Sonia, paradiso ed inferno (cap.I°)

Scritto da , il 2012-02-29, genere dominazione

Sonia, paradiso ed inferno
Cap. I°

Ho 55 anni, sono un ingegnere, impiegato in una grande azienda. Ho due grandissime passioni, le auto e le donne, anzi nell’ordine di importanza, le donne e poi le auto.
Le donne mi piacciono giovani, anzi direi molto giovani, intendiamoci, non parlo di minorenni, ma fra i venti e trent’anni, per me sono il massimo.
Poi, la mia è una passione , diciamo un po’ particolare…adoro i piedi femminili. Nel senso letterale della parola..
Intendiamoci, mi piace sempre una sana e bella scopata, metterlo dentro a quelle fighette strette, e sentirle gemere, mi piace sempre, ma mi piacciono i piedi, adoro i piedi.
Starei ore a leccare un bel paio di piedi femminili…se poi la proprietaria ci sa fare, mi fa letteralmente impazzire.
La tortura, se così posso definirla, è che nell’azienda nella quale lavoro ci sono tantissime ragazze, molte delle quali decisamente belle, e con splendidi piedini, che d’estate occhieggiano da libidinosi sandaletti. Da tempo ce n’è poi una che credo, abbia capito qualcosa di questa mia passione, è la segretaria di un mio collaboratore e moltissime volte ho a che fare con lei…
Ha 25 anni, portati magnificamente, con tutto ciò che serve in splendida forma.
Ha dei piedini che starei ore a guardare, anzi, più di una volta ho già pensato come potrebbe reagire se le dicessi che vorrei tanto baciarglieli, ma non posso, nella mia posizione.
Però, come ho detto, ho l’impressione che abbia fiutato qualcosa, perché è la sola che non ho mai visto indossare scarpe che non abbiano almeno dieci cm. di tacco, ed è la sola che a volte, mentre stà scrivendo qualcosa alla scrivania, con le bellissime gambe accavallate, fa dondolare la scarpetta in modo decisamente provocante, e che dà lì impressione di essere un invito.
Purtroppo si trovano in giro sempre meno ragazze che siano disposte a farsi fare certi servizi, e così la cosa migliore è approfittare della tecnologia, e cercarle in rete.
Purtroppo però con tutti i rischi che ci sono…… E’ successo più di una volta che quella che si era definita giovane padrona con piedi bellissimi, celava una cinquantenne con le vene varicose, e le unghie incarnite.
Oppure anche la ventenne che ti dovrebbe far sognare, nasconde la quarantenne che a volte ha anche litigato col sapone.
Fortunatamente non ho problemi economici, e quindi cerco di trovare sempre il meglio.
E questa che voglio raccontare è l’avventura che mi è capitata, cercando in rete un bel paio di piedi femminili.
“Padroncina 21enne, viziosa, con splendidi piedini cerca schiavi…da dominare soprattutto psicologicamente”Questa fu l’inserzione che diede il via a quello che divenne il paradiso, ma rischiò di essere il mio inferno.
La foto unita, era solamente di un bel paio di piedini, calzati in quelle delizie che per me sono i sandaletti estivi, quelli di sole striscioline.
Decisi di provare ed inviai una mail all’indirizzo indicato, complimentandomi innanzitutto per la bellezza di quei piedini, e presentandomi quindi come un possibile adoratore.
Trascorsero alcuni giorni prima di ricevere risposta, ed avevo già perso la speranza, perché quasi sempre in rete accadeva così, quando la sera aprendo la posta lessi: - Schiavo, a me non interessa l’età, mi interessa l'efficienza e la devozione, come in tutte le cose del resto! E gli schiavi preferisco anzi che siano uomini maturi, che si pieghino ai miei piedi e siano generosi. Un’ adorazione prettamente simbolica è troppo poco per me.-
Seguivano alcuni esempi dei trattamenti che avrebbe riservato ai suoi schiavi. Trattamento che, insisteva, era basato sulla dominazione psicologica- Non potrai più fare a meno di me – era la logica conclusione della mail.
Era decisamente intrigante, ed eccitante, mi piaceva , e decisi di accettare, non sapendo a cosa stavo andando incontro.
C’era il nr. di cellulare e chiamai.
