Biscotti & Losanghe (atto1-3)

Scritto da , il 2018-11-23, genere tradimenti

Diario di un uomo pacato che dopo molti anni di matrimonio e vita normale s’è trovato ad avere un’amante giovane senza averla cercata ne premeditata a quasi cinquant’anni d’età.

All’Inizio (prologo)
Fin da ragazzo sono sempre stato un assiduo frequentatore di Bar.
Dalla oramai lontana età di tredici anni io ed i miei amici abbiamo trascorso una buona ma meravigliosa parte della nostra vita chiusi nel bar del quartiere. Qui dentro oltre il giocare a carte o a scacchi, si discuteva di politica e delle cose del mondo, si leggeva il giornale e si urlava al goal della squadra del cuore e si sognava un'avventura amorosa.
Da qui si partiva per la discoteca o per le vacanze o per il luogo di lavoro dopo aver preso il caffè; ma sempre qui si ritornava e si portavano e si raccontavano le esperienze di vita fatte. Si può affermare che in quei locali, dipendentemente dalle persone che li frequentavano, i ragazzi si formavano una cultura ed una mentalità di vita più concreta rispetto anche a quella più teorica e noiosa in certi casi dell'insegnamento scolastico o dell'educazione data loro dai genitori.
Il "mio" bar, lasciatemelo dire così, si chiamava "Bar del Zoia", che era il soprannome che davano al proprietario che invece si chiama Giuseppe e lo gestiva insieme con la moglie.

In quegli anni, l'unico vero difetto di quei locali era la completa mancanza del sesso femminile “oggi per fortuna le cose sono molto cambiate e mi capita molto spesso di vedere gruppi di ragazze frequentare normalmente il bar anche la sera”; così che noi giovani adolescenti ci vedevamo costretti ad ascoltare e chiedere consigli agli uomini più adulti e "si pensava" più esperti su come si facesse a conquistare una donna ma soprattutto cercavamo di capire senza mai chiedere direttamente per la grande paura di essere derisi come si facesse il sesso.
Iniziarono così le prime esperienze con le ragazze, i primi baci, le prime carezze; sembravamo tutti molto timidi ma in realtà eravamo spaventati perché nessuno di noi sapeva esattamente cosa bisognava fare e la paura di fare brutte figure era sempre presente.
Un giorno, improvvisamente conosci una ragazza in discoteca, ha un anno più di me, la faccio ballare e lei, ci sta’!, subito. Per tutto il pomeriggio ci baciamo senza smettere un attimo, mi mette le braccia al collo e si stringe, si lascia andare, riesco a mettere la mia mano sotto la gonna e sotto le mutandine, !?!! é tutta bagnata “penso”, eh si.!, qui dentro fa molto caldo. Perché domenica non vieni a casa mia?, le chiedo, i miei devono andare a trovare dei parenti e l’avrò tutta per me. Va bene mi risponde, così potremo fare l'amore.
Che settimana di merda, sul lavoro continuo a sbagliare e, continuano a richiamarmi, il mio unico pensiero è lei. Sarò capace?, sicuramente lei l’ha già fatto, e se la metto incinta?; non voglio diventare padre di famiglia a diciassette anni. La sera, al bar, cerco di far capire agli amici cosa sta succedendo e il mio stato d'animo sperando così di trovare una specie d’aiuto a far sì di diminuire quest'ansia che m’assilla senza tregua, ma ho l'effetto contrario, loro mi prendono in giro come se fossero superesperti.
Vado a prenderla con la mia Vespa50 in un paese vicino. E’ bellissima "penso quando la vedo" vestita con un abitino molto corto; mi da un bacio e sale su la vespa abbracciandomi per attaccarsi. Mi sento un "Leone", vorrei portarla in giro per tutto il paese e per tutto il mondo per far vedere a tutti che "Pezzo" di ragazza che ho. Tutto Ok a casa?, ehhh?. Possiamo andare a casa tua?. Si tutto ok, rispondo, vuoi andarci subito? "che domanda cretina" e lei non risponde e si stringe di più.

