Lo scoglio

Scritto da , il 2019-09-14, genere trio

Qualche ora di mare, in solitudine e pace. La spiaggia di ciottoli è quasi deserta, un pescatore a 200 metri e qualche testa, troppo bionda per essere di zona, spunta ogni tanto dal sentiero della pineta. Tutti con la felpa. Io indosso solo la parte sotto del vecchio costume. Il sole è caldo da far venire voglia di tuffarsi in acqua ma a pochi centimetri da terra soffia una brezza leggera che mi accarezza la pelle e mi inturgidisce i capezzoli. Il tocco del vento insieme alla grande energia sessuale che mi agita in questi ultimi mesi fa si che io prenda posizioni sguaiate sul telo. Cosce larghe e braccia aperte. Mi giro e mi rigiro languida e disponibile. Non importa, tanto non c'è nessuno, altrimenti eviterei. A tenermi compagnia i batuffoli di nuvole nel cielo e la mia immancabile musica che fa da sottofondo all'eterno movimento delle onde. Su un pezzo degli Who ecco affacciarsi un ricordo lontano. Lontano almeno venticinque anni ...

Il paese dove sono nata, cresciuta e vissuta fino a qualche anno fa è sul mare.
Il mare in quei luoghi è avaro di sabbia e gli scogli la fanno da padroni.

Sono proprio le calette che si formano lungo la strada che conduce al comune vicino che mi ospitano tutta l'estate. Non sopporto la folla e sulle scomode pietre nere, vulcaniche, di queste piccole baie raramente trovo qualcuno. Mi posso quindi permettere di indossare solo il perizoma del costume e abbronzarmi senza che rimangano sulla pelle troppi segni chiari. Ho un corpo bello, muscoloso ma armonioso, frutto di anni di sport e di un buon DNA . Sono una ragazza semplice, niente smalto né fronzoli inutili. È estate inoltrata e la mia pelle è scura e lucida, senza imperfezioni.
Me ne sto beatamente semidistesa su uno scoglio che funge da sdraio, fumando distrattamente una sigaretta. Guardo il mare e noto una barca cabinata a pochi metri da riva. Me ne intendo poco di natanti e non saprei dare un valore a questo mezzo; sicuramente si tratta di una bella barca. Vedo due uomini in coperta che scrutano la costa con un binocolo. Ho la sensazione che mi stiano osservando ma non mi interessa. Spengo la cicca, faccio un tuffo per rinfrescarmi e me ne ritorno a lucertolare al sole. Passano pochi minuti, torno a guardare il mare. Un tender, probabilmente quello della barca, sta attraccando a riva. Ne scendono un uomo sulla quarantina e un giovane poco più piccolo di me. Massimo vent'anni. Mi puntano. Anzi no. Mi punta il vecchio. Il ragazzo gli cammina dietro, impacciato e vergognoso. Decido che devono essere padre e figlio. Aspetto l'approccio che ormai è evidente. È evidente e si manifesta con un fare borioso, stucchevole. Suscita ribrezzo.
- Buongiorno. Ha da accendere? - chiede il quarantenne.
- No - rispondo minacciosa - non fumo.
Lo sguardo dell'uomo scorre sul mio corpo, dall'alto in basso, diventa freddo, sprezzante, offeso.
A ventidue anni mai e poi mai avrei ceduto alle avance di una persona così viscida e irritante. Beh! Nemmeno a 47, a dire il vero!
Comunque. I due si allontanano. Il ragazzo mi concede un'occhiata ammirata, di sfuggita, e continua a seguire suo padre passivamente.
Altro bagno. Mi sdraio. Mi appisolo appena un po' e quando rimetto il mio sguardo sul mare, la barca non c'è più. Mi riaddormento e mi dimentico di loro.

Oggi, su questa spiaggia deserta, bagnata dallo stesso mare ma tanto lontana in termini di spazio e tempo, ripenso a quell'episodio.
Penso che se quell'uomo avesse avuto un approccio più elegante e se io fossi stata affamata di sesso come sono ora, si sarebbe potuta svolgere una delle pagine erotiche più divertenti della mia vita.

Immagino.
Sorriso simpatico. Occhi intelligenti. Padre e figlio. Il ragazzo è timido ma il padre ha un lampo di malizia negli occhi che mi piace.
- Buongiorno! Ha da accendere? - chiede con gentilezza il più vecchio dei due.
- Certo - rispondo.
Sorrido. La mia nudità non è motivo di ritrosia ma sfoggio un pizzico di sicurezza esibizionista che intriga. Lo vedo.
Una parola tira l'altra. La conversazione con i due uomini è piacevole. Perfino il ragazzo si è rilassato. Parliamo di tanti argomenti. Musica, libri, film. Divertente.
Diventa naturale accettare l'invito a vedere la barca. So cosa vogliono. So cosa voglio io.
Salgo sul tender, accettando la mano di Davide, il figlio. Nel sedermi la mia pancia e il mio seno nudo passano a pochi centimetri dal naso di Eugenio. Il padre.
Deglutisce inumidendo le labbra, quasi avesse fame e fosse davanti a un tiramisù.
Lo guardo negli occhi. Sorrido. Faccio un cenno di assenso. Una promessa muta che manterrò fino all'ultimo, per tutto il tempo che trascorrerò sulla barca.
Si. Sarebbe stato fantastico farsi scopare da entrambi. Magari conoscere con loro i piaceri del lato B, a quei tempi ancora sconosciuto. Avrei assaggiato, succhiato e leccato i loro corpi con voracità e avrei goduto dei loro cazzi con gioia. Non è successo. Peccato.
Ora ho voglia e nessuno con cui sfogarmi.
Marco? Non c'è .... Avere l'amante è faticoso, non c'è mai quando hai bisogno di lui

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