Una questione di pelle (parte prima)

Scritto da , il 2020-08-26, genere incesti

Se qualcuno mi vedesse in questo momento steso sul letto con il corpo intrecciato a quello di mia figlia mi darebbe del verme depravato e padre indegno. In un certo senso con tutte le ragioni perché non possono vedere mia figlia attraverso i miei occhi e sentire il battito del mio cuore.
Serena é una ragazza di 19 anni che, con serietà e determinazione, si sta preparando ai test di ammissione all'università. Io e la madre siamo divorziati da molti anni e lei, a periodi alterni, vive con entrambi. Infanzia e adolescenza senza alcun problema, alcuna privazione, o mancanza di affetto.
Non è perciò nel nido sicuro della famiglia ma nel mondo là fuori che cattiveria, meschinita e la malvagità umana possono rovinare la vita di ognuno di noi.
Di Serena non troverai mai una foto sui social né la vedrai mai ai parties con ex compagni di scuola, né discutere di questioni di cuore con le amiche. Perché? Perche Lei ha la psoriasi: questa manifestazione cutanea che la porta ad avere rossori sulla pelle a volte acuti con desquamazioni su diverse parti del corpo.
Magra e di altezza media, un corpicino con una vita sottile, seni piccoli e turgidi, un caschetto castano che le incornicia un visino sino al collo. Occhiali appoggiati su un nasino all'insù, palpebre, orecchie e una piccola parte centrale del viso colpite fortunatamente in forma più lieve.
Se mia moglie e sua madre ci vedesse in questo momento, uniti l'uno dentro l'altra indissolubilmente, il suo corpo arcuato all'indietro, matido di sudore e i capelli fradici, la testa reclinata un poco di lato e le labbra e gli occhi socchiusi, la mia bocca avida sui suoi capezzoli duri, scatenerebbe l'inferno sulla terra e la porterebbe via da me lontano e per sempre.
Eppure Serena non ha mai esternato nulla, nascondendo le malignita' dentro di sé, mai si è lamentata o confidata con noi per gli sguardi che feriscono, i bisbigli dietro le spalle, mai una crisi di nervi. E mentre la sua vita scorre veloce tra hobby, sport e volontariato io, il padre, ho cominciato a guardarla con occhi diversi; non gli occhi del genitore amorevole ma dello sconosciuto che guarda una ragazza al supermercato; e in poco tempo non c'era più distinzione alcuna tra l'uno e l'altro.
In casa, vestita solo di pantacollant e t-shirt, sia che stesse studiando o preparando un panino in cucina, la osservavo come uomo, come maschio e mi chiedevo come fosse possibile che i ragazzi non le dessero tregua. Ogni volta che si piegava osservavo le forme perfette del culo e le tettine sode che si intravedevano dalla manica larga della maglietta. Ho cominciato a spiarla quando era chiusa in bagno e in breve tempo il fuoco dell'ossessione é divampato senza possibilità di estinguerlo in tempo. Rovistando tra la sua biancheria da lavare annusavo le sue mutandine e le leccavo, me le avvolgevo intorno al cazzo e mi masturbavo fino a sborrarci dentro. Non solo non mi capacitavo di come fosse ignorata da un pubblico maschile di tutte le età, ma ora quasi non volevo che alcun essere vivente mettesse mai gli occhi su di lei.
Ogni volta che usciva di casa e mi salutava con un bacio, ogni volta che la abbracciavo o le facevo una carezza sui capelli lo facevo non come un padre ma come un partner, un compagno, un amante e Serena mostrava di notare in qualche modo la differenza con un espressione perplessa.
Se io, il padre, la vedessi in questo momento, nuda sul letto, braccia all'indietro, il suo corpo scosso ritmicamente dai colpi di reni di un uomo che in tutto e per tutto è l'esatta copia di me stesso, lo ucciderei all'istante a sangue freddo.
Ma io, il padre, non ero più il padre.
Un pomeriggio ero seduto sul divano a guardare le partite e Serena era accanto a me tutta presa col suo smartphone. Le ho preso le gambe e le ho messe di traverso sopra le mie ginocchia come facevo quando era bambina e ho cominciato a scaldarle i piedi; ho fatto per scaldarle anche le gambe e di lì a poco ho fermato la mia mano sull'interno coscia. In pochi istanti ho avuto una erezione ed era evidente perché indossavo la tuta grigia per casa.Lei era intenta sul suo smartphone ma comunque ha avvertito qualcosa, ha sbuffato dicendo che doveva studiare per i test universitari e si è chiusa in camera sua.
