Mia moglie Martina 7

Scritto da , il 2020-11-05, genere tradimenti

Dopo un veloce caffè espresso con pasticcino mignon che ingurgitai in fretta, uscimmo dall’hotel. Chiesi al portiere di chiamare un taxi. Ma mi scappò subito l’occhio su una fiammante aston martin decappottabile di color nero,ferma all’ingresso. Una meraviglia, specie per me che ho la passione per le auto sportive. Dentro c’era un giovanotto di aspetto sofisticato che stava aspettando di parcheggiare.
“ Le dispiace se faccio una foto alla vettura? È un mio hobby, amo le aston martin. “
“ faccia pure “ mi disse guardando Martina. “ e se vuole vi potrei anche portare a fare un giro,,così provate la macchina “.
“ magari….. noi andiamo all’acquario, se le va ci potrebbe accompagnare lì.. però..no, c’è un problema, la macchina ha solo due posti e noi siamo in tre…”
“ si può risolvere. L’acquario non è molto lontano, prima accompagno sua moglie e poi ritorno a prendere lei. Dopo se vuole la può anche guidare..”
“ si,Max, dai…. facciamo come dice il signore, è già tardi “ squittì Martina e salì sull’auto offrendo una fantastica esposizione di tette e cosce all’incredulo guidatore. Il quale partì come un fulmine, lasciandomi allibito e senza parole…


” Ecco, pensai, non abbiamo fatto in tempo ad uscire dall’hotel che me l’hanno già fregata…io lo sapevo, sono stato un coglione, non dovevo lasciarla uscire conciata in quel modo..”
Ero rassegnato ad una lunga attesa, quindi fui sorpreso di udire dopo 10 minuti uno stridio di gomme e di vedere l’aston martin arrivare come un fulmine e inchiodare i freni davanti a me, miseramente seduto su un muretto vicino all’ingresso dell’hotel.

“ pazzo maniaco!! “ gridò Martina all’attonito giovanotto dall’aspetto piuttosto sofferente, sbattendo clamorosamente la portiera dell’auto dopo essere scesa con furia. Credo che l’insulto non abbia fatto male a quel tipo tanto quanto lo sbattimento della portiera della sua preziosa ed amata macchina…
“ Max, è roba da non credere…quel francese si è messo a parlare in modo concitato, sembrava un pazzo e andava velocissimo. Al primo semaforo ha cercato di baciarmi…mi sono tirata indietro in tempo ma al semaforo successivo mi ha infilato la mano tra le cosce chiamandomi “bella porcellina”. Allora gli ho mollato un manrovescio sul naso, per poco non andavamo a sbattere. Quindi gli ho detto che se non ne voleva un altro mi doveva riportare immediatamente all’hotel. Credo che abbia capito quello che rischiava, perché io rido e scherzo ma quando mi incazzo son dolori…”
“ si amore, questo lo so, speriamo che tu non gli abbia rotto il naso… non vorrei avere seccature con la polizia “
“ veramente non capisco cosa si sia messo in testa…ti aveva appena conosciuto,sapeva che eri mio marito, ma cosa pretendeva?..di trastullarsi con una signora sposata baciandola e palpeggiandola come nulla fosse? anzi,come se fosse una puttana?.. Secondo me quello è pazzo..”
“ hai ragione, solo un pazzo può agire in questo modo sconcio e volgare con una signora senza essere stato minimamente provocato “

Finalmente arrivò il nostro taxi ed in breve fummo all’acquario.
La visita richiese più di un’ora e mezza durante la quale mia moglie attirò più sguardi dei pesci, almeno da parte degli uomini presenti. In particolare un signore americano molto alto e prestante, di circa una cinquantina d’anni,iniziò a parlare con Martina dimostrando per lei un forte interesse. Era un tipo estroverso e allegro,aggiungerei anche gran marpione,poiché stava diventando pressante e invadente, si capiva che non voleva mollare la presa. Martina certo non è stupida ed aveva già capito dove voleva andare a parare il bel tipo, ma stava giocando con lui,come spesso le piace fare. Rideva,assentiva e rispondeva a tono alle domande dell’uomo, salvo alla fine prenderlo in giro facendogli capire di non allargarsi troppo.

