Toto fuck-Tra sentimenti e scopate parte 1

di
genere
etero

TOTO FUCK-Tra sentimenti e scopate.

"La vedi quella? Annusa cazzi come un setter annusa un fagiano" Pietro mi indica una ragazza piccola e un po' larghetta di fianchi, dai seni incombenti, che osserva ogni maschio le passa davanti con fare famelico "Da quando ha perso la verginità, il sesso è come farsi di anfetamine per lei"
"Ha un seguito?"
"No, chi se l'è scopata ha detto che, tra il chiaro e lo scuro, un po' brillo, non si è reso conto di come fosse e.. beh, ha fatto il cafone e.. sbaam, un bello schiaffone sulla faccia"
"Beh, non è brutta come ragazza. Se uno si deve fermare sull'aspetto fisico. Perchè deve essere a tutti i costi alta, magra, slanciata, con tette grosse e culo da favola?" chiedo
"Ah, vallo a dire al resto del campus" risponde Pietro
"Chi è il fenomeno che si è beccato lo schiaffo?"
Pietro accenna con la testa un punto alla mia sinistra "Vedi il tizio con il cappello stile 'leccato da una mucca'?, là che parla con quella bionda?"
"Goffredo Pareti?"
"Lo conosci, vedo"
"Ha uno sguardo sfuggente e un po' imbarazzato" noto "Visto quello che mi hai detto, dal momento che si trova a meno di cinquanta metri da Lei.. La bionda chi è?"
"Valeria Biondini, detta Blondy. Arriva da fuori, grandi tette, grandi cosce, poco cervello"
"Scopabile" affermo
"Sì, i maschi le girano attorno come api su un fiore. E non solo maschi" in effetti, ho notato più di una ragazza che adocchiava invidioso il suo sedere
"Quindi, immagino sia scattata la toto fuck?" chiedo
"Ti metti in lista?"
"Tu lo farai?"
"Ah, con Linda sempre appiccicata, sarà difficile"
Osservo la bionda, con tutti quegli sguardi lascivi attorno a lei. Poi guardo 'quella che caccia uccelli come un setter cerca fagiani' e mi viene da sorridere. "Penso che, per stavolta, passo"
"Ok, meno concorrenza da eliminare" sorride Pietro alzandosi

La toto fuck era una cosa che era nata alle scuole superiori tra noi ragazzi e ragazze. Ci si scommetteva sulle ragazze. Chi era la prima che ti baciava, dove l'avresti fatto, se risucivi a farci un'uscita e se ce la facevi a fare il punto bandiera. Ma questo ultimo punto era dedicato a chi arrivava in quinta superiore, quando c'era la maggiore età e nessuno poteva romperti le palle se ti scopavi una studentessa. Purchè non fosse minorenne. Purchè non fosse un professore.
Solo due 'purchè'. Pietro si distinse in tutte le discipline. E più di una volta. Alla fine del quinto anno, tre giorni dopo aver compiuto la maggior età, era riuscito a piombarsi Linda, che si era tenuta per buona parte dell'Università. Ma, contrariamente alle regole, Pietro aveva escluso dai purchè, il fatto di essere minorenni. Essendo un insegnante, ora, scegliersi un'amante giovane, dava i suoi benefici, purchè fosse maggiorenne.
E io, a gestire il bar caffetteria del campus, che guardavo tutta quella gioventù sfilarmi davanti "Professoressa Coltri" saluto la prof di letteratura, sempre vestita con maglioni sformati di lana grigia che le coprono la maggior parte del fisico. Capelli lunghi e ricci, occhiali spessi e tondi da miope, pantaloni jeans attillati che le mettono in risalto un sedere niente male "Cappuccino e brioche"
"Grazie" sbuffa
"Giornata nera?" chiedo mentre le verso il cappuccino nella tazza
"Settimana nera" mi guarda di sottecchi, arrossendo un po'. Mi sono quasi persuaso che, sotto sotto, nutra qualche interesse per me. Lei non ha mai osato chiedere, io sono sempre rimasto con le mie. Ma, pensando internamente, non mi spiacerebbe vedere cosa c'è sotto quel largo maglione. Beve il cappuccino, si guarda intorno come per valutare l’ambiente. In fondo, in un angolo, c’è solo la ragazza che Pietro mi aveva indicato, con l’aria mesta e lo sguardo fisso in una ciotola di insalata. La prof si sporge verso di me, stringe i pugni e li riapre “Ecco, se non lo faccio ora mi sa che non riuscirò più” dice e poi, abbassando il tono “Io.. Mauro..”
La tolgo dall’imbarazzo e mi chino verso di lei, dicendo in un sussurro “Proposta 1: sul retro tra 5 minuti. Proposta 2: stasera, a casa tua”
Lei arrossisce violentemente e, finisce di un botto il suo cappuccino “Io.. credo che..” mette i soldi sul bancone e fugge via neanche avesse visto Satana con il forcone. Diavolo, mi sono bruciato un’opportunità coi fiocchi
“Hai fatto cilecca, Casanova” Giulia la mia aiuto cuoca, bel tipino, qualche giro me lo faccio ogni tanto. Ride, ogni volta che mi danno buca. Quasi mai “Mi sa che abbiamo perso una cliente”
“E cazzo” la brioche della prof me la mangio io
Poi mi da di gomito “E lei?” mi indica la ragazza che non si fila nessuno mentre fuori, la sfilata per il Toto fuck continua
“Mi fa quasi pena” dico “Come si chiama?”
“Rosa Campestre”
La guardo male, “Stai scherzando, vero?”
“No, no, si chiama proprio così” ride
Rosa Campestre. Certo, i genitori della ragazza dovevano avere uno strano senso dell'umorismo. Già ti chiami campestre, poi chiami la figlia Rosa.
Non è la prima volta che sento abbinamenti strani tra nome e cognome. Per esempio, lo sapevate che a Vigevano esisteva un tizio di nome Bigo Lino? e a Napoli, Felice MAstronzo? e a Pavia, panetteria Pompini?

