La vera storia di SARA (il sabato)

di
genere
etero

Sara sente il richiamo del sole caldissimo di questo sabato luminoso che chiama il suo corpo all’aperto, ma il suo culo splendido è un bell’incentivo stare rinchiusi dentro una stanza e scopare tutto il giorno.
In quattro secondi è già vestita e pronta: Il suo caschetto nero lucido di capelli lisci e pesanti le ricade perfetto mostrando completamente il collo sottile su cui ieri sera ho lasciato due vistosi succhiotti, Indossa una tshirt semplicissima, con le scritte stampate ed un paio di leggerissimi fuseaux rosa che le delineano alla perfezione il lato più incantevole del suo corpo, quasi fossero dei collant colorati.
Il sole è caldissimo e Sara si leva la maglietta e si sdraia sull’erba con il reggiseno nero, liscio e semplice prendendo il sole ad occhi chiusi: i grossi capezzoli sollevano il tessuto del reggiseno. La pancia piatta è scoperta quasi fino al pube dove i leggins a vita bassa cominciano a coprire il bacino.
Le mutande sottili dello stesso tessuto del reggiseno, appena velate dai leggins leggeri, sono leggermente entrate nella fessura della passerina che si calda al sole e più che mi soffermo nel guardarla, più mi cresce la voglia.
Mi chino piano e le bacio la pancia tutt’intorno all’ombelico. Lei accoglie i baci con una lieve vibrazione degli addominali e solleva una mano appoggiandomela sulla nuca e carezzandola delicatamente, mentre io le passo i polpastrelli, con tocchi leggeri, sui ricciolini del pube delineandole facilmente i bordi attraverso i sottilissimi strati di tessuto.
I baci e le carezze le piacciono e sollevando piano il bacino, spinge il pube contro le mie dita.
Dai soli polpastrelli, passo ad appoggiare tutto il palmo della mano e scorro, con il solo dito medio, sul tessuto infilato nella fessura tra le labbra che trovo umido: lei è già bagnata. Il massaggio all’inguine si fa più corposo e, palpandolo bene, la sto eccitando visibilmente.
Il prato è deserto: Sara sta apprezzando parecchio il massaggio erotico che decido di alzare di livello infilando la mano nelle mutande sottili.
Le scivolo sul clitoride pinzando leggermente le labbra tra le dita a forbice per poi infilarne un paio dentro la piccola fornace della sua fica liquefatta. La sditalino con attenzione muovendo le dita per farla venire. Le lecco l’ombelico mentre l’eccitazione le sale dentro, solleticandole la fica a dovere, entrando e uscendo, scorrendole dentro, stimolando con cura le piegoline del punto g, e tirandola con crescente determinazione verso l’alto.
Sara risponde con dei bei mugolii lunghi ed eccitanti e sente l’orgasmo sopraggiungere con leggere scosse dell’addome. La faccio godere e lei viene dandomi una grande soddisfazione: brava la mia fichetta mora.
La bacio a lungo mentre resta sdraiata.
Non mi dispiacerebbe affatto scoparmenla, adesso, sull’erba, ma è arrivata una famigliola chiassosa che ci rompe le uova nel paniere.
Sara si solleva e si mette seduta abbracciandosi le ginocchia e portandosele al petto.
Mi suggerisce di tornare a casa sua.
Io sono in piedi con un balzo e le tendo una mano offrendomi di aiutarla a mettersi in piedi.
Camminiamo fino all’auto e con una guida forse un po’ troppo sportiva arriviamo e saliamo in casa.
La porta non fa in tempo a chiudersi che le mie mani sono già sulle sue chiappe in un abbraccio altamente sensuale.
Lei mi bacia con la lingua mentre mi sfila la maglietta, poi mi bacia i capezzoli per succhiarmeli subito con decisione: quanto corre quando le monta la voglia!
Visto che non smetto un attimo di palpeggiarle le chiappe, lei si sfila da sola la maglietta e quasi si strappa il reggiseno dalla foga con cui se lo toglie.
Allora mi risveglio, mi chino e le sfilo una alla volta le Nike bianche e poi i leggins e mutande insieme.
Mi risollevo e lei, come una saetta, si abbassa, mi toglie le scarpe e mi sfila a sua volta pantaloncini e boxer con un unico gesto e rimane accovacciata per prendermelo tra le mani e leccarmelo da cima a fondo, partendo da sotto fino alla cappella, sempre con la stessa sequenza.
