Il Peso delle Corna

Scritto da , il 2016-10-02, genere saffico

La mattina dopo ho qualche senso di colpa per come ho trattato il Mauri, e gli preparo un caffè prima di andare a svegliarlo in macchina.
I sensi di colpa scompaiono quando vedo dal finestrino la macchia che ha sulla patta dei pantaloni: il miserabile cornuto si è davvero fatto una sega notturna ripensando alle corna che gli ho piazzato in fronte la sera prima.
Resisto alla tentazione di rovesciargli il caffè bollente addosso e lo faccio entrare in casa, ma ogni senso di pietà mi ha già abbandonata.
Lo pianto in asso nella casa vuota dopo avergli detto che oggi ho da farmi i cazzi miei e lui questa volta non è per niente invitato a fare il guardone. Forse la Giusy troverà il tempo di passare a fargli un saluto, ma non ne sarei così sicura.
Se si stanca di farsi le pippe pensando a me, può sempre fare un salto in spiaggia e provarci con Elena, che di solito è sempre pronta ad allargare le gambe con tutti, perfino con uno come lui…
Infilo shorts, canotta e sandali (le mie cose ormai sono quasi tutte sulla Serenissima), ed esco sbattendo la porta.

Sto attraversando il lungomare diretta al porto turistico, incazzata nera per il comportamento di mio marito, quando mi squilla il cellulare.
- Patty? – è la Leti, che bella sorpresa – Volevo chiederti cosa fai oggi… Ho voglia di vederti!
Sento un piacevole formicolio fra le gambe. Ho appena preso due cazzi, e una fighetta tenera e polposa ci starebbe davvero bene. Però mi sembra strano che Enrico sia già pronto per un’altra battaglia, credevo di averlo spremuto per benino…
- No, Enrico non sa che ti sto chiamando – mi spiega la troietta – Vedi, ho deciso di mettergli le corna, tanto per pareggiare un po’ i conti. Gli voglio bene, e non m’interessa tradirlo con un altro uomo, Sergio per quello mi basta… Però mi piacerebbe molto farlo con te. Cosa ne dici?
L’idea m’intriga da pazzi.
Le dò appuntamento a più tardi in centro, ma la avverto che prima ne parlerò con Eva: io non ho affatto intenzione di tradire la mia compagna…
Eva è un tesoro: mi stampa un bacio sulla bocca appena le spiego della proposta della Leti e mi augura buon divertimento. Lei ne approfitterà per studiare tutta la mattina, visto che la Giusy è già in spiaggia a cercare la sua banda.
E’ il mio primo appuntamento con la Leti: quindi mi faccio bella per lei, decisa a far sì che la sua prima volta da sola con una donna sia memorabile.
Eva mi aiuta a sistemare i capelli, poi mi consiglia sui vestiti: immagina che la Letizia mi gradisca in versione aggressiva (quando mai non lo sono?) e non troppo femminile, quindi niente gonna e poca bigiotteria. Ne esce una bad cowgirl, con jeans attillati, stivali, camicetta annodata sul seno con lo stomaco di fuori e un fazzoletto al collo. Occhiali da sole e cappello da cowboy completano un look sexy e aggressivo che soddisfa Eva e le strappa la promessa di farsi un bel ditalino pensando a noi fra un capitolo e l’altro di psicologia…
Passo velocemente dalla spiaggia a verificare che il Mauri sia già lì a provarci con Elena, e dopo essermi accertata della fondatezza delle mie ipotesi (mio marito è già lì con un bel gelato per la mia amica, la quale ormai da quando il vitellone è stato arrestato è completamente all’asciutto), salto in macchina e mi reco all’appuntamento con Letizia.
La Leti salta in macchina con un sorriso gioioso e mi stampa un bel bacio di lingua sulle labbra. La piccola ormai è sveglia: me la sono fatta già due volte, e ormai con me si sente a suo agio.
Apprezzo che anche lei si è fatta carina per me: indossa una mini da urlo con tacchi alti per slanciarle le gambe eleganti e abbronzate, e una maglietta aderente che esalta le sue splendide tette piene e sode, che non richiedono alcun supporto per puntare orgogliosamente verso di me.
