Gianna

Scritto da , il 2011-07-24, genere dominazione

Gianna
Avevo conosciuto Gianna in una discoteca.
Una stangona di un metro e settanta, con un fisico da farti strabuzzare gli occhi.
Non c’era un uomo che non se la mangiasse con gli occhi.
Ma non so perché, me l’ero trovata accanto, per farsi accendere la sigaretta.
Mi si era azzerata la salivazione quando, con la sigaretta fra le labbra,mi aveva chiesto: - Mi fai accendere?-.

Da vicino era se possibile, ancor più bella: un caschetto di neri capelli lisci le incorniciava il viso, appena truccato, illuminato dai più begli occhi che io avevo visto ultimamente…

Nella scollatura generosa, spingevano prepotenti, due bocce che sicuramente dovevano essere fantastiche, il vestitino corto ed aderente disegnava un corpo con curve da perdercisi.
Due lunghissime gambe scure, perfette, fino a dei piedi meravigliosi, in sandaletti dal tacco altissimo, dai quali occhieggiavano rosso fuoco le dita, lunghe e magre: da impazzire per un feticista come me…….

Già mi immaginavo in ginocchio davanti a lei, adorante a leccare quelle meraviglie…..
Sarebbe stato il massimo, mai mi era capitata una dea simile. Chissà se ci sarebbe stata? A scopare, neppure parlarne, però forse ai suoi piedi ci sarei potuto arrivare……..

- Allora mi fai accendere, o no? -, la sua voce mi aveva distolto dal sogno in cui ero caduto ammirandola.
- S..sc…scusami! - balbettai imbranato, mentre estraevo l’accendino.
- Cè un caldo pazzesco, qui dentro, ti và se usciamo un po’ lì fuori, così posso fumare la sigaretta senza problemi? -.

Non credevo alle mie orecchie: questa creatura che invitava me…..incredibile.
Non potevo assolutamente perdere un’occasione simile, - Usciamo, lì sulla terrazza, è una bella serata! - le risposi già eccitato.

Le feci strada nell’affollamento della disco, ed uscimmo.