Mi rispose una voce fresca , squillante – Pronto?Chi sei? – Chiamo per quella inserzione, che ho visto su ***** - Ah, sei uno schiavo? Bene, e cosa vorresti?Una seduta di due ore sono 300€, niente sesso e comunque facciamo solo ciò che voglio io! Sei novizio oppure hai già esperienza? – Ascolta - la interruppi –Volevo che sapessi che non sono giovanissimo, ho 55 anni! – Embè, cosa vuol dire? Meglio, ho più soddisfazione a sottomettere schiavi maturi…Poi, è meglio che chiariamo subito: non ti permettere più di darmi del tu, io per te sono la padrona! Tu sei lo schiavo, ed io la padrona, e mi devi dare del lei, ok? – Va bene, padrona – risposi io, non nascondo che già a quelle parole mi sentii il cazzo premere contro i pantaloni.
-Allora – riprese – Ecco l’indirizzo, stasera alle 21, sarò libera, e vedi di essere puntuale..schiavo – Come vuole, padrona – fu la mia risposta.
Confesso che appena riattaccai, mi scaricai con una sega liberatoria.
Era da un po’ che non trovavo una giovane, e credetemi, le sessioni a pagamento non sono mai troppo soddisfacenti.
Alla sera, cinque minuti prima dell’appuntamento, ero all’indirizzo.
Era una casetta bassa, piccola, piccola, ma carina. Lessi il nome sul campanello e suonai.
Rispose quasi subito: - Si? – Sono Franco…lo schiavo…Padrona – Bene, entra – lo scatto della serratura accompagnò queste parole.
Percorsi un breve vialetto e dopo tre gradini mi trovai davanti alla porta che era socchiusa. Stavo per toccare la maniglia, quando mi apparve Sonia, dico mi apparve, perché in quel momento, per me fu un’apparizione.
Una ragazza, alta non più di un metro e sessanta, con un caschetto nerissimo di capelli, occhi fra il verde e l’azzurro , la bocca truccata rosso fuoco, ed un fisico perfetto.
Due piccole tette durissime, spingevano contro un body color vinaccia, sgambatissimo, le gambe perfette una vestaglia di pizzo trasparente rendeva il tutto molto più eccitante
Mi squadrò da capo a piedi, dicendo: - Così saresti tu, l’adoratore che pensa di essere anziano? Vieni, vieni che ti farò vedere invece quanto sei giovane…eh…eh..tanto per essere chiari fin da subito, queste sono le regole: come ti ho già detto, la mia tariffa è 300€, per un minimo di due ore, ed anche se tu non ce la fai, la tariffa è quella. Niente sesso, mi chiamerai padrona, ed io ti chiamerò schiavo, e se mi andrà di concedertelo potrei anche permetterti di farti una sega sui miei piedi, comunque in ogni caso faremo sempre solo ciò che deciderò io, d’accordo? -.
- In qualsiasi momento, sarai liberissimo di andartene, ma naturalmente se lo farai, non dovrai più ritornare, insomma o accetti tutto, o nulla….-
Confesso che queste parole, insieme a quello che vedevo, ed al suo profumo , mi provocarono una notevole erezione, che non sfuggì al suo occhio esperto. – Ah, vedo che sicuramente lui è d’accordo! Ah…ah… vieni entra.
Mi fece entrare in locale, probabilmente un salotto, che contrariamente a quanto avevo visto fin’ora in certe squallide sedute, non aveva alcuno di quegli strumenti che solitamente usano le professioniste , e di questo fui sorpreso.
Mi fece togliere la giacca, e mi offrì da bere, poi si sedette sul divano, così facendo la vestaglia le scivolò aprendosi sulle cosce lisce e bianchissime, scoprendo una pelle perfetta.
Non vedevo l’ora di inginocchiarmi, come da copione davanti a quella dea….Lei mi sorrise :- Scommetto che vorresti subito inginocchiarti qui davanti e baciarmi i piedi, vero? Invece aspetterai fino a che lo dirò io, e vedrai che dopo l’attesa, sarà più bello ed eccitante! – E così dicendo mi appoggiò una mano sul gonfiore dei pantaloni, io ero già eccitatissimo….
Mi fece sedere accanto a lei, e iniziò a farmi delle domande sulla mia vita, la mia attività, da quando avevo scoperto di questa mia passione per i piedi femminili, ecc…
Mentre le rispondevo, mi perdevo a guardarla, era molto bella, piccola, minuta, ma bellissima, e sentivo crescere dentro di me il desiderio non solo di adorarla, ma di fare sesso con lei.
