La doppia iniziazione di Angela

Scritto da , il 2016-08-18, genere saffico

L’indomani mattina sono presto in spiaggia, anche se muoio di sonno e il culo mi brucia ancora: non voglio perdermi la partenza di Fabio e Eva.
Li vedo infatti, verso le nove: la bella barca di Fabio scivola elegantemente fuori dal porto turistico e sfila davanti alla spiaggia al limite della distanza di sicurezza, con Eva in topless sulla prua, che si sbraccia a salutare.
Mi si gonfia il cuore... Ho proprio una bella cotta per quella ragazzina!
Mio marito mi rompe i coglioni commentando la sguaiataggine della nuova generazione, che non ha più decoro.
Lo ignoro, ma proprio non vedo l’ora di farmi sbattere di nuovo da un vero uomo... Così vedremo con quale decoro porterà lui in giro le sue belle corna!
Il mio primo istinto è di andare a cercare Aldo e farmi sbattere alla veloce nella sua cabina, ma il culo mi fa davvero un male cane, e decido di soprassedere, almeno per il momento.
Per fortuna arriva Elena.
Le bambine cominciano a giocare, e la mia amica mi si siede accanto, così ho la scusa per ignorare il Mauri.
Angi non si vede... Elena mi lascia intendere che si è fermata “col suo ragazzo”, e adesso sono probabilmente in cabina a fottere come conigli.
Mi sento molto vicina alla Elena. Sono contenta che sia lì in quel momento difficile di separazione dal mio nuovo amore... Anche se naturalmente non le posso dire nulla: la mia amica è gelosissima!
Però non vedo l’ora di fare di nuovo sesso con lei...
Il Mauri spacca le palle: vuole scopare.
Ancora non è riuscito ad avermi e gli brucia tornarsene a Milano con le pive nel sacco. Ma io non ne ho voglia, io voglio Elena.
Alla fine, con la scusa che ci sono le bambine e Angela ancora non si vede, gli dico che di tornare a casa solo per una scopata con il caldo che fa non se ne parla proprio, e se proprio vuole possiamo farci una sveltina nella cabina di Elena.
Lui diventa un peperone quando chiedo la chiave a Elena, dicendole chiaro e tondo perché mi serve, e lei me la da con un sorrisetto.
Come sospettavo, mio marito a questo punto è così imbarazzato che non gli tira, così me la cavo con un’altra sega. Il Mauri schizza un po’ di seme per terra, e il problema è risolto.
Lui è avvilito, ma lo rincuoro con un bacino sulla bocca, a quel punto lui probabilmente si ricorda di avermi tradita con Elena, e ridiventa tutto carino...
E’ il momento di scaricarlo.
Gli ricordo che se parte per tempo, forse riesce a vedersi la partita amichevole dell’Inter, e lui si gasa subito. Mi è perfino riconoscente per averglielo ricordato...
Tempo un’ora, e mio marito si sciacqua dalle palle con la sua macchia.
Ho campo libero con Elena...
Angi si fa finalmente viva, tutta soddisfatta. Ci annuncia che con Aldo va veramente tutto a gonfie vele, e che è così felice con un vero uomo come lui...
Elena sbuffa impaziente. Ha appuntamento con Aldo subito dopo pranzo, ma naturalmente non può dirlo alla sorellina.
Devo assolutamente fare qualcosa: non mi va proprio di essere quella che va in bianco... La sega al Mauri non conta.
Ho un’idea brillante. Le bambine chiedono da qualche giorno di poter passare ancora la notte insieme, ma questa volta da sole.
Propongo di preparare le cose per loro a casa mia, così poi loro possono restare da sole, prepararsi la cena e andare a dormire insieme, e io posso dormire dalla Elena...
La mia amica ha un sorrisetto strano: sa bene che la mia proposta implica che mi deve mollare la fica nel suo letto... Mi strizza l’occhio e accetta. La Angi non ha voce in capitolo, e comunque visto che tocca a lei cucinare quella sera, avere me o la Mara a cena non fa molta differenza.

Quella sera Angi va a dormire piuttosto presto, e io resto sola con Elena. Telefoniamo a casa mia per accertarci che le bambine se la stiano cavando bene, poi decidiamo di andare a letto anche noi.
Quando esco dal bagno, la Elena è già distesa languidamente sul letto col suo babydoll, e sorride maliziosamente.
