La nostra notte brava

Scritto da , il 2016-08-18, genere orge

Il giorno dopo ricevo un sms da Eva: sono arrivati a Venezia, hanno lasciato la barca e preso la macchina, e adesso sono sull’Autostrada, diretti a Malpensa. Lei deve prendere l’aereo per Amsterdam... Dice che le manco moltissimo e non vede l’ora di rivedermi.
Che cara.
Le rispondo che quattro mesi passano in fretta, e che la aspetto a Cortina. Poi aggiungo un “ti amo” che sorprende anche me...
- Con chi messaggi? – mi chiede Elena, sulla sdraio accanto alla mia. Le bambine sono al club, e noi per una volta siamo sole solette.
- Niente, è mio marito – mento – Il cornuto dice che gli manco...
Elena sbuffa: - Anche il mio. Che palle!
- Come sta Angi? Ancora non l’ho vista...
- L’ho lasciata in bagno che piagnucolava ancora. Dice che il culo le brucia sempre...
- Lo credo bene! – ridacchio io – L’hai sbudellata...
- Quante storie. Quando l’hanno rotto a me io non ho mica fatto tanta scena.
- Quanti anni avevi?
- Sedici. Eravamo in classe insieme.
- Davvero? E chi è stato a...
- Evaristo. L’insegnante di religione.
Sgrano gli occhi: - Davvero? Sapevo che ti eri fatta sbattere da lui, ma non che ti avesse anche fatto il culo...
- Quello, e anche qualcos’altro... – sogghigna lei.
Non sono invidiosa. A me all’epoca interessavano solo le ragazze. I ragazzi erano solo una questione di status sociale: se scopavi uno ambito dalle altre, eri una tosta, e avevi più chances con quelle che ti piacevano. Però mi da’ soddisfazione sapere che il culo l’ho aperto prima di lei...
- A me invece lo ha rotto il fidanzato della Evelina.
- Chi, quello che era già in Aeronautica?
- Già. Una bella soddisfazione, con quella stronzetta! Lei non gli dava neanche la fica, così io ho alzato la posta, e lui è venuto via con me al termine di una festa in Seconda Liceo. Cazzo come si era inviperita... Non mi ha parlato per due anni.
- Magra perdita.
- Già. Pensare che a me Evelina interessava molto più che non il suo ragazzo...
- Davvero?
- Sì. Però con lei non ci sono mai riuscita. Mi ha respinta in malo modo, e così mi sono vendicata portandole via il suo Vittorio.
- E io, non ti piacevo? Con me a scuola non ci hai mai provato...
- Perché, ci saresti stata?
- Chissà...
Scoppiamo a ridere.
No, Elena non sarà mai bi come me... Gli uomini le piacciono troppo. A me vuole bene perché sono io, ma per il resto le donne la lasciano indifferente. Anche con Angi si è trattato solo di una soddisfazione personale, perché è sua sorella e sembrava particolarmente osceno romperle il culo.
Il maschio è tutto per lei.
Così, prima di pranzo, visto che Angi non si è ancora fatta viva, Elena si alza e va a cercare Aldo per una ripassatina...
Fatalità vuole che Angi arrivi pochi minuti dopo.
Cammina un po’ a gambe larghe, e sorride contenta nel vedermi.
- Come va? – le chiedo con cortese premura.
- Una schifezza. Mi sanguina ancora... E poi non riesco a trovare il mio ragazzo.
- Chi, Aldo?
- E chi altri? Io ho un uomo solo, mica come qualcuna di mia conoscenza...
Se non avesse aggiunto l’ultima frase, probabilmente non sarebbe successo niente. Ma l’ultima considerazione mi fa girare le ovaie, e mi fa venire un’idea crudele.
- Davvero... Senti, vuoi venire con me un momento? Devo farti vedere una cosa.
Lei non è entusiasta, camminare le riesce penoso e sperava in un po’ di conforto, ma accetta di seguirmi.
Mi metto il pareo, prendo la borsa e la guido verso la zona cabine, che lei ben conosce per essercisi fatta sbattere da Aldo diverse volte.
La porto proprio dietro la cabina di Aldo, da cui provengono rumori inequivocabili.
Angi sbianca, improvvisamente consapevole dell’infedeltà di Aldo. Vedo che gli occhi le si riempiono di lacrime, ma non è quello il punto che voglio le sia chiaro.
La afferro per il braccio e me la tiro contro, in modo da farla guardare dentro la finestrella di aerazione.
Lei si sporge con uno sforzo e guada dentro. Guardo anch’io, anche se so esattamente cosa sta succedendo lì dentro...
Angi emette un gemito strozzato, ma tanto da dentro col casino che stanno facendo non la possono sentire.