Entriamo in casa e subito ci baciamo intensamente, sono talmente emozionato che non riesco ad eccitarmi; lei avvicina la mano ed ho uno scatto. Scusa ma devo andare al bagno, dico, vuoi bere qualcosa? "che domanda banale". No grazie, risponde. Son lì che mi guardo allo specchio, calmati Jo "diminutivo di Giovanni, che è il mio nome" così non va bene "penso" dopo anni d’eccitazioni visive e di “Seghe” non vorrai far brutte figure proprio ora. Torno nel soggiorno dove nel frattempo lei ha messo della musica e ha versato due whisky. Riprendiamo a baciarci, lei però è più calma e più dolce "forse ha intuito la mia tensione" e, piano piano ci spogliamo e finalmente facciamo l'amore; non pensavo fosse così difficile centrare il “buco” ci riesco al quinto tentativo nella posizione classica, così scopro d’essere molto “duraturo” prima di “venire” e di non avere difficoltà a toglierlo al momento giusto.

Quando tutto è finito m’accorgo d’essere talmente sudato da fare schifo, non c'è un lembo della mia pelle che non sia bagnato, cosa che anche lei rimane impressionata così che sono costretto a riempire la vasca da bagno "non avevo la doccia" e a buttar mici dentro, lei però, mi segue e s’immerge in acqua così giochiamo un po’, poi mi eccito di nuovo e così faccio la seconda "stavolta sono più bravo a centrare".

Al bar, non vedo l'ora di urlare agli amici che sono diventato un uomo, ma mi precedono dicendo: allora!!, quante volte l'hai fatta "venire" la tua bella?. Accidenti, non ne ho la minima idea “penso”, avrà avuto l'orgasmo?, chissà com'è quello di una donna. Almeno due volte di sicuro, rispondo, e tutti: “Ooohhhh”. Scarso il ragazzo, dice un vecchio di trent’anni di un'altra compagnia, se la davi a me l'avrei fatta "morire" altro che due volte ..forse..!. Porca puttana, sono depresso più di prima altro che "uomo".
La domenica dopo, lei non si fece vedere in discoteca, e la domenica dopo ancora, stava già con un altro ragazzo; soffrii un po’ perché pensavo che se l'avessi fatta "morire" ora sarebbe qui con me e non con quello. Gli amici, però, capivano il mio stato d'animo e mi aiutarono dicendomi: dai non prendertela, quella è una troia che se la sono già "fatta" metà dei ragazzi della discoteca.
La seconda delusione fu che, dopo esser diventato “uomo”, ero convinto che sarebbe stato facilissimo trovare le ragazze disposte a venire con me, visto la mia grande esperienza sessuale, ma m’accorgo molto presto che nulla è cambiato. Trovare la “tua” ragazza è molto difficile, ma trovarne una che ci “sta” è un’impresa veramente ardua e quasi impossibile, chissà perché?, visto che il sesso è bellissimo non dovrebbe essere così “pensavo”.

Con il passare degli anni, naturalmente aumentavano le esperienze in campo amoroso e nella vita in generale. Sono abbastanza fortunato perché trovo il lavoro che ho sempre sognato di fare cioè il meccanico d'automobili e, anche se mi occupa dieci ore il giorno, la sera al bar sono sempre pronto a partire per la discoteca o altro in cerca d’avventure.
C'era però una cosa che non riuscivo a capire; perché tutti gli uomini sposati che frequentavano il bar cercavano in tutti i modi di fare le corna alle rispettive mogli?. Faccio una piccola inchiesta “senza farmi capire” e scopro che i motivi sono diversi. Il più comune è che dopo il matrimonio aumentano i problemi di sopravvivenza “entrambi i coniugi sono costretti a lavorare” causando un aumento di tensione nervosa, i problemi relativi ai figli che devono occupare il poco tempo rimasto della giornata, i lavori domestici e la routine della vita familiare.
C’è anche chi sostiene che una brava ragazza e una moglie rispettabile certe prestazioni sessuali non le devono fare e pertanto per poter usufruirne bisogna per forza andare con le prostitute o con le cosiddette “facili”.
Alla fine la mia conclusione è questa. Non concepisco l’idea di fare sesso a pagamento, pertanto se voglio essere felice devo: fare i soldi e diventare ricco, trovare una ragazza che s’innamori di me e che non abbia voglia di lavorare per sentirsi indipendente, non darle troppe preoccupazioni, con un carattere molto dolce, molto “calda” con il sesso in testa come si dice di noi maschietti, molto remissiva, molto bella, che sappia essere molto simpatica, elegante e colta così mi fa fare una figura della madonna davanti agli amici, che vede solo me e che non rompe troppo le balle !.!!.???.!!. “resterò sicuramente zitello”.