Non voglio trattarla come una troia, portandomela direttamente in camera a scopare: le offro un bel gelato e la corteggio un po’, anche se so benissimo che non ce n’è bisogno.
L’attesa la lusinga e la eccita visibilmente: mentre ci godiamo il gelato sul lungomare, la vedo accavallare e scavallare continuamente le gambe nude, e intuisco il prurito che deve provare alla fica; per me è lo stesso, ma so per esperienza che la mia pazienza sarà premiata.
Mentre siamo sedute, squillano entrambi i nostri cellulari.
Il primo è il suo: Enrico vuole sapere cosa sta facendo, e lei mente spudoratamente dicendo di essere sul punto di andare a trovare sua madre… Trovo molto intrigante che menta al suo fidanzato per farsi scopare da me a sua insaputa. Anche se non ce ne sarebbe assolutamente bisogno (se Enrico lo sapesse, si alluperebbe da pazzi!).
Il secondo è il mio, e a chiamare è Elena. M’informa che mio marito (che è un momento in bagno e non sa che lei mi sta chiamando) la sta corteggiando di brutto in spiaggia e adesso vuole portarla a casa per darle una ripassata; lei è infoiata come una bestia, e una bella botta se la prenderebbe volentieri perfino da lui, ma vuole essere sicura che io non abbia nulla in contrario.
Una buona amica, ne prendo atto.
Le dico che per me va benissimo e le auguro buon divertimento, poi interrompo la comunicazione, un po’ incazzata.
Non mi frega un cazzo che il Mauri si trombi Elena, ma mi scoccia che la casa non sia libera. Adesso dove la porto la Leti?
Risposta: a casa dei suoi, che sono via tutto il giorno.
Lei si chiude la porta alle spalle, e io le metto subito le mani addosso. E’ da quando mi è salita in macchina che ho voglia di morderle le tette, e finalmente posso dare sfogo alla mia libidine.
Lei rovescia il capo all’indietro e geme di piacere appoggiandosi con le spalle alla porta mentre io le bacio il collo e poi scendo verso il basso a mordicchiare attraverso il cotone della maglietta la carne tenera delle sue tiepide poppe.
- Oohhh… - freme lei di passione – Patty, mi fai morire!
Con le labbra trovo il capezzolo e lo mordicchio ignorando il tessuto che ancora mi separa dalla sua pelle; intanto con la mano sinistra impasto l’altra mammella, e con la destra comincio ad esplorare sotto l’orlo della minigonna.
Trovo uno slippino minuscolo e già umidiccio, lo tiro di lato e accarezzo la carne liscia della sua figa depilata di fresco, calda e morbida come la seta.
- Hmmm… Sì, toccami. Fammi bagnare tutta…
Mi sembra un’ottima idea.
Le sollevo la maglietta e comincio a succhiarle una tetta, schiacciandola contro la porta d’ingresso; e mentre le lavoro il capezzolo con la bocca, comincio a masturbarla con foga, strappandole gemiti e gridolini sempre più rumorosi.
- Ah… Oh, sì! Leccami… Masturbami…
E’ già fradicia, la piccola. Azzanno l’altra tetta, e le caccio due dita dentro la figa cominciando a sditalinare con forza.
- Aahhh! – strilla lei – Mi fai impazzire…
Succhio con forza i capezzoli a turno, e intanto la masturbo con ferocia.
Lei si contorce, guaisce, strepita… E gode di colpo, con un grido rauco: - Ouch… Aahhh!
Mi ritrovo la mano inzuppata fradicia.
Continuo ad accarezzarla con calma in mezzo alle gambe, ma smetto di tormentarle le zinne, preferendo baciarla in bocca.
Letizia si rilassa, e risponde teneramente al bacio.
Le lascio il tempo di riprendersi, poi la afferro per il collo e le intimo: - Adesso in ginocchio, zoccoletta… E leccami la fica!
Lei sgrana gli occhi, sorpresa. Poi sorride contenta, e s’inginocchia davanti a me, obbediente.
Tocca a me appoggiarmi alla porta, mentre la Leti mi abbassa i jeans fino alle ginocchia, scoprendomi la fica bionda e profumata.