Mi stendo accanto a lei e la bacio sulle labbra.
La sua lingua incontra la mia e inizia a danzare con lei... Ci abbracciamo e ci rotoliamo sul letto, le nostre gambe nude aggrovigliate fra loro.
Alla fine io mi ritrovo sopra, e senza smettere di baciarla le scopro le tette, cominciando a massaggiarle. Lei mugola di piacere nella mia bocca.
Mentre sprimaccio una tetta, gioco col capezzolo dell’altra, e intanto strofino con la coscia la sua figa calda e carnosa...
Si bagna in fretta, la mia amica.
Smetto di baciarla e scivolo lungo il suo corpo morbido e flessuoso, fino a raggiungere la sua tana calda e profumata.
Comincio a leccarla. Poi la scopo con la lingua. A lungo...
Elena geme di piacere, spalancando le cosce più che può, e mi afferra per i capelli, cercando di spingermi la faccia il più possibile dentro la sua figa.
Succhio la sua sbroda calda e dolcissima, me ne imbratto il viso strofinandolo contro il folto pelo nerissimo della sua vulva scarmigliata.
Un grido selvaggio: Elena è venuta.
Continuo a leccare per raccogliere il nettare che le sgocciola dalla fica e assaporarlo come merita, e lei mi accarezza la testa con gratitudine.
Poi mi alzo e mi rivolto, montandole in faccia: adesso che ha goduto, tocca a lei darsi da fare fra le mie cosce...
Sento la sua lingua inesperta ma malandrina farsi strada nella mia peluria bionda e aprirmi delicatamente le valve della figa, per poi penetrare lentamente all’imbocco della vagina. Fremo di piacere, e un debole lamento mi sfugge dalle labbra.
Mi gusto la volenterosa sleccazzata che mi propina la mia amica, ma quando faccio sesso io non riesco a rimanere passiva a lungo: mi distendo su di lei a sessantanove, tornando ad immergere la faccia nel suo boschetto nero come l’inchiostro e ancora umido dell’orgasmo precedente.
Le abbraccio le chiappe sode e ricomincio a leccare, nella più classica delle posizioni dell’amore lesbico.
Restiamo a sessantanove per un’eternità, entrambe arriviamo più volte vicine all’estasi per ritrarci all’ultimo momento e prolungare il piacere il più a lungo possibile...
Mi piace fare sesso con Elena. E’ porca quanto me, anche se in modo diverso: io sono depravata, cerebrale, amo controllare le mie perversioni e scatenarle tutte insieme al momento giusto. Elena è molto più naturale nella sua troiaggine, è una puttana per natura, istintiva e per niente razionale. Vive liberamente la sua sfrenata sensualità, abbandonandosi all’istinto. E’ per questo che, pur non essendo bisessuale come me, mi si è concessa così completamente: lei non si fa problemi, vive l’attimo fuggente senza pre-selezionare i suoi amanti come faccio io.
E intanto impara. Per essere una senza esperienze saffiche alle spalle, mi mangia la fica eccezionalmente bene.
Sono quasi sul punto di godere, e mi ritraggo. E’ il momento di mostrare a Elena qualcosa di nuovo.
Scendo dal letto e raggiungo la mia borsa. Estraggo il regalo di Fabio, e ho un brivido all’idea che sto per fottere la mia amica proprio come se fossi un maschio.
So che lei mi vede armeggiare da dietro, ma può solo bearsi della vista della mia schiena nuda e del mio splendido culetto, mentre indosso la mia protesi.
Mi penetro col dildo interno, e fremo di piacere sentendo la vagina che si riempie di lattice tosto, poi sistemo le cinghie intorno ai fianchi e sotto il cavallo, assicurando lo strapon in modo che non si muova, e infine mi volto, mostrando con orgoglio il mio giocattolo nuovo alla mia amica.
La bocca della Elena quasi cade per terra.
- Oh mio dio... Che cos’è quello?
Rido, mentre lei mi guarda con occhi sgranati, come se avesse appena scoperto di aver fatto l’amore con un’ermafrodita: - E’ il nostro nuovo amico, tesoro... Con questo, posso veramente possederti fino a farti piangere.
- Tu sei matta! E’ troppo grosso...
- Adesso non esagerare. E’ grosso, è vero, ma non più di quello di Aldo, che ti sei presa poche ore fa. Adesso tocca a me... Allarga le gambe, amore mio, che adesso ti faccio urlare.