Ci appoggiammo alla ringhiera, e lei porgendomi la mano disse: - Io mi chiamo Gianna -, le presi la mano :- Piacere, io sono Giorgio! -.
Parlammo di tanti argomenti, seppi fra l’altro che lei era dell’Avana, e mi stupii, perchè il suo italiano era perfetto, e glielo dissi.
- Sono in Italia da dieci anni! - fu la sua risposta.
Era molto piacevole parlare con lei, ed io stavo pensando disperatamente a come portare il discorso su di un altro argomento…quando lei mi disse: - Senti, mi sono stancata di questo locale! Ti andrebbe se andassimo a casa tua a bere qualcosa? -.
Le avevo detto che ero divorziato, e che vivevo da solo, ma mai, mai, mi sarei immaginato una proposta così diretta!
Ero al settimo cielo!!!
Emozionato ed eccitato le balbettai che per me andava benissimo, che sarei uscito subito a prendere l’auto, che non era parcheggiata vicina, e sarei tornato a prenderla.
Ma lei mi rispose: - Facciamo una passeggiata, vengo anch’io! -.
Quando alcuni minuti dopo giungemmo presso l’auto, io ero eccitatissimo, sentivo fra le gambe un paletto.
- Uahoo!! - esclamò, quando le aprii la portiera della Porsche.
Era sempre stata il mio sogno quell’auto, ed ora che ero rimasto solo, avevo voluto coronarlo, anche perché, fortunatamente non avevo problemi di soldi.
Durante il tragitto, non riuscii fare a meno di guardarle più volte, le cosce superbe, lasciate scoperte da una minigonna compiacente, ed i piedi, adorabili….
Dopo poco giungemmo a casa mia.
Ero riuscito a costruirmi veramente una bella casa, e ne andavo fiero, mi era costata una cifra, e non ero riuscito a goderla con la moglie, ma in compenso ero riuscito a sottrarla alle pretese del suo avvocato.
Non era grande, ma molto particolare.
Gianna ne rimase affascinata.
Ci sedemmo in salotto, e le offrii da bere.
Iniziammo a chiaccherare del rapporto fra i due sessi, e dei gusti sessuali di ognuno, quando ad un certo punto del discorso Gianna mi disse: - ….prendiamo te, ad esempio, io sono sicura che se ti dicessi di inginocchiarti qui, davanti a me a baciarmi i piedi, tu non aspetteresti altro, o mi sbaglio? -.
Io ero rimasto shoccato: come cribbio aveva fatto a capirlo? Accidenti se era vero, non aspettavo altro, ma detto così, brutale brutale, mi aveva sconvolto non poco, ero senza parole!
- Allora, mi sbaglio? - e così dicendo mi mise un piede sulle ginocchia - E’ bello vero? Non ti viene voglia di leccarmelo un po’? Poi, sadicamente si sfilò un sandalo, ed alzò il piede fino davanti al mio viso, muovendo le dita a ventaglio: - Guarda che belle, non ti piacciono? -.
Stavo sudando, avevo il cazzo che mi scoppiava, e lei se ne accorse: - Avevo ragione, non ne puoi più, ed allora cosa aspetti? -.
A queste parole non resistetti più, le presi il piede fra le mani e me lo portai quasi con rabbia, alla bocca.
- Piano, piano, non così!! - mi gridò lei :- Mettiti in ginocchio, a terra, qui davanti a me, e poi fammi vedere cosa sei capace di fare con i miei piedi! -.
Obbedii, mi lasciai scivolare come voleva lei, in ginocchio davanti al divano, poi abbassai il viso fino a terra, ed iniziai a baciarle i piedi.
Mi lasciò fare forse per una decina di minuti, poi mi disse: - Voglio sentire la tua lingua, voglio che tu mi pulisca prima le scarpe, sopra e sotto, poi se mi va, ti permetterò di lavarmi i piedi! -.
Ero fuori di me per l’eccitazione, oltre ad essere bellissima, Gianna sapeva anche come trattare gli uomini come me.
Eseguii perfettamente tutto ciò che mi ordinò di fare.
Le leccai i sandali fino a che furono perfettamente puliti, poi anche le suole…….solo allora mi concesse il contatto con la sua pelle.
Forse erano trascorse due ore di quel trattamento, avevo la lingua in fiamme, le ginocchia anchilosate, e dolori in ogni parte del corpo, quando lei mi disse: - Sei proprio uno schiavo nato, obbedisci senza fiatare, e ti voglio premiare.
Faremo un gioco: ti concederò di adorare il mio corpo non solo i piedi, salirai baciandomi, lungo le gambe, fino a che ti dirò di fermarti, però lo faremo a luci spente, al buio! -.
Io ero nel pallone, pensavo già al preludio di una scopata alla grande, mi sarei scopato questa meraviglia della natura!!!!
Mi alzai e spensi la luce, per tornare subito al mio posto.
Sentii che si muoveva sul divano, sentii un fruscio, si era tolta gli slip, li fece scorrere lungo le gambe, ero eccitatissimo, il cazzo mi doleva.
Ripresi con passione a baciarle i piedi, a leccarli ad adorarli, e presi a salire lungo quelle gambe meravigliose.
Pregustavo il piacere di infilare la mia lingua nel suo sesso, l’avrei fatta godere, l’avrei fatta sbrodolare, ed infine me la sarei scopata, alla grande, sicuramente.
La pelle delle cosce era morbida e profumata, l’eccitazione mi sconvolgeva.
Con la massima delicatezza gliele avevo aperte, ed ormai ero giunto alla meta, quando mi ritrassi sgomento: non c’era un sesso femminile, ma un cazzo, fra quelle cosce splendide!!!!
Lei si era naturalmente resa conto della mia sorpresa, e la sentii dire: - Credevi di trovare una figa, eh?Invece c’è un cazzo, ma è la stessa cosa!!Ah!Ah!Ah!Apri la bocca, tira fuori la lingua e datti da fare, forza!! -.
Ero sconvolto, non avevo mai leccato un cazzo, e non avrei iniziato ora!