D’Inverno (Cap.1)
Caro.., Caro svegliati.., dai che è tardi, le ragazze sono già lì che aspettano.
Insomma vuoi alzarti o no!!, ma cos’hai stamani?.
He?, cosa?, ah si scusa tesoro ora mi alzo; sai.!., ero in uno stato di dormiveglia, non so se stavo sognando o ricordando gli anni della mia adolescenza quando frequentavo il bar del Zoia e mi ritrovavo ancora con tutti gli amici.
Si, penso, guardandomi allo specchio con il rasoio in mano, sono un uomo fortunato, ho una brava e bella moglie, due figlie giudiziose senza troppi “grilli” per la testa, una bella casa e un lavoro che mi da un sacco di soddisfazioni.
Dai papà che facciamo tardi a scuola. Due figlie, Laura ha quindici anni e pare che in questo periodo abbia il suo primo fidanzatino ed Elisa di tre anni più giovane, che non mi hanno mai dato grossi grattacapi anche se “come nella maggior parte delle famiglie” non hanno un rapporto molto confidenziale con me ma preferiscono la madre per sfogare i loro problemi più importanti “anche perché è lei che le ha cresciute mentre ero sempre occupato sul lavoro”.
Tesoro t’ho lasciato la lista della spesa sulla mensola a fianco del telefono, mi dice mia moglie prima che io esca. Già.!, mia moglie Claudia, praticamente la conosco da sempre, era la ragazzina dei vicini di casa che si giocava insieme fin da piccini e che non avrei mai pensato di portare a ballare una volta raggiunta l’età per farlo. Ricordo che fu lei a chiedermi di portarla fuori a ballare la prima volta che uscimmo insieme, accettai solo perché mi ero appena lasciato con una ragazza con cui ebbi una relazione per oltre un anno e non volevo passare la serata del sabato al bar con gli amici.
Con il passare del tempo mi innamorai di lei, lei prese la sua bella Laurea in Letteratura “che non sfruttò mai” e un bel giorno di pioggia ci sposammo.
Penso alla prima volta che ci appartammo in macchina e mi viene da sorridere. Ci fermiamo in un luogo isolato e dopo venti minuti di sbaciucchiamenti mi slaccio i pantaloni e tiro fuori il mio “bastone” tutto eccitato. Lei mi guarda e dice: cosa vuoi fare?, guarda che sono ancora vergine. Faccio per guardare il mio “coso” ma già non lo vedevo più, era la prima volta che mi capitava di trovarne una vergine di ventitré anni che voleva fare l’amore solo il giorno del suo matrimonio.
Ci volle molta.. molta pazienza, prima le feci imparare a masturbarsi “non aveva mai avuto un orgasmo” e a masturbare me, poi a fare i “pompini”. Un giorno la portai al mare e, creando l’atmosfera giusta riuscii a far si che si lasciò andare e accettò di fare l’amore “un anno prima di sposarci”.

