Le Jenaise (atto 1-5)

Scritto da , il 2018-10-27, genere dominazione

Rocca S.Damiano
Rocca S. Damiano è un piccolo borgo agricolo nel centro sud dell’Italia.
Qui vive Lucia, una ragazza giovane “24 anni” ma già sposata da un anno.
E’ un caldo mattino di luglio e sta stendendo il bucato nel piccolo giardino della sua casa quando sente pronunciare il suo nome dal portalettere che la saluta e le consegna un plico. Dopo aver controllato che il destinatario fosse lei con grande stupore vede che non ci sono indicazioni sul mittente ma solo che è stato spedito da una località della Francia. Non ha nessun tipo di contatti con quel luogo, ne parenti amici o altro, così, molto incuriosita, saluta il postino abbandona tutto quel che stava facendo entra in casa e apre la busta.


Cap.1 La Fuga
Ciao Lucia.., immagino l’espressione della tua faccia.., si sono io, Angela, quella che era, ma si considera ancora la tua migliore amica che sparì improvvisamente dalla tua vita e dal paese cinque anni fa senza un motivo apparente.
Vedo il tuo stupore e..; ti scrivo perché ho bisogno di te. No.., non di soldi, anzi.
Per farti capire bene il motivo ho deciso di raccontarti tutta la storia nei minimi particolari perché da questo dipenderà la decisione che dovrai prendere, prima però, ti chiedo il favore di leggerla in un momento della giornata in cui ti trovi sola, perché è molto personale e riservata, e d’assicurarti che nessun altro lo possa fare “so che lo farai”.
Ti dico subito che le notizie che hai avuto in questi anni su di me sono false, servivano solo per rasserenare la mia famiglia perché ho preso delle decisioni che non avrebbero capito e sicuramente m’avrebbero impedito di realizzarle in tutti i modi. So che molte volte hai tentato di contattarmi “scusa” ma il timore che questa cosa venisse allo scoperto m’impediva di dare, con innumerevoli scuse, il numero del cellulare.

Sicuramente ricordi il “Ricky”, la discoteca che frequentavamo regolarmente tutte le domeniche, ebbene, tutta la storia inizia proprio lì dentro.
Ho conosciuto Lorenzo.
Si, è vero, quella volta è stata una delle pochissime che tu non c’eri, perché avevi dei parenti a casa e tuo padre non ti lasciò uscire, così mi ritrovai a ballare sola in mezzo alla pista, persa nei miei pensieri. Sollevo la testa e lui è lì che mi guarda e mi sorride fermo come una statua mentre tutti ballano intorno, vestito che sembrava un modello appena uscito da una sfilata, e va subito al sodo. Ciao, mi dice, posso parlarti in un posto più tranquillo?.
Non era un ragazzo del paese, bene o male li conoscevamo tutti; è capitato lì per motivi di lavoro mi disse e.., credimi, sono rimasta come una scema, ho fatto un gesto con la testa e l’avrei seguito dappertutto. Ti ricordi quante volte, fantasticando, ci descrivevamo come avrebbe dovuto essere il nostro uomo ideale, e quante risate ci siamo fatte, ebbene, lui era proprio quello che ti descrivevo. Ho cercato di capire se mio fratello si fosse accorto, ma stava con i suoi amici in fondo alla sala.
Usciamo dal locale e andiamo a sederci al bar dall’altra parte della strada, mi dice che da alcuni giorni mi osservava “io non lo avevo mai visto prima”, che le piacevo molto e avrebbe voluto conoscermi meglio. Da quel giorno, iniziammo a frequentarci tutte le settimane e.., credimi Lucia, mi sono innamorata perdutamente, e non sai fino a che punto “lo scoprirai andando avanti”.

Lorenzo è di sette anni maggiore di me e in quel tempo studiava ancora all’università; alto un metro e ottantaquattro con un fisico robusto ma non palestrato, simpatico con una voce calda e sicura che sa mettere sempre le persone a proprio agio. Ho resistito poco, un paio di settimane, poi ho fatto l’amore con lui ed è stato bellissimo. Diverse volte sono stata sul punto di dirtelo, sospettavo anche che ti fossi accorta, ma t’ho sempre considerata più bella di me, ed il pensiero che potessi portarmelo via è sempre stato più forte “scusa ma spero che mi capirai”.
Unico figlio di una famiglia ricchissima; pensa che suo padre è proprietario di una delle industrie più grandi e conosciute, socio di una banca, e ancora oggi, non ho capito quanti immobili e terreni abbiano.
Per un paio di mesi tutto andò bene, fino a quel giorno che, appartati in auto dopo aver fatto l’amore, mi fece uno strano discorso. Sai, mi dice, secondo me esistono tre tipi di donne; la prima è “la donna libera”, il sogno della sua vita è quello d’essere indipendente da tutti, sogna d’avere un’attività che le dia soddisfazione e sicurezza di vita, non rinuncerebbe al suo lavoro neanche se avese cinque figli; il sesso, ti direbbe, è piacevole come lo sono i viaggi e lo shopping; se le chiedi quali sono le cose più importanti ti risponderebbe: IO.., il lavoro.., i soldi; felicità, per lei, è sentirsi libera e indipendente in ogni cosa.
La seconda è “la casalinga”, il sogno della sua vita è avere un bravo marito e dei figli; farebbe qualsiasi lavoro pur di potersi sposare; il sesso, ti direbbe, è molto bello ma non lo vorrai paragonare alla gioia che ti può dare un figlio. Per lei le cose più importanti sono: Noi..” io e mio marito”, i figli.., la casa..; felicità, è avere una famiglia.
L'ultima è la donna "Da letto". Il sogno della sua vita è quello d’avere un uomo che la ami e la mantenga senza dagli alcun pensiero di lavoro o d'altro. Lei ti direbbe che le cose più importanti sono: Lui "il mio uomo" e nient'altro. Il sesso, ti direbbe, è la cosa più bella che c'è. Felicità per lei è piacere al suo uomo. A questo punto m’ha chiesto di dirgli a quale di queste tre versioni io appartenessi.