L’amante del momento mi accarezza con le labbra il folto pelo umido del pube, apprezzandone la morbidezza, con le dita dischiude le valve della figa, e con la lingua comincia a suggere il nettare che lentamente m’irrora l’intimità più recondita.
- Hmmm… - gemo io, questa volta – Sei brava… Così, lecca! Fammi godere…
Sento la lingua della brunetta che s’insinua birichina nel mio cespuglietto dorato, scivolando sulle grandi labbra e raccogliendo le prime gocce di piacere; poi risale in cerca del grilletto eccitato e lo stuzzica avidamente.
- Aahhh… Sì, così! Mi piace…
Mi piace davvero.
La Leti è brava… Certo, non come Eva, ma s’impegna con lodevole diligenza, la fidanzatina - un tempo rigidamente etero - di Enrico!
Mi bagno, e Letizia si abbevera al mio piacere, come una cagnetta a una sorgente di campagna.
Sto per godere, e allora decido di fermarla. Voglio che il piacere duri a lungo, e poiché abbiamo la casa a disposizione…
- Andiamo a letto – le dico, afferrandola per i capelli e tirandola nuovamente in piedi – Ti voglio nuda, tutta per me…
Leggo un lampo di lussuria nei suoi occhi normalmente così innocenti.
Mi afferra per mano e mi guida fino alla stanza da letto dei suoi.
Ci spogliamo lentamente a vicenda; io resto con indosso gli stivali e il foulard da collo, lei con le scarpine a tacco alto e gli orecchini da zingara.
Poi finiamo abbracciate a letto, baciandoci e strofinandoci nude una contro l’altra.
Guido la sua bocca verso il mio sesso e poggio la testa sul cuscino, allargando le gambe per assaporare al meglio il connilinguo.
Mentre lei mi lecca la figa io le accarezzo i capelli ed emetto gemiti di piacere via via sempre più forti, fino ad esplodere nell’orgasmo.
- Aahhh… Aahhh… Godooo…
Le sborro in faccia, e lei beve golosamente la mia sbroda calda e profumata, placando la sua sete indecente.
Stringo le cosce nude intorno alla sua testa, costringendola a bere tutto il mio piacere, e infine mi rilasso, momentaneamente soddisfatta.
Letizia risale per baciarmi in bocca, ed io assaggio sulle sue labbra il mio sapore…
Squilla di nuovo il mio cellulare.
Impreco, allungandomi per afferrarlo sul comodino.
- Pronto?
- Patrizia, dove sei? E’ successo un guaio…
Elena. Da casa mia… Mi dice di precipitarmi.
Decisamente, sta diventando un’abitudine: la mia amica terrona porta un po’ sfiga…
Salto nuovamente nei jeans, tiro un bacio al volo alla Leti, e mi precipito giù per le scale fino alla macchina parcheggiata in strada.
Ci sono meno di cinque minuti fino a casa, ma io ce ne metto solo due. Parcheggio a cazzo davanti all’ingresso e mi precipito dentro con un orribile presentimento.
Li trovo in camera da letto, e la scena è tragicomica.
Il Mauri è steso sul letto, pallidissimo e incosciente. Elena, ancora vestita, è seduta sul bordo del letto e gli tiene un fazzoletto sulla testa.
Sul letto, inginocchiata nuda accanto al Mauri, c’è la Mara.
Mia figlia Giusy, nuda anche lei, esce dal bagno con un asciugamano bagnato che va a sostituire il fazzoletto di Elena.
- Ma che cazzo…
Non dovrei fare domande stupide: in fondo quel che è successo è abbastanza ovvio.
Elena prova a spiegarmelo con frasi smozzicate, ma sua figlia la interrompe e taglia corto: - Sono entrati mentre stavamo scopando… Tuo marito ha cacciato un urlo, si è portato le mani al petto ed è crollato a terra come un sacco di patate.
- Lo abbiamo fatto stendere sul letto – aggiunge la Giusy, con tono preoccupato – Ma non riprende conoscenza…
Maledetto imbecille, penso fra me: è riuscito a rovinare tre scopate in un colpo solo.