Comunque capii che le stava piacendo molto farsi corteggiare da quel maschione un po’ maturo che evidentemente conosceva l’arte della seduzione. Percepii quasi con disgusto che si era anche eccitata e che i suoi sensi cominciavano a prevalere sulla razionalità, tanto che si lasciò persino sfiorare le tette dalla mano libidinosa di quel tipo, il quale se ne fregava bellamente della mia presenza, come se fossi trasparente. La cosa dopo un pò mi fece incazzare
e cominciai a pensare come liberarmi di lui. Mi pentii anche di non aver insistito per scopare Martina quella mattina in camera, forse ne stavo pagando le conseguenze….percepiva il maschio che la bramava e la sua mente cedeva a poco a poco alla lusinga dei sensi.

Presi la decisione senza pensarci troppo, dovevo agire per riprendere in mano la situazione…
Strattonai Martina a la trascinai via cercando un posto riparato dove non ci fosse gente. La sorte mi venne in aiuto poiché aprendo una porta con la scritta privato mi trovai in un piccolo ufficio pieno di scaffali. Trovai anche la chiave nella toppa e chiusi internamente la porta. Martina non disse nulla,era vogliosa ed eccitata,io lo capivo benissimo.Lei mi lasciava fare docilmente ma con il respiro corto e accelerato.
La scaraventai contro la parete,sollevandola da terra. Infilai la faccia tra le tette quindi con le mani le feci esplodere fuori dal vestito. Me le sbranai con la bocca,leccando e suggendo i capezzoli furiosamente. Intanto le sfilai le mutandine e mi abbassai i pantaloni alle ginocchia.Il mio cazzo era duro di desiderio, rabbia e gelosia….lo infilai di colpo nella figa già bagnata, senza alcuna preparazione. Martina questa volta spalancò di colpo la bocca ma senza un grido….solo un lungo lamento di godimento mi arrivò alle orecchie,esaltando la mia già fortissima eccitazione. La chiavai con forza, sferrandole colpi profondi che facevano sobbalzare la sua testa ad ogni affondo, ripercuotendosi su tutto il corpo e vidi che sul suo volto stava comparendo l’espressione inequivocabile del godimento. Gemette forte, come fa una vera femmina da letto, procurando in tal modo ancor più piacere al suo maschio. Infine venne, soffocando l’urlo in gola e rimanendo senza respirare per tutto il tempo in cui durarono i contorcimenti e gli spasmi del suo devastante orgasmo. Venni anch’io dopo pochi secondi,appena lei iniziò a rilassarsi, rantolando di piacere e irrigando l’interno della sua figa con lunghi schizzi di semenza calda.
Estrassi quindi il cazzo e mi gustai lo spettacolo impagabile della sborra bianca che colava abbondante sull’interno cosce.

La situazione ora era sotto controllo, la moglie era stata soddisfatta.
“ ma Max,tesoro, allora avevi proprio voglia…”
“ si Martina, avevo voglia..”
“ adesso sei contento?..”
“ certo amore…grazie “


Dopo aver mangiato qualcosa in un bar ce ne andammo a spasso per Montecarlo, felici e contenti di potercela spassare insieme ancora per qualche giorno in quel posto così eccitante.
Camminammo parecchio,fin quasi a stancarci, percorrendo una lunga strada elegante e piena di bei negozi. Martina si fermò incantata davanti alla vetrina di un negozietto dove vendevano roba artigianale. La sua attenzione era stata richiamata da un delizioso vestitino bianco di cotone con tanti ricami…. la spinsi dentro dicendole che glielo avrei ragalato.

