La vera storia di FEMKE (la ragazza nell’Oceano Indiano)

Scritto da , il 2023-02-22, genere etero

Quando la bionda atletica mi oltrepassa per sedersi al posto accanto al finestrino, il suo culo strepitoso mi scorre davanti agli occhi. Seduto nella corsia dell’uscita di sicurezza sul volo Francoforte - New Delhi, abbandono immediatamente il cellulare sul quale stavo leggendo le ultime email. Con uno splendore così, accanto a me, il volo si preannuncia decisamente molto interessante. Questa bella bionda loquace è un vero regalo che il destino mi ha offerto su di un piatto d’argento per trascorrere le prossime nove ore d’aereo. Sfodero in inglese i soliti convenevoli di viaggio accompagnati dai miei sorrisi migliori mentre osservo che ha il volto ricoperto da efelidi accentuate da una bella abbronzatura dorata. Lei risponde cordialmente alle mie domande: ho l’impressione di potermi tuffare e immergermi nei suoi occhi vivaci di un azzurro profondo. Con la mano elegante sposta delicatamente dal volto i capelli liscissimi che non le arrivano alle spalle. Sono già incantato dai suoi movimenti felini.
Mi sembra di cogliere in lei un lieve nervosismo durante del decollo e cerco di distrarla chiacchierando. Lei sorride e mi chiede se sono italiano, visto che viaggio da Roma. Lei è stata con Erasmus a Milano ed ha imparato un pochino di italiano. Mi racconta la sua esperienza e di quanto siano diversi gli italiani rispetto ai danesi: Femke di Copenahgen (nessuna modifica al nome, provenienza o luogo. NDR.).
Ora sì è rilassata e sorseggia l’acqua dalla bottiglietta di plastica appoggiando le sue tumide labbra tenendole leggermente estroflesse, facendole così sembrare ancora più carnose e sensuali. Comincio già a invidiare la bottiglietta.
Le chiedo che cosa va a fare in India e con immensa sorpresa ed eccitazione scopro che abbiamo la stessa identica destinazione: Havelock, l’isola delle Andamane nell’Oceano Indiano.
Scopriamo così di essere tutti e due sub appassionati e di aver entrambi fatto immersioni in un sacco di posti: le isole Cayman nei Caraibi, Hurgada in Egitto, le Maldive, il Great Blue Hole in Belize. Non smettiamo di esaltarci nel ricordare le immersioni fatte.
Suo padre è un colonnello nel corrispettivo danese dei navy seals e l’ha cresciuta a pane e immersioni in giro per il mondo. Avrebbe dovuto fare questo viaggio col suo ragazzo, ma “the asshole”, come lo chiama lei, pare che l’abbia scaricata per la sua migliore amica. Senza perdersi d’animo, non è proprio il tipo, lei è venuta lo stesso in vacanza con il chiaro intento di distrarsi e magari divertirsi anche.
Sono un uomo fortunato (me lo dice sempre anche la mia amica Giulia “la passionaria”).
Sul volo Air India per Port Blair ci addormentiamo entrambi. Mi risveglio con la testa biondissima di Femke sulla spalla ed una macchia leggera di saliva che le cola dalla bocca socchiusa. Si sveglia anche lei e si scusa, con un sorriso meraviglioso, per essersi addormentata su di me.
Ho già voglia di baciarle quelle labbra prominenti. All’arrivo prendiamo insieme il taxi per il porto dove ci imbarchiamo sull’highspeed ferry Green Ocean 1 e finalmente mettiamo piede su Havelock Island.
Ci separiamo, ma ci diamo appuntamento per l’indomani per cenare insieme.
Arrivo all’albergo stanchissimo. Dopo una notte passata a sognare sirene, in attesa del responsabile del diving center, guardo l’oceano e ripenso agli splendidi occhi di Femke, ai suoi sguardi intensi che accompagnano alcune pause nei discorsi.
Mi accompagnano in auto a Port Blair da dove partono tutte le barche per le immersioni. Come speravo, sul molo incontro Femke che indossa una canottiera attillata bianca corta sopra ad un paio di shorts di jeans che esaltano il suo corpo statuario, bella da mozzare il fiato. Mi abbraccia e mi bacia come se ci conoscessimo da tempo. Ha un profumo leggero e un’energia dirompente. Vorremmo fare immersioni insieme e, dopo qualche discussione con i tipi delle diverse società (ed una cospicua mancia che ho passato ad entrambi), riusciamo ad imbarcarci sulla stessa barca.
Femke si toglie i vestiti e rimane in costume, un piccolo bikini blu scuro, bordato di giallo. Con la consapevolezza di avere un corpo perfetto, Femke ostenta, quasi con spavalderia, il seno pieno, ma non esagerato.