Mi disse di avere 21 anni e di aver scoperto la sua “vocazione” già da bambina, quando provava soddisfazione a dare ordini ai compagni di gioco, e di giungere a punirli se non le obbedivano, poi crescendo aveva capito che erano moltissimi i ragazzi, e poi gli uomini che godevano nell’essere sottomessi da lei, e quindi ne aveva fatto quasi una professione.
Mi disse quasi una professione, perché in realtà, aggiunse che lei era un‘impiegata in un’azienda di trasporti.
Poi, con educazione, ma anche estrema fermezza: - I soldi, sai, io non ti conosco e vorrei evitare…Poi voglio che mi lasci anche il numero del cellulare, perché se vuoi diventare mio schiavo, ti dovrai saper mettere a mia disposizione, ogni volta che vorrò!-
-Certo! – risposi e posando tre banconote da cento sul tavolino, scrissi su un foglietto il numero del mio cellulare.
Ero eccitatissimo, ne avevo voglia e lei se ne accorse………, ormai non riuscivo a staccare gli occhi dalle sue gambe accavallate, e da quel piedino che lei nervosamente muoveva di quà e di là.
Fu allora che con la dignità di una regina, Sonia fermando quel movimento mi disse: - Vediamo cosa sai fare..Schiavo, adorami! -. - Finalmente! – pensai , e gettandomi letteralmente ai suoi piedi.
Mi inginocchiai prendendoglielo in mano ed avidamente mi buttai a leccarglelo. -Piano, piano – disse Sonia – Voglio che tu mi faccia sentire quanto mi adori, lo voglio percepire dalle tue labbra, dai tuoi baci, non ti ho ancora concesso di usare la lingua! Forza, datti da fare,! –
Quelle parole, ricordo che ebbero su di me un effetto magico, e che subito cambiai atteggiamento.
Con tutta la delicatezza di cui ero capace presi quel piedino fra le mani , come fosse l’oggetto più delicato del mondo, ed iniziai a baciarlo, piano, con tutta l’adorazione che volevo dimostrare a quella piccola, ma autoritaria padrona.
Andai avanti così forse per una decina di minuti, finchè mi sentii, dire, anzi , ordinare : - La lingua, ora fammi sentire la tua linguaccia di schiavo, lavami i piedi! –
Obbedii, ed iniziai, proprio come un cane a leccare con devozione quel piedino, morbido e profumato, che non aveva sicuramente necessità di essere lavato. Ormai ero preda di un delizioso raptus, quando Sonia che si stava accendendo una sigaretta, di botto esclamò: - Ora basta! – ritraendo di scatto l’oggetto della mia adorazione aggiunse: - Basta, ti ho concesso già troppo! –
Non era trascorsa che una quarantina di minuti da quando ero entrato in quella casa, e forse una decina ne avevo dedicati alla deliziosa attività, e con la massima umiltà glielo feci notare.
Un calcio, neppure molto delicato mi colpì in pieno viso:- Schiavo di merda! Come osi! Se ho detto basta è basta! Capito? –Mi affrettai a risponderle: - Sì padrona! -
-Ecco come funziona il mio metodo! L’hai letto, vero, che mi piace dominare psicologicamente i miei schiavi? – Annuii – Ecco, voglio che il mio schiavo desideri così tanto servirmi e di adorarmi, da soffrire per me…- Voglio che la prossima volta , tu abbia ancora più desiderio di adorarmi di quanto ne avessi ora, e la prossima ancora, ancora di più, fino a che sarà sufficiente solo un mio cenno per farti cadere ai miei piedi, ora vattene e se voglio ti chiamerò io, tranquillo che non ti voglio truffare, mi hai pagato ed avrai ciò che vuoi…. –
Ero shoccato, senza parole, con tutta la voglia ed il desiderio folle che ne avevo, questa ragazzina mi stava scacciando, ed io mentalmente le stavo dando ragione, perché ne avevo una voglia folle già fin da subito.
Ma non potei ribellarmi in alcun modo, dovetti subire e rimessomi la giacca, me ne andai, già sperando che mi chiamasse subito.
Confesso che appena giunto a casa mi masturbai come un ragazzino, pensando a quella tirannica dea….
