La prima esperienza di grizzly

di
genere
etero

I miei genitori erano un disastro e fin dalle elementari ero più con Peo e la sua famiglia che con i miei.
Loro sono la classica famigia patriarcale vivono tutti insieme nella stessa cascina distante 10 km dal centro, separata in più appartamenti, tra loro c'e Alessandra la nipote di Peo un anno più piccola di noi.
E proprio lei che mi ha dato il soprannome grizzly vista la mia mole, sono alto un metro e ottanta molto peloso e all'epoca pesavo oltre il quintale.
É nell'estate dei miei 14 anni che inizio a pensare solo a lei che costantemente mi rifiuta.
Per dei problemi in casa vengo allontanato dai 16 ai 18 anni e mandato in una comunità educativa ci sentiamo raramente per sms, in quei due anni prendo parte ad una squadra di rugby modellando il mio fisico e superando tutte le mie incertezze.
Tornai a casa nel periodo di natale e qualche giorno dopo incontrai Peo che felice di rivedermi mi invitó per il sabato sera ad una cena tra amici da loro.
Come accordati Peo passó a prendermi e andammo a casa sua, li mi sentivo veramente a casa i suoi genitori mi accolsero festosi e trattenni a stento lacrime di gioia nel rivederli con lo sguardo cercavo Ale, Luigi, il capo famiglia fece una risata ed esclamó " sei ancora innamorato di Ale?" Feci solo un cenno con il capo e passandomi l'aperitivo disse:" E sopra a casa sua, suo papà a una cena di lavoro dopo la vedi".
Per tutta la cena ero ansioso parlai solo con luigi e la moglie; Peo era impegnato con i suoi nuovi amici mi sentivo un estraneo ma non mi importava, per me c'era solo Ale.
A cena quasi finita Luigi prese dal frigo un vassoio di paste e mi fece segno di andare su, non me lo feci ripetere due volte.
Mi aprii Lina la mamma di Ale, una bella donna sulla 40ina classica mediterranea mi fece accomodare in cucina rimanendo a bocca aperta nel vedermi, idem per Sergio mi presentarono ai commensali con orgoglio, il mio sguardo saettava alla ricerca del mio sogno ed eccola li uscire dal salone, era ormai una donna a breve faceva 18 anni capelli neri lunghi raccolti su un lato, gli occhiali incorniciavano i suoi occhioni color nocciola, le labbra carnose con un rossetto rosa acceso, indossava una camicetta azzurra che stringeva su un seno che sembrava urlare di essere liberato, una terza abbondante se non una quarta, una mini gonna nera a piege con sotto delle parigine con i gatti disegnati che lasciavano mezza coscia di fuori e un tacco a spillo che tentava di farla sembrare un po' più alta, ci fissammo per qualche secondo poi mi saltò in braccio stringendomi le cosce alla vita mente sentivo il suo profumo di agrumi.
Parlammo di cosa fosse successo negli ultimi anni, non riuscivo a togliergli gli occhi dalle labbra volevo baciarla, le ore passarono senza rendermene conto, gli altri commensali ormai erano andati via, mi alzai per andarmene a malincuore e Lina ridendo mi fece notare che ormai erano le tre di notte che sotto già dormivano da oltre un ora e che con la nebbia che c'era non andavo da nessuna parte, Sergio il papà di Ale, andò a prendere un paio di pantaloncini e mi ordinò di andare a farmi una doccia che quella notte avrei dormito sul divano da loro.
Non osai obbiettare.
Sotto la doccia continuavo a pensare ad Ale e alle sue labbra senza pensarci mi ritrovai a segarmi con il pene in tiro, fui interrotto dalla porta che si apriva e la voce di Ale che senza preavviso mi diceva:"grizzly sono io mi strucco un secondo" non sapevo che fare, rimasi immobile e da una fessura tra le ante del vetro opaco guardavo quel culo piegato per avvicinarsi allo specchio, la mia mente balenava mille idee di cosa gli avrei voluto fare ma ero immobile ancora con il cazzo duro in mano, lei interruppe il silenzio dicendo:" Se non ci fossero i miei di la mi butterei sotto la doccia calda con te", a quelle parole un fiotto di sperma mi uscii dalla cappella.
