Sbagliando strada nella tormenta

Scritto da , il 2020-12-28, genere etero

Sbagliando strada nella tormenta

I
A guidare sotto una tormenta di neve non è il massimo. Visibilità 0, alberi a destra e sinistra carichi, la strada che si intravede appena. Manca solo che rimango bloccato qui. Chi mi trova più.
Una luce debole avanti. Un’insegna che indica un bed & breakfast. Yuh, non ci speravo più. Parcheggio strapieno.. No, un angolo tra una Smart e un cassonetto. Meglio che niente. Mi viene da pensare ma chi cazzo gli viene in mente di usare una Smart in montagna con un tempo simile?
Entro. Ho subito la reception all’entrata. Una signora piccola e tonda mi accoglie con aria gioviale “Buongiorno straniero. Cosa posso fare per lei?”
“Beh, cara signora, mi chiedevo se avevate delle stanze libere per questa notte”
“Solo lei?” sbircia alle mie spalle
“Sì signora”
“Mm, ecco, ha prenotato?”
“No signora. Sono arrivato qui per caso. Ho sbagliato strada e mi sono ritrovato qui. Tornare indietro non se ne parla, visto il tempo”
“Ecco, mi spiace ma, non ci sono camere libere al momento, mi spiace”
“Neanche uno sgabuzzino?”
“No”
“Beh, non posso dormire in auto, le pare?”
“Beh, si può accomodare nel nostro salotto” indica un ambiente carino con divani e poltrone che fanno stile anni 30. C’è un bel camino in pietra con la testa immancabile di un cervo che sovrasta il tutto “Vuole qualcosa da bere?”
“Qualcosa di alcolico, grazie” i bagagli li lascio in auto, chiusi a chiave. Prendo il cellulare: una tacca. Provo. Al quarto squillo “Mauro, ma dove sei finito?”
La voce di Marcello, altamente disturbato, dall’altra parte della linea “Sa il cazzo dove mi sono inculato”
“Ti sei perso?”
“Mi sa di sì. Con tutta sta neve, ho perso l’orientamento e sono finito su una strada tortuosa senza spiazzi per fare manovra”
“Ma dove sei?”
“In un bed & Breakfast.. Aspetta che ti dico come si chiama” leggo la brossure sul bancone “Il grande Pino”
“Ah, cavolo, sei andato fuori rotta di un bel po’”
“E che ne so. Qui, la segnaletica non esiste e il tom tom va in tilt se gli dai indicazioni”
“te l’avevo detto. Quando arrivavi in paese, alla piazza, dovevi girare a destra, poi subito a sinistra, duecento metri poi ancora a sinistra e poi a destra. Alla quercia prendevi a destra e procedevi per una decina di chilometri”
“Eh, destra, sinistra, centro” sbuffo “Siete al completo?”
“Manchi solo tu”
Una voce femminile s’intromette nel microfono “Ehi Mauro. Ma dove sei finito?”
“Giulia” diavolo, Giulia, c’era anche lei. Il mio sogno erotico proibito. L’occasione della festa in attesa del la mezzanotte, l’attesa, qualche flirt. Tutti che baciano tutte e, poi, via a fare sesso. “Troppa neve, non si vedeva bene dove andavo e sono finito da tutt’altra parte”
“Ma, quando arrivi?”
“Quando avrà smesso con questa tormenta. Boh, chi lo sa? Mettermi in viaggio ora è da suicida”
“Oh, mi spiace Mauro. Avrei tanto voluto che fossi qui”
“Già” e sento lui, nelle profondità dei pantaloni, che si agita irrequieto
La linea è disturbata “Pronto.. i.. sei?”
“Ah… credo che ci sia….” Tututututut! Sfiga.

II
Nel salotto ci sono tre persone. Due che sembrano modelli usciti da una rivista di moda. Fisico palestra, capelli neri occhi scuri. Lei, una bionda piccola dal viso di barbie e le forme di Pamela Anderson prima della plastica. La terza è una ragazza piccoletta e un po’ robusta, ma non di tanto anche se, con quel maglione alla welma Dafne, non si capisce bene. Ha gli occhiali dalla montatura nera, un po’ di efelidi sparpagliate in faccia e l’aria avvilita di chi si trova al posto sbagliato nel momento sbagliato.
Non voglio fare l’impiccione. Mi limito a sedermi in disparte su una poltrona e afferrare il primo giornale che mi capita a tiro.
L’orecchio capta la conversazione dei tre