La Elena rimane imbambolata un momento, ma riconosco il lampo di lussuria nei suoi occhioni neri. So che non si tirerà indietro neanche questa volta.
E infatti, si stende nuovamente sul letto e allarga le gambe proprio come le ho ordinato, aprendosi le valve della figa per preparasi alla penetrazione inaspettata.
Risalgo sul letto e le monto addosso per possederla.
Lei mi cinge con le cosce e mi afferra per i fianchi come fossi un uomo, mentre punto la testa del dildo fra le sue valve aperte e umide, appena visibili nel suo folto boschetto nerissimo.
Affondo il fallo di lattice dentro la mia amica e mi distendo su di lei, strappandole un gridolino di sorpresa e di piacere nel realizzare il turgore del pene che le penetra nella vagina.
Appoggio il seno sul suo e la fisso negli occhi, gustando la pressione del robusto dildo interno dentro di me, e immaginando quel che prova lei sotto di me, piena di quello esterno, ancora più lungo e soprattutto più grosso.
- Aahhh... – annaspa la Elena, infilzata dallo strapon – Madonna mia, che cazzo! Mi riempie tutta...
Sono contenta che le piaccia. La bacio in bocca, strofinando le tette sulle sue in modo che i miei capezzoloni sfreghino contro i suoi e premano contro la sua carne tenera.
Poi comincio a scoparla.
Sento le sue braccia cingermi le spalle, mentre le sue gambe mi allacciano i fianchi; mi puntello sulle braccia e comincio a pompare con i reni contro i suoi lombi.
- Oh! – geme lei – Oh sì, fottimi...
Non mi faccio pregare, e comincio a pestare dentro di lei come se fosse il basilico in un mortaio per fare il pesto alla genovese... A ogni affondo sento il dildo interno che mi si conficca maggiormente nella fica, e contemporaneamente sento l’aria che sfugge dai polmoni di Elena, che geme dal piacere nel sentirsi penetrata fin quasi alla bocca dell’utero.
- Aahhh... Aahhh... Sto per godere...
Elena chiude gli occhi, sentendosi sommergere dall’onda di piena dell’orgasmo, e io accelero ancora il ritmo della scopata, sentendomi vicina a mia volta.
Poi lei s’inarca all’improvviso, lasciandosi sfuggire un guaito da bestia ferita a morte, e si contorce tutta, fulminata dall’orgasmo.
Vedere la mia amica che gode sotto i miei colpi di cazzo mi da quella spinta che mi mancava, e me ne vengo anch’io.
Un fremito percorre tutto il mio corpo, e la mia vagina si contrae convulsamente intorno al dildo di lattice che la riempie, mentre spingo con i reni fra i fianchi di Elena per penetrare entrambe più a fondo possibile e prolungare l’orgasmo il più a lungo che posso...
Poi le forze mi abbandonano e le crollo addosso, mentre lei è ancora percorsa dalle scosse elettriche del suo piacere.
Siamo entrambe sudate, e i nostri seni scivolano gli uni contro gli altri, accarezzandosi piacevolmente mentre ci abbracciamo vicendevolmente, sbaciucchiandoci e sleccazzandoci come due gatte in amore.
Sono venuta, questo sì... Ma il mio orgasmo non è stato neppure l’ombra di quello di Elena; voglio di più.
Così mi riprendo per prima, esco da dentro di lei e la rivolto di forza, costringendola a mettersi a pecora.
- Vuoi prendermi da dietro...? – chiede lei, dubbiosa.
Mi pare evidente che sia così, quindi non le rispondo neppure. Mi inginocchio dietro le sue terga e punto con decisione fra le sue splendide chiappane, schiacciandole il glande di lattice fra le grandi labbra e spingendolo nuovamente entro di lei.
- Auh! – squittisce la mia amante, sentendosi penetrare di nuovo dal gigantesco fallo di gomma – Vacci piano, mi fai male...
- Stai zitta, troia – le intimo – Se ti fa male, mordi il cuscino.
Le afferro i fianchi e ricomincio a scoparla di brutto.
Vedo la sua faccia riflessa nello specchio mentre la monto alla pecorina, mi godo lo spettacolo delle sue tette da vacca che ballonzolano sotto di lei al ritmo delle mie spinte, e mi eccito sempre di più.