Fece passare due giorni prima di chiamarmi, ed io ne soffrii tantissimo, in ufficio, anche i colleghi si accorsero che qualcosa non andava, perché ero completamente diverso.
Era sabato pomeriggio quando sul cellulare vidi il suo numero. Lo fece squillare senza neppure rispondermi, sapendo di avermi in pugno.
Mi precipitai da lei, finalmente avrei liberato la mia natura, e dato sfogo al mio istinto, ricordo che mentre guidavo veloce per andare da lei
Quando suonai a casa sua, venne ad aprirmi elegantissima in un tailleur gessato che evidenziava le sue forme perfette, ed ai piedi le classiche scarpe con tacco da almeno 12cm.
Era meravigliosa, se avessi ascoltato il mio desiderio mi sarei subito gettato ai suoi piedi, ma resistetti e solo quando lei me lo concesse, appena in casa, le pulii con la lingua, anche le suole delle scarpe.
Mentre ero ai suoi piedi, si accese una sigaretta, ed in una nuvola di fumo , mi chiese:
-Mi hai pensato, schiavo? In questi due giorni? –Sapeva già la risposta, ma si divertiva a torturarmi, - Ho pensato solo a lei, padrona – le risposi.
-Scommetto che ti sei anche masturbato, vero? –
Questa domanda mi colpì come uno schiaffo in pieno viso, mi sentii arrossire, e non seppi rispondere. Lei riprese – Sono sicura che ti sei masturbato, appena sei entrato in casa, pensando di essere ai miei piedi, ne sono certa, non dirmi di no…-
-Mettiti, qui, in ginocchio, davanti a me! -
Obbedii, e lei mi sorrise, poi si piegò verso di me e mettendomi una mano sotto al mento, mi sollevò il viso, e si abbassò verso di me – Apri la bocca, schiavo!- Obbedii, giusto in tempo per accogliere il suo sputo che mi cadde sulla lingua.
Non me lo aspettavo, ma devo dire che la cosa non mi sconvolse, sapeva un po’ di fumo, e forse un po’ di menta- Inghiottisci e ringrazia la tua padrona –
Obbedii, e deglutii, ringraziando.
- Che maialino sei! Ah!...Ah!...Ah!.. a casa ti masturbi, e qui ti bevi i miei sputi! Sei proprio un vecchio porcellino!Ah!...Ah!...- Avevo il cazzo che mi doleva tanto era duro, Sonia se ne accorse, e ci appoggiò un piede proprio sopra, iniziando a muoverlo.
-Ora coricati, qui,davanti a me!-
Ero eccitatissimo, obbedii, e la mia padroncina si sistemò meglio sul divano, ed iniziò a farmi una sega col piede, strusciandolo sui pantaloni…. Mi mise l’altro piede sul viso – Lecca! -.
Non me lo feci ripetere, e con un palmo di lingua iniziai a percorrerne la pianta, lei agevolava la mia opera facendolo scorrere, proprio come fosse su uno zerbino.
Poi, avvenne che non ce la feci più: il piede sui pantaloni aveva ottenuto il suo effetto, e vergognosamente me ne venni sussultando, nelle mutande, una sborrata che non mi pareva volesse smettere.
Sonia scoppiò in una squillante risata- Ma com’è sensibile il porcellino!…Ah!…Ah!...Ah! Basta che glielo sfreghi un po’, e se viene come un ragazzino! Ah!..Ah!..Ah!...-
Mi sentivo umiliato da questa ragazzina che mi prendeva in giro, ma allo stesso tempo ero eccitato, proprio come diceva lei: come un porcello….
Si alzò di scatto, togliendomi quel piedino che non avevo smesso un attimo di leccare: -Vattene! Ora ho da fare, ti chiamerò io! Vai, sparisci! –
Ero sorpreso da questo cambio di atteggiamento, ma era nei patti, io ero lo schiavo e dovevo solo obbedire, non pensare, solo obbedire.
E così feci, ed in un attimo fui sull’auto, dirigendomi verso casa.
Era stato bellissimo, veramente Sonia ci sapeva fare! Ed era solo l’inizio, ero felice…
Questo pensiero me lo fece nuovamente indurire, mentre con una mano tentavo di sistemarmi le mutande bagnate…

continua....



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