“Dunque, gira che ti rigira, quando un uomo incontra una donna, si finisce sempre a far sesso?” La paffutella li osserva con un misto di ilarità e scetticismo
“Beh, sì, il più delle volte” dice il ragazzo “Con lei è andata così”
“Ci siamo conosciuti così, abbiamo scambiato due chiacchiere e.. boom.. Sesso sfrenato” risponde la barbie con un’alzata di spalle “Perché, a te non è mai capitato?”
“No. Finisce che ci scambiano due parole con me e poi, passa la biondona di turno e via, la migrazione di uccelli va da quella parte. Insomma, chi è che farebbe sesso sfavillante con una bruttina stagionata, un po’ cicciotta, i vestiti sformati, gli occhiali alla Velma..”
“Ti butti troppo giù” dice il ragazzo
“Non è vero. Già successo. L’anno scorso ho incontrato un ragazzo carino e simpatico. Abbiamo attaccato bottone, lui sembrava timido ma, alla fine, io e lui abbiamo rotto il ghiaccio e abbiamo trovato l’intesa”
“Poi cosa è successo?”
“Sono andata a fare pipì. Quando sono tornata, lui stava pendendo davanti ad una bionda alta e super sexy con delle tette grande quanto angurie. Insomma, la sfiga è passata a trovarmi e mi ha portato via con me”
“Quindi, da quando non fai sesso?” chiede la barbie
“Praticamente da sempre” abbassa lo sguardo la ragazza con gli occhiali
“Uh.. non hai mai?”
“No”
“Oh” fanno entrambi. E, dentro quell’ Oh, sembra che ci fosse concentrato tutto un misto di commiserazione, dispiacere e tristezza
“Già” fa lei mesta
“Beh, non disperarti Giulia. Prima o poi, capiterà qualcuno che non si farà distrarre da una tettona bionda e passerà con te una notte di sfavillante sesso”
“Come no” fa la ragazza avvilita alzandosi “Vado a fare pipì”
“Che sfigata” dice la barbie quando l’avvilita di nome Giulia si allontanata “Sperare di fare sesso con il fisico che si ritrova”
“Beh, magari si troverà un suo simile” scoppia a ridere il palestrato
Ammazza, spero che non siano amici ma solo tipi che ha conosciuto qui.
Lei ritorno poco dopo. I due non amici si alzano e dicono “Io e Paola ci ritiriamo in stanza. Buona notte”
“Buona notte” dice lei. Si lascia cadere sulla poltrona, aria sempre più avvilita “Il Natale più sfigato di sempre” mormora
Decido di fare il cavalier servente e mi avvicino porgendole un bicchiere di grappa “Scusa, signorina, potrei offrirti qualcosa da scaldare le ossa?”
Lei alza lo sguardo di colpo, sembra sorpresa di vedermi, balbetta “Dici a me?” si stupisce
“Sì, scusa, ho visto che eri qui con una faccia triste e ho pensato che, potevi aver bisogno di qualcosa per tirarti su. Ma, se non vuoi, me ne torno nel mio angolo”
“Oh, no, no” fa lei afferrando il bicchiere “Siediti pure. Io, sono sola” annusa prima di bere “Uh, grappa?”
“Non è che vuoi farmi ubriacare per poi approfittarti di me” ride ma arrossisce mentre lo dice
“Non è il mio stile far ubriacare le ragazze. Preferisco prenderle quando sono ancora sveglie”
Lei tende la mano “Giulia”
“Mauro” si stringono la mano
“Sei da solo?”
“Sì”
“Cosa ti porta qui?”
“Il caso”
“Vorrei fosse così anche per me”
“Non sei qui per caso? Sei insieme a quei due che erano qui prima?”
“Paolo e Paola. Si, mi hanno dato un passaggio fino a qui, dovevo incontrare un ragazzo ma, mi sa che non viene più”
“Mi sa che ti hanno tirato uno scherzo”
“Tu credi?”
“Poi, con quella tormenta lì fuori”
“E tu come mai sei qui?”
“Ho sbagliato strada e sono finito qui. A quest’ora dovevo essere con i miei amici e la mia probabile ragazza ad aspettare Natale”
“probabile?”
“Appuntamento al buio. Mi sa che resterò al buio ancora per un po’” mi stringo nelle spalle “So già come finirà quel party:baci, abbracci, regali e sesso con chi capita”
“Credevo che, di solito, queste cose si facessero a Capodanno”
“Di solito” mi rigiro il bicchiere di grappa tra le mani “Speravo di uscire dall’impasse in cui mi ritrovo da almeno un paio di anni”
“Oh… Sì, anche io…” sospira
“Scusa ma, non ho potuto fare a meno di ascoltare prima” confesso “Ero seduto lì a leggere il giornale ma, l’orecchio mi è scivolato a quello che dicevate”
“Oh”
“Non mi piace fare la figura dell’impiccione ma.. Non credo dovresti fidare dei tuoi amici Paolo e Paola”
“Immagino mi avranno preso in giro non appena mi sono allontanata”
“Se ti può consolare, non penso che tu sia una sfigata”
“Lo dici per farmi sentire meglio?”
“Non ho secondi fini”
“Peccato” La guardo, sorridendo sorpreso. Bevo un po’ di grappa “Scusa, sono stata sfacciata. Chissà perché, mi illude sempre di trovare qualcuno con cui…”
“No, non sei stata sfacciata”
“in che camera alloggi?”
“Non ho camere. La receptionist mi ha detto che sono esaurite. Quindi, me ne resterò qui davanti al camino, fino a che sonno non sopravvenga”
“Oh, mi spiace” fa lei. La vedo arrossire visibilmente “Potresti.. Vorresti dormire da me?” strizza gli occhi, si passa una mano su di essi “Non posso credere a quello che ho appena detto”
Mi sporgo verso di lei “Prima di dire qualsiasi cosa, la mia domanda è: = Se dico sì, cosa ti aspetti da me?=” e lei che arrossisce come una rapa e incomincia a biascicare parole senza senso
“Io.. Io.. Vorrei.. Non pretendo.. Insomma, mi hai vista no?” le poggio una mano sopra le sue con fare rassicurante
“Accetto l’invito”
“Non sono una ragazza facile”
“Lo so. Ok”

