Ludovica #1.3
di
movement
genere
etero
L’acqua è fresca, Ludovica si è buttata all’improvviso verso le onde pigre e io l’ho seguita – o meglio, ho seguito la visione che si è dischiusa tra le sue cosce mentre si tuffava.
È stato giusto un attimo,
splash.
Poi me la ritrovo davanti, che immersa fino all’ombelico mi punta addosso i seni pieni e sodi mentre si stropiccia gli occhi e cerca di districarsi dalla matassa di capelli che le è ricaduta sul viso - un corpo tonico che la rende molto più attraente di quanto non lo sia per la voce (vagamente stridula), il viso (troppo spigoloso per i miei gusti) o la sua personalità (che mi arriva effimera come un tempo).
Quando l’operazione finalmente le riesce, mi becca ad indugiare un po’ troppo con lo sguardo ma non fa una piega; dice solo «è un po’ bassa qui», sguazza quattro bracciate più a largo e si mette a fare il morto a galla.
«dai, fallo anche tu – libero!», mi incita mentre l’acqua le lambisce i capezzoli piatti e inaspettatamente mi trovo ad un passo dalle sue grandi labbra, completamente glabre, alle quali lo sguardo arriva percorrendo una breve distesa castana e ordinata. Ovviamente lo avevo già notato ma adesso è un po’ un’altra storia.
Fanculo alla prepotente erezione, mi metto anch’io pancia all’aria.
È tantissimo che non facevo il bagno nudo, è una sensazione curiosa e di nuovo, mi sa che in fondo ha ragione Ludovica: è liberatorio.
Lo è almeno finché un’onda vagamente più vigorosa non ribalta entrambi.
La piattaforma dei tuffi è vuota e mentre Ludovica sale la scaletta traballante mi trovo ancora più vicino al suo sesso, stavolta praticamente in 4k, posteriore compreso, e non ci sarà modo di nascondere la mia eccitazione una volta su.
Anzi pur senza volerlo gliela sbatto in faccia, perché si è seduta proprio lì davanti a dove sbarca la scaletta, come in attesa, e stavolta è lei ad avere una panoramica privilegiata su di me.
Vuol giocare? Mi pianto lì in piedi abbastanza a lungo da lasciar intendere che la mia non è indecisione.
«beh però… stai attento con quell’arnese», mi fa storcendo la bocca in un sorrisino soddisfatto
«ok, ma è un po’ tutta colpa tua»
«lo è?»
«sì»
«forse è meglio che stiamo un po’ qui»
«dici?»
«vorrai mica tornare in spiaggia messo così»
«meglio di no eh?»
«direi di no»,
e mi poso accanto a lei.
Vorrei me lo prendesse in mano, lo soppesasse.
Una sega occasionale, in amicizia, tanto diamo le spalle alla riva.
Si stende, invece, e faccio lo stesso.
«sono sicura che Valentina apprezzerebbe se sbarcassi così sulla spiaggia»
«chi?»
«la mia amica, una di quelle che era con me ieri al bar. Quella rossa.»
Non so chi sia Valentina né perché dovrebbe apprezzare un mio eventuale sbarco da maniaco sulla spiaggia.
«e tu?»
«hm. io preferisco le ragazze»
Registro questa info alla quale non avevo minimamente pensato, ma non ha nessun effetto sulla mia virilità impaziente.
«non ne avevo idea»
«nemmeno io finché non ho provato»
Chissà se è successo anche questo a Bali.
«comunque te la presento se vuoi. È molto carina!»
«quando?»
«beh si sarà svegliata ormai, oppure puoi venire al falò in spiaggia stasera»
In realtà dovrei ripartire nel pomeriggio.
«ma che ha di speciale Valeria?»
«Valentina»
«lei»
«boh, a lei piacciono i maschi ed è sempre a caccia, alle altre mie amiche mica tanto. Magari andate d’accordo»
«per una sera»
«per una sera, certo»
È stato giusto un attimo,
splash.
Poi me la ritrovo davanti, che immersa fino all’ombelico mi punta addosso i seni pieni e sodi mentre si stropiccia gli occhi e cerca di districarsi dalla matassa di capelli che le è ricaduta sul viso - un corpo tonico che la rende molto più attraente di quanto non lo sia per la voce (vagamente stridula), il viso (troppo spigoloso per i miei gusti) o la sua personalità (che mi arriva effimera come un tempo).
Quando l’operazione finalmente le riesce, mi becca ad indugiare un po’ troppo con lo sguardo ma non fa una piega; dice solo «è un po’ bassa qui», sguazza quattro bracciate più a largo e si mette a fare il morto a galla.
«dai, fallo anche tu – libero!», mi incita mentre l’acqua le lambisce i capezzoli piatti e inaspettatamente mi trovo ad un passo dalle sue grandi labbra, completamente glabre, alle quali lo sguardo arriva percorrendo una breve distesa castana e ordinata. Ovviamente lo avevo già notato ma adesso è un po’ un’altra storia.
Fanculo alla prepotente erezione, mi metto anch’io pancia all’aria.
È tantissimo che non facevo il bagno nudo, è una sensazione curiosa e di nuovo, mi sa che in fondo ha ragione Ludovica: è liberatorio.
Lo è almeno finché un’onda vagamente più vigorosa non ribalta entrambi.
La piattaforma dei tuffi è vuota e mentre Ludovica sale la scaletta traballante mi trovo ancora più vicino al suo sesso, stavolta praticamente in 4k, posteriore compreso, e non ci sarà modo di nascondere la mia eccitazione una volta su.
Anzi pur senza volerlo gliela sbatto in faccia, perché si è seduta proprio lì davanti a dove sbarca la scaletta, come in attesa, e stavolta è lei ad avere una panoramica privilegiata su di me.
Vuol giocare? Mi pianto lì in piedi abbastanza a lungo da lasciar intendere che la mia non è indecisione.
«beh però… stai attento con quell’arnese», mi fa storcendo la bocca in un sorrisino soddisfatto
«ok, ma è un po’ tutta colpa tua»
«lo è?»
«sì»
«forse è meglio che stiamo un po’ qui»
«dici?»
«vorrai mica tornare in spiaggia messo così»
«meglio di no eh?»
«direi di no»,
e mi poso accanto a lei.
Vorrei me lo prendesse in mano, lo soppesasse.
Una sega occasionale, in amicizia, tanto diamo le spalle alla riva.
Si stende, invece, e faccio lo stesso.
«sono sicura che Valentina apprezzerebbe se sbarcassi così sulla spiaggia»
«chi?»
«la mia amica, una di quelle che era con me ieri al bar. Quella rossa.»
Non so chi sia Valentina né perché dovrebbe apprezzare un mio eventuale sbarco da maniaco sulla spiaggia.
«e tu?»
«hm. io preferisco le ragazze»
Registro questa info alla quale non avevo minimamente pensato, ma non ha nessun effetto sulla mia virilità impaziente.
«non ne avevo idea»
«nemmeno io finché non ho provato»
Chissà se è successo anche questo a Bali.
«comunque te la presento se vuoi. È molto carina!»
«quando?»
«beh si sarà svegliata ormai, oppure puoi venire al falò in spiaggia stasera»
In realtà dovrei ripartire nel pomeriggio.
«ma che ha di speciale Valeria?»
«Valentina»
«lei»
«boh, a lei piacciono i maschi ed è sempre a caccia, alle altre mie amiche mica tanto. Magari andate d’accordo»
«per una sera»
«per una sera, certo»
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