Aldo si sta inculando Elena, piegata in due sul tavolinetto interno e con il prendisole sollevato sulla schiena. Lei strilla come un’aquila, mentre il tremendo cazzone del tipo da spiaggia le scovola il retto come un trapano.
Giro lo sguardo su Angi, accanto a me. E’ cinerea. Le tremano le labbra.
La trascino via.
- Come ti senti? – le chiedo, con un fare da crocerossina che non mi si addice proprio.
Lei piange.
- Vuoi che ti accompagni a casa?
Lei annuisce, sconsolata.
Sospiro. La carico in machina e metto in moto... La Giusy ne ha ancora fino al pomeriggio, e io non ho impegni.
Arriviamo sotto casa loro e parcheggio per farla scendere.
Angi ha smesso di piangere e mi guarda: - Grazie, Patty. Devi proprio considerarmi una stupida, vero?
Io roteo gli occhi, impaziente. Se si sbriga a scendere, faccio in tempo a farmi una bella nuotata prima di pranzo.
Lei mi mette una mano sul braccio nudo e inaspettatamente mi dice: - Sali di sopra con me, ti prego...
A me piace la carne fresca, lo sapete… Come faccio a dire di no?
La accompagno di sopra.
Appena la porta si chiude alle nostre spalle, Angi mi si butta fra le braccia e mi bacia in bocca.
La stringo e rispondo al bacio. Lei mi da’ la lingua, e io ci gioco con la mia.
Sa di buono.
La spoglio rapidamente e la butto sul lettone.
Facciamo l’amore per più di un’ora, per lo più a sessantanove, ma lei è molto disponibile a leccarmi la fica in qualsiasi posizione, cosa che a me non dispiace di certo...
Poi mi ricordo che lo strapon è ancora in bagno, dove l’ho lavato quella mattina.
Vado a prenderlo, e Angi impallidisce vedendolo.
- Non ti preoccupare, non te lo metterò nel culo – sorrido – Non subito, per lo meno...
La scopo in fica, facendola godere a più riprese.
Smetto quando la vedo accasciarsi esausta sotto di me.
Allora la rivolto e la chiavo anche nel culo, e chissenefrega se le fa ancora male…
Urla come una pazza prima di svenirmi fra le braccia, spossata dal dolore e dal piacere.
Tempo di tornare in spiaggia a riprendere la Giusy...

- Dove eri finita? – mi chiede la Elena, che incontro al club dove è venuta anche lei per prendere la Mara.
- Non tornavi più, così sono andata a farmi una nuotata, e poi a vedere cosa faceva Angi.
- Come sta?
- Molto meglio – sorrido io, perfida.
Quella sera, a cena, Angi siede dolorante su un cuscino, e da lì ci annuncia che si è rimessa con il suo vecchio fidanzato, perché si è resa conto che con Aldo non può funzionare...

***

Da quel momento Angi è ridiventata irreprensibile. O almeno così sembra...
Le vacanze sono agli sgoccioli: Elena, Angi e la Mara stanno per ripartire, e la Giusy è tristissima di perdere la sua amica. Ma anche noi ripartiremo fra pochi giorni.
Per la nostra ultima serata insieme la Elena e io decidiamo di metterci in tiro e uscire insieme a far baldoria. Le bambine vogliono dormire insieme per l’ultima volta, e Angi si presta come al solito a fare da babysitter.
Decidiamo di tornare alla stessa disco dove siamo state l’altra volta, quando non eravamo ancora “intime”...
Questa volta metto anch’io la mini: ormai la Elena si è fatta una ragione che le mie gambe sono più lunghe delle sue e non devo più nasconderle. Non rinuncio al toppino di seta bianco che lascia riconoscere il turgore dei capezzoli quando sono eccitata: anch’io ho fatto pace con l’idea che le tette di Elena sono quattro volte le mie. Ci apprezziamo per quello che siamo.
Fra tutte e due, attiriamo parecchi sguardi sulla pista da ballo, anche se siamo due tardone...
C’è meno gente dell’altra volta, si vede che l’estate è agli sgoccioli. Adesso ci sono per lo più locali e gente che arriva dalle province vicine, ma la maggior parte dei turisti, specie stranieri, sono partiti. Il sabato sera arriverà la massa dei bauscia milanesi (come me?) per lo sballo del weekend, ma adesso la pista è piacevolmente sgombra e consente un ampio campo di vista per lumare ed essere lumate.
Questa volta siamo d’accordo per rimorchiare in coppia e non separatamente, così procuriamo di rimanere vicine fra noi, e noto con piacere che la ritrosia della mia amica a ballare con me è sparita. Si concede anche volentieri a qualche lento abbracciato, e il contatto fra le nostre cosce nude mi manda piacevoli scosse elettriche dalla pelle al cervello, e da lì alla fica che comincia a inumidirsi gradevolmente... Ci esibiamo in qualche mossa più osé, come carezze audaci e qualche bacino a fil di labbra, e il nostro atteggiamento lesbico non manca di attirare l’attenzione.