L’anziano signore all’interno del negozio restò incantato vedendo Martina…….sembrò che avesse visto la madonna. Nel camerino prova,dove entrai anch’io, Martina si spogliò per indossare il vestitino, rimanendo in mutandine e reggiseno. Non seppi resistere e la baciai palpeggiandola teneramente. Solo dopo mi accorsi che l’anziano signore stava sbirciando attraverso uno spiraglio della tenda, cercando di guardare all’interno. Che dire, mi faceva tenerezza, una simile manza non si vedeva tutti i giorni…poveretto…in fin dei conti alla sua età poteva solo guardare, anch’io un giorno sarei stato nelle sue condizioni. Per il momento, dall’alto della mia indiscutibile abbondanza di figa, potevo solo essere solidale con lui e concedere qualche briciola di ciò che possedevo.
In uno slancio di generosità scostai abbondantemente la tenda, facendo balenare allo sguardo dell’uomo il corpo seminudo di mia moglie. Mi parve di udire un gemito strozzato,ma forse lo immaginai soltanto. L’uomo divenne una statua di sale, assolutamente immobile e privo di espressione in volto.
Martina capì al volo e cercò di assecondarmi, muovendosi in modo lascivo e girandosi più volte per offrire una completa panoramica fronte/retro. Si chinò anche, offrendo il suo bel posteriore, quindi si infilò il vestitino bianco che risultò un po’ stretto. La cosa capitava a proposito…chiamai il vecchio, chiedendogli una taglia più grande. Si mosse a fatica, lentamente, quasi senza respirare…

Appena arrivò con il nuovo vestito, Martina si sfilò lentamente quello che aveva indosso e davanti ai suoi occhi increduli indossò il nuovo abito infilandoselo dalla testa, facendolo poi scendere lungo il corpo con movimenti voluttuosi, ancheggiando lentamente. Credo proprio che il vecchietto, dopo tale insperata e paradisiaca visione, avesse ricevuto sulla testa una botta di femmina sufficiente a riempire e dominare le sue fantasie per tutto il resto della sua vita. Che avesse potuto anche ammazzarsi di seghe, dipendeva da quanto gli era rimasto della sua virilità…senza dubbio però il ricordino meritava….

“ e quello che cos’è?... “ Martina appena entrata in camera si avvicinò all’enorme mazzo di fiori che faceva gran scena sul tavolo con la sua bellezza e il suo profumo : 29 rose di color rosa, meravigliose e profumate.
“ è un mazzp di rose, che siano per me? “ dissi io con ironia. “ guarda,c’è anche un biglietto, leggi un po’ chi le manda “
“Carissima signora Martina, la prego, gradisca questo umile omaggio simboleggiante l’amicizia e cerchi di scusarmi per l’imperdonabile mio comportamento di questa mattina. Vorrei chiedere scusa anche a suo marito per l’offesa ricevuta e chiedere ad entrambi di volermi perdonare.
Sarei felice,se me lo concedete, di poterlo fare anche personalmente, per questo sarò nella hall dell’hotel alle 19 sperando di potervi incontrare ed offrirvi una coppa di champagne. A presto. Antoine”

“ E’ quello screanzato dell’aston martin, si vede che non l’ho mandato all’ospedale, per questa volta “
“ beh, allora ci vuoi andare?... io personalmente ci andrei solo per fracassargli il vaso di fiori sulla testa, in modo da completare il tuo lavoro di mano “
“ certo lo meriterebbe, ma mi piacerebbe sentire cos’ha da dire per spiegare il suo comportamento….è ancora un ragazzo e si permette di infastidire le signore sposate, per di più in modo così volgare e aggressivo… dovrebbe imparare l’educazione e tenere a freno le bocca e le mani, o al limite, se vuole toccare le cosce, lo faccia con le ragazze della sua età. Non dovrebbero mancargli le occasioni dato che è un bel ragazzo…con quella macchina per di più…”
La parola “bel ragazzo” risuonò nella mia testa con il frastuono di un “gong” che si ripetè a lungo attraverso mille echi che mi rimbalzarono nelle orecchie. Ci risiamo,dissi tra me, anche la palpatina tra cosce e mutande fatta stamattina da quell’Antoine ha incasinato i suoi ormoni….

