Quel film condizionò la mia mente.

Scritto da , il 2019-03-07, genere dominazione

Era un pomeriggio di estate e già mi pesava il dovere andare via dalla mia fresca e tranquilla casetta di campagna per andare a cena in città, Roma, con un ex compagno di scuola che da anni non vedevo. Mi viene l'idea di andare al cinema per stare due ore al fresco poi alle nove di sera l'afa sarebbe stata più domabile in trattoria. così prendo la macchina e arrivo a Roma dove mi fermo sul ciglio della strada e guardo nel telefonino i cinema più vicini a me. L'unico comodissimo era quello dove fanno solo film a luci rosse ed in fondo, non dovevo guidare a lungo perchè a sole poche centinaia di metri e poi, certo mi sarei addormentato per quanto mi erano indifferenti tali spettacoli ma un'ora e mezza al fresco mi allettavano ugualmente. Ci andai e mi accomodai in sala. Il film sembrava fosse il solito scorrere di immagini dove non si faceva altro che scopare, sbocchinare e quasi mi calavano le palpebre, invece, all'improvviso, la scena cambia e in un ambiente abitato da gente benestante ( auto di lusso, stanze arredate "riccamente" e una ragazza ben formosa, vestita da cameriera, si trovava sdraiata sulle gambe di una signora intorno ai cinquant'anni, con le mutandine abbassate e la gonna sollevata, ricevendo delle sonore sculacciate che la facevano gridare ed io quasi mi eccitai a vedermi al posto della, senza dubbio, padrona di casa. Poi la scena si fece ancora più intrigante ed io sentii smuoversi il mio mezz'addormentato cazzo. Poi entrò in scena il classico Maggiordomo che prese per un braccio la camerierina e, seguito dalla diciamo padrona, scendono una lunga scalinata stretta che li conduce ai sotterranei del palazzo in mezzo al bosco ed entrano in una stanza dove si vedono subito anelli fissati al muro e attrezzi da tortura come fruste, racchette da ping pong e pere di gomma adatte al clistere. Il maggiordomo esce dopo aver fissato agli anelli i polsi della ragazza e la signora va subito ad abbassare la gonnellina e le mutandine alla cameriera, per poi prendere una palettina per colpire la ragazza sulle natiche che sono anche già ben rosse dalle sculacciate, poi prende la frusta e, arrotolato il corpetto, colpisce la schiena abbastanza piano per poi passare ad un ritmo forsennato che fa gridare la fanciulla ma lì nessuno può sentirla, nessuno può salvarla da simile tortura. Alla fine del film, mi accorgo che per la cena devo attendere ancora più di un'ora perciò decido di rimanere dentro il cinema al fresco e mi guardo la prima parte del film che avevo prima perso arrivando a film già iniziato. Finalmente si avvicina l'ora di cena ed io lascio il cinema e vado alla trattoria dove attendo il mio compagno che arriva poco dopo. Tra ritornare agli anni verdi, ai tempi della scuola Media, poi passare allo scorrere delle propria vita, tra la cena e vari caffè e amari fatti proprio dal gestore della trattoria, arriviamo a quasi mezzanotte. Dopo abbracci e promesse di ritrovarci ancora, ci separiamo ed io, nel prendere la strada di casa, decido di fermarmi ad un bar a me noto da anni, dove trovo sempre una grappa buonissima e, accomodatomi al tavolino, mi scolo in un'ora quattro" grappini" Esco dal bar un poco rintronato e mi fermo, prima di salire in macchina, a prendere aria fresca che mi ridesta un poco ma, d'improvviso, sento dei giovani vicini a me che stanno parlando di andare da certe puttane cinesi che sono sulla strada per casa mia e tra loro specificano che proveranno del gusto a sculacciarle anche pagandole bene e quelle lì per i soldi si fanno fare tutto. La frase mi fa scattare una molla nel mio cervellino già ben offuscato dall'alcool e, partiti i giovani, gli vado dietro per vedere le facili cinesine. Le cinesi sembrano bambine, giovanissime, che fanno scuotere me facendomi eccitare, così, dopo che l'auto dei giovani riparte, io vado a fermarmi dalle cinesi che si avvicinano subito ed io ne indico una che sale subito nella mia auto e le chiedo se per cento euro ( lì sapevo dai giovani che chiedono solo trenta euro !) è disposta a venire a casa mia, lì vicino. Fa due occhi così grandi che mi eccitano maledettamente. Arriviamo a casa e andiamo dritti in cucina dove la faccio spogliare completamente e le lego i polsi con lo spago, poi la stendo sul tavolo a pancia sotto e la colpisco sulle natiche con il mestolo che uso per "girare la pasta in pentola": Lei capisce che non può assolutamente opporsi e strilla con la speranza che qualcuno la senta ma siamo in mezzo ad una pineta e non ho vicini di casa. La sculacciata mi fa eccitare nel ricordare il film veduto e, subito prendo il bricco dell'olio per cucinare, che ha una cannula di venti centimetri e glielo ficco nel culo per lubrificare bene per penetrarla facilmente visto che ci avevo infilato un dito e quasi me lo spaccava per come stringeva il culetto. Mi ungo anche il cazzo che si era irrigidito molto, nonostante avessi bevuto molto alcool e glielo infilo tutto dentro facendola strillare dal dolore intenso. La scena mi eccita bestialmente e la inculo con una foga irrefrenabile e quando le sborro tutto dentro ed estraggo poi il cazzo dal suo culetto, vedo che il mio glande è sporco di sangue ed un rivolo ne sta uscendo dal suo culo. La slego e l'accompagno al bagno dove le preparo la doccia calda che la rinfranca e dopo mi ci infilo anch'io dove riprendo un poco coscienza, poi ce ne andiamo sul mio letto dove lei si mette subito a farmi un bocchino da godere pazzamente. Dopo una dormitina, lei mi sveglia ed io penso che vuole tornare a Roma ma lei che era stata prima in bagno ed aveva visto nell'armadietto il clistere, mi mostra l'apparecchio che subito mi provoca un'erezione ed allora vado in bagno, lo riempio d'acqua anche ben calda e, dopo che le ho leccato il buco del culo, le infilo la cannula che appendo alla parete e le svuoto due litri in pancia. Alla fine lei sente di dovere andare a scaricarsi in bagno e la sento svuotarsi rumorosamente. Dopo un bidè viene sul letto e si sdraia a pancia sotto, facendomi capire a cenni che vuole essere ancora sculacciata e glielo fo subito ma con solo le mani libere. La sento gemere forte ma dopo mi accorgo che se ne sta venendo sborrando assai. Dopo mi fa cenno che deve ritornare dove l'ho presa, cosa che faccio rapidamente e, prima di scendere dalla mia auto, mi dice di chiamarsi Kely e la posso trovare lì tutte le sere.

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