Parecchi maschioni cominciano a ronzarci attorno, solleticando il nostro ego. Per la maggior parte sono giovani vitelloni, ma diversi sono anche della nostra età o giù di lì.
Durante i lenti, fra una carezza e una moina, ci scambiamo commenti e opinioni sulla carne in mostra, e alla fine ci accordiamo su due che piacciono a entrambe: un bel ragazzo sulla trentina, biondastro e abbronzantissimo, che intriga particolarmente la Elena, e un tipo sui quaranta, scuro di carnagione, un po’ stempiato, largo di spalle e chiaramente piuttosto peloso, che affascina soprattutto me per la sua aria da scimmione presumibilmente dotato anche se probabilmente non ferrato in filosofia... Ma a tutte e due piacciono entrambi, così l’idea di una partita a quattro risulta fattibile.
Facciamo loro l’occhiolino, lasciandogli capire che il loro approccio è gradito, e loro si fanno avanti, abbandonando senza troppe esitazioni le rispettive compagnie.
Cominciamo a ballare in circolo tutti e quattro, poi quando il dj ripropone un lento, finiamo naturalmente accoppiati, io col biondo e Elena con il moro... Beh, sono stati loro a scegliere.
Ora sembriamo due vere coppie: due biondi e due mori.
Il mio si chiama Daniele, ed è veneto come me: un dannato mangiagatti. Ha trentaquattro anni, sposato ma con la moglie in montagna con i suoi, che lui non sopporta... Bene, nessun cuore solitario in cerca dell’amore della sua vita, per me, grazie! Elena lo ha scelto bene: impiegato di banca, siccome ha la moglie mora gli piacciono le bionde. E ha un pacco discreto fra le gambe, lo sento bene mentre mi stringe per il primo lento. Sarò una di gusti difficili, ma forse per via di mio marito non sopporto quelli che non gli tira quando mi stringono.
Incrocio lo sguardo con Elena, e anche lei mi da il via libera circa il suo, che scoprirò più tardi chiamarsi Giuliano ed essere un divorziato di Pescara, meccanico di auto in cerca di avventure estive... Anche lui ha passato il test del ballo lento, e la Elena è anche più esigente di me. Forse perché la sua fica è meno stretta della mia.
- Ho la casa libera – sussurro di punto in bianco nell’orecchio del vicentino biondo – Cosa ne dici di andare a farci quattro salti con la mia amica e il suo ganzo?
Lui annuisce con entusiasmo, e allora ci avviciniamo agli altri due.
Strizzo l’occhio a Elena e anche lei annuisce il suo assenso.
- Vi va di venire a casa mia? – chiedo a voce più alta, perché anche lo scimmione mi senta – Ci facciamo un bicchierino, quattro chiacchiere, e quel che viene, viene...
Lo scimmione sorride deliziato.
Io ho la macchina, e il Daniele sale con me, mentre la Elena sale col Giuliano sull’Alfa di lui.
Parcheggio sotto casa e aspetto che anche Giuliano trovi un buco... Nell’attesa, Daniele si prende le prime libertà sotto l’androne di casa.
Mi eccita il rischio che qualcuno che conosco ci veda, così non lo fermo. Facciamo lingua in bocca, e lui mi fruga il corpo, esplorando le mie curve e i posti più intriganti... Mi infila una mano fra le cosce, sollevandomi la mini dal davanti, e scopre che sono senza mutandine.
Sento con la mano che la sorpresina è gradita, perché il suo coso ha un sussulto e da mezzo bazzotto diventa bello tosto.
Vorrei fargli un pompino sul posto, ma Elena e Giuliano stanno arrivando, e non mi va fare subito la parte della zoccola del gruppo... Quel ruolo spetta di diritto a Elena.
Saliamo di sopra, chiudo la porta e faccio accomodare gli ospiti in salotto.
Metto un po’ di musica, preparo quattro Bacardi e servo in sala... Elena è sul divano fra i due maschioni, e ha già una tetta di fuori mentre slingua alla grande col Giuliano, e il Dani le tiene una mano sul ginocchio.
- Uh, quanta fretta – esclamo io, un po’ piccata – Beviamoci almeno qualcosa, prima di cominciare...
Quelli si ricompongono un attimo e prendono un bicchiere ciascuno. Mi siedo anch’io sull’altro divanetto, e il Dani mi raggiunge, sedendomisi accanto. Bravo ragazzo...
Sorseggiamo i nostri cocktail, e i freni inibitori, già piuttosto allentati, cedono ancora di più.
Io piazzo una mano sulla patta di Dani, saggiando il suo arnese già pronto per l’uso; lui risponde riportandomi la sua fra le cosce nude, palpandomi l’interno e scivolando rapidamente sotto la mini.