Sono curiosa di sapere cosa avresti risposto tu, io comunque, anche se mi sarebbe piaciuto molto avere un lavoro remunerativo e farmi una bella famiglia in futuro, in quel momento pensavo solo all’amore e scherzosamente gli ho risposto: "Da letto naturalmente". Bene, mi disse, è quello che speravo; vorrei farti una proposta seria, fra un paio di settimane finirò il lavoro che sto facendo e non so quando potrò tornare qui e non saprei dirti neanche quando possiamo rivederci ma sarei felice se tu venissi con me come “amante”, ti farei vivere in una villa bellissima con dei camerieri che ti servono e senza alcun pensiero, e prosegue: sai qual è la differenza tra una moglie e l’amante?. Si, rispondo sorridendo, l’amante ti fa passare il nervoso che ti fa venire la moglie. Questo per le persone normali, dice, per quelle molto altolocate è solo sesso con la differenza che non può mai dire di no a qualsiasi richiesta le viene fatta. Una specie di schiava sessuale ribadisco. Più o meno risponde, ma che fa una vita da regina. Lo guardo fisso negli occhi e dico: non vorrai portarmi a “battere sul marciapiedi!”. Ma che dici!, risponde, non ho bisogno di soldi, ecco cosa devi fare. Per prima cosa devi fare una dichiarazione scritta, ma sarebbe meglio se fai un video con il tuo cellulare, in un momento che sei sola in casa, in cui dichiari per tua libera scelta che sarai la mia amante e che accetterai tutte le mie richieste, dopodiché, per dimostrarmi che hai capito e sei convinta di farlo, dovrai presentarti all’appuntamento vestita solo con una gonna corta una camicetta e le scarpe, quindi senza calze slip reggiseno e nient’altro, sappi che quando arriverai alla villa dove vivrai, prima d’entrare, dovrai toglierti anche quelli perché dovrai entrare nuda, però, sarai sempre libera delle tue decisioni e in qualsiasi momento non ti sentirai di fare qualcosa potrai tornare subito a casa. Pensaci bene, dice con una voce seria, fra quattro settimane t’aspetterò al solito posto, se decidi di venir via con me dovrai presentarti vestita come ho detto e dovrai avere la dichiarazione con te.

Mi misi a ridere, gli ho detto di smetterla di fare lo scemo, una proposta del genere non l'avrei mai accettata. T’immagini cosa avrebbe fatto mio padre se avesse saputo di Lorenzo e delle sue proposte, lui che mi credeva ancora illibata e che mi consentiva di andare a ballare la domenica pomeriggio solo perché c'era anche mio fratello Corrado che, in teoria, mi controllava. Per fortuna che lui, come tu del resto, e tutti gli altri nostri amici, in quelle poche ore di "libertà" eravate tutti "presi" con o alla ricerca dei vostri amori.
Passò una settimana tranquilla e, quando la domenica ho scoperto che Lorenzo non venne al nostro solito appuntamento sono rimasta un po’ allibita e mi venne in mente quella sua proposta per la prima volta, ma subito ho pensato che forse voleva farsi desiderare o farmi uno scherzo oppure aveva avuto qualche impegno importante.
La settimana dopo, capivo che Lorenzo mi mancava, mi mancavano i suoi occhi, i suoi baci, la sua voce e la sua dolcezza e una sera, a letto mi sono eccitata e mi masturbai pensando a lui. Così arrivò domenica e neanche stavolta si fece vedere ed io ho cominciato ad agitarmi. Il pomeriggio del giorno dopo mi trovavo sola in casa "cosa molto rara" e ho iniziato a pensare a lui e alla sua proposta. Pensavo a dove mi avrebbe portata, a cosa m’avrebbe fatto, così sognando a occhi aperti presi un foglio di carta e iniziai a scrivere e a masturbarmi nello stesso tempo e scrissi la dichiarazione che lui voleva.
Non credevo ancora alla sua proposta, stavo per stracciare quel foglio quando mia sorella entrò nella stanza, lo misi in mezzo ad uno dei miei quaderni scolastici.
Ricordi, l'ultima volta che c’incontrammo?, per me era la terza domenica senza di lui, ero molto agitata e tu t’accorgesti e mi domandasti il motivo. Ti risposi che mi piaceva un ragazzo che usciva con un'altra "ora sai che era una bugia, scusa".
La quarta settimana fu un tormento, continuavo a pensare a lui e alla sua proposta, ai miei genitori e ai miei fratelli, a cosa sarebbe successo se me ne fossi andata da casa, pensavo che dopotutto ero maggiorenne "anche se da poco" e che non avrei più rivisto Lorenzo. Pensavo a come sarebbe stata la mia vita futura al lavoro che avrei fatto, se l'avrei trovato in quel paesino sperduto o quasi, pensavo pensavo e ripensavo.

Giunse la domenica, ho avuto un litigio con mia sorella "uno dei tanti" e mio padre come punizione mi proibì di andare in discoteca, così mi sono rifugiata in camera e accesi la radio. Di colpo mi sono ricordata della lettera che avevo scritto la settimana prima, l'ho presa e l'ho messa in tasca, poi ho cercato una minigonna che comprai due anni prima, non l'avevo mai indossata per paura dei miei genitori, l'ho piegata e me la nascosi addosso "portavo i jeans". Sentivo mio padre e mia madre che parlavano in cucina, ho aspettato il momento più opportuno per uscire. Mia madre mi vide e, naturalmente, mi chiese dove andavo, le dissi che venivo a casa tua "dovresti saperlo". M’incamminai velocemente verso il luogo dell'appuntamento con le gambe che mi tremavano, pensavo "sei pazza" ma non mi fermavo. Mi fermai cento metri prima e senza farmi notare ho visto che Lorenzo era lì che m’aspettava appoggiato ad una grossa auto “di suo padre”, di solito veniva con la sua “una fuoristrada”. Mi girai intorno per vedere se qualche persona mi stava osservando, poi con passo veloce mi sono nascosta dietro un cespuglio "vicino al torrente". Mi sono tolta il reggiseno "sopra avevo la maglietta", poi m’abbassai e velocemente mi sono tolta i pantaloni le calze e le mutande, m’infilai la minigonna, ho preso la lettera il cellulare e la mia carta d'identità "dovevo tenerli in mano perché non avevo tasche". Quando mi rialzai m’accorsi che la gonna era troppo corta "arrivava poco sotto il sedere" allora decisi di rimettermi i jeans ma ho sentito un rumore e dallo spavento li ho fatti cadere nel canale. Sono tornata in strada e m’incamminai velocemente verso la macchina. Quei cento metri mi sembravano cento chilometri, mentre camminavo mi superarono due o tre auto e io giravo la testa per non farmi vedere, mi sentivo come una puttana.