Antoine era vestito come un vero damerino,elegantissimo e tutto in bianco, ci salutò con un sorriso smagliante, facendo il baciamano a Martina….so io invece cosa le avrebbe voluto baciare…
Ci fece mille complimenti con una parlantina sofisticata e,devo dire, manifestando una certa simpatia.
Aveva 26 anni e si era appena laureato a Parigi in ingegneria informatica, la famiglia possedeva una catena di ristoranti in Normandia e lui era in vacanza a Montecarlo ospite della sorella che possedeva una villa nel principato.
L’aston martin era il regalo di laurea da parte di suo padre.
Si dilungò ancora in scuse e controscuse, portando a sua discolpa una sola argomentazione : la sfavillante bellezza di Martina che lo aveva “stregato” sull’istante e gli aveva quasi tolto l’uso della ragione.
Si….la cosa poteva essere credibile, pensai. Però era sempre un po’ stronzo, nonostante quell’aria sofisticata che voleva sfoggiare.
“ per Martina non ho saputo pensare che a un bel mazzo di rose, come segno di amicizia e omaggio alla sua bellezza e alla sua classe. Per te Max invece avrei un omaggio particolare “
E dinnanzi ai miei occhi balenarono dondolanti, come per incanto, delle chiavi di auto.
“ si,proprio così, ti piace la mia aston martin?...ben, per domani considera che sia tua…potrai guidarla e andare a spasso tutta la giornata in compagnia di tua moglie…. “ così dicendo mi sbattè in mano le chiavi.
“ non so che dire, Antoine, non era il caso, bastavano i fiori per Martina. Beh, facciamo così, un giretto breve magari lo facciamo, ma solo per prova, non più di un’ora o due, poi te la riporto dove vuoi tu. Comunque grazie,hai colpito nel segno con la mia passione per le sportive.
Antoine volle a tutti i costi offrire la cena al ristorante giapponese a pochi passi dall’hotel, dove aveva riservato un tavolo.
Io ero vestito un po’ informale,senza cravatta e camicia con maniche corte, Martina indossava un vestito nero molto aderente, corto e con un bello spacco posteriormente e scarpe rosa con tacco alto. L’abito era scollato e al collo aveva una collana di corallo rosa, un mio recente regalo.
Una vera geisha in abito tradizionale ci portò il menu e dei cestini di fiori molto belli. Io ordinai a casaccio, mentre Antoine dimostrò con la scelta dei cibi una conoscenza approfondita della cucina giapponese. Da parte sua Martina si lasciò influenzare volentieri dal bla bla bla di Antoine per la scelta dei piatti. La cucina era giapponese,ma i vini furono francesi…e anche buoni. Sicuramente molto costosi.

Verso la fine della gustosa cena calcolai che Antoine e Martina si erano spazzolati non meno di sette/otto portate a testa, innaffiando il tutto con quasi due bottiglie di vino…e mancava ancora il dolce. Io avevo mangiato una porzione di pesce con verdura e bevuto mezzo bicchiere di Bordeaux Fleur de Gray, 170 euro a bottiglia.
Assieme al dolce arrivò ancora la geisha con un giro di liquori e grappe giapponesi che misero la parola fine alla capacità di quei due di intendere e di volere.
Bagnandomi solo la punta della lingua nei liquori stavo mantenendo una buona allerta sulla situazione, e non sbagliavo. Antoine parlava sempre, era un fiume inarrestabile di parole che in parte nemmeno capivo. Inutile dire che per lo più rivolgeva la sua attenzione su mia moglie, la quale gli lasciava parecchia corda e rideva in continuazione. Antoine le avrà toccato le mani e le braccia almeno 50 volte. A me dava fastidio perché in pubblico mi piace l’educazione e lo stile nel comportamento.

Arrivò a toccare con le dita la collana di corallo di Martina, sfregando furbescamente il dorso della mano sul suo seno. Inoltre vidi che la gamba di Antoine si era lentamente spostata verso quella di Martina ponendosi parallela e aderente alla sua. Secondo me queste due mosse combinate potrebbero aver acceso la miccia….. nel senso che avrebbero potuto mettere in ebollizione nel corpo di Martina quel poco sangue che ancora c’era nel suo alcool.
Quando vidi mia moglie porre entrambe le mani sul viso di Antoine e andare a leccare una gocciolina di crema che si trovava sulla punta del suo naso, disaccavallando nel movimento le gambe ed aprendo le cosce per un attimo più del necessario, beh allora pensai che se non volevo che me la scopasse lì nel ristorante, dovevo prendere io l’iniziativa.