Sull’altro divano la Elena sogghigna, ammicca e si rivolta verso il suo ganzo mettendogli la lingua in bocca, mentre lui invade l’ampia scollatura della camicetta e le scodella nuovamente fuori la tetta.
Ci siamo: sento le dita impazienti di Dani frugarmi fra i peli della fica alla ricerca della spacca umida, e guaisco di piacere quando la trovano.
Ci baciamo. Due dita mi pizzicano un capezzolo attraverso il toppino, mentre l’altra mano comincia a masturbarmi.
Con dita esperte apro la patta dei suoi pantaloni, estraggo l’arnese bello caldo e tosto, e comincio a segarlo. Lui replica sfregandomi il clito e continuando a tormentare il mio povero capezzolo, mentre le nostre lingue fanno la lotta nella mia bocca...
Andiamo avanti così un paio di minuti, poi io mi divincolo, mi chino su di lui e glielo prendo in bocca, cominciando a succhiare con avidità.
Mentre spompino Daniele, alzo lo sguardo e vedo che anche Elena si sta dando da fare... Cavolo! Rimango allibita, il cazzo del Giuliano è qualcosa da guardare: niente di straordinario per lunghezza – sarà sui venti centimetri – ma è mostruosamente grosso. Almeno come il mio avambraccio... Fate conto un cotechino. La mia amica si sta letteralmente smascellando per prenderlo tutto in bocca.
Il mio invece è di dimensioni normali... Magari un po’ lungo, ma di diametro assolutamente standard. E poi è bello duro, dritto e piacevolmente solcato da grosse venature che lo fanno sembrare ancora più virile.
Mi piace, e lo ciuccio a dovere, pregustando il piacere di prendermelo dentro.
Anzi, perché pregustare, se si può scopare?
Ho troppa voglia, così rompo gli indugi: mi sollevo, scavalco il Dani con una gamba e gli salgo in braccio guardandolo dritto in faccia, mentre gli stringo i fianchi tra le ginocchia, sedendomi sulla sua patta.
Lui mi afferra per le chiappe sode e mi solleva, mentre io gli afferro il membro e, ravanando sotto la gonna, me lo appoggio alla fica.
Lui mi lascia lentamente andare le chiappe, e io mi impalo sul suo bel cazzo, lasciando andare un lungo gemito di soddisfazione.
Chiudo gli occhi, assaporando la calda sensazione di pienezza che si prova con un bell’uccello in fica, e sento le mani del mio maschio che mi abbassano l’orlo del top, scoprendomi le tette. La sensazione successiva è altrettanto sublime: la lingua rasposa del Dani sui capezzoli, prima uno poi l’altro...
Comincio a muovermi, pompandomi da sola su di lui, mentre lo stronzo prende a succhiarmi e a morsicarmi i capezzoli, lunghi e duri come mai per l’eccitazione.
Guaisco, impreco, strepito di piacere e di dolore mentre lui abusa delle mie ciliegine e io sgroppo sul suo cazzo, poi lui comincia a sua volta a rinculare sotto di me, e la nostra diventa una vera scopata a spegnimoccolo.
Alle mie spalle sento i gemiti e i grugniti soffocati dell’altra coppia, e intuisco che anche loro stanno scopando.
Mi concentro sul mio piacere: afferro con forza il capo del mio improvvisato amante e me lo tiro contro il seno, obbligandolo a succhiarmi ancora le punte, e intanto lo cavalco con forza.
Poi giro il capo per controllare cosa succede dietro di me.
Giuliano ha preso la Elena, l’ha piazzata alla pecora sul divano e l’ha penetrata da dietro; adesso la mia amica si gode il cotechino del suo maschio aggrappata al bracciolo del divano preferito di mia suocera, e a ogni affondo che prende nel ventre rantola sbarrando gli occhi e spalancando la bocca.
Nella posizione in cui mi trovo, sono io a controllare la scopata, e sentirmi succhiare i capezzoli con tanto entusiasmo mi aiuta non poco...
- Aahhh! – grido, dimenandomi come un’ossessa sul cazzo di Dani – Vengooo...
Mi gusto l’orgasmo, contorcendomi tutta per sentire il membro che mi riempie la vagina ruotarmi tutto dentro e assaporare al massimo il gusto del momento.
Sento che la pelle mi si imperla di sudore per la violenza dell’impatto con il piacere, e tremo letteralmente di voluttà.
Mi fermo un attimo per raccogliere le idee.
Poi smonto di sella, mi butto in ginocchio fra le gambe di lui – come si chiama? Ah, sì, Dani... – e gli prendo il cazzo in bocca.
E’ intriso dei miei succhi, che assaporo con gioia, ripulendolo con cura prima di cacciarmelo fino in gola. Lui mi prende per i capelli e cerca di scoparmi la faccia, ma a me non piace e glielo impedisco con un gesto stizzito: voglio dirigere io il gioco...