Lei ricomincia a gemere ritmicamente ad ogni colpo che le sferro nel ventre, e io sento le orecchie che cominciano a fischiarmi per lo sforzo e per l’eccitazione.
Il lettone cigola sotto di noi, e la testata comincia a sbattere contro il muro, con tonfi sempre più violenti.
- Ah... Ah... Aahhh! – grida Elena mentre la sbatto ad un ritmo forsennato, e il letto picchia sempre più forte contro il muro.
Di nuovo mi sento prossima a godere, e questa volta non m’importa di Elena, sono io che voglio sentirmi esplodere il cervello...
- Si può sapere che cosa sta succedendo? State buttando giù il muro e... – la voce di Angela s’interrompe di botto, seguita da un rauco: - Maronna ‘ddo Carmine!
Il mio orgasmo recede di colpo, raggelandomi.
Volto il capo di scatto inferocita, e mi vedo davanti Angi impalata nel vano della porta, con indosso una vestaglietta e con le mani sulla faccia.
Il viso della ragazza è percorso da sentimenti quali imbarazzo, orrore e sbalordimento.
Sotto di me, Elena è rossa come un peperone per la vergogna. Io sono incazzata come una biscia.
- Ma che cazzo state facendo, siete impazzite?
Una domanda così scema merita una sola reazione.
Balzo dal letto come una tigre infuriata, mi volto verso di lei preceduta dalla cappella enfiata del mio membro di lattice, e la afferro senza troppi complimenti per le spalle, spingendola con forza contro il letto.
- Adesso mi hai proprio seccata, ragazzina! – ringhio – Questa volta una bella lezione non te la toglie nessuno...
Lei strilla per la sorpresa e anche un po’ per il dolore, visto che nello scaraventarla sul letto accanto alla sorella nuda le ho torto un po’ il braccio: - Ahia... Mi fai male!
- E adesso te ne faccio anche di più – le sputo in faccia – Elena, tieni ferma la sorellina, che stavolta le facciamo la festa!
Vedo Elena esitare un momento, ma poi una scintilla di perfidia si accende nei suoi occhi. La mia amica afferra la sorella rompicoglioni e le schiaccia le spalle sul letto, bloccandole le braccia con le mani e la testa con le ginocchia.
Io risalgo a mia volta sul letto, e mi ritrovo davanti Angi, pancia all’aria e l’espressione terrorizzata nel vedere il mio membro puntare minacciosamente fra le sue gambe.
La santarellina (che si è fatta fottere poche ore prima dallo stallone della spiaggia, alla faccia del fidanzatino cornuto che la aspetta a casa) cerca di stringere le ginocchia, ma io sono molto più forte – e più arrabbiata – di lei, e le apro le gambe di forza.
L’idea di violentare Angela mi aveva già sfiorata un paio di volte, ma adesso che ho un cazzo fra le gambe mi sembra la cosa più naturale, utile e giusta da fare.
Le monto sopra, punto il fallo di lattice contro la sua fichetta asciutta e spingo con forza dentro di lei.
- AHIAAAA!!! – urla la zoccoletta, sentendosi sventrare – Mi stai ammazzando...
Magari, penso io, spingendo a fondo il dildo e sentendomi piacevolmente piena a mia volta.
Elena continua a tenere ferma sua sorella, mentre io la stupro senza pietà.
Le ho riempito la fica con il mio cazzone di gomma, e adesso comincio a scoparla con forza.
Angi comincia a piagnucolare, dimenandosi inutilmente sotto di me, mentre io prendo il ritmo dentro di lei. Sentirla piangere e singhiozzare mi infoia ancora di più, e presto torno a sentire il rombo nelle orecchie che mi segnala l’orgasmo incipiente.
- Prendi questo, puttanella – ringhio, assatanata – Avanti, che godi anche tu...
- No, no... – piagnucola la ragazzetta – Mi fai male!
- Ma che male, che ti faccio godere...
- Ahi! Ahiaa... Aahhh... Aahhh...
Il fottisterio si sviluppa rapidamente, accelero il ritmo coitale spingendo con forza dentro Angela e quindi anche dentro di me, e sento montarmi l’orgasmo nelle viscere.
I miei capezzoli sono così gonfi che sembrano scoppiare, e li sfrego con gusto contro quelli, altrettanto eretti, di Angela, che sbucano dalla vestaglietta ormai spalancata.
