Jade

Scritto da , il 2021-07-23, genere pulp

JADE

L’amore consumato in fretta su 18 ruote, lungo la strada immersa nel buio. In una piazzola dell’autostrada rischiarata solo da un lampione che spande una luce giallognola, malata, liquida.
Lei gli ha chiesto un passaggio quando si era fermato per un pieno e un paio di panini. Lei, femme fatale, avvolta in una pelliccia, seduta al bancone dell’autogrill, intenta a masticare una gomma. Labbra rosso fuoco, occhi neri come pece, curve da mozzare il fiato, con gambe ben tornite inguainate in calze nere e tacchi quasi a punta che sembrano piccone. “Ehi, da che parte stai andando?”
“Sulla costa, ho un carico da consegnare” lui che la guarda attentamente facendo film mentali. Lui che pensa a come deve essere possedere una cagna come lei. Pensa a quando è stata l’ultima volta che ha scopato con una troia. Tre mesi prima. Così tanto. Sì, perché poi c’è stato il periodo di malattia per maledetto Covid e lui è dovuto rimanere in casa con quel cesso della moglie, ammalata anche lei e la marmocchia che continuava a rompere il cazzo del perché non poteva uscire e bla bla bla. Asintomatici tutti ma, fottutamente bloccati in casa a non fare un cazzo, con la vicina rompicoglioni che portava loro la spesa e la mollava fuori dalla porta.
Tre mesi, pensa. Era sul litorale e c’era questa tizia bionda che stava fumando appoggiata di schiena contro un lampione. Si era fermato, l’aveva caricata su, si erano fermati in una piazzola e ci avevano dato dentro. Non era la prima volta che si sbatteva una puttana. Dodici anni sulle strade, con il camion, sulle strade da Nord a Sud, a fare consegne, caricare e scaricare, vivere come un nomade. Cinquant’anni, una moglie con dieci anni di meno che s’imbruttiva di giorno in giorno, tale che doveva spegnere la luce per scoparsela. E una ragazzina di dieci anni, petulante e fastidiosa come una spina nel culo.
E queste cose che si accumulavano di giorno in giorno, i suoi malumori, il nervosismo, la rabbia, la voglia di sfogarsi su qualcos’altro.
La prima fu Agnes, un’africana dalla pelle così nera da sembrare quasi bruciata. Viveva appena fuori paese e si dava alla bella vita da qualche anno. Scopare con lei fu liberatorio ma, nulla di entusiasmante. Se ne andò via da lei con disgusto e rabbia, senza nemmeno pagarla. Lei non lo segui.
La seconda fu più soddisfacente: Iris, una ragazzina bionda, esile ma vorace. E poi via:Jenevieve, Martina, Clarice,Sabry. Tutte buone, tutte belle, tutte con il fuoco dentro. Voraci e passionali, con la fica umida e la lingua da formichiere. Sì, tutte buone da possedere.
E ora, eccola lì, l’ultima di una lunga lista. Ed è lei a fare il primo passo “Jade” si presente
“Aldebaran”
“Tu saresti un grande Toro?” sorride
“Lo dicono le mie amanti” fa un cenno verso il piazzale dove il camion riposa prima di partire “Hai mai visto un bestione del genere?”
“Non è il bestione che mi interessa sapere” risponde lei
“Allora penso di poterti accontentare”
Erano saliti sul camion ed erano partiti. Lungo la strada, poco traffico, quasi mezzanotte “Meglio che mi fermi. Dopo la mezzanotte i camion non posso girare”
“Là c’è una piazzola” dice lei
Lui scruta nel buio senza vedere nulla. Poi, appare il cartello che indica lo slargo. C’è anche un’area pic nic “Sei già stata da queste parti?”
“Prima volta”
“Allora come sapevi che c’era una piazzola qui?”
“Vista acuta” Lui non la sta guardando, è occupato a mettere la freccia e controllare che non arrivi nessuno. Non si accorge degli occhi di lei che si restringono a fessura come quelli di un rettile. Lei sorride un poco. Pregusta.
E lui accosta in fondo alla piazzola, spegne il motore e dice “Dunque”
Lei è già scivolata nel retro del camion, sinuosa e silenziosa, i vestiti rimasti al posto del passeggero, come una seconda pelle abbandonata dopo una muta
Lui incredulo, si sporge verso di lei: è nuda e le gambe sono aperte “Vieni e dimostrami quanto sei maschio”
E lui che non riesce a credere a quella fortuna. Nessuna delle precedenti si era concessa per prima, era sempre stato lui a fare il primo passo. Con Agnes, mentre la montava da sopra, mentre cercava di sfondarla coi colpi poderosi dei suoi fianchi, le mani che stringevano attorno alla sua gola. E lei che strabuzzava gli occhi e cercava di liberarsi dalla stretta. E lui che rideva come un demente, continuando a pompare e stringere, eiaculando mentre la vita sfuggiva via da lei. Insoddisfacente, così di breve durata. Per questo aveva proseguito, per trovare la donna perfetta, colei che avrebbe sopportato meglio le sue spinte, le sue voglie, che sarebbero resistite di più. Tutte avevano fallito. Ora, questa Jade..
Lui che ha già il cazzo fuori, che si getta su di lei “Ti manderò in paradiso” entra a cazzo duro e lei che geme appena, sibila. Sente la sua lingua sulla faccia . Che strana lingua, così sottile e sinuosa e.. biforcuta?
La fica di lei sembra chiudersi attorno al suo cazzo, come se una ventosa lo avesse inglobato. Lui emette un urlo in falsetto, sembra che lo si vuole strappare, mentre le braccia di lei sembrano diventare più muscolose e le dita affusolarsi in quelli che sembrano artigli. E cos’è quella pelle? Sono squame. Nel buio, due occhi elettici viola, prendono a brillare. Lei si piega verso di lui e..
L’urlo di paura e dolore si propaga per la notte. Poco lontano, incuranti di quello che accade, le auto passano ignare sull’autostrada

“Unktehila” la donna seduta al bancone del bar osserva Jade da dietro due occhiali da sole a lenti nero specchio. Ha un fisico possente, giunonico coperto da un largo spolverino, come quello dei cowboy. Sotto vestiti piuttosto ampi e due fondine in cui fanno mostra i calci di due grosse Desert Eagle “Serpenti Cornuti”
“Cosa vuoi esattamente da me” chiede JAde sorseggiando una birra “Arrestarmi?”
LA donna si stringe nelle spalle “Non sono qui per te”
“Allora perché sei qui, Steno?”
“Stavo cercando un assassino. Ho seguito una pista che mi ha portato qui, sulla costa. E’ uno spietato figlio di puttana che uccide prostitute scopandole e strangolandole”
“Quindi?”
“Tre ore fa è stato ritrovato all’interno del suo camion senza il cazzo e con la gola squarciata fino all’osso, quasi senza sangue e con il cuore strappato”
“Da brivido” risponde asciutta Jade
“Quel tipo mi avrebbe fruttato diecimila dollari” si alza scolando l’ultima goccia di birra “Sai che vuol dire?”
“Che sei più povera di diecimila dollari?”
“Che mi devi un favore. Anzi, più di uno”
“Dovrei?”
“Mi farò sentire io” Steno lascia tre dollari sul bancone e si allontana. Presto o tardi, le loro strade si sarebbero reincontrate.

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