Da buona madre, m’indigno soprattutto per mia figlia che si è chiaramente vista negare un piacere che ormai le spetta di diritto. Una frana come marito, il Mauri si dimostra anche un padre inetto…
Controllo le pulsazioni, gli alzo una palpebra e scuoto la testa, disgustata: non ho fatto un corso di pronto soccorso completo, ma so riconoscere un infarto.
- Chiamo l’ambulanza – sospiro, rassegnata a perdere così il resto della giornata – Voi due rivestitevi, ragazze: saranno qui in pochi minuti.

Il Mauri è fuori pericolo.
Elena ha riportato a casa la Giusy appena i medici ci hanno potuto rassicurare circa le sue condizioni, e adesso sono sola col mio inutile marito che si sta svegliando.
Lo vedo riaprire gli occhi, l’infermiera (piuttosto carina, devo dire…) gli offre da bere un po’ d’acqua, lui tossisce e si bagna tutto, annaspa, chiede come un’idiota cosa sia successo.
Medico e infermiera si danno un po’ da fare intorno a lui, poi ci lasciano soli perché hanno cose più importanti da fare.
Lui mi afferra una mano: - Patrizia… Nostra figlia è lesbica!
Grandioso.
Ha vissuto accanto a una mezza lesbica per quindici anni senza accorgersi di niente, e adesso che ha visto due ragazzine divertirsi un po’ fra loro si affretta a sputare sentenze.
Lo zittisco e gli spiego con calma i misteri dei fiori e delle api applicati a Mara e Giusy; ma lui non si quieta. La scena cui ha assistito lo ha davvero scioccato, povero idiota. Vedere sua moglie ammucchiarsi con due sconosciuti lo arrapa, ma vedere due ragazzine fare l’amore lo sconvolge.
- Ma Patrizia… - piagnucola – Dobbiamo fare qualcosa… Non ti rendi conto?
- No, non mi rendo conto per niente. Cosa dovremmo fare?
Farfuglia qualcosa di poco coerente a proposito di “nostra figlia” e della sua salute sessuale, e io mi altero.
- Smettila di riferirti alla Giusy come di “nostra figlia”, imbecille. Si tratta di “mia” figlia, e la sua “salute sessuale” è affar mio, non tuo. E per quel che mi riguarda, è una salute perfetta.
- Cosa? – lui spalanca gli occhi - Ma come… Non vedi…? Ma… Giusy è “nostra” figlia!
Non posso trattenere una risata sprezzante.
- Non penserai che mi sia lasciata mettere incinta proprio da te? Di tutti i maschi che ho avuto in vita mia, tu sei proprio l’ultimo da cui mi sarei lasciata gonfiare la pancia…
L’imbecille sbianca ancora di più: - Ma… Ma sei rimasta incinta durante il viaggio di nozze!
- Certo. Ma non con te! Non ti ricordi che l’unica volta che l’abbiamo fatto, abbiamo usato un preservativo?
- Ma, allora…
Sospiro, rassegnata alla sua imbecillità: - Rammenti i due animatori del resort sul lago di Garda? Un veneto e un tirolese? Beh, uno di loro. Non saprei quale dei due… Mi hanno scopata tutti e due quasi tutti i giorni, anche insieme. Due splendidi maschioni, e infatti la Giusy è una bella ragazza, sana e intelligente. Ha preso da suo padre, mica da te!
Il Mauri annaspa senza fiato, sbava un po’ e si accascia sul letto privo di sensi.
Trattengo un conato di vomito e suono il campanello per chiamare di nuovo medico e infermiera.

Patrizia V. © Copyright All Rights Reserved - L’utilizzazione, totale o parziale, di questa storia e delle precedenti e correlate caricate nel presente portale, incluse la riscrittura, la memorizzazione, riproduzione, rielaborazione, diffusione o distribuzione dei contenuti attraverso qualunque supporto o rete telematica, senza previa autorizzazione dell'autore, sono vietati in quanto protetti dalla normativa sul diritto d'Autore. E’ consentito lo scaricamento della storia unicamente ad uso personale. Sono escluse dal divieto di cui sopra eventuali raccolte digitali promosse dal sito ospitante "Erotici Racconti". Ogni violazione verrá segnalata e perseguita a norma di Legge.

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