Vedendomi arrivare così "poco" vestita, Lorenzo rimase a bocca aperta senza dire una parola "credo fosse molto eccitato", lo superai e salii in auto dicendogli: "andiamo via andiamo via". Lui partì e, per almeno dieci minuti, non disse altro che: sei bellissima, sei bellissima.
Dopo qualche chilometro si fermò su un piazzaletto deserto sul ciglio della strada e disse: vedo che hai accettato la mia proposta. In quel momento m’accorsi che stando seduta in auto, la minigonna si era ritirata ulteriormente e, praticamente si vedeva "tutto". E adesso?, gli ho chiesto. Leggimi la dichiarazione che hai scritto mi rispose. Appoggiai il telefono sul cruscotto e aprii il foglio "tutto sciupato" che tenevo ancora in mano e lessi. Io Angela Casarano dichiaro che, da oggi "due settimane prima" metto il mio amore e il mio corpo a disposizione di Lorenzo che potrà disporne come vorrà. Potrà fare l'amore su tutto il mio corpo, nel luogo e nel momento che vorrà, potrà anche farmi indossare gli abiti che preferisce. Lui prende il foglio e controlla se l'ho firmato, lo piega e lo mette nel portafoglio "era vestito elegantissimo come se andasse ad un matrimonio". Tutto mi sembrava un gioco, mi da un bacio e dice: sei sicura di fare la cosa giusta?. Io pensai: non posso tornare a casa vestita cosi mio padre m’ammazzerebbe, "ma in realtà quest’avventura mi eccitava molto e questo pensiero era solo una giustificazione" e risposi .Si.
Lorenzo imboccò l'autostrada in direzione Milano, gli ho chiesto dove mi portava e rispose che era una sorpresa, poi gli dissi che avrei voluto telefonare a casa per avvisare i miei genitori "sicuramente preoccupati". Raccontai a mia madre che avevo trovato un lavoro in un grande albergo di lusso, che ero in viaggio perché il giorno dopo avrei fatto una “prova”, che sarei tornata per la sera e che non avevo il coraggio di dirglielo perché era piuttosto lontano e che, sapendo del suo desiderio di vedrmi iscritta all’università non mi avrebbe permesso di andarci e che l'avrei chiamata il giorno dopo per dagli informazioni più dettagliate "questo dovresti saperlo".

Ci fermammo ad un autogrill che era già buio per mangiare qualcosa e sgranchire le gambe ma non volevo scendere dall’auto vestita in quel modo. Con un tono di voce di chi è deluso mi disse: m’hai appena consegnato le tua dichiarazione e già ti sei dimenticata il motivo, se non scendi sappi che appena torno ti riporterò subito a casa.
Hai ragione scusa, gli dico scendendo dall’auto dammi un po’ di tempo per abituarmi. Non devi preoccuparti di nulla, mi rispose, perché ci sono io con te. Lo presi “sottobraccio” e c’incamminammo verso il ristorante, cercavo di rimanere dritta perché se solo mi fossi abbassata anche leggermente si sarebbe capito che non avevo nulla sotto la gonna. All’ingresso mi sono sentita molto imbarazzata, non c’erano molte persone ma capivo d’avere tutti gli occhi addosso, anche perché dalla maglietta che indossavo traspariva chiaramente il mio seno e i capezzoli sembravano quasi d’averla bucata ed essere pronti ad uscirne fuori. Ci dirigiamo ad un tavolo in fondo alla sala e mi fa sedere con la schiena rivolta ad essa, così vedevo solo lui e nessun altro e riesco a rilassarmi. Mentre mangiamo gli chiedo: e se t’avessi risposto “casalinga” m’avresti sposata?. Lui rispose: guarda che i ricchi si sposano solo con i ricchi. Come tu sai, ogni persona cerca d’avere dalla vita il "massimo" delle sue possibilità, le persone ricche economicamente, dopo i soldi cercano il potere e si danno alla politica; anche dall'amore si desidera il "massimo". La moglie ti da ricchezza e potere e l'amante amore e sesso. Nel nostro ambiente hanno tutti l'amante. Noi le chiamiamo "Le Jenaise", in francese jenaise è la farfalla che rimane chiusa nella serra e che si trova così bene che quando cerchi di farla uscire non vuole più andarsene. Anche mio padre ce l'ha, è stato lui a darmi dei consigli su come trovarla. Ah Si?, e che consigli t’ha dato?. Beh, disse, innanzitutto deve innamorarsi di te, sognare il lusso tanta voglia di “vivere” e molto portata al sesso. Se io non fossi stato ricco tu non avresti mai accettato la mia proposta è vero o no?. Si hai ragione gli ho detto.


Siamo ripartiti e dopo pochi minuti il buio e la stanchezza si fecero sentire e m’addormentai. Quando mi svegliò era quasi l'alba, l'auto era ferma su una strada di campagna e io sentivo il rumore del mare. Siamo arrivati, disse, ora ti devi togliere la gonna e la maglietta. Intontita dal sonno, anche se non vedevo nessuna casa, mi sono spogliata e gli ho dato i vestiti, lui, li gettò in un cassonetto dei rifiuti dall'altra parte della strada, poi risalì in macchina e partì ed io rimasi nuda seduta sul sedile posteriore. Dopo circa un chilometro si fermò davanti ad un cancello, mi fece scendere e "suonò" il citofono. In quel momento ebbi un po’ di paura, mi trovavo in un luogo che non conoscevo completamente nuda sul ciglio di una strada. Lorenzo si fece riconoscere così si aprì il cancello, mi prese per mano ed entrammo a piedi, "era una bellissima villa antica con un parco meraviglioso" vidi due persone "un uomo e una donna" che ci aspettavano davanti all'ingresso della casa "ci arrivammo dopo circa cento metri di parco" e mi sono sentita molto imbarazzata. Erano i due domestici e furono molto discreti, ci diedero il benvenuto con un "Buongiorno signor Lorenzo Buongiorno signorina Angela". Tenerono la testa bassa "o forse era un inchino" per non farmi sentire a disagio, Lorenzo li salutò e mi portò subito in una bellissima camera da letto, si spogliò e ci mettemmo a dormire stanchi del lungo viaggio.