Succhio con forza, e lui si lascia andare.
Emette un lungo lamento, e sento lo schizzo di sborra contro il palato. Sborra calda, salata... Ingoio il primo spruzzo, ma trattengo il resto in bocca, mentre continuo a segarlo con mano esperta, come se stessi mungendolo.
Quando sono sicura che abbia finito, lo lascio andare e alzo lo sguardo su di lui.
Mi guarda stremato, e allora io mi lascio colare la sborra dagli angoli della bocca; due rivoletti di sperma biancastro mi sbrodolano dal mento sulle tette, inzaccherandomi tutto il seno.
So che è uno spettacolo osceno che arrazza i maschi di brutto, e mi piace mostrare tutta la mia depravazione quando fotto un maschio nuovo.
E’ utile per farglielo tirare di nuovo in fretta...
Sorrido e mi alzo in piedi, voltando le spalle al maschio usato e girandomi verso quello ancora in azione.
Giuliano sta ancora sbattendo Elena alla pecora. E’ nudo, e sembra davvero uno scimmione... Anzi, un cinghialone. E’ piuttosto sovrappeso, cosa che non avevo notato quando era vestito, ed è ancora più peloso di quanto pensassi: lunghi pelazzi nerissimi su tutto il corpaccione irsuto e sudato. Oscenamente arrapante, devo ammetterlo... E infatti quel troione della Elena sembra apprezzare parecchio.
Mi sfilo il top e la mini, che ormai sono ridotti ad un rotolo unico intorno ai miei fianchi, e rimango praticamente nuda, con solamente gli stivaletti ai piedi, l’orologio al polso e la catenina a girovita a caratterizzare il mio corpo asciutto e abbronzato.
Mi avvicino all’altra coppia. Mi inginocchio davanti alla Elena e la bacio dolcemente sulla bocca, incoraggiandola a prendere il cazzone di Giuliano fino in fondo... Poi mi rialzo e vado ad assaggiare la bocca del suo maschio: dopotutto, sono la padrona di casa, e ho i miei privilegi.
Giuliano mi cinge i fianchi e mi stringe a sé, senza smettere di fottere Elena. Mi piace la sua brutalità: ha davvero un che di animalesco... Come il suo cazzo da somaro.
Getto la testa all’indietro, e lui mi succhia un capezzolo. Inaspettatamente, è più delicato di Dani, e non lo morde. Fremo di lussuria.
Mi libero del maschio e vado ad accucciarmi sul divano davanti a Elena. Mi piazzo con comodo, e le schiaffo la fica in faccia per farmela leccare.
La mia amica non fa una piega: si sistema meglio sui gomiti, allunga il capo fra le mie cosce nude, preme la faccia contro il mio vello dorato e umido del recente orgasmo, e mi serve la lingua nella spacca, simile a un serpentello infuocato.
- Aahhh... – gemo – Sì, leccamela così...
Giuliano si fotte Elena, e lei mi lecca la fica... Per una volta, sono io quella che riceve senza dare, e posso dedicarmi nuovamente al mio esclusivo piacere.
Non ci posso credere, sto per godere di nuovo... Elena è davvero diventata brava a leccare la fica. Chiudo gli occhi e mi stropiccio i capezzoli. Un istante dopo, appena la lingua di Elena mi centra il clito, esplodo in un nuovo orgasmo.
- Sssìììì! – grido, sborrando letteralmente in faccia a Elena il mio succo perlaceo.
Lei lappa come una brava ragazza, bevendo i miei fluidi vaginali come se non avesse fatto altro per tutta la vita.
Rimango imbambolata qualche secondo, poi mi faccio forza e mi tiro nuovamente su: voglio godermi la serata fino in fondo, visto che probabilmente non mi godrò più un cazzo decente fino a Capodanno.
Elena annaspa, grugnisce, e infine gode anche lei, affondando la faccia fra le mie cosce.
- Hmmm... Sì, godo... Oohhh!
Rincula con forza, e probabilmente la sua vagina si contrae violentemente per gli spasmi dell’orgasmo, perché anche Giuliano diventa tutto rosso, emette un rantolo, e le viene dentro con un lungo lamento.
La mia amica si prende lo sperma dello sconosciuto nel suo utero di adultera impenitente senza farsi troppi problemi, e mi si affloscia fra le gambe come un palloncino bucato.
Io mi sollevo e raggiungo il punto di congiunzione dei loro corpi: estraggo il pene ancora sobbalzante dalla cavità vaginale in cui era allogato, e ammiro l’impressionante dilatazione della mia amica. Il cotechino di Giuliano l’ha davvero aperta come se avesse avuto un bambino...
Lo sperma comincia a scolare rapidamente dal buco spalancato, e io mi tuffo per ripulire il casino che Giuliano lasciato dentro la pancia della mia amica.