- Aahhh... Aahhh... AAHHH! AAHHH!!!
Adesso Angi urla a squarciagola, e io non mi controllo più. Esplodo in un orgasmo devastante, cerebrale almeno quanto carnale: la vista mi si appanna e m’inarco tutta, spingendo ancora più forte dentro il ventre di Angla e arrivandole col membro di gomma alla bocca dell’utero, strappandole quell’urlo lacerante una seconda volta, e poi una terza.
Godo. Godo come una pazza, annaspo e mi dimeno sopra Angi senza nemmeno riuscire a gemere, completamente senza fiato.
Sotto di me, sento che lei si contorce con altrettanta violenza, come una forsennata, e mentre grida mi stringe le cosce con una forza tale che mi sembra di essere un tubetto di dentifricio.
Gode anche lei.
Sembra incredibile, ma alla zoccoletta lo stupro è piaciuto... Sento le sue braccia abbracciarmi le spalle, e le sue mani mi accarezzano la schiena.
Non capisco più niente, e mi accascio su di lei, spossata dalla violenza dell’orgasmo.
Blackout.
Rimaniamo in quella posizione per un po’, con me sempre piantata dentro Angela, che mi annaspa sotto.
Cerco di riprendere il fiato, ma è dura...
Sento una mano che mi accarezza.
Riapro un occhio: è Elena. La mia amica ci sta accarezzando entrambe amorevolmente, un sorriso dolcissimo su quella faccia da troia che si ritrova.
Allungo un braccio e ricambio la carezza.
Ci ritroviamo tutte e tre abbracciate, avvinghiate una all’altra sul lettone. Tutte e tre nude e sudate, fisicamente appagate, almeno per il momento, e ci strofiniamo come gatte, scambiandoci tenerezze e strofinandoci guancia a guancia.
Bacio in bocca Elena, poi bacio anche, per la prima volta, Angela, che risponde al mio bacio con imprevedibile passione.
Sento la sua lingua che si avviluppa alla mia, la sua saliva che mi riempie la bocca, le sue labbra che sembrano fondersi con le mie...
Cazzo, le è proprio piaciuto. Chi l’avrebbe mai detto?
Mentre la bacio alla francese, la mia mente perversa partorisce un’altra oscenità.
Attiro Elena ancora più vicino a me, e la coinvolgo nel nostro bacio.
Le nostre tre lingue giocano fra loro, inconsapevoli. Succhio la saliva di entrambe, stringendole a me.
Poi mi ritraggo, sempre abbracciandole ma sottraendo loro la mia bocca, e le premo l’una contro l’altra, obbligandole a baciarsi.
Vedo le bocche delle due sorelle fondersi in un bacio proibito, le loro lingue aggrovigliarsi fra loro, le effusioni farsi rapidamente eccessive.
Elena ha un istante di resipiscenza, ma si riprende subito e abbraccia la sorella con ancora più forza. Angi realizza più tardi quel che sta succedendo, ma ormai è troppo tardi. Cerca di divincolarsi, ma Elena la tiene troppo stretta, e io sono pronta ad aiutare la mia amica.
Mentre la sorella maggiore abusa di quella minore, io scivolo verso il basso nel groviglio delle loro gambe, e mi faccio strada fra le cosce di Angi per stimare i danni che le ho provocato.
Non sembra poi così malconcia: la sua fica è tutta slabbrata, ma è nomale dopo una bella scopata, e non si vedono tracce di sangue. Dopo tutto, la zoccoletta era stata usata di fresco da Aldo...
Così spalancata, rossa, calda e umida, la passerona di Angi è una tentazione troppo forte. Mi ci avvento contro e comincio a sleccazzarla di gusto.
Più in alto, Elena si accorge di quel che sto facendo, smette di baciare Angi e scende a succhiarle le tette.
- Aahhh... – geme la zoccoletta – Che bello... Sì, continua... Continuate...
Noi continuiamo.
Le lecco la fica con gusto, fino a farla sbrodolare un po’, poi risalgo lungo il corpicino sottile di Angela, fino a raggiungere Elena sul suo seno.
Mi attacco all’altra tettina soda della ragazza, addento il capezzolo e succhio con avidità.
- Aahhh! – grida Angi, deliziata nel sentirsi succhiare entrambi i capezzoli allo stesso tempo – Che bellooo...