III
Una bella camera, accogliente, in stile perfetto con il salotto che c’era giù. C’è un letto ad una piazza e mezza e un divanetto “Eccoci qui” dice lei allargando le braccia
“Un po’ freddino qui dentro” in effetti, il riscaldamento sembra quella che si respira vicino ad un frigorifero da supermercato “Almeno uno dei due starà al caldo”
“Voui dormire sul pavimento?”
“Il divanetto andrà bene”
“Non la trapunta?”
“Mi stai adescando?”
“io” arrossisce e corre in bagno
Diavolo. Quella ragazza è un pudico unico. Ritorna con un pigiama di flanella antistupro che la copra dal collo in giù. Sulla testa una lunga cuffia rossa “pronta per la notte”
Io mi sono tolto le scarpe e le calze. Prima di salire sono uscito nella tormenta e ho recuperato i miei bagagli. Mi cambio in bagno. La porta resta socchiusa e vedo lei che mi sbircia con la coda dell’occhio.
Mi lavo i denti e sorrido. Cosa vuoi fare con questa ragazza? Quello che stai pensando sono cose che capitano solo nei film. Nella realtà non esiste. O sì. Certo è che, la fame di Giulia è tanta e…
Finisco e torno in camera. Lei è avvolta nella trapunta e mi sta guardando ridendo.
Io tento la fortuna levandomi il pigiama di sopra e rimanendo a petto nudo. Non sono bello ma piaccio. Fisico giusto, ne magro e ne grasso, fascino rozzo alla Daniel Craig, qualche capello brizzolato sparso qua e là, occhio castano “Lo sai, dicono che due corpi si scaldano meglio se sono nudi” mi levo anche i pantaloni. Sfacciato, entro nel letto sotto la trapunta, mi volto su un fianco e prendo a fissarla in attesa di una sua mossa
“Fai sul serio?”
“Sì”
“Mi prendi in giro?”
“No”
“Vorrei credere che..” mi sfilo i boxer e li lancio in mezzo alla stanza
“Va meglio così?”
Lei rimane a bocca aperta. La vedo scomparire sotto la trapunta, si muove frenetica. Io sorrido quando vedo pezzi del suo pigiama riaffiorare e cadere nella stanza. Vedo solo la sua faccia e la cuffia in testa “E ora?”
“Ti togli la cuffia”
“Oh” fa lei levandosela
“Quindi, ora sei nuda?”
“Beh.. non ancora”
“Non ti posso abbracciare se non lo sei completamente”
“ok” sparisce di nuovo. Riaffiora il reggiseno e poi le mutandine
Le sono vicino. Lascio che lei realizzi che un uomo quasi affascinante le sta premendo il corpo nudo contro di lei. La guardo intensamente negli occhi, abbracciandola delicatamente. Il sesso preme furioso contro di lei. Giulia arrossisce violentemente e la sento tremare “Uh.. uh.. Cosa succede ora?”
“Scegli tu: 1)Rimaniamo abbracciati tutta la notte a scaldarci reciprocamente 2)Ci togliamo qualche sfizio e lasciamo che il sesso faccia il resto”
“E 3?”
“Niente sesso, niente abbracci”
“Io.. ho vergogna del mio corpo”
Repentino, scosto la trapunta e lascio che il suo corpo nudo rimanga scoperto. Un secondo, poi riabbasso e torno a premermi contro di lei. Un paio di rotolini ai fianchi, robusta ma non grassa, belle tette, bel culetto e un linea perfetta tra le gambe senza peluria “Galeotta fu la tormenta” dico mentre la bacio piano
“Fammi sentire bella”
“tu lo sei già” ci baciamo con trasporto. Lei preme il suo corpo contro il mio. Sento che lo cerca, lo stringe. Non ho bisogno di sapere altro.
Con delicatezza sono dentro di lei. Faccio fatica, lei è ancora stretta. Urla soffocate, le unghie che affondano nelle spalle. Poi, diventa tutto più facile. E’ brava, asseconda ogni mio movimento. Impara in fretta. Il suo corpo è così morbido e..
Lei geme mentre vengo dentro di lei. Rimaniamo abbracciati. Sì, la storia dei corpi nudi abbracciati che fanno calore è vera “So che non dovrei dirlo dopo una scopata sola ma, mi sa che sono presa una cotta per te”
“Qualcosa sento anche io” rispondo. E sono sincero “Era da molto che non mi sentivo così”
“Dopo tutto è vero”
“Che cosa?”
“Gira che ti rigira, quando un uomo incontra una donna, si finisce sempre a far sesso”
“Ci siamo scaldati a vicenda” dico “Possiamo rifarlo fino a mattina”