Prendo un bricco e lo riempio di aranciata. Mi avvicino al tavolo di Rosa Campestre e le metto la caraffa davanti "Non ho ordinato aranciata" dice lei con il broncio
"Offre la casa"
Lei mi guarda, esibisco il mio sorriso migliore "Grazie ma, per esperienza so che le cose gratuite hanno un secondo fine"
"Il mio fine è quello di vedere un cliente con il sorriso"
"Con la professoressa Coltri non ti è andata bene"
"Probabile che ci sia stato un fraintendimento" annuisco
"Non ha ceduto al tuo fascino, vero?"
"Credo di essere stato troppo diretto"
"Dal modo in cui è scappata via, mi sa di sì"
"Eh, non sempre si ha fortuna"
"Cerchi fortuna oppure opportunità?"
"Cerco di rendere felici chi mi conosce"
"Potresti provare con me, o sono fuori dai tuoi standard?"
"Nessuna è al di fuori dei mie standard"
"Come prima, quando eri fuori con il tuo amico. Vedevo come adocchiavate Blondy. Come tutti la guardavano"
"Beh, non si può dire che non attiri l'attenzione"
"Ma tu avevi uno sguardo differente quando guardavi me. Forse di compatimento, forse dispiacere, forse.."
Mi siedo davanti a lei e la osservo attentamente, intrecciando le dita delle mani davanti a me "Vuoi sapere cosa ha fatto scappare via la professoressa Coltri?"
"Cosa?"
"Lei sembrava titubante nel chiedermi qualcosa. Ho ipotizzato che volesse fare qualcosa con me e, l'ho anticipata e ho chiesto due opzioni 1)O nel retro del bancone 2)Oppure a casa sua."
"E lei è scappata"
"Già"
"Mai pensato che volesse chiederti qualcosa di diverso dal sesso?"
"L'ho pensato dopo che l'ho vista scappare via"
"Chissà cosa voleva chiederti?"
"Resterà un mistero misterioso"
"Senza impegno alcuno, faresti sesso con me?"
"Lo farei, sì"
"Una botta e via?"
"Quello che vuoi"
"Non lo faccio per amore"
"Nemmeno io"
"Quindi, se vuoi sollazzarti con qualcun altra"
"Non c'è problema"
"Stasera mi porti a cena?"
"Scelgo io o scegli tu?"
Rimanemmo che sceglievo io. L'accordo è che sarei passata a prenderla per le otto in punto. Ho pensato ad un posto fuori città, sull'argine del fiume, dove il pesce è ottimo e l'ambiente è discreto
“Hai fatto centro?” chiede maliziosa Giulia strusciandosi addosso a me “Strano, avrei detto che non è tipo da te”
“Sei gelosa?”
“Ma dai, solo perché ti ho spompinato un paio di volte, non vuol dire che ti voglio sposare”

Sono quasi le 18, ancora un’ora e chiudo. La mia fortuna è che ho l’appartamento sopra il bar. Quindi, mi basta chiudere, salire in stanza, doccia ed uscire.
La professoressa Coltri oltrepassa la porta d’ingresso, visibilmente imbarazzata e si viene ad appollaiare davanti a me. Rimango fermo, con il bricco in mano, sorpreso di vedermela lì “Allora, mettiamo in chiaro una cosa. Non era mia intenzione chiederti un favore sessuale” alza una mano come a stopparmi di proferire qualsiasi cosa “Volevo chiederti se volessi farmi da tramite con il tuo amico Pietro”
“Auch”
“Ma, uscendo di qui, quello che mi hai detto.. mi ha scombussolato un po’ tutta e, non mi è più andata via dalla testa” alza lo sguardo verso di me “Quindi, hai da fare questa sera?”
“un’uscita galante”
“Ah, ecco..mmm, non hai perso tempo.” Sembra quasi delusa
“E’ per le venti in punto. Quindi, se vuoi..Giulia mi sostituirà per un’oretta”
“Ah, uh”
“Ma se non ti va..”