Cap.2 Regole
Mi sveglio, vedo la luce del giorno entrare da una tenda, mi guardo intorno, sono sola, per un momento non capisco dove sono, poi mi ricordo. Mi alzo, apro la finestra e scopro una terrazza proprio sopra il mare, è bellissimo, resto lì a guardare quella meraviglia per un po’, poi m’accorgo d’essere ancora nuda. Rientro nella stanza e trovo un vestito "molto bello" della mia taglia e un paio di scarpe, vedo un grande armadio, lo apro ma è vuoto. Vado nel bagno "molto grande con vasca a idromassaggio e pieno di piante verdi e fiori" faccio una doccia poi indosso il vestito "non ho trovato né calze né slip né altro" ed esco dalla camera. Scendo le scale e incontro un domestico che mi da il "Buongiorno signorina Angela", gli chiedo di Lorenzo e lui: il signor Lorenzo è dovuto uscire ma tornerà per cena. Da quel momento i due domestici "si chiamano Adelio e Bianca e avranno circa quaranta quarantacinque anni" si fanno in quattro per compiacermi e accontentarmi, Bianca mi porta la colazione "erano quasi le due del pomeriggio" e mi dice: vedrà signorina Angela che qui si troverà molto bene. Così scopro che non mi trovo più in Italia ma in Francia sulla Costa Azzurra. Adelio mi fa visitare la villa e il parco "meravigliosi" e scopro che c'è pure la spiaggia privata con tanto di panfilo ormeggiato e la piscina "naturalmente". Trovo i domestici molto simpatici e cordiali, comincio a sentirmi a mio agio e arriva la sera senza che m’accorgo. Quando vedo Lorenzo che arriva, gli vado incontro, lui m’abbraccia e mi bacia. Ciao tutto bene?, mi chiede. Tutto bellissimo gli rispondo. Bene, ora che sai dove siamo e che hai visto la villa, dopo cena ti porterò a visitare il Paese che dista da qui circa cinque chilometri. Un bel paesino sul mare già pieno di turisti. Lorenzo qui è molto conosciuto e molta gente ci ha salutato per strada; entriamo in un Bar e ci sediamo in un angolo appartato. Da qui telefono a casa; mia madre, quando sente la mia voce allegra e tranquilla, si calma "aveva pianto tutto il giorno pensando a chissà quali tragedie" e mi riempie di domande. Gli assicurai che avevo trovato lavoro in un grande albergo sul mare: m’hanno assunta subito e m’hanno dato una bella stanza le divise di lavoro e un bel stipendio iniziale, le dissi, e che mi trovavo bene ma non volevo dirle dove fosse "per un po’ di tempo" per paura che venisse li a prendermi. Poi gli promisi di telefonargli tutti i giorni.

Torniamo alla villa e ci mettiamo nel salotto, mi versa da bere e mi dice: ora ti dirò le prime due regole che dovrai rispettare sempre. La prima riguarda l'abbigliamento. Se hai guardato nell'armadio in camera da letto, avrai notato che è vuoto. Lorenzo apre un cassetto e prende uno strano cartoncino. Prendi mi dice, questa è una carta di credito intestata a te, da domani con questa potrai andare in tutti i negozi e comprare tutti i vestiti che vorrai, sappi però che non dovrai mai indossare nessun tipo di pantaloni, ne jeans ne pantaloncini corti, non dovrai mai indossare gli slip e le calze devono essere "singole", che indosserai con un reggicalze o con la ghepierre. Questa regola però, non vale nei giorni che avrai il ciclo, in quei "giorni" infatti, potrai indossare tutto quello che vuoi jeans compresi. Dovrai acquistare tutto quello che ti serve, abiti eleganti, da sera e abiti sexy, il mio piacere sarà lo scoprire i tuoi gusti e vedere se saprai essere bellissima. La seconda regola, riguarda il comportamento ed, in un certo senso, è legata alla prima. Dovrai tenere sempre le gambe "aperte". Probabilmente in quel momento ebbi un'espressione tipo "non capisco", e lui. Cercherò di spiegarti meglio. Quando sarai qui, in villa oppure fuori nel giardino, ogni volta che ti sederai, per qualsiasi motivo, dovrai tenere le gambe il più aperte possibile, dovrai farlo sempre tranne quei famosi "giorni", dovrai farlo anche se ti vedono i domestici, loro sono già istruiti in proposito e cercheranno di non farti sentire in imbarazzo dopotutto ti hanno già vista nuda. Quando sarai fuori della villa, invece, questo comportamento sarà a tua discrezione. Questo significa che dovrai guardarti intorno e capire se è il caso di aprire le gambe o no. In qualsiasi occasione comunque, non dovrai "mai" accavallare le gambe e, le ginocchia non dovranno "mai" toccarsi fra loro. I primi tempi non sarà facile, ma se t’impegni vedrai che dopo un po’ ti verrà naturale.