Ciao papà., Ciao pa’; saluto le ragazze che s’incamminano verso la scuola, giro l’auto e parto verso la mia azienda. Si, oggi sono titolare di una concessionaria d’automobili di un prestigioso marchio; ci sono arrivato dopo anni di duro lavoro di passione e di molta fortuna e, alle mie dipendenze ho cinque meccanici, tre impiegate, un magazziniere, un autista e tre venditori.
Le mie giornate?, tutte abbastanza identiche da molti anni oramai. Il mattino accompagno le ragazze a scuola, poi vado in officina “mi piace definirla così” do una controllata se ci sono problemi o altro, quindi vado al bar “sempre il solito da più di trent’anni, anche se ora la gestione è cambiata come tante altre cose” faccio colazione e leggo i quotidiani.
Ritorno all’officina e vado nel mio ufficio dove mi dedico seriamente al mio lavoro “per un paio d’ore” poi prendo l’auto e vado al supermercato con in tasca la lista della spesa a compiere la commissione datami da mia moglie “a quest’ora c’è poca gente e, forse sono l’unico maschio che c’è all’interno a parte qualche pensionato”. Ma guarda te!, penso, mentre con una mano tengo il carrello e con l’altra rovisto tra gli scaffali alla ricerca di una scatola di dolci che figura su la lista, che razza di schifezze Claudia dà in pasto alle sue figlie. Con la mano faccio cadere una confezione così m’accorgo che lì a fianco c’è una donna accovacciata con la schiena rivolta a me che a sua volta sta’ rovistando su lo scaffale. In un attimo succede quello che mi scombussola la vita per un bel po’ di tempo. La scatola cade vicino a lei, la raccoglie e si gira per restituirla rimanendo abbassata, Sicuramente non poteva sapere chi ci fosse lì di fianco, fatto sta’ che quando si gira tiene le gambe un po’ allargate ed io vedo due cosce bellissime in tutta la sua lunghezza, quasi fino alle mutandine.
Lei mi porge la scatola, poi s’accorge di avere le gambe un po’ allargate ed io per un attimo ho l’impressione che abbia ritardato a chiuderle. Allungo la mano per prendere la scatola ma non riesco a distogliere gli occhi da “lì” e, sento che ho un inizio d’erezione, poi lei si alza mi sorride e se ne va. Scusi!! Grazie!! le dico, ma ero decisamente confuso, erano anni che non vivevo una situazione eccitante al punto che pensavo che certi giochi erotici li fai solo da adolescente.
Era una bella donna con un viso senza trucco alta circa uno e settanta con capelli castani lunghi con non più di trent’anni, un abito non lussuoso ma neanche troppo economico ed un’espressione timida e dolce.
Per una settimana, tutti i giorni mi chiudo nel bagno del mio ufficio e mi masturbo come un adolescente pensando e sognando a lei e a quel giorno “chissà se portava le mutandine!”. Per un mese cerco di andare più spesso in quel supermercato e tentare di rivederla “forse m’accontenterei”. Per una volta, chiedo a Claudia di uscire “dobbiamo andare a teatro” senza indossare le mutandine. Lei mi guarda, e mi chiede se sto diventando un maniaco sessuale.

Sono appena le quattro e mezza ed è già buio, piove che Dio la manda e faccio fatica a vedere la strada. Accendo la radio per ascoltare le notizie e penso al colloquio che ho appena avuto con il Notaio a riguardo di certe pratiche che ho in corso, mentre sto rientrando in officina.
Noto l’auto ferma sul lato della strada con il cofano aperto e a malapena vedo la figura della persona che sta guardandoci dentro. Sarà deformazione professionale o passione per i motori ma senza pensarci accosto apro l’ombrello e scendo.
Scusi se la disturbo ma ho l’impressione che abbia delle difficoltà. Si grazie “mi risponde una voce di donna senza girarsi ma continuando a guardare dentro il cofano aperto” non va più!!. S’intende di motori?. Proprio per nulla mi risponde. Scusi ma!, perché continua a guardare dentro il cofano?. Si gira e!!, vorrei essere l’unico uomo su la terra per poter amarla lì subito sotto la pioggia; mi guarda con un’espressione spaventata e rassegnata con l’acqua che gli cola sul viso. Non so cosa fare, mi risponde dopo un attimo di silenzio. Sposto l’ombrello su di lei “anche se non serviva più a nulla” e guardo nel vano motore. Non poteva chiamare qualcuno?, non ha un cellulare?, ma lei non risponde.
La cinghia dell’alternatore è rotta. Senta, le dico, io sono un meccanico, se vuole l’accompagno alla mia officina che dista poco lontano così potrà asciugarsi e non prenderà una polmonite, poi mandiamo qualcuno a prelevare l’auto e in un’oretta la rimetteremo in strada.