Martina aveva due occhi da pesce lesso, segno inequivocabile che era eccitata, oltre che ubriaca.Il suo bisogno di cazzo era impellente, doveva spegnere il suo incendio. Mi detti del coglione anche perché prima di scendere ad incontrare Antoine non l’avevo scopata…era il secondo errore in un solo giorno e adesso dovevo correre ai ripari con urgenza. Se l’avessi fatto avrebbe resistito molto meglio e, chissà, magari si sarebbe anche potuto evitare il peggio che ora si stava verificando.
“ saliamo in camera nostra,siete tutti e due troppo ubriachi per restare in giro…”
“ ehi Max, ma tu non hai mangiato nulla, non ti fai portare ancora qualcosa?... o almeno bevi ancora un po’ di vino, se no restiamo brilli solo noi due e tu continui a fare il guastafeste…”
“ tu pensa solo a pagare il conto, al resto ci penso io….e togli le mani dal culo di mia moglie…”
Infatti quel furbastro aveva abbracciato Martina, ma con il braccio troppo in basso stava lentamente accarezzandole il culo, saggiandone anche la consistenza con le dita. Martina rideva senza freno e ogni tanto tirava qualche pugno allo stomaco di Antoine, dicendo : “ ecco la punizione per aver fatto il maiale in macchina “
“ ma quale maiale, ho solo cercato di darti un bacetto ma hai rifiutato,poi ti ho sfiorato una gamba, tutto qui “
“ sfiorato una gamba?... mi stavi mettendo le dita nella figa,altro che sfiorare…e oltretutto senza permesso “
“ volevi che ti chiedessi il permesso? Bastava dirlo…”
“ no, non il mio permesso…. Il permesso di Max. E’ mio marito che decide quello che posso o non posso fare, è chiaro?...”
“ Max, posso infilare un dito nella figa di tua moglie?...tanto qui non ci guarda nessuno…”
“ Se non stai zitto il naso te lo rompo io…e questa volta per davvero “


Finalmente entrammo in camera, dove tirai un sospiro di sollievo. Almeno eravamo in privato.
“ Adesso tu Antoine ti spogli e te ne vai a farti una doccia…usa l’acqua fredda, chissà che non ti snebbi un po’ il cervello. Tu Martina siediti qui con me sul divano, non ti reggi in piedi…”
Obbedirono come scolaretti. Martina mi piombò addosso con tutto il peso e mi abbracciò. Quindi iniziò a baciarmi…era quasi fuori controllo,dovevo risolvere la situazione.
Antoine uscì nudo dal bagno,cercando i suoi vestiti.
“ tu rimani nudo e con la bocca chiusa, così la smetti di dire stronzate….è tutta la sera che vai avanti. Siediti sulla poltrona e zitto.

Martina riprese a baciarmi a lingua in bocca, intanto io presi le sue tette a piene mani e le palpai a lungo. Gemette di piacere. Quindi infilai le mani sotto la gonna e la feci salire sino ai fianchi, esponendo tutta la sua intimità all’incredulo giovanotto. Tirai giù la cerniera del vestito e glielo sfilai dall’alto. Le tette di Martina, pur dentro il ridotto reggiseno, balzarono impetuosamente di fuori ondeggiando. Nel suo completino bianco mia moglie era un vero spettacolo della natura.
“ alzati in piedi tesoro, facci vedere bene quanto sei bella in mutandine e con le scarpe alte…”
A questa visione il cazzo di Antoine non resse e perse il suo contegno. Si alzò come la sbarra di un passaggio a livello, in pochi secondi fu eretto e alla massima estensione. Non era male come cazzo, le dimensioni erano adeguate, non eccessive, la forma direi perfetta. Anche Martina lo guardò e dischiuse le labbra manifestando sorpresa e ammirazione, rimase immobile ma i suoi occhi erano colmi di eccitazione. Quel cazzo era ciò di cui lei aveva bisogno, e subito….