In quel momento, senza pensarci, ho allargato le gambe ma gli ho chiesto il perché di tutto questo. Per due motivi, mi dice: Il primo, il più banale, è che mi eccita moltissimo il fatto che tu fai quello che voglio. Il secondo, invece, è un motivo "simbolico". Quando sei arrivata qua, per esempio, t’ho fatta entrare nuda perché per me è un simbolo di potere tu invece lasciavi fuori dal cancello tutto quello che riguardava la tua vita di prima. Non porterai mai gli slip perché una Jenaise deve essere sempre pronta a fare l'amore in qualsiasi momento in qualsiasi luogo. Le gambe "aperte", invece sono un "Invito" a fare l'amore. Una Jenaise è il "Massimo" della parola "Amante". Come farò a provarmi i vestiti nei negozi, senza slip, gli chiedo. Visto che non hai la patente, Adelio o Bianca, decidi tu, ti porterà con la macchina dove vorrai e farà in modo che nessuno ti disturbi.
Il mattino dopo, saluto Lorenzo che parte per motivi di lavoro "tornerà domani sera", indosso l'unico vestito che ho, faccio colazione e poi chiedo a Bianca d’accompagnarmi a fare acquisti. Mi da del "Lei", io gli chiedo di darmi del "Tu" ma si rifiuta e mi spiega che in questa classe sociale le "Regole" contano moltissimo, mi da dei consigli di galateo che non conoscevo “è molto dolce e molto gentile”, poi mi suggerisce di acquistare anche dei costumi da bagno. No, gli rispondo, non posso. Si, ribatte, stia tranquilla, per il mare può. Così iniziammo a girare per negozi, compravo un po’ di tutto, abiti eleganti e sexy, lunghi e corti. Bianca mi dava dei buoni consigli e controllava che nessuno mi disturbasse mentre li provavo. Poi andammo in un Centro Estetico dove mi feci sistemare i capelli "Bianca faceva tutto quello che dicevo".
Era ormai sera, quando decisi di tornare alla villa "ci fermammo anche a mangiare una pizza". In auto m’accorgo che Bianca continua a guardarmi le gambe. Non so cosa fare, poi capisco. Mi ero dimenticata di "Aprirle". Piano piano, le allargo e le dico: è stata una bella giornata! Si signorina, mi risponde, ottima. La sera, guardavo l'armadio in camera da letto, era pieno. Mai nella mia vita avevo immaginato di poter comprare tanti vestiti in un solo giorno senza pensare ai soldi. Era una sensazione bellissima, m’addormentai stanca e felice. E così iniziò la mia vita come Jenaise.

Cap.3 Gli Amici
Scorrevano i giorni e m’accorgevo di come fosse meravigliosa la vita dei “ricchi”. Lorenzo mi trattava come una "Regina", mi coccolava, mi portava al mare "in spiaggia prendevo il sole in topless" oppure navigavamo in mare sul suo yacht che si chiama "Black Oyster II" "su la barca e su la spiaggia della villa prendevo il sole nuda". Facevamo l'amore molto spesso un po’ dappertutto, lo facevamo dentro e fuori della villa "sul tavolo, in spiaggia, in piscina, su la barca, ecc." e a tutte le ore.
In quei giorni ho conosciuto alcuni amici di Lorenzo "tre ragazzi del suo ceto sociale più o meno della sua stessa età", devo dirti che non mi erano molto simpatici "eravamo seduti in un bar" perché facevano discorsi molto egoistici e giudicavano "male" le persone che passavano in base all'auto che avevano. Prima di lasciarci organizzarono una cena per la sera del giorno dopo e naturalmente ci andammo.
Il ristorante "sul mare" era molto carino e gli amici di Lorenzo arrivarono con le rispettive ragazze. Durante la cena successe un fatto che mi lasciò un po’ stupita; il tovagliolo m’è caduto per terra, m’abbasso per raccoglierlo e vedo che la ragazza che stava seduta di fronte a me, tiene le gambe "aperte" e non porta gli slip. Mi rialzo e la guardo, si chiama Ilenia ed è una cittadina Svizzera e gli davo non più di sedici anni. Lei mi sorride e mi chiede di me, così parliamo per tutta la serata.
Mentre torniamo alla villa racconto a Lorenzo quello che ho visto e gli chiedo se Ilenia fosse una ragazza "come me". Certo, mi dice, Ilenia e Simona sono come te, Anna invece, è la sorella di Massimo, lui non ha ancora trovato la "sua" ragazza. Giorgio è sposato, ha un figlio di due anni che, in questo momento, è in vacanza in Sardegna con la moglie e i suoceri, Simona sta con lui da alcuni anni. Ilenia, invece, vive con Carlo , che come me non è sposato,da circa un anno. Quanti anni ha? gli chiedo: sedici mi risponde. Com’è potuta andare a vivere con Carlo essendo ancora minorenne?. La famiglia d’Ilenia è una delle famiglie più "Nobili" della Svizzera; alcuni anni fa, dopo delle operazioni sbagliate si ridusse sul lastrico, così i suoi genitori, che erano a conoscenza delle Jenaise, per non vedere la figlia ridotta alla fame, le spiegarono cosa fosse e le fecero conoscere Carlo. Lei se ne innamorò e accettò, fece la dichiarazione scritta, come te, e i suoi genitori la firmarono.

Giunse l'autunno, le giornate s’accorciarono e arrivarono i primi freddi. Una sera, dopo cena, davanti al camino acceso Lorenzo mi dice: da domani riprendo il lavoro e potrò passare qui solo il week-end, però voglio che tu abbia ugualmente almeno due orgasmi al giorno. Da domani, quindi, ti masturberai due volte al giorno, scegli tu l'ora e il luogo. A questo punto prende un pacco "sembra una scatola di cioccolatini" incartato come un regalo e mi dice: qui dentro c'è un "Diario". Voglio che, tutti i giorni, descrivi il momento della tua masturbazione, scriverai dove ti trovi, l'ora, il tuo abbigliamento e quello che ti sentirai di scrivere. Così, quando, al venerdì, lo leggerò mi sembrerà di "vederti". Poi aggiunse: vedremo se sei capace d’eccitarmi. Cercai di organizzare le mie giornate. Il mattino uscivo, compravo giornali, riviste e libri "tu sai che mi piace molto leggere". Mi piaceva anche scrivere il diario; scrivevo di tutto e per accontentare Lorenzo scrivevo frasi tipo: ore diciassette sono scesa nuda in sala da pranzo chiedo ad Adelio di non disturbarmi, salgo sul tavolo da pranzo e mi sdraio dove è la sedia di Lorenzo, apro bene le gambe e mi masturbo pensando che lui è lì che mi guarda, "vengo quasi subito". Non ho mai imbrogliato, tutto quello che scrivevo, lo facevo.