IV-
La mattina ci sorprende abbracciati. L’abbiamo fatto altre tre volte. Dopo tre scopate, sento di sentirmi legato a quella ragazza paffutella incontrata per caso nel mezzo di una tormenta. Mi piace il suo corpo morbido, il modo in cui dischiude le gambe per accogliere il mio sesso, la maniera in cui mi osserva mentre entro di lei.
“Buongiorno splendore” dico baciandola scivolo fuori dal letto. Fa caldo. Sembra che il riscaldamento abbia ripreso a funzionare. In bagno a pisciare, lavarmi i denti, ripulirmi.
Lei mi raggiunge poco dopo, ancora con il sorriso timido che accende le lentiggini. Mi chiedo cosa ne sarà di noi ora? Rimane un’avventura di una sola notte oppure si cementerà in qualcosa di più “Buon Natale straniero”
“Buon Natale Giulia” la bacio sul collo “Non ti ho chiesto da dove arrivi?”
“Pavia”
“Ma dai?” faccio stupito “Anche io”
“In che zona?” ride lei
“Ticinello. Praticamente ho la vista sul Giunto di Cardano”
Lei ride “Io da Porta Calcinara”
“Quindi, il caso della vita, ha fatto incontrare due pavesi che abitano a poca distanza l’uno dall’altra,nel mezzo del nulla di una bufera di neve?”
“Strano il Destino” sorride lei
“Io direi di non deluderlo questo Destino, che ne dici?” la butto lì
“E i tuoi amici in attesa?”
“A quest’ora si saranno mescolati abbastanza”
“Che ne diresti se per il week end, usciamo a prenderci una cioccolata?”
“Direi che è una buona idea”

“Come?Torni a Pavia? Non ci raggiungi?” chiede l’altra Giulia al telefono “ormai ha smesso di nevicare”
“Sì ma, si da’ il caso che ne ho basta di vedere monti innevati e strade impraticabili. Poi, ho conosciuto una ragazza”
“Una.. ragazza?”
“Sì. Ci siamo fatti compagnia per tutta la notte. Non mi sono annoiato. Saluta gli altri, ciao”

Fuori, la mia Giulia, sta caricando una borsa sulla Smart. Ah, ecco di chi era. I suoi amici Paolo e Paola, poco distanti, la guardano di sottecchi e ridacchiano.
Mi avvicino a lei, l’afferro per la vita e l’avvicino a me, sotto gli occhi attoniti di Ken e Barbie. Mi lascio andare ad un lungo bacio appassionato, completo di lingua. “Wow” fa lei “Hanno la bocca aperta?” mi sussurra
“Pietrificati” annuisco
“Bene” si volta verso i due non amici e li saluti facendo ciao con la manina. Poi, rivolta a me “Lo sai qual è la mia fantasia più ricorrente?”
“Quale?”
“Cioccolata che mi cola sulle tette e sulla vagina con qualcuno che me l’assaggia”
“Direi che è un’ottima fantasia” sorrido. Ci baciamo, ci abbracciamo, saliamo sulle rispettive auto..

…The end….

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