Il vicino 2

di
genere
etero

Erano passati ormai 4 anni da quando Nello mi aveva insegnato a fare pompini e sfortunatamente essendo fidanzatissimo nel giro di mesi si era anche sposato e trasferito a Bologna. (Io sono Salernitana) quindi le mie "lezioni di sesso orale" son state 5 o 6 in tutto. Sempre piacevoli e Nello era sempre stato deciso, ma anche gentile. Nel frattempo avevo cominciato una relazione con un ragazzo, Gianni, molto dotato, con un fisico scolpito e un pene che mi faceva un po' paura, era, per me, enorme. Avevo provato a fargli dei pompini, ma entrava solo la cappella quindi per lo più lo leccavo e viste le dimensioni preferivo la posizione del missionario perché almeno non avevo l'impressione di essere sfondata. Ma come ho già scritto, io non credo di essermi mai innamorata quindi perché dovrei essere fedele? Avevo in contemporanea anche un'altra relazione con Nino, lui mi piaceva perché ha un grande entusiasmo per il sesso e infatti un po' alla volta i nostri rapporti diventavano più frequenti e fantasiosi. Nel mentre continuavo a frequentare casa di Gina, la mia vicina, un giorno ho una piccola banale discussione con lei e il giorno dopo sento bussare alla mia porta. Era Enzo, suo fratello più grande, stupita, lo faccio entrare, era quasi mezzogiorno e di li a poco sarebbe tornato a casa mio padre, si siede sul divano e mi chiede cos'è successo con sua sorella, glielo spiego e lui di punto in bianco mi dice "Ti va di uscire con me una volta?" Sono basita, talmente confusa da esser senza parole, Enzo ha 15 anni più di me, più alto e robusto di suo fratello Nello e con un espressione più dura. Forse prende il mio silenzio per un si, perché dopo neanche un secondo mi ritrovo stesa sul divano che mi sta baciando, no, non mi sta baciando, mi sta divorando. Stordita, ma con la certezza che non posso farmi trovare così da mio padre, lo spingo, mi alzo e lo invito ad andarsene. Mi dice "Non sai cosa ti perdi!" E io gli rispondo "Lo immagino!". Mi guarda con aria di sfida e va via, dopo neanche due minuti arriva mio padre. Pensavo fosse finita lì, invece mi sbagliavo alla grande. Passa più di una settimana, chiarita la piccola discussione con Gina torno anche in casa sua e vedo anche Enzo che sembra ignorarmi come prima. Poi una sera mi arriva un messaggio "Ti aspetto alle cassette della posta!" Io ero uscita da poco e ancora oggi non so perché torno indietro,arrivo quasi vicino al mio palazzo e una macchina mi si accosta. Enzo guida, ma non ha la macchina, ma è lui e mi fa segno di salire, va subito in una zona industriale dove ci sono altre macchine ferme e in fondo anche delle prostitute. Mi dice di baciarlo, resto a fissarlo allora si apre i pantaloni e mi dice di succhiargli il cazzo che è più piccolo di quello del fratello. Forse un'alieno si è impossessato della mia volontà, mi abbasso e comincio a leccarlo piano, mi viene quasi da ridere pensando che è stato suo fratello ad insegnarmelo, poi mentre ormai glielo sto succhiando, lo sento dire "L'avevo capito che sei una troia, ti sei mai fatta scopare il culo?" Alzo la testa gli sussurro un no. Mi fa quasi pauraEnzo è volgare e evidentemente un prepotente. Ma la cosa che mi affascina e spaventa di più, sono io, perché non mi rifiuto di assecondarlo? Mi dice di togliermi le mutande e mettermi a pecorina sul sediolino che spinge più indietro possibile. Io sono davvero piccolina quindi gli lascio abbastanza spazio per piazzarsi dietro di me e sentirlo sputare, poi sentire le sue dita bagnate che spingono sul mio , fino a quel momento vergine, buchino anale, entra subito, facendomi un male atroce, entra ed esce più volte, vorrei morire poi lo sento infilarmi il pene nella fica e mi dice "che troia,sei bagnatissima!" Solo qualche colpo, ma forte, poi sento il suo pene spingere ed entrare nel culo, fa male, spinge forte, mi agguanta la treccia e mi tira i capelli, dopo poche poderose spinte, mi viene dentro. Poi si rimette al posto di guida, io mi rivesto. Lui mi riporta a casa. Da allora sono diventata il suo giocattolo, se decideva di scoparmi, o mi mandava un messaggio e andavamo in una stradina buia vicino casa, o sulle scale del nostro palazzo, sempre rapporti veloci e preferiva i rapporti anali o pompini. Una volta a casa mia con mia madre nell'altra stanza o a casa sua con la sorella in bagno, mi ha usata per 11 anni e spesso mentre gli facevo un pompino mi chiamava troia e finita solo quando mi sono sposata e mi sono trasferita a Milano. Penso che in fondo aveva ragione lui a chiamarmi troia perché a volte vorrei rivederlo.
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2023-03-07
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