Oramai erano diversi mesi che vivevo alla villa e tutte le settimane telefonavo a mia madre ma in quei giorni pensavo che forse era l'ora di tornare per rivedere la mia famiglia "mi mancavano". Così una sera, dopo che Lorenzo lesse il diario, gli dissi che volevo andare a trovare i miei genitori. Il giorno che mi vennero le mestruazioni Lorenzo m’accompagna con l'auto, e mi riporta nello stesso luogo dove alcuni mesi prima fuggii da casa. Quando mia madre mi vide scoppiò a piangere, era felice perché vedeva che stavo bene. A S.Damiano non era cambiato nulla però, mi sembrava di mancare da molti anni. Nei giorni che seguirono mia madre mi riempiva di domande, voleva sapere se mi ero fidanzata ma io dissi di no perché non avevo tempo per il troppo lavoro e mi annunciò che la prossima volta sarebbe venuta lei a trovarmi. Venni anche a casa tua "come saprai" ma eri già partita per Roma, studiavi all'università.
Forse mia madre s’è accorta che non ero più la ragazzina di qualche mese prima. A volte mi accorgevo di tenere le gambe aperte "ormai mi ero abituata" e lei mi guardava come se sapesse ma non diceva nulla. Dopo sei giorni sono ripartita con la corriera “per non dare nell'occhio”, mentre Lorenzo m’ha aspettata qualche fermata più giù, e con il pensiero che quello non fosse più il mio mondo, tornai alla villa.

Cap.4 L'Abitudine
Vedo il cancello aprirsi e torna in me il ricordo di quando arrivai qui la prima volta, e penso: questa volta però, entro vestita, per fortuna perché siamo in inverno e fa molto freddo. Entriamo in villa, andiamo nel soggiorno, Lorenzo mi versa da bere e mi dice: "spogliati". La casa è ben riscaldata, così dopo due minuti che siamo arrivati mi ritrovo nuda. Visto che"mi dice", fuori fa freddo e oggi ti sono finite le mestruazioni, voglio che rimani così fino quando ti verranno di nuovo. Devo rimanere nuda per un mese?, gli chiedo. Si mi risponde, oramai dovresti essere abituata alla presenza dei domestici e sai che non ti metteranno a disagio. I primi giorni mi sentivo molto imbarazzata, non era facile vivere e muoversi normalmente sempre nuda. Una sera, siamo seduti sul divano, lui vestito io nuda con le gambe aperte "come sai devo tenerle sempre così" a guardare la televisione. Arriva Bianca con il caffè che ci versa. Io chiedo a Lorenzo come sia possibile che i domestici rimangano così impassibili e indifferenti di fronte ad una donna che gira nuda per casa e che ogni volta che si siede tiene le gambe spalancate. Vengono scelti i migliori nelle migliori scuole, mi dice, poi vengono istruiti sul tipo di lavoro e di vita che dovranno condurre. Lo stipendio che percepiscono qui non lo avranno in nessun altro luogo, dopo alcuni anni di lavoro potranno vivere agiatamente con tutta la loro famiglia. Bianca e Adelio gli hai scelti tu?, gli chiedo. No, mi risponde, gli ha scelti mio padre e, gli ha istruiti sul cosa dovevano fare. Sono sposati?, gli chiedo. No, mi risponde.

Passiamo il Capodanno a Montecarlo “alcuni giorni in albergo”, qui giriamo da un locale all'altro compreso il casinò "ho imparato alcuni giochi ma ho sempre perso". Per la notte di S.Silvestro, Lorenzo mi compra un vestito da favola e una collana di perle, non so quanto costassero ma credo una cifra enorme, perché mi dice, dobbiamo andare ad un ricevimento.
Viene a prenderci all'albergo un'auto lunghissima, con l'autista che ci apre la portiera e ci porta in una villa da sogno. In quel momento avrei voluto che tu, i miei genitori e tutto il paese mi vedesse "eravamo elegantissimi" mi sembrava di vivere uno di quei film di Hollywood. La casa era piena d’Ambasciatori, Industriali, Senatori e Banchieri. Qui, per la prima volta, ho conosciuto i genitori di Lorenzo. Il padre "Gaspare", cordiale e autoritario, mi chiede se mi trovo bene alla villa poi mi dice: Spero che mio figlio la tratti bene, altrimenti farà i conti con me. Ed io: non si preoccupi, suo figlio è un "Amore". La madre "Eleonora", dolce e intimidita mi da del "Tu". Sei molto bella, mi dice, Lorenzo ha scelto proprio bene. Mi fa un sacco di domande su me, la mia famiglia, i miei gusti a tavola e nel vestire poi mi dice: c’è voluto molto tempo ad abituarti al tipo di vita che fai ora?. "ho capito a cosa alludeva" No, non molto, gli rispondo, e lei: speriamo che Lorenzo non pretenda troppo da te. Era una festa bellissima si mangiava e si ballava tutta la notte, Lorenzo mi fece conoscere un sacco di gente importante e io pensavo che era il Capodanno più bello della mia vita. Quando torniamo in albergo, è quasi l'alba, Lorenzo mi fa spogliare, mi fa indossare le calze a rete con il reggicalze poi apre l'armadio e prende una bellissima Pelliccia e mi dice: questo è il mio regalo per il nuovo anno. La indosso "veste poco sopra al ginocchio" poi l’abbraccio. Andiamo a vedere il sole che sorge, mi dice. Così andiamo sulla spiaggia. Mentre camminiamo mi dice: oramai sono diversi mesi che fai questa vita, cosa ne pensi?. Ed io: penso che ho fatto un po’ di fatica ad abituarmi a vivere senza slip ma faccio ancora fatica ad abituarmi quando siamo fuori di casa come ora. Ti piace essere una Jenaise?, mi chiede. Un po’.. anzi abbastanza, poi mi tolgo la pelliccia e mi metto a correre, lui m’insegue e quando mi raggiunge è eccitatissimo, così facciamo l'amore su un lettino da spiaggia poi andiamo a dormire.