Lappo di gusto il denso liquido caldo e biancastro che cola da quella ficona pelosa, gustandomi la deliziosa torta alla crema fino all’ultima goccia, e intanto sego delicatamente il cotechino per evitare che si ammosci troppo.
Quando ho finito di ripulire con la lingua la fica spatasciata di Elena, mi rivolgo al cotechino che ho in mano: è ancora gonfio, anche se mezzo bazzotto, e tutto imbrattato di sbroda.
Cerco di prenderlo in bocca, ma riesco appena a ingoiare la cappella e poco più, tanto è grosso quell’affare, e allora mi rassegno a leccarlo tutto, ripulendo anche lui dai residui della chiavata.
Giuliano si accomoda meglio sul divano, sedendosi a gambe aperte, ed io a mia volta mi accuccio in ginocchio fra i suoi prosciutti pelosi per fargli un pompino come si deve.
Spalanco la bocca più che posso, e quasi mi strozzo per prenderne almeno un terzo in bocca, ma la cappellona gonfia mi occlude completamente la gola e ho un conato di vomito che reprimo a stento. Mi rassegno a usare le labbra solo sulla cappella, e la lingua sul resto, aiutandomi attivamente con la mano per intostarlo di nuovo alla svelta.
Avverto del movimento accanto a me: è Dani, che è venuto a sedersi accanto a Giuliano per farsi spompinare a sua volta da Elena, ben lieta di esibirsi su un cazzo più normale...
Siamo tutte e due nude e in ginocchio fra le gambe dei rispettivi maschi, ciucciando i nostri bigoli con tutta l’arte di cui siamo capaci.
Si sa, io viaggio a corrente alternata, mentre Elena è un troione da paura pienamente etero, e quindi come pompinara è più brava lei. Ne ha sicuramente ciucciati di più, e anche molto più spesso... Inoltre Dani è venuto da più tempo, e il suo affare si succhia meglio. Insomma: vince lei.
Il cazzo di Dani è di nuovo bello dritto e duro, e lei ci si impala sopra con un gridolino di soddisfazione nel sentirselo affondare dentro ancora più in profondità di quanto non avesse fatto Giuliano.
Io raddoppio i miei sforzi: anch’io voglio scopare, e sono curiosa di provare il cotechino nella mia fichetta, ben più stretta della voragine di Elena.
Mi rendo conto che il cotechino non sarà mai completamente duro: è così grosso che è impossibile trasformarlo in un randello, ma anche come semplice tubo è consistente più che a sufficienza per penetrare una donna.
- Avanti, scopami! – lo incito, stendendomi di schiena sul divano per farmi prendere da lui come meglio gli aggrada.
Spalanco le gambe e mi slabbro la figa, offrendomi nel modo più evidente e osceno possibile.
Lui mi si piazza fra le gambe, inginocchiandosi col suo coso fra le mani, lo appoggia fra le mie valve aperte e bagnate, e comincia a spingere.
Cazzo, che cazzo!
Mi sento aprire come da un divaricatore del ginecologo, una sensazione mai provata... Quel coso enorme entra lentamente dentro di me, allargandomi la fica e riempiendomi assai più di Aldo o del mio bel giocattolone di lattice, dandomi un senso di pienezza incredibile.
- Oh mio dio... – annaspo, quasi in preda al panico – Cazzo, mi stai aprendo in due!
- Stai ferma e lasciami fare – grugnisce lui, chiaramente abituato allo sconforto delle donne che si lasciano penetrare da suo coso – Non ti faccio male, anzi...
Non discuto, e mi lascio infilzare da quel paracarro, così morbido e tosto al tempo stesso, caldo e pulsante, che mi colma della sua carne facendomi sentire donna come mai prima.
Sbattuta alla grande accanto a me, Elena strilla e si dimena come un’epilettica mentre s’impala sul cazzo di Dani, che le succhia le tettone con diligenza e passione mentre la sostiene per le chiappe abbondanti e sode, imprimendole il ritmo della scopata.
Io il ritmo lo subisco passivamente, ma ormai il coso abnorme di Giuliano è tutto dentro, e io sento i coglioni grossi e pelosi che mi sbattono sul culo mentre lui mi fotte con affondi brevi e decisi.
Mai provato un cazzo così.
Mai sentita così piena... Spero che duri a lungo!
Tutti e due i maschi hanno le palle vuote, e quindi in effetti ci scopano bene e a lungo, facendoci belare di piacere.
Arriviamo all’orgasmo contemporaneamente, proprio come due vere amiche, e gridiamo praticamente all’unisono, torcendoci tutte nel sentire la contrazione violenta delle nostre vagine.
I maschi sono chiaramente soddisfatti, e si scambiano un “cinque” come se avessero fatto gol.
