Frammenti di Amy

Scritto da , il 2021-02-08, genere pulp

I

“Amy, non correre che ti fai male!” urla mamma Clelia dalla veranda di casa sua.
Amy la vispa ha dieci anni e le piace correre. Una volta dietro le farfalle, una volta con un gatto, a volte dietro una foglia “Non ti preoccupare mamma, non vado lontana” Dietro la casa di Amy c’è un boschetto. Ad Amy piace correrci dentro, si finge una fata e si immagina di essere la principessa del regno fatato e di avere molti cavalieri al suo servizio.
Amy corre sempre nel bosco, vicino al pozzo ricoperto di muschio che si trova al centro di esso. Ora sta rincorrendo una buffa farfalla dalle ali blue e rosa che si va a posare sul bordo di un secchio sgangherato. Amy ride e si arrampica sul bordo del pozzo “Ti ho presa, birbantella” allunga una mano verso la farfalla ma, questa spicca il volo e se ne va via. Amy perde l’equilibrio, cerca di aggrapparsi a qualcosa. Grida quando il secchio cede e la corda si stacca. Grida, finendo nel buio profondo, come Alice in quel libro…

II
Rovente. Il cielo sembrava fatto di ruggine e il sole sembrava una goccia di piombo fuso che si diluiva lentamente. Aston sta rovistando tra i rottami, trovarne di buoni stava diventando difficile di quei tempi. Da quando la Grande Tempesta aveva divorato la maggior parte del metallo esistente su Gaia, trovare del valido materiale diventava difficile. Si gira per andarsene ma non vede un sasso che sporge appena dalla sabbia e ci inciampa dentro. Finisce di faccia contro una tenda logora che forma una specie di capanno “Ehi” protesta una voce femminile
Salta fuori una ragazza di circa vent’anni, fisico minuto, vestita con una vecchia canotta verdastra e pantaloni di taglio militare “Oh, scusa” fa lui proteggendosi con le mani “Scusa, sono inciampato”
“Al diavolo!” dice lei afferrando la tenda logora e cercando di risistemarla
“Lascia che ti aiuti”
“Via!” urla perentoria
“Ok, scusa” Aston si alza in piedi e scuote la testa. Pensa = E’ carina = ma se ne va
La ragazza pensa = Ma che stronzo = e si ritira sotto la tenda

III
La signora Odelscat e il marito Herman, siedono afflitti sulle sedie di plastica del pronto soccorso. La madre con la testa fra le mani, scossa da singulti, il padre con aria apatica che fissa il vuoto “Scusate, signori Odelscat” si schiarisce la voce un uomo
Davanti a loro un uomo di colore con la divisa del dipartimento di polizia della contea “tenente Varani?”
“Sì, vogliate scusarmi ma, devo farvi delle domande sulle dinamiche dell’incidente”
“Ecco..” fa il marito
“E’ stata colpa mia” piange la donna “E’ stata tutta colpa mia”
“Se la sente di spiegarmi cosa è successo?”
“Stava giocando in giardino e..” scuote la testa “Mi sono distratta un attimo e lei.. Non so da dove è sbucata quell’auto”
“Lei conosce la persona che ha investito sua figlia?”
“No, mai vista prima”
“Chi è? Per quale motivo ha sbandato in quel modo e ha.. Me lo dica?” il signore Odelscat si alza in piedi, pugni chiusi, prossimo alle lacrime

IV
“Ciao” la ragazza di prima è al fianco di Aston. Il ragazzo sta contrattando con un mercante su alcuni rottami trovati nella sabbia
“Ciao” un po’ diffidente “Mi vuoi picchiare ancora?”
Lei sorride “No, volevo scusarmi” gli tende la mano. Indossa dei guantini senza dita “Mi chiamo MAndy”
“Aston” ricambia lui
“Sei un cercatore”
“Sì, un cercatore prossimo al fallimento” dice lui aria mesta
“Ecco” fa il mercante “ Dieci crediti”
“Dieci? Solo dieci?”
“Questo è il prezzo che posso fare. Se non ti va, cerchi un altro mercante ma, dubito ne trovi uno più generoso di me”
“Dieci crediti” sbuffa e guarda MAndy “Che si fa da queste parti per divertirsi?”
“Dipende cosa cerchi. Sesso, droga o rock & roll”
“Rock & Roll?” aggrotta le sopracciglia Aston “Cos’è?”
“Ehm..beh.. Di preciso non lo so. Ce l’ho in testa da parecchio”
“Ho bisogno di un bagno caldo. La sabbia da fastidio parecchio”
“Allora puoi usare la mia” strizza l’occhio MAndy “Vieni”
“La tua. Cosa nascondi sotto quella piccola tenda?”

