Camminando verso casa

Scritto da , il 2015-08-11, genere etero

Era un rapporto giocoso il nostro,allegro , spensierato. Solo un rapporto senza coinvolgimenti sentimentali può essere così, senza remore e senza paura. Ci regalavamo gioia e piacere fisico senza porci domande, liberi entrambi. Ci piaceva eccitarci raccontandoci ciò che avevamo fatto con altri, lui avrebbe addirittura voluto assistere mentre scopavo con un altro, per fare il tifo..diceva divertito. Ogni tanto gli prendeva un raptus mentre stavamo in un luogo pubblico,cinema, ristoranti,al mare. Non lo fermava niente, se aveva voglia di me.
Quel giorno eravamo in giro, avevamo mangiato qualcosa e stavamo andando verso casa sua. Lui mi stuzzicava. Conosceva i miei punti deboli,le mie manie, il mio desiderio di lui. D'un tratto mi strattona e ci infiliamo nell'androne di un palazzo. Incomincia a baciarmi come un pazzo. Perchè il desiderio quand'è così puro, senza complicazioni non può essere che folle e sconsiderato, cieco di fronte a qualsiasi remora. I suoi baci erano una tortura e una delizia, mi dava la sua lingua per poi togliermela, mi mordicchiava le labbra..sembrava che mai si sarebbe saziato.
- prendimelo in bocca...-
Non è una richiesta perentoria, lo dice in maniera un pò infantile, un bambino impaziente che reclama un gelato.
Io sono titubante, potrebbe passare chiunque.
-Dai, ti prego..non lo vedi come sto?-
Lo tira fuori dai pantaloni quasi pavoneggiandosi. Ha un cazzo molto bello e lo sa. Non è enorme, ma è possente e ben fatto. Sa che adoro sentirlo in balia delle mie labbra e della mia lingua.
E' adorabile lì così in piedi in quell'androne coi pantaloni slacciati.
Un ragazzaccio scanzonato.
Non resisto, sa che lo voglio.
Mi chino su di lui che si appoggia alla parete. Lo lecco lentamente come piace a lui guardandolo negli occhi e con la lingua bene in mostra, gli accarezzo le palle. Salgo con la lingua fino alla cappella e ce la faccio schioccare su con goduria.Poi lo prendo tra le labbra dischiuse, delicatamente e lo succhio piano piano scendendo sempre di più fino ad infilarlo tutto in bocca. La mia saliva lo bagna per benino. Lo succhio dolcemente aumentando il ritmo. Mi stacco per un attimo per inumidirmi le dita. Voglio giocare pure con il suo buchino. Mi piace tanto. Lui rantola di piacere e tiene le mani sulla mia testa, ma non esercita forza, sono solo poggiate, mi accarezzano.
Non mi sta dicendo le solite porcate..lui adora dirmi le sconcezze più fantasiose quando glielo prendo in bocca.
Ma rantola e ansima e basta. Finchè non lgi esce dalla bocca una frase.
- ti amo-
Penso di aver sentito male, forse ha detto " fa piano" e non ho sentito bene.
-ti amo-
urla questa volta, a squarciagola mentre viene riempendomi la bocca del suo seme caldo.
Rimango lì a fissarlo mentre ingoio lentamente...
Era la fine. Ma ancora non lo sapevamo.
Ho fatto finta di non sentirlo, di non aver capito e non ho commentato.
I nostri sentimenti erano molto meno puliti adesso che quella frase era stata pronunciata.
Il gioco era finito ed era iniziato l'inverno.
Faceva freddo quella notte.

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