Due giorni dopo rientrando dalla palestra si è gettata stanca sul divano e si é appisolata in 10 minuti; mi sono seduto accanto a lei e guardandola le ho preso la piccola e delicata mano rossa e ruvida e dopo averla tenuta nelle mie l'ho appoggiata sopra il mio cazzo già durissimo. Lei era cosciente ora e rimaneva immobile. L'ho sentita nel silenzio assoluto deglutire e si è alzata allontanandosi in un'altra stanza. Sentivo la vergogna mista al desiderio che mi bruciava. Poi inaspettatamente é tornata e si è seduta di nuovo con un libro. Io ho acceso la TV per confondere ciò che era successo pochi istanti prima. Poi ha appoggiato il libro sul tavolino da caffè e guardava distrattamente la televisione.
Provavo ancora vergogna e giuravo a me stesso che non avrei mai fatto più nulla di così vile ma mentre lo pensavo le ho ripreso una mano tra le mie e l'ho appoggiata dinuovo sulla tuta all'altezza del cazzo.
Il cuore mi batteva a mille e respiravo pesante, non potevo nascondere l'erezione e le mie mani premevano la sua
sopra di essa. Ho cominciato a muovere la sua mano strofinandola adagio. E due lacrime le sono scese dagli occhi. Ho lasciato la sua mano, ho tirato fuori il cazzo, le ho ripreso la mano e ho ripetuto quello che le avevo fatto prima; poi le ho aperto la mano e gliel'ho richiusa intorno al cazzo e ho cominciato a muovere su e giù lentamente. Dopo un minuto ho tolto le mie mani che accompagnavano il movimento e ha continuato da sola a masturbarlo. I suoi occhi pieni di lacrime guardavano e non guardavano la TV. Improvvisamente si è alzata, ho sentito sbattere la porta della sua stanza e ha cominciato ad evitare la mia presenza.
Giorni interminabili ho vissuto col terrore che ne parlasse alla madre, poi un giorno mentre era fuori casa ho spiato una agenda che era sulla scrivania in camera sua: appuntamenti, scadenze, cose da comprare e con grande sorpresa una nota scritta 5 giorni prima : "Vuoi essere l'amante di tuo padre? Chiarire tutto con lui al più presto". Ho richiuso l'agenda e ho pensato: vuole chiarire e mettere un fine a questa situazione, ma poi mi dicevo: si pone la domanda della possibilità di poter essere l'amante del padre, la possibilità...
Un paio di giorni dopo una cappa di caldo asfissiante ricopriva la città e come le succede sempre in queste situazioni la sua pelle ne risente infiammandosi. Era in bagno seduta sul bordo della vasca in mutandine e reggiseno spalmandosi un unguento sulle parti colpite da psoriasi. Come molte altre volte ho preso il barattolo e ho cominciato ad aiutarla a spalmare la crema. Ma istintivamente ho avvicinato il pacco all'altezza della sua bocca fino a quando le era vicinissimo, ora gliela sfiorava. Duro sotto gli shorts per casa, ero troppo eccitato per fare marcia indietro. E ancora una volta Serena mi ha sorpreso: ha girato la testa e con la guancia si è appoggiata al pacco durissimo e muovendosi e con un movimento delicato lo accarezzava e al tempo stesso se ne faceva accarezzare.
Ho tirato giù gli shorts e le mutande e gliel'ho presentato davanti, al massimo dell'erezione e ho cominciato a passarglielo sulla faccia e sulle labbra, poi con l'altra mano le ho afferrato la nuca e ho premuto il suo viso sul cazzo, le labbra si sono schiuse e lo ha preso in bocca tutto; con la mano ancora sulla nuca le premevo la testa fino in fondo; poi lei mi ha tolto la mano con un gesto di fastidio e ha preso a spompinarlo da sola, lentamente, con una certa fame avida, quasi che non contassi nulla io ma solo il grosso cazzo che aveva in bocca. Si è staccata solo per guardarlo scappellato e succhiarlo in quel punto; quando ha ricominciato a spompinarlo in tutta la sua lunghezza ha avvertito dei sussulti accompagnati da un ansimare crescente e ho fatto per toglierlo e sborrarle addosso, ma ha tenuto la bocca serrata tenendolo tutto dentro e ho sborrato; quando si è staccata la sborra le colava ai lati della bocca e una lunga bava di sborra legava ancora la mia cappella alle sue labbra.








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