Che bella macchina!, non ero mai salita su un’auto così, si deve guadagnare bene a fare il meccanico!. Beh! Veramente!, quando ci riesco le vendo anche, queste auto. Ah grazie per essersi preso cura di me “si gira con tutto il corpo verso di me appoggiando un ginocchio sul sedile, è bellissima con i capelli bagnati”. Si figuri., e poi tra persone conosciute!. Ci conosciamo?. Non proprio, ma ci siamo incontrati al supermercato qualche tempo fa, lei m’ha raccolto una scatola che avevo fatto cadere dallo scaffale. Accidenti che memoria. Non mi rendo conto di pensare a voce alta e guardando la strada dico: già!, e non mi hai fatto dormire per una settimana. Solo per avermi visto le gambe? mi risponde ridendo. Ho un attimo di!!, di!!!. La guardo!. Dì la verità l’hai fatto apposta a tenere le gambe aperte?. Lei s’avvicina, sorride. Mi hai visto le mutandine? Le avevi?. Mah.!. Prendo la sua mano e la appoggio sul mio cazzo che è già diventato duro dicendo: sai dirmi perché mi ecciti così tanto?. Lei s’accorge che stiamo entrando in officina, toglie la mano e dice: ma cosa fai?, neanche ci conosciamo!.

L’accompagno nel mio ufficio e le mostro il mio bagno personale dove potrà asciugarsi, poi, do disposizioni per recuperare la sua auto e per la riparazione spiegando ai meccanici l’accaduto. Torno nel mio ufficio e guardo la porta del bagno chiusa, ahh.!, se quel water potesse parlare, cosa le direbbe.
Ci vorrà un’oretta, dico quando esce, se vuoi possiamo andare a prenderci un caffè caldo “indicando la mia auto”. Non l’avete qui?. Si, ma è riservato al personale. Appena l’auto s’allontana dall’officina, a sorpresa, s’avvicina mi mette le braccia al collo e la lingua in bocca baciandomi. Non riesco più a vedere la strada e freno, le auto dietro suonano all’impazzata così lei si distacca torna sul suo sedile apre le gambe e solleva piano la gonna fino in cima, e, facendomi vedere che è senza mutandine dice: sai dirmi perché mi ecciti così tanto?.
Percorro diverse vie del paese prima di trovare un posto tranquillo dove fermarmi, e lei rimane così, con le gambe spalancate e con la gonna completamente sollevata per tutto il tragitto. Nonostante la pioggia sicuramente qualche passante per strada l’ha vista “guardando dentro l’auto” in quella posizione, che culo che hanno, a me non è mai capitato di vedere una scena così in tutta la vita e spero che nessuno che mi conosce mi abbia visto.
Fermo l’auto, abbasso i sedili e le salto letteralmente addosso “non ce la facevo più” con la sensazione di tornare ai miei vent’anni. Lei è calda, è tutta un fremito si lascia andare e fa dei gemiti dolcissimi. Mi aiuta a spogliarmi, mi sta’ baciando intensamente e con una voce sensuale appena sussurrata mi dice: dai mettimelo dentro.., mettimelo dentro. La penetro, lei si lascia “andare” completamente e dopo alcuni minuti sento che raggiunge un orgasmo intensissimo dandomi una sensazione di potenza mai provata.
Le sfilo il vestito ed inizio a baciarla e leccarla su tutto il corpo, poi, la sollevo prendendola per le gambe ed inizio a leccare la sua figa bagnata e dilatata. Piano piano le infilo un dito nel culo tutto bagnato dal suo liquido che cola giù, mentre lei allunga la mano alla ricerca del mio cazzo, quando lo trova, lo stringe forte e fa un gemito ed io, leccando sul punto più sensibile sento che raggiunge di nuovo l’orgasmo. Lo voglio in bocca, lo voglio in bocca dice tirando con la mano verso di lei.., lo fa entrare tutto in un attimo fino in fondo che rimango impressionato, poi, comincia a succhiarlo e!. e.!!. e.!!!. Cosa devo fare?, mi chiede togliendolo dalla bocca quando capisce che stavo per “venire”. Quello che ti senti rispondo, lo rimette in bocca e al momento giusto lo trattiene bevendo il mio sperma fino all’ultima goccia.