E’ bello vedere che i nostri montoni hanno fatto amicizia...
- Cambio? – propone Dani, quello con più iniziativa.
- Dài! – approva il compare peloso che mi sta ancora pestando la figa come un pestello nel mortaio.
I due estraggono gli arnesi dalle nostre guaine, lasciandole slabbrate e sgocciolanti, e si scambiano di posto.
Giuliano afferra Elena e se la tira addosso mentre si sdraia sul divano; Dani mi solleva e mi rovescia sul tappeto, piazzandomi galantemente un cuscino sotto la testa prima di infilzarmi nuovamente come un tordo.
La mia fica è così slabbrata che il suo uccello mi affonda dentro tutto fino in fondo al primo colpo, strappandomi un urlo quando me lo sento arrivare inaspettatamente fino alla bocca dell’utero.
Sul divano, Giuliano ci mette un po’ di più a prendere Elena da sotto, un po’ a causa della relativa morbidezza del suo cotechino, e un po’ per la scomodità della posizione della mia amica, con un ginocchio bloccato contro lo schienale e l’altra gamba a terra... Quando loro cominciano a fottere, noi siamo già avanti con la nostra scopata, in fondo noi siamo gli atleti del gruppo, e loro quelli più sedentari...
Dani mi scopa ancora una volta con decisione: il suo cazzo è bello duro visto che non è venuto con Elena, e mi trivella come un martello pneumatico.
Sono proprio in serata: non ci posso credere, ma sento un altro orgasmo avvicinarsi rapidamente.
Stringo le cosce intorno ai fianchi del mio giovane amante, chiudo gli occhi, e al suo affondo successivo lancio un grido selvaggio, sollevandolo letteralmente per la violenza dei miei contorcimenti incontrollati.
Lui mi tiene ferma e continua a sbattermi senza riguardo, prolungando così il mio orgasmo finché non mi abbatto a terra stremata.
Ancora una volta, il mangiagatti non è venuto.
Si sfila da me e si rivolge nuovamente all’altra coppia, ancora nel pieno della sua scopata a spegnimoccolo sul divano. Imbambolata, lo vedo accostare il suo cazzo grondante della mia sbroda al viso di Elena, e lei che spalanca le fauci per ingoiarlo tutto.
Quella zoccola della mia amica ha tutti e due i cazzi per sé...
Un cazzo in gola e l’altro in fica, Elena mugola di piacere, dimenandosi tutta alla ricerca del climax supremo.
Mi alzo sui gomiti, godendomi lo spettacolo. Vedo le vene sul collo della mia amica che si gonfiano per lo sforzo di succhiare un cazzo mentre ne chiava un altro, e immagino la sensazione.
Poi Dani prende un’altra iniziativa delle sue: tira fuori il cazzo dalla bocca di Elena, le gira intorno e si piazza alle sue spalle.
Intuisco cosa vuole fare, e ammetto di essere piuttosto seccata.
Dani sale sul divano trovando posto con le ginocchia fra le gambe degli altri due e afferra Elena per i fianchi obbligandola a fermare il suo ritmo coitale, anche Giuliano afferra l’idea, e smette per un momento di pompare la Elena dal basso.
Dani punta il cazzo duro come un paletto di frassino fra le natiche sudate della mia amica, trova il buchetto ben allenato, e ci schiaccia contro con decisione la cappella enfiata.
- Ahi! – strilla Elena, sentendosi forzare lo sfintere, mentre tiene tutto il cotechino di Giuliano nella sorca – Fa’ piano, che sono già piena...
- Non darle retta, amico – le fa eco Giuliano da sotto – Sfondala!
Dani non se lo fa ripetere, e affonda la bega nello sfintere di Elena senza troppi riguardi per le proteste della diretta interessata.
La mia amica sbarra gli occhi e spalanca la bocca in un urlo privo di suono, come il fallo di Dani si aggiunge a quello di Giuliano nel riempirle la pancia.
Per la seconda volta durante l’estate, vedo Elena presa in sandwich da due uomini mentre a me tocca fare da spettatrice. Sono davvero indispettita... Mi sollevo meglio su un braccio per guardare, e con la mano libera comincio a toccarmi fra le cosce. Ho già goduto tre volte, ma in fondo non c’è una legge che vieti di masturbarsi, giusto?
Dani comincia a fottere il culo di Elena, che annaspa senza fiato sotto il duplice assalto, mentre anche Giuliano ricomincia a muoversi, anche se più debolmente, sotto di lei.
Vedo chiaramente la stanga durissima e lucida di broda del Dani che entra e esce velocemente dal buco collaudatissimo della mia amica, e intuisco il mix di sollazzo e di dolore che lei deve provare mentre viene trivellata a quel modo.
Non ci sto ad essere esclusa così: dopotutto sono la padrona di casa.