Mentre la succhio, le infilo una mano fra le cosce e le sfioro il clito con dita esperte. Lei rabbrividisce di piacere, e io comincio a masturbarla di buona lena.
Angi comincia a dimenarsi e a lamentarsi sempre più forte, e infine gode per la seconda volta, contorcendosi tutta.
Rimaniamo ancora così, abbracciate nude sul letto e momentaneamente appagate; questa volta Angi è nel mezzo, e sembra trovarcisi perfettamente a suo agio.
Poi, dopo qualche minuto di ristoro, Elena mi chiede a sorpresa: - Patty, me lo presti quel tuo giocattolo?
Mi sembra una richiesta legittima. Forse la mia amica vuole provare a restituirmi il piacere, e cercherà di scoparmi? Hmmm... Non vedo l’ora.
Elena comincia a prenderci gusto, a lesbicare con me!
Mi sfilo lo strapon e glielo porgo.
Elena si alza in piedi e lo indossa con qualche difficoltà: le cinghie sono tarate sulle mie misure, e io sono molto più magra.
Comunque alla fine ci riesce, e si mette dietro al letto: - Avanti, Angi: mettiti a quattro zampe...
L’ordine è perentorio. La sorellina sgrana gli occhi, ma ormai è completamente sottomessa, un giocattolino nelle nostre mani perverse, e obbedisce.
Elena non vuole me: vuole sua sorella!
L’idea mi intriga. Aiuto Angela a mettersi a pecora, poi afferro il dildo esterno brandito da Elena e lo prendo in bocca. Sa ancora di fica, e insalivarlo è un piacere.
Poi lo punto fra le chiappette sode di Angela e lo spingo dentro la vulva, mentre Elena afferra la sorella per i fianchi.
Sono io a compiere l’incesto: stringo le ossa iliache della ragazzina e la spingo all’indietro, facendola rinculare contro sua sorella che invece preme in avanti.
Il fallo di lattice sprofonda facilmente nella fica spalancata di Angi, che latra come una cagnetta finalmente montata a dovere.
Mi ritraggo quel tanto che basta per consentire a Elena di scopare sua sorella, e mi godo lo spettacolo del membro che entra ed esce velocemente dalla figa sgocciolante di Angela, che adesso rantola sempre più velocemente sotto i colpi in crescendo della sua nuova amante che la monta alla pecorina.
Angi gode di nuovo, uggiolando di lussuria, ma Elena non se ne da per inteso e continua a scoparla. Io mi masturbo, eccitata da quello spettacolo lubrico.
Poi Elena ne inventa un’altra delle sue: - Patty, leccale il culo. Insalivalo per bene, che adesso le facciamo anche quello...
Che idea! Peccato non averci pensato io...
Chiaramente a Elena intriga l’idea di sverginare sua sorella, e in fondo è giusto che sia così: l’incesto lesbico va incoronato con una deflorazione, e la fica di Angi è andata da un pezzo, per cui...
Mi piego sulla schiena flessa di Angi e comincio a leccarle lo spacco fra i glutei. Poi scendo lentamente, e quasi urto il pancino di Elena che mi sbatte ritmicamente sulla guancia mentre scopa Angela in fica.
Spingo la lingua sul buchetto vergine, lo lecco, lo penetro leggermente, lo succhio, lo insalivo ben bene... Alla ragazzotta piace: la sorellina guaisce di piacere.
Non sa cosa sta per succederle.
Elena estrae il membro e lo appoggia allo sfintere della sorella.
Angela si rende finalmente conto della situazione e si irrigidisce, raggelata dal terrore.
Pessima idea: così fa ancora più male...
- No! – grida la zoccoletta – Nel culo no...
Troppo tardi. Elena spinge in avanti con forza il membro ben lubrificato, e la larga cappella di lattice affonda di colpo nello sfintere da me appena insalivato...
Peccato che i tessuti di Angi, ancorché lubrificati, non si aspettassero l’intrusione.
- AAARGGHHH!!!
L’urlo lacerante della ragazza non contiene alcun elemento di piacere: solo lo strazio delle carni strappate da quell’improvvisa, brutale penetrazione contro natura.
Guardo affascinata il cazzone di gomma affondare centimetro dopo centimetro fra le natiche tonde e dure di Angi, mentre Elena, insensibile alle urla, alle imprecazioni e alle preghiere disperate della sorella, consuma fino in fondo la sua sodomia.