Fra un mese andiamo a St.Moriz, mi dice quando torniamo a casa, nel frattempo voglio che riprendi le tue due masturbazioni giornaliere, questa volta però non voglio leggere il diario ma voglio "vederti". Quando deciderai di masturbarti lo dirai ad uno dei domestici che ti seguirà dove vuoi e con una videocamera ti filmerà, così io potrò vederti; ormai sei abituata alla loro presenza, loro, comunque sono già stati avvisati. Il giorno dopo "Lorenzo è partito", vado in giardino, Adelio è li che pota la siepe. Può venire un attimo, gli chiedo. Devo prendere la videocamera?. Si.. Mi segue fino alla porta della camera da letto. Aspetti qui due minuti e poi entri, gli dico. Mi metto sul letto, mi sollevo la gonna, apro le gambe e chiudo gli occhi.., quando li riapro nella stanza non c'è nessuno, esco e Adelio mi sorride e dice: Tutto bene signorina non si preoccupi. Passavano i giorni e mi abituavo a farmi filmare "non chiudevo più gli occhi", poi ho scoperto che mi eccitava molto vedermi in televisione "anche a Lorenzo".

Cap.5 La Verità
St.Moriz è una piccola cittadina della svizzera dove tutta la "creme" si riunisce per fare le settimane bianche. C'è un laghetto ghiacciato per chi vuole darsi al pattinaggio, un centinaio di piste da sci e negozi ed alberghi da favola per chi ha molti soldi da spendere. Noi alloggiamo al Carlton, non dico uno dei più esclusivi perché qui lo sono tutti, dove non faremo la settimana bianca ma il mese bianco. Qui rivedo per la seconda volta gli amici di Lorenzo, Giorgio con Simona e Ilenia con Carlo, e scopro che passeremo insieme questa vacanza. Appena saliti in camera Lorenzo mi dice: domani ti prenderò un'istruttore, così imparerai a sciare in poco tempo, vedrai che ti piacerà. Poi mi bacia e aggiunge: voglio che in questo mese che passeremo qui, oltre a sciare, impari "tutto" sull'amore orale. In quel momento ho pensato: ma già lo facciamo, convinta di sapere tutto quel che c'era da sapere. Così di giorno mi diverto moltissimo sulla neve "ho imparato a sciare", e la sera scopro che il "tutto sull'amore orale " di Lorenzo, in realtà è tutto sul “Bere” orale "avrai capito cosa intendo". Tutte le sere mi fa "Bere" in tutti i modi possibili, "direttamente", da un bicchierino, dalle mani, dal profilattico, da un piattino da caffè "senza sollevarlo". Voglio che t’abitui al sapore dice, ma credimi Lucia non è facile. Mi fa anche masturbare bagnandomi con "quella cosa" che tengo in bocca.
In questo momento immagino l’espressione del tuo viso meravigliato nel leggere queste righe e queste parole molto intime che ti racconto, ma è necessario, lo capirai andando avanti.

Ora vorrei parlarti degli amici di Lorenzo. Passavamo le giornate insieme e la sera si cenava tutti su lo stesso tavolo. Giorgio "come sai era sposato" aveva circa quarant'anni, è di corporatura robusta e porta la "barba". Di professione è Notaio, ma la sua famiglia, da come spende, deve essere molto di più. A tavola è simpatico parla di sport e racconta barzellette; è quello che tiene viva la conversazione, però non parla mai né di sua moglie né della sua famiglia; io penso che alterni le vacanze tra loro e Simona. Simona è la sua ragazza "o Jenaise", è con lui da cinque anni ed avrà circa venticinque anni. Alta, bionda con capelli corti, molto appariscente "con due seni giganti". Il suo abbigliamento è sempre elegante ma molto sexy "scollature, spacchi, superminigonne". Ha un bellissimo viso ma a volte il trucco lo rende volgare "come una prostituta", probabilmente a Giorgio piace così. Di tutti noi è la più taciturna e, a volte, sembra quasi sofferente "mi sembra che faccia fatica a sedersi a tavola". Carlo "ventitré anni" e Ilenia, invece sono i più dolci e timidi. Lui è alto e magro con un viso da bambino, lei, invece, è di statura normale, capelli neri lunghi appena ondulati e di carnagione bianchissima. Ha un viso direi angelico e puro, è molto simpatica credo che diventeremo amiche. A guardarli sembrano più fratelli che amanti.
Il lunedì dell'ultima settimana, Lorenzo invece di farmi "Bere", come il solito, mi "Spruzza" sulla faccia e mi dice: da ora fino al nostro ritorno in villa, non ti laverai più il viso. Tutte le sere mi "Spruzzava" sul viso e io dovevo lascialo asciugare; ti puoi immaginare il mio imbarazzo quando, la sera, scendevo per la cena, sentivo tutta la pelle che si "tirava", tuttavia nessuno fece mai un gesto per farmi capire che si "vedeva" il mio viso.

