietta e le morse i capezzoli con forza, senza alcuna delicatezza. Nicole gemeva, si contorceva sotto di lei, incapace di resistere. Victoria la sputò in faccia, le infilò due dita in bocca costringendola a succhiarle.

«Sporca puttana, adesso ti sfondo.»

Con uno strattone, Victoria la piegò a quattro zampe e le infilò tre dita nella figa tutta bagnata, pompandola senza pietà. Ogni affondo era uno schiaffo di carne contro carne. Nicole ansimava, il corpo che si torceva, spruzzando a ogni colpo.

Victoria afferrò un dildo gigantesco e lo sbatté in faccia a Nicole.

«Lecchiami questo cazzo, troia, fallo brillare della tua saliva lurida.»

Nicole leccava come una disperata, ansimando, mentre Victoria la teneva per i capelli, usando la sua bocca come una cagna da monta.

Poi senza alcuna avvertenza, le spinse il dildo tutto dentro, affondandoglielo fino all’osso. Nicole urlò, la figa che si spalancava di piacere brutale.
Victoria iniziò a scoparla furiosamente, sbattendole il culo contro ogni volta che affondava il cazzo finto.

«Sei solo un buco, puttana. Solo un buco da riempire.»

Nicole venne subito, tremando, schizzando, ma Victoria non si fermò. Continuò a scoparla mentre veniva, a spingerla oltre, a farle perdere ogni controllo.

Primo round. Nicole era già distrutta, ma Victoria voleva di più.

Estrasse il dildo, lasciandola aperta e gocciolante, e senza dargli tregua, prese un plug ancora più grosso.
Lo premette contro l’ano dilatato di Nicole.

«Adesso ti spacco anche il culo, troia.»

Le infilò il plug in un solo colpo brutale, facendola urlare e tremare. Poi la fece inginocchiare e le si piazzò sulla bocca, costringendola a succhiarle la figa umida.

Victoria si sfregava furiosa contro il viso di Nicole, schiaffeggiandole le guance con la figa, mentre la insultava.

«Succhiami come una vera troia, fammi godere sulla tua faccia lurida.»

Quando venne, Victoria la bagnò tutta, schizzandole il viso, i capelli, il collo. Nicole ansimava sotto di lei, incapace persino di respirare.

Secondo round. Victoria la prese di nuovo.

La sdraiò supina, con il culo ancora pieno dal plug, la figa aperta che gocciolava.
Con violenza le risucchiò il clitoride tra le labbra, strofinandole tre dita dentro fino a farla squirtare esplosioni di liquido caldo a ogni colpo.

Nicole gridava, il corpo che si contorceva come posseduto, gli occhi ribaltati nel puro piacere.

Victoria rise.

«Sporca cagna, guarda come mi squirti addosso. Guarda come il tuo corpo mi supplica.»

Non bastava.
Prese un secondo dildo, più piccolo, e glielo infilò anche nel culo, insieme al plug.
Due oggetti nel culo, uno nella figa: Nicole tremava come un animale in estasi.

Victoria la usava come voleva: le faceva succhiare il cazzo finto, la schiaffeggiava, le cavalcava il viso.
Nicole veniva senza sosta, un orgasmo dietro l’altro, un fiume di umori che allagava tutto il divanetto.

Terzo round. La devastazione totale.

Victoria, ormai impazzita, la fece inginocchiare, le tolse i toys e le pisciò addosso, marcandola come una troia sottomessa.

Nicole apriva la bocca, si lasciava sporcare, rideva e gemeva come una vera cagna senza padroni.

Victoria la prese tra le braccia alla fine, ansimante, il corpo zuppo di sudore e liquidi.
Le baciò il collo sporco.

«Ora sei mia, troia. Mia per sempre.»

Quando Nicole tornò da me, era un capolavoro di degrado.

I capelli appiccicati al viso, il corpo segnato da morsi, schiaffi e plug ancora infilato nell’ano dilatato.
Si gettò tra le mie braccia, singhiozzando di piacere.

«Amore… sono la tua troia… mi ha devastata come volevo… usata come una cagna da monta…»

La strinsi forte contro di me, assaporando l’odore di sesso sporco che la impregnava.

«Adesso, piccola mia…» le ringhiai piano all’orecchio, «adesso ti finirò io… a sangue.»

Nicole chiuse gli occhi, sorridendo da troia consumata, pronta a lasciarsi distruggere di nuovo.
scritto il
2025-04-29
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