Mai sazia

Scritto da , il 2019-07-26, genere orge

Preparata a dovere. Un caffè, due biscotti, una doccia con depilazione dell'ultimo minuto.
Soliti passaggi per essere il più possibile perfetta: crema, trucco leggero, intimo semplice ma carino.
Piove. Volevo mettermi un vestitino morbido e un po' di tacco ma devo ripiegare su jeans, canotta e anfibi. Passo davanti allo specchio prima di uscire. Mi sento arrapante. Prendo la borsa e varco la soglia di casa

Il tragitto è sempre il solito. La prendo con calma, so che arrivata dovrò aspettare un po'.
Mi fermo all'area di sosta.
È mattina presto. In autogrill, aspettando il caffè, gli specchi dietro la barista mi danno la possibilità di osservare un buon numero di camionisti che, alle mie spalle, si interessano al mio culo. Malcelati apprezzamenti sotto voce.
Se sapessero cosa sto andando a fare ...
Bevo il mio espresso amaro, mi giro, mi fanno passare squadrandomi da capo a piedi, senza preoccuparsi di nascondere sguardi libidinosi e sorrisi ebeti.
Sorrido anche io senza degnarli di un'occhiata.

Stamattina mi sento molto puttana
Ho bisogno di tirarla fuori questa dannata maiala che alberga in me.
Scalpita, si dibatte, mi fa stare male.
È affamata

Il borgo è silenzioso e inumidito di pioggia.
Sembra abbandonato.
Bene.
Provo sempre un po' di imbarazzo passando davanti ai vecchi seduti fuori dall'uscio di casa.
Mi sembra che possano scorgere la troia che ho dentro e darle per sempre le caratteristiche del mio viso e del mio corpo: il mio sorriso beffardo di sfida.
Una puttana ribelle. Credibile? Ci provo.

Apro la porta e la vista è desolante. Questo appartamento fa cagare ma bisogna accontentarsi. È libero ed è gratis.
Appoggio il cellulare sul davanzale della cucina. È immediato l'arrivo di un messaggio. Avrò da aspettare ancora un pochino.
Mi vuole nuda al suo arrivo. Mi spoglio

Arriverà solo?
Con lui ci sarà anche il resto del mio pasto?
Non me lo vuole dire, il bastardo.
Gironzolo fra le stanze. In camera metto le lenzuola pulite.
Gioco alla casalinga: nuda su un paio di zeppe altissime, rifaccio il letto sculettando e chinandomi a novanta gradi. Rido da sola.
Da sola mi eccito. Ho la testa piena di immagini che accadranno.

Torno in cucina giusto in tempo per vedere che sta salendo la scalinata, solo. Gli apro la porta. Mi trova nuda, di spalle.
Copione già visto.
Mi butta in ginocchio a succhiargli il cazzo. Io lo faccio a gambe aperte, con voglia. Voglia di succhiarlo e voglia di farmi fottere. Gli diventa duro velocemente, mi gira e mi scopa. Prima la fica e poi il culo.
Godo con un pizzico di dolore nel cuore.
Mi piace questa ruvidezza? Non mi piace più?
Forse mi sono stancata. Peccato.

Il tempo di darmi una lavata ed ecco arrivare il primo invitato. Non lo conosco ancora.
Carino, pulito, gentile.
Mentre faccio strada verso la camera chiacchierano.
-- Visto? Questa volta l'ho trovata buona. Una Ferrari!
Palpandomi il culo, il bastardo mi mostra all'amico, come fossi un quarto di bue appeso al gancio di una macelleria.
Non hanno ancora capito che la bistecca non sono io. Poveri idioti!

Inizio a succhiarlo al nuovo arrivato. Ha una bella verga, non c'è che dire. Il paesaggio sul quale si innalza è anche di qualità. Pancia piatta, pettorali sviluppati, belle spalle. Non molto alto ma decisamente appetibile.
Succhio con enfasi, guardando quel cazzo che mi sto ingoiando come se fosse l'idolo a cui dedicare la mia vita.
A fasi alterne metto gli occhi in faccia al fortunato e di sbilenco scorgo l'espressione soddisfatta del bastardo, orgoglioso della sua puttana.
L'amico è pronto. Lo voglio sentire dentro. Voglio farmi scopare.
Guarda caso si inizia alla pecorina.
Inutile. Il mio culo è irresistibile. Oggi poi è in svendita...
Pare che chiunque possa farne ciò che vuole. Il bastardo dà il permesso. La puttana accoglie.
Fate pure, non sono ancora sazia.
La troia gode e io sono felice. Forse.
Non so. Intanto godo anch'io, poi si vedrà.
Non passa molto che un preservativo è pieno. Pausa.
Loro.
Io no.
È arrivato il terzo.
Questo è conosciuto. Bel cazzo, bel ritmo, buona resistenza. Generalmente gode quando gli dò il permesso.
Lo guardo con appetito.
Vieni, fatti assaggiare.
Buono. Non mi entra tutto in bocca. Me lo spingo in gola, forte. Mi piace. Lo lecco, lo bacio, lo succhio.
Gli altri due cazzi guardano e i loro sguardi mi mettono ancora più fame.
Voglio quello più grosso nella fica.
Mi pianto su di lui velocemente, da cattiva. Sono ingorda. Mi muovo per sentirmi piena. Mi muovo per stimolare la mia piccola erezione.
Non mi basta però ...
Forza ragazzi!
Non vi viene in mente altro da fare con me?
La tripla?
Ma certo! Ho bisogno di sostanza, no?
Il bastardo si piazza dietro e la nuova conoscenza me lo mette davanti al naso.
Mmmmmm ....
Ecco. Si. Mettiamoci anche la strizzata vigorosa dei capezzoli ....

Godi troia. Vieni puttana. Sborra zoccola.

Godo ancora. Ancora una volta godo con te, amica mia. Felice di averti dentro. Molto più in profondità di questi cazzi che riescono solo a penetrare qualche centimetro del nostro corpo.
Sei meravigliosa, bellissima, potente, come l'energia che si sprigiona nella tua pancia e nella tua testa, come la scossa sismica che arriva alla superficie della tua pelle attraverso onde vibranti. Nessuno ora ti può fermare. Può solo sentirti godere, urlare, ringhiare. Ti dicono che vai in trance quando godi. È vero. Raggiungi altre dimensioni, dove la realtà non esiste.
Cazzo. È questa la tua droga. È questa la mia droga

E pensare che qualche mese fa ero seduta sul comodino di questa stessa stanza, bloccando la porta, nel tentativo di evitare una situazione simile.

Ho fatto passi da gigante.
Devl ringraziare la mia indole e il bastardo che l'ha riconosciuta e tirata fuori.

Il bastardo.

Vorrei poter dire che al termine del pasto me ne sono andata, lasciandolo senza la possibilità di sollazzarsi col suo trofeo.

In realtà .... non sono mai sazia.

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