Sai che mi sei piaciuto molto?, mi dice mentre mi sto rivestendo, sei stato più bravo di tutti quelli che ho avuto. E., ne hai avuti molti?. No, mi risponde ridendo, sei o sette. Perché?, le chiedo. Come lunghezza è normale, però è bello grosso, è bello caldo ma soprattutto è molto resistente e tu hai qualcosa che mi ha “preso” subito appena ti ho visto. Allora rimetti subito la mano dove l’hai tolta prima, le dico “dopo questa dichiarazione mi ero già eccitato di nuovo”, lei m’appoggia la mano sopra la patta e rimane così fino all’ingresso dell’officina.
Mi spiace, le dico prima di arrivare, ma, siccome non voglio pettegolezzi nell’azienda dovrai andare in ufficio a pagare la tua riparazione. Quanto dovrò spendere?. Tra il carro attrezzi e tutto il resto penso sui trecento euro, “mi guarda spaurita e non dice nulla..” li hai i soldi?. Al massimo ne avrò centocinquanta mi risponde. Fermo l’auto e dico: Senti faremo così; visto che anche tu mi sei piaciuta molto, ora ti do duecento euro così potrai pagare e, se tornerai a trovarmi, quando vorrai, ti restituirò la differenza anche se vieni solo per un caffè.
Entriamo in officina e scendiamo dall’auto: arrivederci signora, mi scusi ma non so neanche il suo nome. Manuela, mi risponde dandomi la mano, arrivederci e grazie del caffè era molto buono. La vedo uscire e penso: che fesso che sono, ma.!., cazzo che scopata.