Il rumore del motore ci obbliga a parlare forte avvicinandoci l’uno all’altra. Noto la trama delicata della sua pelle e le lentiggini che le coprono anche le spalle muscolose. Ha un fisico notevole, visibilmente allenato che sta magnetizzando l’attenzione di quasi tutti gli uomini e di qualche donna. Quando si alza per la vestizione assaporo il suo culo spettacolare, con le chiappe perfette nel costume che esalta la tonicità dei glutei rotondi e saldi. A quella vista capisco di essere ormai già perduto!
L’oceano è magico e, in immersione, abbiamo la fortuna di avere una visibilità pressoché cristallina con lo spettacolo della barriera corallina.
La giornata è ricca di emozioni, di squali e mante, ma io non penso ad altro che alla danese bionda che mi sta accanto.
Sulla barca si toglie la muta e mi acceca con il suo fulgore. Il sale le ha arruffato un po’ i capelli e ricoperto la pelle di piccoli cristalli bianchi: devo trattenermi dal leccarglieli via dalle spalle. Il bikini è veramente troppo piccolo ed i miei pensieri si adagiano insieme ai miei sguardi sulla sua pelle.
La sera, rientriamo e riconfermiamo l’ora della cena.
Mentre faccio la doccia rivedo il bikini blu teso sulle forme di Femke ed il bordino giallo che le disegna il culo: mi ritrovo con un’erezione ragguardevole che però mi impongo di non gestire attivamente, ma lasciare al suo destino con un lento rientro naturale alla forma di riposo.
Arrivo al ristorante qualche istante prima di lei e la guardo scendere dal taxi: è sfavillante! Al sole ruvida come un marinaio e la notte elegante come una fata. Porta un abito lungo turchese dalle spalline sottili e con uno spacco che le scopre quasi completamente la coscia destra. Mi viene incontro camminando su dei semplicissimi sandali bianch, esibendosi, è proprio il caso di dirlo, in un’andatura da modella, tenendo in mano una pochette bianca, come se sfilasse per una casa di moda.
Mi abbraccia e mi bacia. Ha un sorriso scintillante ed i capelli biondissimi, liscissimi, pettinati alla perfezione, che ricadono luminosi. Le dico che è bellissima, e lei, che se lo sarà sentito dire migliaia di volte, minimizza ringraziandomi e cambia discorso: ha fame.
Divoriamo un astice enorme e finiamo il Chablis freddo.
Femke è raggiante: una tormenta di pulsioni mi colpisce mentre guardo i suoi occhi seducenti e le sue labbra dal rossetto leggero. Quando poi, dopocena, ci sediamo al bar a bere, accavalla le gambe sulla poltroncina: la vista della sua coscia nuda e del suo piede snello mi tramortisce: vorrei inginocchiarmi e baciarglielo infilandole la lingua tra le dita.
Le racconto della mia suite sull’oceano che, con la luna piena di stasera, deve avere una vista grandiosa, magari … vorrebbe vederla anche lei?
Socchiude gli occhi facendo finta di pensarci, giusto per non dire immediatamente di sì, ma credo, senza presunzione, di essere stato abbastanza affascinante e so che la mia camicia di lino bianca ha lasciato intravedere quello che molte donne reputano notevole.
Il tempo che passa tra la mia offerta e la sua risposta a me pare infinito. Mi torturo lasciandomi andare a scenari negativi contro ogni mio innato ottimismo. Non è interessata? Troppo presto? Troppo audace? Non sono il suo tipo? Sono stato indelicato?
Mi guarda e mi studia lasciandomi sulla graticola solo per qualche istante, ma che a me pare eterno.
L’idea le piace, anzi, mi dice che sarebbe bello finire una serata guardando il mare che brilla sotto la luna.
BAM! La mia autostima scoppia e si innalza a mille!
Ma siccome non bisogna vendere la pelle dell’orso prima di averlo ucciso, rinfodero la baldanza e mi lascio trasportare dal suono della sua voce mentre le carezzo la lunga gamba con lo sguardo ammirato ed eccitato. Complice il vino, Femke ha cominciato a parlare di sé, della sua vita, dei suoi desideri. Sa esattamente cosa vuole e generalmente, raggiunge il suo scopo con determinazione.
Forse stasera quello che voglio io lo vuole anche lei.
Il tragitto è breve ed in taxi stiamo in silenzio guardandoci spesso negli occhi.
Entrando nella suite appoggia subito la pochette e si toglie i sandali camminando decisa a piedi nudi verso la grande terrazza con vista sull’oceano. Quando la raggiungo mi scruta con i suoi occhi liquidi e mi si avvicina senza titubanze, decisa e fiera. Mi abbraccia e mi bacia con la sua bocca voluttuosa. Mi perdo in questo bacio così atteso da entrambi.