Le andava. Lasciata Giulia con le incombenze, io e la prof siamo corsi su nel mio appartamento e, neanche il tempo di entrare, ci siamo ritrovati nudi sullo spesso tappeto a scopare come ricci. Maiala la professoressa Coltri, con le unghie che mi si conficcavano nella schiena e le gambe che mi comprimevano contro di lei. Così strette che facevo fatica ad uscire e affondare
Sotto aveva delle belle tette, non grandi, non piccole. E una fica appena rasata che lasciava intendere una voragine di desiderio.
Avevo il cazzo in fiamme e la schiena urticata e sanguinante. Distesi sul tappeto, lei che mormorava “Non ci credo che l’ho fatto”
“Da quanto tempo è che non scopavi?”
“Dieci anni”
“Azzo”
“Chi è la tipa con cui vuoi uscire?”
“Ah, iniziamo con la gelosia?”
“No, sono curiosa anche se, un’idea potrei essermela fatta”
“Ah sì, che idea?”
“Beh, al campus girano le voci sul Toto fuck”
"Ah, la leggenda continua"
"Dicono che tu e il tuo amico Pietro siete i fondatori di questa disciplina"
"Abbiamo i nostri meriti" sorrido soddisfatto
"E si dice che, la più gettonata è Blondie"
"Non per me"
"Ero io?"
"non esattamente"
"io sono solo un'occasione?"
"Sei un bocconcino niente male"
"Grazie, le lusinghe fan sempre bene"
Le ficco l'anulare nella fica ancora umida e comincio a strofinarla "Facciamo che, domani sera vieni qui, si mangia qualcosa nel dopo chiusura e poi, saliamo qui"
"L'idea mi aggrada ma, che ne diresti di fare una cosa a tre?"
"A tre?"
"Io, tu e la fortunata di questa sera"
"Beh, bisogna vedere se lei sarà d'accordo. Non so nemmeno come evolverà la serata"
"Sapendo come sei" mi afferra il cazzo

Sapendo come sono.
Puntuale arrivo sotto casa di Rosa CAmpestre. lei esce paludata in un abito da sera nero, niente male, scollato sul davanti e ampiamente aperto sul dietro. Taglia robusta ma non troppo, un viso da cameo, con occhi di un verde smeraldo incredibile. La porto a mangiare in questo locale specialità pesce. La vista su una terrazza e su un piccolo porticciolo di barcè e motoscafi
"Accipicchia che buono. Una minaccia alla mia dieta" ride lei
"Poi si bruciano le calorie" rido di rimando
Lei arrossisce "Lo spero"
Pago io, naturalmente. Sulla strada del ritorno, passiamo vicino ad un cascinale, giù dall'argine "Sai cosa ci han girato lì?"
"No"
"una parte de Il ragazzo di campagna con Pozzetto"
"Ah, l'ho visto. Divertentissimo"
"Dove abitava Artemio. per un po' c'è stata una trattoria, poi ha chiuso e poi, casa di campagna"
"E la casa di Artemio invece, si trova a Molino d'Isella"
"Esatto. Ho visto tutti i luoghi del pavese dove lo hanno girato, compreso il luogo dove andavano a vedere lo spettacolo"
“E’ lontano da qui?”
“Si trova a Carbonara al Ticino”
“Ci facciamo un giro?”
“Sei pronta per il prossimo appuntamento?”
“Magari”
Resto in silenzio per un po’. Lei si accorge che qualcosa mi rode e chiede “Stai ponderando l’idea di non vederci più?”
“Al contrario. Ti devo dire una cosa. Niente di nocivo ma, dal momento che ci siamo detti, nessun legame particolare, ecco.. Ti ricordi la Coltri?” e le racconto quello che era successo qualche ora prima
“Ah, però, hai capito la prof”
“Aspetta di sapere il resto” e concludo il racconto parlandole della proposta che ha fatto la Coltri
“Lei non sa che sono io la tua Toto Fuck?”
“No”
“Uh”
“Le dico di no”
“Non ho detto questo”
“Allora?”
“Allora, sarà divertente, no?”

=Fine prima parte=
di
scritto il
2022-08-26
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