Mi sciaquai bene il membro e aspettavo mentre l'acqua iniziava a diventare fredda, gli chiesi se poteva uscire dal bagno che dovevo uscire dalla doccia e lei per tutta risposta " perché ti vergogni? Ne ho visti di cazzi"
Senza farmi tanti problemi uscii dalla doccia con una mano sul cazzo messa a far finta di coprirmelo con la cappella ancora un po gonfia tra le dita e fissandola negli occhi in segno di sfida mostrandomi in totale nudità allungai le mani dietro di lei per prendere l'asciugamano, il suo sguardo scese sul mio membro, una fugace leccata alle labbra mi fece capire che gli interessava, uscii dal bagno dandomi della bestia ma essendo l'ambiente piccolo per passare struscio bene il suo culo suo mio pene.
Messi i pantaloncini che erano poco più di un boxer tornai in salone sperando che Ale non mi istigasse davanti ai suoi perché alla minima erezione si sarebbe visto, entrambi i 2 divani del salone erano preparati a mo di letto, Lina e Sergio erano già andati a letto e Ale mentre si sfilava i tacchi mi fece capire che dormiva affianco a me.
Come se fossimo ancora due ragazzini si levò la camicia e la gonna davanti a me, rimasi a bocca aperta i miei occhi fissi sulle sue curve, lei mi disse qualcosa ma non capivo nulla il sangue mi stava già scendendo tutto nel pacco, si infilo una maglia larga a modi pigiama e si sfilò reggiseno e tanga lanciandomeli addosso ridendo, uno sguardo intenso e stavo per esplodere non volevo ammetterlo a lei ma ero ancora vergine e inesperto, lei andò sculettando verso il frigo ad ogni passo vedevo quelle fantastiche chiappe fuoriuscire da sotto la maglia, sembravano di marmo e li mi diede il colpo di grazia per un erezione totale si piegò a 90 per prendere 2 corone gelate mettendo in mostra in maniera integrale quel culo e quella figa rasata che erano nei miei pensieri da 4 anni di seghe.
Mentre tornava con una birra per mano stringeva di proposito il seno con le braccia i capezzoli si vedevano nettamente da sotto la maglia, con voce severa mi disse che se osavo muovermi o toccarmi si sarebbe messa sotto le coperte e addio a tutto.
Era una tortura bella e buona, seduta di fronte a me allargo le gambe potevo vedere gli umori che gli colavano dalle grandi labbra, iniziò a bere la birra come se dovesse fargli un pompino, il cazzo iniziò a pulsare, lei lo fissava e ridacchiava io la desideravo sempre di più.
Levati i pantaloncini e vieni qui davanti mi ordinò, ormai ero in trans avrei fatto tutto quello che diceva, mi sfiorò la cappella con la bottiglia umida e fredda ebbi un sussulto le sue labbra carnose erano a poco più di 10 cm dal mio pene, "hai mai leccato una figa in vita tua?" Risposi con voce tremante di no, "allora in ginocchio e fallo" a quel ordine iniziai a leccarla mi piaceva da morire, imitavo quel che avevo visto in qualche filmato porno, più leccavo più lei mi fissava e faceva un pompino alla bottiglia.
Ero al punto di godere anche io anche se non lo stavo proprio toccando, mi spinse la faccia tra le sue gambe finche non mi inondò la lingua
Speravo fosse il mio turno di godere ora lei mi guardò ridendo allungo una mano e con solo 3 colpi di sega ben dati sborrai copiosamente, gli dovetti mordere un seno per non ansimare troppo, mentre eravamo abbracciati mi sussurro ora dormi non sei ancora pronto per fare l'amore.
di
scritto il
2015-03-21
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