Femke mi sbottona la camicia e mi accarezza il torace nudo e ben definito (grazie alla mia trainer Deborah).
La luna sparpaglia casualmente scintille argentee sulle onde leggere e illumina il suo corpo completamente nudo mentre le faccio scivolare piano il vestito a terra. Le efelidi sembrano tremolare anch’esse sulla sua pelle.
Istintivamente vorrei prostrami al cospetto della divinità marina dalla bellezza folgorante che si erge davanti ai miei occhi.
La biondissima Femke di una bellezza ultraterrena si è materializzata tra le mie braccia e palpita nel suo corpo di carne e sangue.
Un attimo di esitazione, prima di carezzarle il seno con la punta delle dita, svanisce con l’esplicita passione che lei riversa su di me, donandomi le sue forme compatte nella evidente richiesta di essere possedute dalle mie mani avide.
Il desiderio ci eccita ed i nostri corpi nudi si prendono con le mani vogliose e le bocche umide.
Le sue dita mi cercano e mi afferrano, la mia bocca è un tutt’uno con la sua.
Mille istanti condensati in un attimo, catalizzano il piacere che si concentra, si contrae, per poi esplodere in miliardi di sensazioni.
In piedi, davanti ad un oceano immenso, esploriamo i nostri corpi l’un l’altra, con le dita delicate e con le bocche affamate.
Le mie mani quasi tremano nell’adorante esplorazione delle sue magnifiche forme.
I suoi capelli mi scivolano sulla pelle facendomi rabbrividire già prima che le sue labbra si siano impadronite del mio desiderio pulsante. Attimi interminabili di piacere nel guardarla mentre la sua bocca mi avviluppa.
La sua poliedrica determinazione nell’iniziativa è, a dir poco, soverchiante. Mi sento galleggiare nel mare delle sue effusioni. Ormai confondo le sensazioni che si mischiano sulla mia pelle e non distinguo la lingua umida dal suo sesso bagnato, il tocco lieve delle sue dita dalla pressione dei suoi capezzoli eretti. L’odore pungente del suo piacere che cola fluido si espande nelle mie narici e mi inebria. Ne lecco la calda consistenza e assaporo l’esplosione di gusti che mi scivolano nella bocca.
Mani ovunque, mani vogliose che esplorano i corpi eccitati. Lingue che vorticosamente si insinuano e lambiscono i piaceri crescenti di entrambi mischiando gli umori del nostro piacere nell’alluvione del godimento.
Mi inebrio bevendo dalla sua soffice e calda coppa i suoi orgasmi pulsanti e profumati mentre le sue labbra si serrano sulla consistenza del mio piacere più intenso eccitandosi sempre di più, gustandone il sapore acre che a fiotti le colmano la bocca e la gola. I baci sanno di sesso e di sudore, di umori e saliva, di sperma e di piacere, in un coacervo di sapori che si mescolano e si accompagnano agli odori dei nostri corpi abbracciati, ai profumi dei nostri piaceri esplosivi, innalzando l’eccitazione esponenzialmente
Con destrezza lei domina l’amplesso ergendosi su di me e calando poi la sua voglia umida sul mio vigoroso omaggio, che accoglie in sé assecondando il ritmo al suo piacere. La sua saliva si mischia con la mia nelle nostre bocche unite mentre il mio seme si mischia con i suoi umori in un godimento che ci scuote all’unisono mentre respiri affannati accompagnano il piacere che la scuote dentro nell’esplosione della mia offerta.
Allo stesso modo in cui si libera la tensione dell’arco di canna da zucchero di Kamadeva così i nostri corpi si tendono e si placano in un orgasmo condiviso. Mi sembra di sentire il ronzio dele api che ne costituiscono la corda, ma forse sono solo sfinito dagli orgasmi.
Restiamo distesi, esausti e abbracciati.
Femke abbandona alle mie carezze il suo poderoso corpo grondante inesauribile erotismo giovanile, mentre la luna, incurante dei nostri orgasmi, continua a far brillare la superficie dell’acqua.
All’alba guardo il sole sorgere sull’oceano. Ho la mente stracolma di emozioni. Osservo le sinuosità della schiena di Femke che dorme nuda di pancia sul letto, ammiro prosaicamente la bellezza del suo culo che pare scolpito dal Canova.
Mi chino e lo guardo da vicino, appoggiandovi baci leggeri, ma lei non li percepisce: dorme profondamente, col sonno denso che solo da giovani si riesce a protrarre così a lungo.
Lo accarezzo pianissimo gustandomi la luce radente sulla peluria biondissima che scivola nella fessura.
Mai mi sarei aspettato immersioni notturne più esaltanti di quelle sulla barriera corallina.

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