Era Ora (Cap.2)
Cara... Cara sbrigati o facciamo tardi. Mamma sbrigati o perderemo l’inizio del film. Sentila quella, non vede l’ora di guardare il suo idolo di Hollywood. Sicuramente è migliore del tuo Luca che ogni volta che lo vedo mi fa venire in mente la réclame di Ugone lo spazzolone.
Calma ragazze, saliamo in auto che la mamma arriva.
Questa è una di quelle serate, oramai sempre più rare, in cui si riesce ad uscire tutta la famiglia anche se è solo per andare al cinema “assolutamente imposto dalle mie figlie per ammirare il loro nuovo idolo”.
Trovo strano che, per essere un sabato, la sala sia mezza vuota. Sarà una schifezza di film dico a Claudia sottovoce per non farmi sentire dalle ragazze mentre ci sediamo a circa metà file delle poltroncine un attimo prima che si spengano le luci. Certo che ai miei tempi questo era un “Tempio Sacro”, penso, mentre tutti sono concentrati nella visione, questo era uno dei primi luoghi dove si veniva con la fidanzatina perché si poteva allungare le mani e si facevano le prime esperienze di baci prolungati con la lingua.
Finalmente finisce il primo tempo, si accendono le luci ed inizia il solito rumoreggiare di voci di commenti, giro la testa per guardarmi intorno e!, la vedo!. Sta’ camminando verso l’uscita della sala, sorpassa la nostra fila e, anche se non gira la testa verso di noi, capisco che s’è accorta della mia presenza. Istintivamente mi alzo e: devo andare in bagno, dico a Claudia. Papà ci prendi un gelato?, tu vuoi qualcosa?, no grazie.
Esco dalla sala e la vedo che dall’atrio sta’ andando verso il bar, allungo il passo e quando la raggiungo le afferro il polso tirandola per fermarla. Cosa fai, sei matto? mi dice sottovoce, vieni con me gli rispondo incamminandomi verso i bagni tenendola sempre per il polso. Aspetta qui, le dico fuori dalla porta. Entro nei bagni degli uomini e con gioia vedo che non c’è nessuno all’interno, torno su i miei passi e la faccio entrare. Sei matto cosa vuoi fare?. Appena la porta si chiude faccio per baciarla ma lei mi precede buttandomi le braccia al collo. Vieni le dico, la trascino dentro un gabinetto, chiudo la porta tiro giù la patta ed estraggo il mio cazzo già duro. Dai comincia a succhiare, sei pazzo?, non abbiamo tempo. Smettila di parlare e riempiti la bocca, lei non se lo fa ripetere si abbassa e se lo mette in bocca tutto in un colpo.
Ma dove sei stata?, sono più di due mesi che aspetto la tua visita all’officina e!!, no!!, non rispondermi, non fermarti, continua a succhiare, guai a te se smetti hai capito?. Sento la porta dei bagni aprirsi e porto il dito sulla bocca in segno di silenzio per farle capire di abbassare quei piccoli gemiti di assenso che fa’ ma di non fermarsi. Un attimo dopo chiunque fosse se ne va. Sei qui da sola?, (no) mi risponde muovendo la testa, in compagnia? (si), ma?, dimmi!!, sei sposata? (si) e tuo marito è qui con te? (si). Questa cosa mi fa eccitare ancora di più e dico: senti, ora ti sborro in bocca ma non voglio che bevi lo sperma, voglio che lo tieni in bocca senza deglutirlo hai capito? (si). Dai brava non fermarti così!, così!!, e.!!!.
Mi riabbottono i pantaloni mentre lei mi guarda, sento che in sala ha inizio il film, usciamo dal gabinetto. Hai la bocca piena?, le chiedo, la apre facendomi vedere tutto il mio sperma. Torniamo in sala, dico, quando sarai seduta al tuo posto a fianco di tuo marito piano piano manderai giù tutto, hai capito?. Si, mi risponde muovendo la testa, le do un bacio sulla bocca e dico: guarda che lunedì t’aspetterò dove ci siamo incontrati la prima volta alla stessa ora cerca d’esserci così parleremo ciao.
Aspetto qualche secondo poi entro nella sala che è già buia. Ma dove sei stato fin’ora?, papà e il mio gelato?, ssssh.., silenzio che non si capisce niente, e!, la vedo che si siede.

Ciao.!. Ciao, è molto che aspetti?. Cinque minuti!, Allora?, com’è andato?. Se intendi il tuo sperma!, bene, mio marito s’è incazzato perché non gli ho risposto quando mi sono seduta, se intendi il film!, che film era?. “ridiamo”. Come mai non sei più venuta all’officina?. Non volevo rivederti. !!? (…….). Anche se non mi crederai, è la prima volta che faccio le corna a mio marito e so che non se le merita, è un bravo ragazzo che lavora dieci ore al giorno e, a casa, mi aiuta in tutti i modi. Cosa fa?. Il tornitore meccanico. E tu?. Lavoro in un’impresa di pulizie fino alle quattro del pomeriggio. È molto che siete sposati?. Quattro anni, lui ha trentuno anni ed io ventinove. Figli?. No, non ne abbiamo perché con il mutuo da pagare, le rate della macchina da pagare e tutto il resto non vogliamo caricarci di problemi e, se ti interessa, prendo la pillola così potrai “venirmi” dentro senza problemi. Scusa ma..?, non ti comprendo. Sabato ho capito che non posso resisterti. Non so spiegarmi il motivo ma.!, quando ti vedo, dopo un po’, mi sento già tutta bagnata e provo delle sensazioni mai provate prima. Ho riflettuto e!, è inutile che lo nego, ma forse, questo è quello che mi manca dalla vita, così ho deciso che se vorrai un’amante fissa.!, dico di si. Cazzo una dichiarazione del genere non me l’aveva mai fatta nessuna, penso. Le do un bacio e con le mani mi slaccio la patta. Cosa fai?. Hai parlato troppo, è ora che chiudi un po’ la bocca. Ma qui c’è un sacco di gente. Solo per un attimo, le rispondo, dopo quello che hai detto voglio “sentire” la tua bocca. Do un’occhiata intorno e tiro fuori il cazzo e, lei s’abbassa. Hhaaaa!!. Alzati.!. Vedo una persona avvicinarsi che sono costretto a coprirlo con la giacca prima di rimetterlo nei pantaloni, e lei!!, ride.