Mi tiro su a fatica e mi avvicino a quel groviglio di corpi che si ammucchiano senza ritegno, nudi e sudati... Una scena animalesca, oscena, di quelle che ti si imprimono indelebilmente nella memoria.
Accarezzo la schiena nuda di Elena, bacio velocemente in bocca Dani, poi la stessa Elena e anche Giuliano che le sta sotto. Cerco un modo per inserirmi nel groviglio di corpi che si contorcono oscenamente davanti a me.
Elena allunga una mano e mi tira un capezzolo. Squittisco di dolorosa sorpresa e di piacere al tempo stesso.
Poi decido di arrampicarmi dalla parte delle teste dei due amanti che stanno sotto: sistemo un ginocchio fra lo schienale del divano e la spalla di Giuliano, e piazzo l’altro piede saldamente a terra, sedendomi letteralmente in faccia a Giuliano. Mi ritrovo il viso di Elena che mi affonda in grembo al ritmo della monta che le imprime Dani nel culo, e se allungo il capo arrivo a baciare il biondo in bocca ad ogni colpo che sferra nelle budella della mia amica.
Quando le nostre lingue si incontrano per la prima volta, sento anche quella di Giuliano che mi scivola in figa, e sobbalzo di piacere.
Afferro Elena per il collo con tutte e due le mani, spingendole la testa fra le mie cosce per costringerla a leccarmi il clito, ma la posizione è davvero difficile. Mentre Dani e io ci baciamo appassionatamente, i nostri due amanti più in basso fanno fatica a respirare, prigionieri dei nostri corpi. Elena in particolare è in una brutta posizione, letteralmente un pezzo di carne usato da noi tre per il nostro piacere.
Difficile definire il succedersi esatto degli orgasmi: credo che il primo a venire sia Giuliano, oppresso dal peso di tutti gli altri e meno in condizione di controllare la situazione.
Dani deve avvertire le pulsazioni dell’altro cazzo nella pancia di Elena, e questo probabilmente accelera la sua venuta.
Io sento le convulsioni degli altri: sbrodolavo già in faccia a Giuliano come un rubinetto guasto, e il contatto della lingua di Elena sul clitoride fa il resto: un’ennesima venuta, seppure meno potente delle precedenti, ma altrettanto coinvolgente.
- Oh mio dio... – annaspo, aggrappandomi alla testa di Elena – Godo... Godo ancoraAAAHHHH!
Succhio letteralmente la lingua di Daniele, e anche lui perde il controllo, sferrando un ultimo colpo nel culo di Elena e sborrandoci dentro quel che gli resta nella sacca dei coglioni.
L’unica a non raggiungere l’orgasmo è proprio Elena, squassata dalla monta multipla che ha subito, ma non mi sembra abbia di che lamentarsi, giusto?
Rimaniamo ammucchiati in quella posizione improbabile per alcuni minuti, esausti.
Poi mi rendo conto che sto uccidendo la mia amica, e mi levo da sopra la sua faccia, lasciando respirare anche il povero Giuliano, che è già cianotico.
Barcollando sulle gambe, mi reco a stimare i danni nelle intimità della mia amica.
Le due mazze sono scivolate fuori dai suoi buchi, che sembrano le voragini fumanti di due vulcani, spalancati e arrossati come sono.
Al posto della lava, al loro interno ribolle la sborra dei due maschi che l’hanno riempita del loro seme fino all’orlo del cratere. Sotto i miei occhi, il fluido caldo comincia a defluire da entrambe le falle, scolando attraverso il pelo della fica e lungo l’interno delle cosce prima di finire sulle gambe pelose di Giuliano e infine sulla fodera del divano, che probabilmente dovrò buttare prima che lo veda mia suocera...
Non riesco a trattenermi: mi piego fra i glutei di Elena e comincio a leccare quel liquame sottile e salato, quasi amarognolo, che cola abbondante dai buchi della mia amica debosciata.
Lecco la pelle liscia delle sue cosce vellutate, lecco il pelo arruffato della fica intriso di succhi, lecco l’interno della vulva spatasciata di un bello che mai, e lecco anche il buco del culo, infiammato e sgocciolante, che sembra danneggiato al di la’ di ogni speranza di recupero, ma che so bene sarà nuovamente in forma anche troppo presto...
La nostra notte brava è finita.
Butto fuori dalla porta i due maschi oramai inutili e accompagno la mia amante stremata a letto, dove le rincalzo le coperte prima di stendermi accanto a lei senza neppure farmi la doccia: vorrà dire che domani porterò le lenzuola in lavanderia.
Ci addormentiamo così, nude e soddisfatte, tenendoci a cucchiaio, io con le mani colme dei suoi seni morbidi e caldi, e lei che spinge il culo dolorante contro il mio stomaco pieno di tutti i succhi che ho gustato durante la nostra ultima notte brava.

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