Sulla torretta
di
Vandal
genere
etero
Sulla torretta
"Permettimi un atto audace" la signora Ada al mio fianco, bassa, pienotta, con un sorriso che contagerebbe anche il più triste dei musoni, si gira verso di me. Siamo sulla cima di una torretta, in centro città. Da qui, un panorama mozzafiato sui tetti delle case, fino al blu del mar ligure.
"Quale audacia?"
Lei, con la sinistra si aggrappa alla mia cintura e con la destra, mi abbassa la zip dei pantaloni "Uh" faccio. E lei me lo tocca attraverso il tessuto, già duro. E l'espressione di lei è quella di un gatto che ha adocchiato un topo. Me lo estrae, si lecca le labbra e si abbassa ad una velocità tale da lasciarmi pietrificato. Una succhiatrice vorace la signora Ada.
Si rialza con aria soddisfatta “Mi ha fatto piacere che tu sia passato a trovarmi”
“Piacere mio”
Lei sorride e si allontana “Settimana prossima, stessa ora, stesso luogo”
Lo facciamo da sei settimane. Alla settima mi stupisce. La trova seduta su un muretto, con la gonna alzata sopra le ginocchia “Direi che possiamo saltare i convenevoli”
Non me lo faccio dire due volte. Vado verso di lei abbassando la zip dei pantaloni. A stretto contatto con lei, è già fuori. Lo guido dentro di lei. Si morde il labbro inferiore, mi abbraccia “Fammi godere”
Una maiala da sbarco. Gode e mi incita ad affondare di più. Tre piani più sotto, il marito se ne sta’ al bar intrattenendo clienti con vita di mare e di gabbiani, ignorando che la moglie viene fiondata sulla torretta “Sì, sfondami” urla l troia
Le esplodo dentro. Poi mi scosto e lascio che le energie mi riprendano. Lei ride “Diavolo che portento. Sono anni che mio marito non mi tocca. E’ stata.. stata liberatoria”
“Sei un portento portentoso” ansimo “Ho il cazzo che sembra un calzino bagnato”
“Vuoi che te lo asciugo?” si lecca le labbra
“Domani parto” annuncio “Torno a Milano”
“Oh, porcaccia”
“Un mese. Poi torno”
“Cerca di tenere ben oliato il tuo arnese, mio cavaliere sfondante”
Rido. “Vedrai che ci divertiremo alla grande”
Oh sì..Alla grande!
"Permettimi un atto audace" la signora Ada al mio fianco, bassa, pienotta, con un sorriso che contagerebbe anche il più triste dei musoni, si gira verso di me. Siamo sulla cima di una torretta, in centro città. Da qui, un panorama mozzafiato sui tetti delle case, fino al blu del mar ligure.
"Quale audacia?"
Lei, con la sinistra si aggrappa alla mia cintura e con la destra, mi abbassa la zip dei pantaloni "Uh" faccio. E lei me lo tocca attraverso il tessuto, già duro. E l'espressione di lei è quella di un gatto che ha adocchiato un topo. Me lo estrae, si lecca le labbra e si abbassa ad una velocità tale da lasciarmi pietrificato. Una succhiatrice vorace la signora Ada.
Si rialza con aria soddisfatta “Mi ha fatto piacere che tu sia passato a trovarmi”
“Piacere mio”
Lei sorride e si allontana “Settimana prossima, stessa ora, stesso luogo”
Lo facciamo da sei settimane. Alla settima mi stupisce. La trova seduta su un muretto, con la gonna alzata sopra le ginocchia “Direi che possiamo saltare i convenevoli”
Non me lo faccio dire due volte. Vado verso di lei abbassando la zip dei pantaloni. A stretto contatto con lei, è già fuori. Lo guido dentro di lei. Si morde il labbro inferiore, mi abbraccia “Fammi godere”
Una maiala da sbarco. Gode e mi incita ad affondare di più. Tre piani più sotto, il marito se ne sta’ al bar intrattenendo clienti con vita di mare e di gabbiani, ignorando che la moglie viene fiondata sulla torretta “Sì, sfondami” urla l troia
Le esplodo dentro. Poi mi scosto e lascio che le energie mi riprendano. Lei ride “Diavolo che portento. Sono anni che mio marito non mi tocca. E’ stata.. stata liberatoria”
“Sei un portento portentoso” ansimo “Ho il cazzo che sembra un calzino bagnato”
“Vuoi che te lo asciugo?” si lecca le labbra
“Domani parto” annuncio “Torno a Milano”
“Oh, porcaccia”
“Un mese. Poi torno”
“Cerca di tenere ben oliato il tuo arnese, mio cavaliere sfondante”
Rido. “Vedrai che ci divertiremo alla grande”
Oh sì..Alla grande!
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