“ amore,fai vedere ad Antoine il vestitino che ti ho regalato, anzi indossalo e facci una bella sfilatina…lo sai Antoine che mia moglie da ragazza ha fatto anche la modella?.... Antoine…hai sentito quello che ho detto? “
“ si, ma mi hai detto di stare zitto…”
“ ecco… sta zitto e guarda..”
Il corto e grazioso vestitino faceva apparire Martina come una ragazzina disinibita e un po’ perversa, diciamo anche un po’ troietta, con i lunghi capelli biondi sciolti sulle spalle e le deliziose scarpette rosa col malizioso tacco alto.
Il cazzo di Antoine sembrava di pietra allorchè Martina prese a camminare in modo sensuale come solo lei sa fare, ancheggiando lentamente e appoggiando il culo prima su una gamba e poi sull’altra, disegnando l’immagine delle sue perfette chiappe sul leggero tessuto dell’abitino.
Le tette di Martina erano lo stato dell’arte, grandi e perfette,sode ed elastiche,morbide ed invitanti…..ballonzolavano eroticamente al suo incedere ed insieme alla forma slanciata delle lunghe gambe davano al suo corpo un’immagine di selvaggia, incredibile, superba femmina da monta.
Il cuore di un uomo poteva fermarsi, la sua mente poteva annebbiarsi, il respiro bloccarsi di fronte ad un simile, stupefacente pezzo di figa….

Si fermò davanti ad Antoine, ergendosi sopra di lui con la bocca carnosa semiaperta e gli occhi fissi sul suo cazzo. Si voltò improvvisamente,facendo ondeggiare la folta criniera, fissandomi con uno sguardo assetato di sesso che chiedeva silenziosamente e disperatamente aiuto.
Alzai il pollice destro verso l’alto, un segno che lei interpretava come una bandierina verde alle sue sfrenate brame erotiche. Il suo sguardo mi parlò, mi disse prima “grazie” e subito dopo “obbedisco”……

Antoine, ormai incapace di muoversi e di connettere, assistette senza credere ai suoi occhi all’avvicinarsi delle labbra alla punta del suo cazzo.
La bocca si aprì e la lingua saettò sulla punta del glande che ne ricevette una scarica da 2000 volt.
Poi la lingua discese lungo l’asta durissima bagnandola di lucida saliva, più e più volte. Martina era inginocchiata sul tappeto davanti all’uomo e con le dita sfiorò i coglioni duri e contratti, desiderosi solo di svuotarsi del loro succo….li strinse prima dolcemente, poi li impastò in modo deciso provocando nell’uomo un gemito di sorpresa. Poi senza preavviso imboccò il cazzo e lo fece scorrere nella bocca fino alla radice, trattenendolo per un tempo che io giudicai troppo lungo. Quindi riprese fiato ed iniziò la pompa con labbra e lingua…Antoine allora cominciò a muoversi scompostamente. L’eccitazione era troppa, lo spettacolo troppo forte, la donna troppo bella….insomma sembrava non reggere e manifestò qualche sintomo di orgasmo precoce. Ma mia moglie capì al volo ed interruppe il lavoro di bocca. Appena in tempo.

Si avvicinò all’uomo ed andò a baciarlo, intrecciando con la sua lingua un groviglio erotico e bagnato. Antoine l’abbracciò ed accarezzò il leggero vestitino,godendo il contatto della stoffa con il suo corpo nudo. Con una mano quindi andò a palpeggiare le grandi tette,infilando le dita sotto il reggiseno e stringendo uno ad uno i seni con il palmo spalancato della mano. Con l’altra mano palpò i fianchi prosperosi scendendo poi sino alle cosce nude e sode. Le accarezzò con passione, all’esterno e all’interno, soddisfando finalmente con le mani il suo desiderio libidinoso a lungo trattenuto durante la serata. Dopo alcuni minuti risalì sul culo,infilandosi sotto la corta gonnellina ed andando ad accarezzare le candide mutandine, sfregando poi col taglio della mano il delizioso solco tra le natiche ed arrivando con la carezza sino al tessuto ormai fradicio che ricopriva la figa.