Mi prende in bocca le palle e, mentre me le succhia ad una ad una, mi masturba con le dita che scorrono dalla cappella alla base. Allarga la lingua e la fa scorrere sotto lo scroto fino al perineo, lambendomi il culo per poi leccarmi sollevandole, entrambe le palle gonfie di piacere. Svolazzando con la lingua tra le palle comincia poi a risalire scorrendo lungo l’asta con la lingua sempre larga fino a raggiungere il frenulo che lecca modificando continuamente la forma e la consistenza della lingua facendomi impazzire di piacere.
Poi schiude le labbra per succhiarmi bene la cappella facendo aderire bene le labbra sotto la cornice del glande che mi si gonfia pulsando nella sua bocca piena di saliva.
Quando capisce che la mia eccitazione è troppo forte, abbandona la cappella e torna a leccarmi con foga le palle sempre più grosse.
Questo fatto di tenere le ginocchia ampiamente allargate, divaricando le cosce, mi fa eccitare da morire: la fa sembrare una vera porca e questo mi attizza terribilmente.
Ora ha smesso di leccarmi ed ha cominciato ad ingoiarmelo tutto con movimenti della testa lunghi e calibrati che imprimono ai capelli del suo caschetto compatto, un delizioso moto ondulatorio.
Le prendo la testa tra le mani e per un po’ gliela tengo ferma e mi muovo io dentro la sua bocca.
Devo fare attenzione, perché sono molto eccitato e rischio di venirle subito in gola. Visto che conduco le danze lei si poggia le mani sulle tette e se le palpa vistosamente.
Un ultimo sguardo alle labbra che scorrono sulla pelle tesa dell’asta e poi una sbirciata alle sue mani che stringono i seni e poi una lunga guardata al triangolo di peli neri del pube e alle cosce muscolose così spudoratamente distanziate: vorrei avere le braccia lunghe il doppo per toccarle la fica mentre me lo succhia.
Sara sembra leggermi il pensiero e abbassa una mano e comincia a carezzarsi la passera.
Alla vista di questa nuova carezza, la mia libidine si impenna ed il cazzo guizza come una trota nella sua bocca.
Si tocca il clitoride, con movimenti circolari di tutte e quattro le dita insieme, carezzandosi ogni tanto le labbra per poi dischiuderle e strofinarsi la fica con un certo vigore. Io la guardo con ammirazione, ed anche se non vedo benissimo da questa angolazione: capisco da come tiene la mano, che si è infilata due dita dentro e si masturba mentre con l’altra mano si palpa una tetta e con la bocca sta per farmi venire.
Devo assolutamente uscire da quella sua bocca capace sennò le sborro subito dentro.
La invito con un gesto delicato ad alzarsi e la giro appoggiandola sullo schienale del divano dal retro: lei si lascia cadere piano in avanti e appoggia il torso ai cuscini. La testa, bassa, anch’essa appoggiata e le natiche altissime con le gambe diritte ed i piedi appoggiati sulle punte. Il mio sguardo scorre sulla sua schiena, sul suo culo alzato ed io godo nel guardarla così.
Entrambi bramiamo un amplesso immediato.
Le immergo la mia spada fulgente nella fica da cui cola un filamento chiaro di puro desiderio.
Con le sue chiappe toste tra le mani sfogo la mia libidine scopandola ad un ritmo incalzante, tirandola verso di me stringendole il culo duro oppure tenendola per la vita stretta ed assaporare la vista così deliziosa.
Dopo il pompino ho le palle che sono un serbatoio esplosivo di sperma: me le sento gonfie e pesanti e comincio ad assaporare il momento in cui le svuoterò completamente dentro la sua fica calda. Le strizzo il culo e mi concentro per venire, all’erta per farlo appena dovessi capire che anche lei sta per godere.
Ecco, ci siamo, urletti felici le escono dalla gola ed il culo sobbalza vibrando nell’orgasmo, mentre io, già pronto lascio sfogo alla mia eccitazione e vengo con gusto esagerato nella sua passera succulenta.
Altro che schizzate poco goduriose di sperma sulla schiena e sulle chiappe: l’orgasmo me lo gusto stando al caldo, dentro la fica che gode insieme a me.
Rotoliamo, per vie diverse, sulla seduta del divano e ci ritroviamo abbracciati e soddisfatti.