V
L’agente di polizia sta cercando di rabbonire la signora Odelscot. Era passata più di un’ora da quando la signora aveva dato l’allarme per la scomparsa della figlia. Qualcuno aveva attirato l’attenzione sul pozzo e si era accorsi ad esso facendo luce con le torce. Sul fondo di quel buco nero, si notava il pallore di un vestito chiaro. Erano stati chiamati i soccorsi e si erano calati nel pozzo. Non trovarono Amy ma solo i suoi vestiti stracciati. Null’altro. Il pozzo, non avendo alcuno sbocco, non lasciava presagire ad una soluzione alternativa. L’ipotesi più plausibile era che, la piccola Amy era stata rapita da qualcuno e che andavano avvertite le unite cinefile per la cerca. Chiamare l’FBI, etc, etc.

VI
Nel seminterrato, il signor Odelscat, fermo davanti ad uno specchio, osserva un sé stesso e un’altra sua moglie, seduti con aria costernata nell’atrio di un pronto soccorso.
Uno scricchiolio delle assi, segno che la moglie sta scendendo la scala “Novità?”
“Nulla. Questo è la quarta volta che provo ma, in ogni caso, finisce sempre male” appoggia una mano sulla superficie dello specchio. Cerchi concentrici come sulla superficie di uno stagno. La moglie, Clelia, si avvicina alle spalle del marito
“Tenteremo, ancora” dice lei

VII
Aston si ritrova sorpreso, sotto la piccola tenda c’era una botola che dava in un sotterraneo, stile bunker, dotato di ogni comfort. “Lì c’è il bagno”
“Oh, urka, che posto! Come hai fatto a scovarlo?”
“Ho seguito una fata”
Aston la osserva cercando di capire se lo sta prendendo in giro. Ma la ragazza è seria “Una fata?”
“Sì, una farfalla. Così chiamo le farfalle. Un’ali blu. Incredibile come quegli insetti siano potuti resistere alla Grande Tempesta”
“Beh non essendo fatte di metallo” Aston getta il suo sacco a terra e si dirige verso una tenda, dove Mandy gli ha indicato la tenda del bagno. Dietro c’erano una vasca in pietra dotata di acqua corrente e un piatto doccia. In una nicchia, in fondo ad una galleria di tre metri, c’era una latrina “Ok, allora approfitterò della tua ospitalità e mi farò un bagno”
Aston, sotto i getti caldi della doccia, finalmente rilassato. Si sente sfiorare la pelle. Trasale e si volta i scatto. Mandy, completamente nuda, con in mano del sapone, che gli accarezza il petto e le spalle. Aston che la lascia fare, anche quando le mani di lei scendono fino al suo sesso eretto e se lo lascia strofinare in una lenta e capace masturbata. Da quanto tempo non faceva sesso con una femmina?
Le labbra di Mandy sono sulle sue. Il corpo della ragazza che preme contro il suo petto, con i capezzoli turgidi e graffianti. Il pube perfettamente rasato, lui che afferra il sesso e lo guida dentro di lei. La spinge contro la parete, lei che geme e ne vuole ancora “Ancora, ancora” ansima lei
E poi, lui che esplode dentro di lei, con un orgasmo in stereo liberatorio “La migliore doccia di sempre” sorride lui

VIII
L’agente Clarke si sente il cuore a pezzi. La piccola Amy seduta sulla sedia davanti alla sua scrivania, l’aria triste abbattuta. Ha i capelli bagnati dalla pioggia torrenziale che sta flagellando la città da tutta la giornata. Un miracola che la piccola non si fosse fatta nulla. I genitori invece…
Una piccola distrazione e l’auto che perde stabilità. Il testacoda, l’albero che sembra materializzarsi davanti a loro, l’urto violento. Il marito morto sul colpo. La moglie che agonizza in ospedale. Povera piccola Amy, adesso cosa le accadrà

Dall’altra parte dello specchio, Herman Odelscat ha l’ennesima delusione. Un altro scenario inutile. In un modo o nell’altro, Amy esce dalle loro vita. E, nell’altro modo, sono loro stessi che se ne vanno. Perché, specchio? Perché non possiamo vivere insieme ad Amy felici e contenti?