Il giorno del nostro ritorno alla villa, ci salutiamo, Ilenia s’avvicina e per un attimo ho pensato che volesse dirmi qualcosa riguardo alla mia faccia "chissà se riesci ad immaginare come fosse" e mi dice: hai già fatto "l'Iniziazione"?. Cosa...?..., gli rispondo, e che cos’è?. Niente, scusa mi risponde, te ne parlerà Lorenzo. Appena arrivo a casa "oramai è questa la mia casa", corro a fare la doccia, poi decido di telefonare a mia madre "è da tre settimane che non la chiamo". Questa volta non vuole sentir ragioni, è decisa di venire a trovarmi, io acconsento ma gli chiedo due giorni per organizzarmi "gli ricordai che dovevo chiedere il permesso al mio datore di lavoro". Parlo a Lorenzo di questo problema e lui: non ti preoccupare ti risolverò il problema. Il giorno dopo partiamo per Cannes. Entriamo al "Grand Hotel".
Da domani lavorerai qui, mi dice Lorenzo... He...?. In quel momento giunse il direttore, con una schiera di camerieri e garzoni alle spalle. M’accoglie come una "Regina" e mi annuncia che la camera per la mia famiglia è pronta, che da oggi sono "Capo-Metre" della Sala da Pranzo, che la mia camera è pronta completa di "Divise" della mia taglia. Faccio la conoscenza di tutti i camerieri dell'albergo compreso il "Vero" Capo-Metre che, nei due giorni che seguono, m’insegna tutto "qualcosa" sulla sua professione.
Ora ero pronta a ricevere la mia famiglia. L'auto dell'albergo "una Limousine" giunge davanti all'entrata e, tutta la mia famiglia al completo scende "sono arrivati in treno". Li riceve il Direttore che spiega loro il mio "lavoro" all'albergo e, per un quarto d'ora "elogia" le mie qualità. Poi si rivolge a mio padre e gli annuncia che il loro soggiorno "naturalmente" è tutto spesato dall'albergo. Non immaginerai mai l'espressione del viso che avevano quando mi videro arrivare vestita da Capo-Metre “stavo molto bene”, non finivano più d’abbracciarmi "e mia madre di piangere".
La sera ero emozionatissima, dovevo condurre la Sala da Pranzo. Ricordo che quando mia mamma e mio papà entrarono nella sala erano vistosamente a disagio, indossavano il miglior vestito che avevano e, si rilassarono quando li feci accomodare al tavolo. La Sala era piena di ospiti, tra cui un famoso attore del cinema francese con la moglie che, mia madre riconobbe. I camerieri correvano ad ogni "comando" che impartivo loro, e se sbagliavo "diverse volte" facevano in modo che nessuno lo capisse. Lorenzo, invece, s’accomoda al tavolo proprio a fianco “l'ha fatto di proposito” e si fingeva un comune ospite. Ogni tanto, per mettermi in imbarazzo, mi chiama e mi fa strane domande del tipo: scusi Metre, si può avere un "Consommè de Burgogne?". Io non sapevo neanche cosa fosse, gli rispondevo: certo Signore.., a voce alta, e a sottovoce "Stronzo".

Quella notte ero felice ed euforica, tutto era andato a meraviglia, Lorenzo venne nella mia camera e per la prima volta feci l'amore da "dietro", era molto piacevole, anche se all'inizio bruciava un po’. Passarono due giorni indimenticabili e, quando partirono non finivano più di elogiarmi, erano orgogliosi di me, anche perché diedi a mio padre cinquemila euro, frutto del mio “lavoro”. Scommetto che, al loro ritorno a S.Damiano, raccontarono a tutto il paese di me e del loro soggiorno al Grand Hotel di Cannes.
Io ho ripreso la mia solita "bella" vita alla villa. Da "quel" giorno di Cannes facevo l'amore solo da "dietro". Finché non ti brucerà più, mi diceva Lorenzo; ci volle un po’, ma alla fine provavo solo "piacere".

Una sera, mentre passeggiamo sul lungomare, il viso di una ragazza che incrociamo mi ricorda Ilenia e con lei una frase "Iniziazione". Ci sediamo su una panchina e dico: ho già fatto l'iniziazione?. Chi te ne ha parlato?, mi chiede. Ilenia. No non l'hai fatta. Cos'è?. Una "Cerimonia" che ti consacrerà Jenaise. Credevo di esserlo già!, gli dico. Lo sei, mi risponde, ma non hai il "Diploma"; l'iniziazione è il Diploma che ti "Firma" Jenaise. Allora è come sostenere gli esami di scuola, spiegami in cosa consiste. No, non è un esame. La prima cosa da fare è trovare un "Testimone", una persona che deve essere "estranea" alla tua vita. Il giorno prescelto per la cerimonia, indosserai un paio di stivali neri alti fino alla cima della coscia, e un mantello con lo stemma della "Casata" che ti ospita. Leggerai una dichiarazione dove chiedi di diventare Jenaise per tua libera scelta. Io, quale Capo della Casata che ti ospita, dovrò dichiarare se accetto o no la tua richiesta. A questo punto sarai completamente depilata in tutte le tue parti intime e, da quel momento, dovrai vivere sempre così rasata. Poi ti verrà fatto un piccolo tatuaggio di colore nero, una "" J "", proprio lì dove c'erano i peli all'inizio del "Monte di Venere". Dovrai fare il "Giuramento" di rispettare le "Regole" e di mantenere il segreto delle Jenaise: "nessuno dovrà sapere chi o cosa sono le Jenaise tranne quelli che già lo sanno". Il testimone ti chiederà di dimostrare la tua "Buona Volontà", prima dovrai masturbarti, poi dovrai fare l'amore con me nel modo che ti dirò. Verrai fotografata "Intera" in modo che si veda bene il tatuaggio, dopodiché il testimone ti consegnerà una "Carta d'Identità" con la foto incollata sopra, dove c'è scritto la data, il luogo della tua iniziazione e il tuo nome, la sua firma la tua e il timbro della Casata. Ti darà anche un foglio con la lista dei nomi delle persone che sono a conoscenza delle Jenaise. In qualsiasi momento della tua vita tu abbia bisogno di "Aiuto", di qualsiasi genere "anche di soldi", queste persone lo faranno, dovrai però, dimostrare di essere una Jenaise "dovrai presentarti con la carta d'Identità, depilata in modo che si veda il tatuaggio e, come sai, con una gonna senza gli slip". Alla fine, io ti consegnerò un libretto bancario intestato a te con la cifra di cinquantamila euro con cui potrai fare quello che vorrai. Ah.., dimenticavo di dirti: se qualcuna delle persone della lista ti dovesse "Ripudiare", nessuno più ti aiuterà e non ti darà più nulla. Questo succederà se non rispetti le "Regole".
Sono scioccata, totalmente sconvolta e incredula; per dieci minuti non riesco a dire una parola poi, gli chiedo quando ha intenzione di farlo, e lui. Pensavo al giorno dell’anniversario del tuo arrivo alla villa, lo faremo, però, solo se ti sentirai "Pronta".

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