Dopo il lungo slinguamento e palpeggiamento, Martina riprese il suo lavoro di bocca sul cazzo duro di Antoine, succhiandolo dolcemente e leccandone avidamente il glande.
Fu qui che intervenni…. Mi ero spogliato nudo e anche il mio cazzo non era rimasto insensibile alla scena….giudicavo che Antoine non fosse nelle condizioni ideali per scopare Martina…era troppo su di giri, dopo due o tre colpi avrebbe schizzato e tolto a mia moglie anche il piacere dell’orgasmo.
Arrivai quindi alle spalle di Martina,inginocchiandomi dietro di lei. Le strappai giù le mutande con decisione e dopo una veloce ma profonda leccata alla figa già allagata, sprofondai il mio cazzo fino in fondo, provocando un suo forte gemito, attutito però dal cazzo di Antoine che occupava interamente la sua bocca. Si lasciò chiavare docilmente, con evidente soddisfazione, capiva che quella era la soluzione migliore per superare i problemi ed arrivare al godimento. La montai con voglia, profondamente, con spinte vigorose che arrivavano sino all’utero. Artigliavo con le mani le bianche cosce, la carne soda delle natiche, senza trascurare qualche affondo a strizzare e accarezzare le pesanti tette dondolanti sotto i miei colpi.

Penetrata dai due cazzi, finalmente Martina venne. Si tolse il cazzo di Antoine dalla bocca ed urlò il suo piacere represso….Antoine ne rimase agghiacciato e si bloccò in attesa. Quando l’urlo si trasformò in gemiti e lamenti ritmici, sincronizzati con i miei colpi, e il suo corpo diventò come privo di forza e sottomesso al mio piacere, aprii la diga dei miei coglioni ed un torrente impetuoso di sborra calda si riversò nella figa accogliente di Martina.

Quando anch’io mi afflosciai ritirando il cazzo gocciolante, mia moglie riprese dolcemente il pompino interrotto, succhiando e strusciando con la lingua sino a che l’attrezzo di Antoine, già sconvolto per aver assistito al coito in presa diretta, schizzò a pressione tutto il liquido sin’ora trattenuto nella bocca accogliente di Martina. La quale risucchiando massaggiò con la lingua il cazzo pulsante nella sua bocca fino a quando si arrestò…poi aprì la bocca mostrando maliziosamente all’uomo la sua propria sborra che la riempiva sino all’orlo, prima di inghiottirla con gusto e con un’unica, golosa sorsata.


Antoine e Martina erano avvinghiati nudi sul letto, baciandosi furiosamente con le gambe intrecciate l’uno all’altra.
Io stavo male,avevo lo stomaco contratto e dolorante, soffrivo per la folle gelosia di vedere mia moglie strapazzata nuda e goduta in modo libidinoso da quel coglione.
Ero nudo anch’io, allungato sul divano a guardare la scena raccapricciante. Era come assistere ad un porno film, dove l’attrice ad un certo punto gira il viso verso il pubblico e tu ti accorgi che è….tua moglie….
Le slinguate dei due provocavano rumori e risucchi che mi ferivano le orecchie. Per qualche istante cercai di pensare che stavo facendo un brutto sogno e che mi sarei svegliato presto tra le braccia di Martina. Ma i risucchi e lo sciacquio di lingue continuarono, sentivo anche l’odore di corpi sudati e di liquidi femminili che ben riconoscevo…..
Ma ancora non era nulla…vidi come in un incubo Antoine posizionare il capo tra le cosce di Martina e cominciai ad udire altri rumori ben noti, provocati dalla lingua dell’uomo che leccava e succhiava con gran lena la figa di mia moglie. Il servizietto orale durò a lungo e Martina sotto i colpi di lingua assestati con ardore dall’uomo, venne ancora ululando il suo piacere.