Ma alle parole seguirono i fatti e Gianna, afferratami la testa se l’era già spinta sull’inguine, con forza.
Avevo la bocca chiusa contro al suo cazzo, sentivo che era completamente depilata, e la pelle era morbida intorno: non so cosa mi successe, ma estrassi la lingua ed anche se timidamente, iniziai a leccarlo.
-Apri, apri questa cazzo di bocca!!Devi succhiamelo, prenderlo in bocca, in bocca! Capito? - mi gridò Gianna.
A questo punto non mi rimase che obbedirle: apriii la bocca e lo feci entrare, tutto.
Era molto piccolo, sentendolo indurire nella mia bocca pensai che non potesse essere più lungo di dodici o quindici centimetri.
Lo sentivo tutto dentro, ed iniziai a succhiarlo.
Non l’avevo mai fatto, quindi tentavo di fare ciò che fino ad allora mi era piaciuto sentirmi fare.
Lo mordicchiavo, lo tiravo fuori e lo leccavo come fosse un cono gelato, lo picchiettavo con la lingua sul filetto, lo mordicchiavo, poi lo ingoiavo tutto, agevolmente.
Proseguendo nella mia opera, sentivo che la cosa non mi faceva poi così schifo, era pulito e profumato, e poi era bellissimo sentire i suoi gemiti, sempre più forti e continui, ricordo che iniziai a sentirmi fiero di ciò che stavo facendo……evidentemente le piaceva il trattamento…
Le leccai a fondo anche lo scroto, e più volte, letteralmente le ingoiai tutto, il cazzo ed i due piccoli testicoli, la sentivo fremere e sospirare.
Ad un tratto la sentii irrigidire, con la mano mi premette forte sulla testa e…..venne, muovendo il bacino e scopandomi letteralmente in bocca, riempiendomela, per un tempo che mi parve interminabile, con una quantità incredibile di crema densa, e salata.
Mi trovai costretto ad inghiottire, e passato il primo istante di sorpresa, mi resi conto che sentire il suo contorcersi, ed il suo gemere, il suo singhiozzare, mi esaltava, e la soddisfazione di sentirla così, mi faceva dimenticare questa strana situazione.
Si lasciò cadere sul divano, spossata, mentre io finivo di ripulirla con la mia lingua instancabile, dalle poche gocce che mi erano sfuggite.
Anch’io ero stanchissimo per il lavoro fatto e per la posizione
Mi fece sedere sul divano, facendomi cenno di abbassare i pantaloni.
Obbedii senza esitazione!
Ne sgusciò fuori il mio cazzo teso all’inverosimile, paonazzo sulla cappella, che lei fu lesta ad afferrare.
Con orgoglio la sentii esclamare: - Uhmm, sei ben messo! Ora vediamo come funzioni! -
Scivolò a terra davanti a me, iniziando a scorrerlo lentamente, con l’indice ed il pollice chiusi ad anello.
Io chiusi gli occhi, e li aprii solo quando sentii il calore umido della sua bocca, lo ingoiò fino a metà (il mio non era quindici cm!!), e gli chiuse le labbra intorno con discreta forza.
Iniziò a muovere la testa, mentre con la lingua lo teneva avvolto in quella calda cavità.
Non le ci volle molto, sentii giungere l’orgasmo violento e travolgente, mi scatenai sul divano, ma lei non si staccò neppure per un attimo e come avevo fatto io prima, bevve tutto il mio piacere.
Non ricordavo a memoria un pompino eseguito con più maestria…….
Mi guardò, dicendomi: - Ne avevi proprio bisogno!Ora però facciamo meglio, e senza armi tempo di ribattere, riprese la sua opera di bocca.
Non ci impiegò molto, ad intostarmi nuovamente il cazzo.
A questo punto si alzò, e sussurrò: - Ti piacerebbe mettermelo dentro? -.
Così dicendo si era già messa carponi sul pavimento, mostrandomi un fantastico fondoschiena.
- Prima, però lubrificami un po’! - mi disse,voltandosi verso di me e facendomi l’occhiolino - Altrimenti mi fai male! -.
Afferrai il significato di quell’invito e mi tuffai letteralmente in quel meraviglioso solco, a lingua tratta, come un cane ansimante.
Giunsi al suo buchetto, e ne sentii le increspature, leccai diligentemente, prima intorno, poi spingendomi anche dentro, facendola ansimare per il piacere, mentre mi preparavo scrollandomelo con la mano.
La leccai per diversi minuti, infilandole anche la lingua, poi mi alzai, le appoggiai il bastone all’ingresso, e spinsi, neppure tanto: scivolò dentro come un coltello caldo nel burro.
-Piano, piano, mi disse gemendo, ma io ero troppo su di giri per essere gentile
Quindi la afferrai per i fianchi, e la tirai a me.
Poi iniziai a affondarmi in lei, con lunghi e decisi colpi, sentivo i coglioni sbattere contro di lei e ad ogni colpo la sentivo gemere.
Era una sensazione mai provata, sconvolgente, bellissima, mi sentivo il cazzo come aspirato, dentro a quel buco bollente.
Governavo il suo ed il mio movimento, e ciò mi portò in breve al culmine, la strinsi con forza ai fianchi e le inondai l’intestino di sperma.
Fu semplicemente fantastico!!
Rimanemmo coricati sul tappeto forse un’ora, poi ci ricomponemmo senza parlare.
Uscendo di casa mi disse:- Ti è piaciuto? - Moltissimo! - fu la mia risposta -Allora ci dobbiamo ancora vedere, ci sono ancora tante cose che voglio fare con te! - mi rispose.
Volle che la lasciassi a poca distanza dalla discoteca, e quando le chiesi un numero di telefono, o un recapito, mi rispose che mi avrebbe trovato lei.
E’ trascorso più di un mese, ed io frequento regolarmente la discoteca, ma di Gianna, neppure l’ombra……….






















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