IX
Nudi e abbracciati a letto. Felici e appagati “Come sei finita qui?” chiede Aston
“Te l’ho detto: ho inseguito una farfalla” la mano di lei si muove attorno alla sua vagina, ne accarezza le labbra, si insinuano dentro di esse. Lei sorride, porta una mano dietro la schiena, cerca il sesso di lui “L’ho vista uscire da un pozzo e l’ho seguita fino a qui”
“Dovrei farlo anche io. Inseguire le farfalle”
“Cosa ti porta a cercare rottami?”
“Un modo come un altro per sbarcare il lunario”
“Ti andrebbe di venire con me? Conosco un posto dove i rottami sono giganteschi”
“A cosa ti riferisci?”
“Al grande mare di sabbia, oltre le dune rosse”
“E’ un posto maledetto”
Lei si giro verso di lui e preme il suo sesso contro quello del ragazzo “Io so dove si trova il Grande Blu”
Lui spalanca gli occhi mentre lei gli guida il sesso dentro di sé. Ancora una volta, cullato dal profumo della sua pelle, lui entra ed esce in lei, cullato come se fossero onde del mare “Il grande Blu è una leggenda come il Regno delle Fate”
“Esiste. E te lo mostrerò”

X
Clelia si volta nel letto. Herman non è tornato a scaldarla quella notte. Da due anni a quella parte, il marito trascorre le sue intere giornate nel seminterrato, davanti a quello specchio, a cercare una soluzione di felicità per loro tre.
“Clelia” l’ombra del marito si materializza sulla soglia della camera. Lei accende le luci e osserva l’uomo. Ha gli occhi iniettati di sangue e sembra che stia ridendo “Clelia.. Io ho trovato”
“Hai trovato?”
“Ho trovato il Mondo ideale”
Lei, che non crede ai propri occhi, si alza e abbraccia al marito. Il marito ricambia, un ghigno sinistro che gli appare sulle labbra “Il mondo ideale solo per noi..”

L’agente Clarke contempla i due corpi stesi a terra. Lui impugna un lungo coltello, ha la gola squarciata. Lei ha una vistosa macchia rossa sul petto. Omicidio suicidio. Non ha retto alla perdita della piccola Amy e la loro mente si era persa chissà dove, in quel luogo incerto tra oscurità e luce, tra Bene e Male “Poveracci” mormora

XI
“Cosa ti avevo detto” la Grande Blu, la più grande nave che abbia mai solcato gli Antichi Oceani, quelli che si erano prosciugati con la grande Tempesta. Trecento metri di lunghezza e settanta di altezza. Una miniera di rottami. Potrei essere ricco”
“Ma, come mai nessuno ci ha mai messo mani?”
Lei si stringe nelle spalle “Dicono sia maledetta”
“Ah, inezie”
“Su, un po’ di spirito d’avventura”
Lui si dice che, ormai, arrivati a quel punto, tanto meno vale la pena procedere “Sai, non mi ha ancora detto da cosa deriva Mandy”
“Amandina. Trasformata in Mandy. I miei genitori mi chiamavano Amy, però”
“Amy”
“Amy del Mondo delle Fate” scoppia a ridere

XII
“E così, Specchio. Questo è quello che potrebbe capitare?”
“Infinite possibilità per infiniti prospetti”
“Lo sai, credo che il Mondo sia ancora troppo giovane per questo, Specchio”
“Quindi, cosa vuoi fare?”
“Disattivati”
“Come vuole lei, dottoressa Odelscat. E lo specchio si spegne
Amy, sprofonda le mani nelle tasche del camice e si mette a fissare la superficie opaca dello specchio “Dunque, questo è quello che sarebbe accaduto se nel mio passato avessi optato per quelle scelte” si volse verso la sua consolle e si mise a digitare la sua relazione “Perché ho deciso di interrompere la sintomazia della preveggenza”
Il nostro futuro deve ancora essere scritto..

FINE

Questo racconto di è stato letto 2 2 5 6 volte

Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.