Ero in ginocchio sul tappeto stringendomi forte lo stomaco quando udii quell’urlo, che echeggiò nelle mie orecchie e andò a sbattere contro la strana parte del mio cervello dove si scatena l’erotismo più perverso. Era l’urlo di godimento di mia moglie che veniva usata sessualmente da un altro uomo, il piacere che mi stava provocando sembrò spezzarmi in due, poichè cozzava violentemente contro la mia gelosia. Paradossalmente questa cosa rendeva il piacere più intenso, godevo pazzamente della mia sofferenza…..godevo,soffrivo e per questo godevo ancora di più.

Ora Martina era a quattro zampe e Antoine potè finalmente,con un grido di vittoria, inforcare la sua figa. La montò con vigore,vedevo il suo culo ritmare colpi profondi nella femmina….la quale dopo una decina di minuti di furia amorosa, cedette con le braccia ed affondò il capo nel cuscino, rimanendo però con il culo ben alto sulle lunghe gambe, esposto passivamente alla brama erotica del maschio. Anche l’uomo però cominciò a cedere, le sue forze diminuirono ed il furioso assalto posteriore diminuì il suo ritmo. Finchè Antoine girò di forza Martina, le aprì le cosce e si buttò sul suo corpo penetrandola ancora da sopra. La chiavata riprese vigore e vedevo le tette ondeggianti di Martina leccate,succhiate e impastate dalle mani del suo amante. Lo vidi slinguarla ancora con passione, sussurrandole anche delle frasi alle orecchie, che immaginai essere volgari sconcezze….

Il mio cazzo stava scoppiando,lo lavoravo alacremente senza perdermi un istante della intensa scopata. Antoine reggeva bene alla distanza, merito del succulento pompino preventivamente elargito al suo cazzo troppo impaziente….avevo calcolato bene i tempi. Ora però vedevo qualche segno che faceva pensare ad una sua fine imminente, perdeva il ritmo,era scomposto, gemeva forte e Martina con lui….
Ero sdraiato sul letto vicino a loro, sconvolto dal piacere e mi menavo il cazzo con furia. Antoine stava ormai cedendo alla bellezza impareggiabile di Martina, al suo corpo perfetto, all’ardore della sua passione amorosa.
Martina venne stringendo l’uomo fin quasi a soffocarlo, lo artigliò con le unghie sulle spalle e sulla schiena, strinse ferocemente le gambe avvinghiate ed incrociate sopra il suo culo…. Sembrò che morisse per il godimento…. Poi svenne tra le sue braccia e si accasciò inerte, respirando appena.
Ebbi il tempo di vedere Antoine che, cedendo di schianto, godette rantolando e lanciando non meno di sei o sette spruzzi di sborra rovente in fondo all’agognata figa di mia moglie.
Era troppo….i miei bianchi schizzi saettarono altissimi verso il soffitto, in rapida successione……..



“ tesoro,sono le nove,ci dobbiamo alzare “
Ero ancora rincoglionito dal sonno. Avevo buttato fuori dalla stanza Antoine che erano già le due di notte e ci eravamo addormentati ancora nudi e stremati nel letto,senza neanche fare la doccia.
Avrei voluto dormire ancora ma Martina aveva fame e voleva andare a far colazione.
“ prima di andare però devo mantenere la mia promessa…. Ieri mattina ti ho messo fretta per la visita all’acquario, ma oggi ti voglio accontentare …dai pigrone,facciamo frikki frikki…..”
Mezzo addormentato salii sopra Martina che aveva spalancato le cosce e pensando intensamente ad un flash di lei che camminava col vestitino bianco davanti a quel tipo nudo col cazzo in mano, ebbi una bella erezione ed andai diretto in buca. Fu una scopata dolce e tenera, Martina fu dolcissima ed appassionata. Venimmo praticamente insieme, fondendo le nostre bocche nell’estasi del piacere. Non avevamo scopato, avevamo fatto l’amore.

FINE

I vostri commenti, positivi o negativi, sono sempre graditi.
Se volete, scrivete a Dillinger a questo indirizzo :
maverick.shot@libero.it





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