Possiamo vederci tutti i giovedì dopo le quattro. No non possiamo, nell’appartamento sotto al mio vivono i miei suoceri e, anche se non si fanno capire, so che mi controllano però, il sabato mattina!. No, scusa ma il sabato per me, è il giorno più impegnativo. ?.!!!. Senti, faremo così. Tu trova una scusa per uscire due ore prima il giovedì ed io, ogni volta che ci vedremo, ti darò cento euro così recupererai i soldi persi. Mi paghi come una puttana?. Prendila come un gioco tra noi, a te fanno comodo i soldi e a me!, si mi eccita trattarti così, le dico baciandola. Se devo essere sincera, anche a me eccita molto. Cosa?. Sentirmi così come hai detto. Dillo bene che mi “prende”, tra di noi non devono esserci timori o riservatezze se vuoi che il nostro rapporto sia il migliore. Mi eccita sentirmi trattata come una puttana “mi butta le braccia al collo baciandomi”. Però, te li devi anche meritare i soldi, anzi, cominceremo subito; hai uno spogliatoio dove lavori ?. Si. Tieni.!, con questi soldi dovrai comperarti delle calze autoreggenti, ogni volta che ci vedremo verrai all’appuntamento vestita con queste calze e senza le mutandine e, prima di salire in auto ti solleverai la gonna per farmi vedere che sei come ti voglio. In strada?. Si, ma in un posto tranquillo “gli indico il luogo”. Ridendo mi dice: vuoi vedere la mia “fifi” prima di me?. La tua cosa?, non mi piace questa parola dillo bene. Vuoi vedere prima la figa e poi la faccia?. Vorrei dire si ma rispondo: tutt’e due insieme, sei d’accordo?. Si guarda intorno, s’abbassa il collant e le mutande contemporaneamente quel poco che basta poi prende la mia mano e la posa su la figa per farmi “sentire” che è bagnata. L’hai mai “preso” nel culo?. Ridendo mi risponde: Una volta Riccardo, mio marito, ci ha provato; era talmente eccitato che non ha pensato a me e voleva metterlo dentro senza neanche “bagnarmi” un po’ e, spingeva spingeva ma, “ride” io stringevo così, alla fine, tutto incazzato ha rinunciato dicendo che ero troppo stretta. L’altra volta, però, quando mi hai messo il dito m’è piaciuto tanto, il tuo cazzo, però, ho paura che, o non entra o mi “rompi” tutto. Ma va, non preoccuparti, vedrai che se arriverà il momento ti piacerà e non avrai problemi. E a tua moglie?, l’hai messo dentro?. Dillo meglio. E tua moglie, l’hai mai inculata?. I primi anni di matrimonio, prima di avere le figlie, qualche volta si, ma lei non è una donna da letto come te e, forse perché è molto religiosa o perché ha avuto un’educazione rigida oppure semplicemente perché al sesso dà un’importanza minore fatto sta’ che un giorno mi ha fatto capire che la cosa non le andava.
Io sarei una donna da letto?. Dimmelo tu, rispondo spiegandole la mia teoria in base a cui ci sono tre tipi di donna, la casalinga che sogna i figli, la donna manager che sogna la carriera e la donna da letto che sogna avventure sessuali. Si.., sono una donna da letto, mi hai capito proprio bene e.., accidenti com’è tardi devo proprio andare ciao “mi dà un bacio”. Ci vediamo giovedì, le chiedo mentre corre verso la sua auto. Va bene, mi risponde. La vedo partire, guardo il sedile al mio fianco e noto una macchia di “bagnato” e penso: nonostante la mentalità che ho sempre avuto su queste cose e, dopo quarantotto anni d’età, mi sono fatto l’amante.

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