Lei mi bacia con piccoli succhiotti sul collo ed io continuo, perseverante, a palparle il suo culo divino: mi dà un gusto erotico infinito: potrei plasmarglielo per ore, eccitandomi ogni minuto di più
Infatti, dopo poco, ho ancora il cazzo in tiro, pronto per trombarla ancora di gusto.
Lei si sdraia di pancia e, mettendosi un cuscino sotto il bacino, si sistema con il culo sollevato e la passerina bene in vista, dilatata ed ancora parecchio eccitata.
Le sbatto l’uccello dentro senza la minima esitazione sperando, questa volta, di concludere con una bella inculata mentre le guardo la schiena muscolosa.
Sento che ha apprezzato il gesto repentino, perché mi risponde spingendo anche lei contro di me e, con mugolii modulati, sembra dare indicazioni su come cadenzare il mio ritmo. Il rimbalzare delle chiappe è afrodisiaco: da quanto sono compatte, sembrano quasi discostarsi autonomamente e danzare.
Entrambi stiamo godendo della posizione prona: lei che si sente scorrere bene l’uccello in fondo alla fica ed io che mi gusto il suo culo che strapazzo con la foga tra le mani, eccitandomi sempre di più. Accentuo i suoi movimenti prendendo le superchiappe e tirandole a me con vivo piacere: voglio liberarle il culo da ogni tensione per infilarmici dentro al più presto.
Quando il cazzo comincia a scorrere sempre più nella fica bagnata, mi lecco bene il pollice e lo appoggio al buco del culo per saggiarne la consistenza, sperando di potercelo infilare ed allargarlo un po’ facendo un po’ di spazio per la mia cappella arrossata dal sesso selvaggio.
Premo, accarezzo, giro intorno all’anello, ma lui non si allarga, si mantiene compatto e stretto.
Il suo sfintere non cede di un millimetro confermandomi la sua scarsa propensione a dar via il culo.
In compenso Sara gode con una facilità veramente rara ed è una goduria sentirla mentre le cresce l’eccitazione e le esplode l’orgasmo.
Non stiamo scopando da molto, che lei viene, sonoramente, liberando i polmoni con grida brevi e secche.
La schiena e le cosce le tremano un po’, quando sento un fiotto caldo introno alla cappella.
Io, al contrario, a questo giro sono un po’ in ritardo e non riesco a trovare lo stimolo giusto per venire al culmine del godimento: ci vado vicino, ma non sborro.
Ancora una volta sono le chiappe incomprimibili di Sara che mi aiutano: le schiaffeggio e le artiglio con foga, le plasmo, le sposto e le tiro, con un crescendo di pacche e carezze, di prese forti e lievi, tentando, inutilmente, di rimodellarle fino ad arrossargliele e, infine, riesco a venire con un notevole sconquasso di viscere.
Spremo dalle palle le mie ultime gocce disponibili di sperma e gliele faccio dono posandole in fondo alla sua fichina esausta e soddisfatta.
Sorride con la faccia posata di lato sul cuscino.
Il box doccia di Sara è troppo piccolo per accoglierci entrambi: non mi sarebbe dispiaciuto fare una doccia insieme a quella “regginetta der pisello”, come direbbero a Roma. Per di più i vetri sono opachi e non posso nemmeno gustarmi la vista di questa piccola bomba di sesso puro, mi immagino solo le sue manine che scivolano sul suo corpo bagnato e già mi si riaccende la voglia.
Dopo di lei faccio anch’io una doccia veloce lavandomi bene l’uccello per farmelo succhiare ancora e mentre lo faccio mi si gonfia lentamente.
Esco dalla doccia col cazzo barzotto e trovo Sara che si gusta la vista seduta sul w.c. Mi prende i fianchi con entrambe le mani e mi posiziona ancora grondante davanti a lei per afferrarmi con una mano entrambi i testicoli con le dita ad anello sullo scroto alla base del pene. Con l’altra mano si porta la punta alla bocca e la succhia forte, masturbandomi e palpandomi le palle.
Questa ragazza è un portento: con poche succhiate ed una smanettatina mi ha già resuscitato.
Sicuramente fa la sua parte il fatto che sta seduta sul bordo del coperchio del w.c. e tiene le gambe ben divaricate, lasciando platealmente in vista il suo sesso rosa. Questa posa mi fa pulsare più forte la cappella.