Spezzata dal dolore, Angi cede con le braccia e finisce colla faccia nel cuscino, mentre Elena le arriva con i fianchi contro le natiche, completando la penetrazione fino all’elsa: adesso Angi ha circa venticinque centimetri di fallo di gomma piantati nel retto.
Nello sguardo di Elena, una lussuria sfrenata. In quello di Angi, un strazio devastante.
Poi la mia amica comincia il movimento retrogrado, estraendo il cazzone dal buco sfondato.
Sgrano gli occhi: il fallo è sporco di sangue. L’ha squarciata.
Povera Angi, il suo buco è rovinato per sempre... Beh, cazzi suoi. La zoccoletta non mi è mai stata simpatica, e poi può darsi che l’esperienza le torni utile.
Anche Elena si è accorta di aver sventrato sua sorella, e adesso ci va giù più dolcemente.
La sodomia però continua. Angi continua a gemere di dolore, a contorcersi tutta e a piagnucolare, ma non invoca più di smettere.
Comincia a venirmi il dubbio che alla zoccoletta piaccia essere sbudellata.
Vado in testa al lettone, mi appoggio alla testata e mi metto a gambe aperte davanti ad Angi, che continua ad annaspare sotto i colpi che le sferra in culo sua sorella.
- Avanti, zoccoletta – le dico con voce lubrica –Fammi vedere cos’hai imparato stasera: leccami la fica!
Mi sistemo bene a cosce spalancate davanti alla sua faccia, offrendole il mio pelo biondo a portata di lingua.
Devo dire che Angi esita solo un istante, poi avvicina la bocca alla mia spacca sgocciolante e mi sfiora la vulva con la punta della lingua.
Le afferro la testa e me la tiro fra le gambe, schiacciandole la faccia sulla mia fica per obbligarla a leccare.
E lei lecca.
Sento la sua lingua fra le valve aperte, e poi dentro, che cerca di penetrarmi. E’ un po’ incerta e decisamente imbranata, però lecca.
- Sul clito – ordino – Leccami il clitoride... Voglio sborrarti in faccia.
Ubbidisce. Smette di leccarmi dentro, una tecnica che richiede esperienza oltre che passione, e va a lavorarmi il grilletto. Lo titilla, lo stuzzica, lo vellica... Poi lo slappa a lingua dura.
Comincio a gemere di piacere, quasi senza rendermene conto. La lingua di quella ragazza è deliziosa...
- Ah! Aahhh... Aahhh!
Godo. Godo di nuovo, e sbrodolo letteralmente in faccia alla zoccoletta, che slappa avidamente i miei succhi.
Mi affloscio, finalmente appagata.
Ma accanto a me il brutale sfondamento della povera Angi prosegue per un bel pezzo, fino all’orgasmo di Elena che se ne viene sul dildo interno con un lamento prolungato e quasi doloroso, prima di stramazzare stremata sulla schiena di sua sorella, che collassa a sua volta sotto il suo peso.
Rimaniamo lì tutte e tre, nude e stremate dal piacere proibito cui ci siamo abbandonate.
Poi, mossa a pietà dai singhiozzi di Angi, mi sollevo con uno sforzo e vado in bagno a cercare un unguento per lenire le sofferenze della giovane neo-sodomita.
Mi dedico a lei con attenzione per alcuni minuti... E’ nel mio interesse, perché anch’io voglio godermi il suo bel culetto, e bisogna che sia in forma per quando la inculerò io.
In fondo la poverina ha subito una traumatica doppia iniziazione, sia a Lesbo che a Sodoma in un colpo solo... Per non parlare dell’incesto.
Angi guaisce un po’ mentre le lavoro il buchetto sgarrato con disinfettante neutro prima e con crema lenitiva dopo.
Alla fine aiuto Elena a sfilarsi lo strapon e lo getto in bagno per lavarlo più tardi, porto alle esauste sorelle un bicchiere d’acqua, e mi stendo accanto a loro.
Mettiamo la povera Angi in mezzo, a cucchiaino con Elena e abbracciata con me, e in meno di un minuto le mie due apprendiste lesbiche si addormentano.
Io ascolto il loro respiro e le seguo fra le braccia di Morfeo, soddisfatta della mia opera di perversione e per l’esito complessivo della serata.

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