Quando ormai sente nella bocca il mio cazzo eretto a dovere, mentre continua a massaggiarmi con dolcezza le palle e succhiarmi metodicamente la cappella, con l’altra mano lascia l’asta turgida e se la porta tra le gambe per toccarsi con determinazione, regalandomi attimi di pura libidine.
Una vera porcellina questa morettina dal caschetto: se la carezza con la mano decisa, che saetta ovunque cambiando movimenti in modo repentino, infilando dentro, in profondità, medio e anulare e poi darsi piccole pacche sul clitoride. Che gioia essere spettatore della sua mastrurbazione mentre mi spompina divinamente.
La lingua è formidabile nelle sue giravolte sul glande mentre le dita mi spremono con delicatezza le palle. Poi mi ingoia fino alla gola e mi prende e tira piano entrambe le palle contemporaneamente. E mentre mi succhia e mi palpa, si tocca continuamente eccitandosi con il mio cazzo caldo nella bocca e con le mani sulle mie palle e dentro la sua fica bagnata.
Peccato che lei si ecciti rapidamente e la pacchia di vedere la sua bella fichetta vezzeggiata dalla sua mano finisce troppo presto. Le labbra di Sara abbandonano con un bacio il mio glande lucido e lei si alza per mettersi con le mani e le ginocchia sul coperchio del w.c., a pecorina, davanti a me che sfoggio un’erezione notevole, proprio di fronte alla sua passera dilatata e umida.
Allargo un po’ le gambe per fare spazio ai suoi polpacci e la prendo con entrambe le mani per i fianchi e abbasso lo sguardo sul suo gran culo che presenta un piccolo cerchio arrossato lì dove stava seduta.
Da sotto vedo sbucare la sua manina tra le cosce, che mi afferra il cazzo e lo dirige impaziente verso l’imbocco della sua fica vogliosa, tirandolo con troppa decisione.
L’affondo è lento e inesorabile come tutti i successivi: entro fino in fondo e poi esco per poi entrare di nuovo ed uscire nuovamente, sempre lentamente godendomi la vista, la presa e gli affondi della cappella che le scorre nella fica rovente.
Lei tiene la schiena inarcata verso il basso mostrando la muscolatura perfetta che mi eccita parecchio: le lecco la schiena e il collo mentre le palpo entrambe le tette contemporaneamente. Le strizzo i capezzoli ed aumento un po’ il ritmo. Sara comincia già a godere. Sembra nata per scopare.
Scivolo con le mani dalle tette sulla pancia, poi all’interno delle cosce che accarezzo e palpo. Poi le tocco il clitoride durissimo ed eccitato e lo massaggio con cura facendole venire il fiato grosso: ansima e vibra ad ogni tocco.
Io sono eccitatissimo: le afferro le chiappe e comincio a scoparla senza tregua, come se non ci fosse un domani.
Lei è in un equilibrio precario, allora ci scambiamo di posto: io mi siedo e lei si siede sopra con il culo verso di me e le mani appoggiate al lavabo, guardandosi nello specchio mentre mi scopa sollevando e abbassando le chiappe, regalandomi una visione celestiale: sono in paradiso mentre il cazzo le scorre nella fichetta e le chiappe mi sbattono sull’addome: paf, paf, paf. Un culo da pura libidine che balla libero davanti ai miei occhi che non se ne saziano mai.
Dopo essermelo gustato in caduta libera, lo prendo con le mani per accompagnare il ritmo e strapazzandolo con cura.
Sara geme e mi scopa eccitandosi mentre si guarda riflessa nello specchio: i suoi movimenti sono mirati al godimento, che le cresce nel ventre: si tira i capezzoli e geme più forte. Scuote il caschetto quando sta per venire e comincia ad urlicchiare sommessamente.
La mia presa famelica sul suo culo è incessante e, ora che l’orgasmo sta per pervadere il corpo di Sara, mi fa eccitare tirarmela addosso con decisione per venire anch’io insieme a lei.
Con l’ebbrezza di eiaculare mentre lei sta venendo mi lascio scappare un urlo di goduria che si unisce ai suoi brevi e cadenzati che accompagnano l’esplosione di piacere.
Dopo gli ultimi spasmi Sara appoggia la schiena su di me ed io le accarezzo il seno, la pancia e le cosce leggermente tremanti. Gira la testa e mi bacia contenta.
Mentre la bacio con delicatezza, penso a quando avrà il prossimo fine settimana libero.
scritto il
2022-11-22
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