La castità forzata maschile e femminile
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padronebastardo
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La castità è un mezzo erotico molto potente a disposizione dei dominanti, estremamente utile per l’addestramento di una schiava o di uno schiavo.
Sebbene esistano cinture di castità maschili che possono essere indossate in sicurezza, pur richiedendo una necessaria igiene periodica, non esiste un equivalente altrettanto affidabile in campo femminile. Tuttavia, l’importanza dello strumento e delle pratiche collegate – come il cum control, il controllo dell’orgasmo, l’orgasmo rovinato, ecc. – rimane fondamentale, soprattutto per la psicologia di una schiava o di uno schiavo.
Comunemente si crede che la castità sia meno sentita dalle donne rispetto agli uomini, ma questa convinzione non è del tutto vera ed è frutto della scarsa conoscenza della sessualità femminile, su cui gravano numerosi pregiudizi di ordine sociale e culturale.
La castità forzata, quando imposta a una schiava o a uno schiavo, offre un importante vantaggio al dominante: col tempo, la persona – uomo o donna – comincerà a pensare costantemente a quello, a quando arriverà la liberazione, a quando potrà tornare a masturbarsi o fare sesso. Questo provoca un effetto moltiplicatore della sofferenza a livello dei propri organi sessuali, aumentando l’esasperazione e producendo maggiore obbedienza e accondiscendenza verso il dominante, nella speranza di ottenere la liberazione.
Le poche persone che resistono senza problemi sono quelle che riescono a uscire da questo schema mentale, tenendo la mente impegnata e pensando ad altro.
Questo momento di difficoltà, soprattutto sul piano psicologico, viene sfruttato da master e mistress esperti per spingere schiave e schiavi oltre i propri limiti. In alcuni casi, è persino servito a trasformare mistress che mi avevano sfidato in schiave: esse pensavano di riuscire a resistere, convinte di controllare perfettamente il proprio corpo e le proprie sensazioni, cosa che quasi mai è avvenuta.
Passiamo ora ad analizzare le cinture di castità maschili e femminili, fermo restando che il nirvana per una schiava o uno schiavo consiste nel controllare il proprio corpo senza l’utilizzo di alcun dispositivo di costrizione – impresa notoriamente molto difficile.
Partiamo dalle cinture di castità maschili, con un’importante avvertenza: in caso di rapporto virtuale, è fondamentale tenere a casa una chiave di emergenza in un luogo sicuro e non consegnare tutte le chiavi al master o alla mistress, perché una situazione di emergenza può sempre verificarsi.
Inoltre, assicurati di avere ben chiaro in che tipo di dinamica ti stai imbarcando. Se indosserai la gabbia solo per un breve periodo, non saranno necessari preparativi particolari; se invece si tratta di un accordo a lungo termine, dovranno esserci regole chiare. Spesso schiavi e Padroni redigono un contratto che stabilisce le responsabilità di ciascuna parte, la durata della chiusura e le eventuali punizioni per chi infrange le regole.
Assicuratevi sempre che il vostro gioco sia sicuro, sano e consensuale. Non fate nulla che vi metta a disagio e non rimanete rinchiusi più a lungo di quanto desideriate.
Una volta indossata la gabbia di castità, la domanda successiva è: quando verrà tolta? Questa è una decisione che idealmente dovrebbe essere presa prima di indossarla, in modo che sia chiaro fin dall’inizio quanto durerà il periodo di chiusura.
Analizzando la questione nei suoi aspetti essenziali, abbiamo due opzioni principali: la castità a breve termine e la castità maschile a lungo termine (o permanente).
Di solito, la castità a breve termine consiste nel tenere la gabbia indossata per un periodo limitato nell’arco di una sola giornata: potrebbe essere solo durante una sessione in camera da letto, per qualche ora nel corso della giornata, oppure la mistress potrebbe farla indossare ogni volta che lo schiavo è lontano da lei. Questo tipo di castità comporta un indossare e togliere frequente della gabbia, ma richiede meno sessioni di pulizia, dato che non viene portata a lungo. La castità a lungo termine, o addirittura permanente, è un impegno molto più serio e implica il mantenimento della gabbia per giorni, settimane, mesi o persino anni. In questo caso, l’igiene diventa ancora più importante.
Dovresti anche assicurarti che l’accordo con la Padrona venga rivisto regolarmente, per verificare che tu sia ancora felice di indossare la gabbia continuamente e che ti senta a tuo agio con le condizioni attuali.
Per motivi sanitari legati alla fertilità maschile, è consigliabile un’espulsione dello sperma almeno ogni trenta giorni. Tuttavia, per farlo non è necessario concedere allo schiavo un orgasmo completo: si può ottenere lo scopo in due modi diversi. Il primo è l’orgasmo rovinato: si ferma la stimolazione del pene quando lo schiavo ha raggiunto il punto di non ritorno, permettendo l’espulsione dello sperma senza che provi un vero orgasmo. Il secondo è la mungitura del pene, tecnica poco consigliabile ai principianti.
Per quanto riguarda la castità forzata femminile, salto a piè pari l’argomento delle cinture di castità, poiché è impossibile utilizzarle in modo igienico e sicuro per periodi prolungati.
Data l’impossibilità di imporre una cintura fisica, tutto deve necessariamente basarsi su un ottimo rapporto di fiducia tra padrone e schiava.
Gli oggetti che possono essere utilizzati sono, ad esempio, vibratori di varie forme e tipologie, ma soprattutto ovetti vibranti da inserire nella vagina, controllabili tramite app anche a grande distanza o con telecomando wi-fi se ci si trova vicini. I primi sono decisamente più costosi dei secondi.
La capacità di resistenza dipende sia da fattori psicologici che fisici: una donna che si masturba spesso ha meno capacità di resistere rispetto a una che lo fa raramente; allo stesso modo, chi riesce a distrarsi pensando ad altro resiste meglio, e una donna adulta ha generalmente maggiore controllo rispetto a una ragazza adolescente con gli ormoni in piena attività.
Il periodo di castità è preferibile che non sia prestabilito, ma dovrebbe durare almeno quindici giorni.
Un altro modo per mettere una donna in difficoltà è coinvolgere la complicità di una massaggiatrice o di chi le fa la ceretta: se la schiava è in castità forzata da molto tempo, il tocco di zone erogene (anche non esplicitamente sessuali) può metterla in grave difficoltà e rendere la resistenza quasi impossibile.
Tecniche assimilabili alla castità forzata includono: fissare un vibratore con la punta sul clitoride, farlo vibrare fino a portare la donna sull’orlo dell’orgasmo, poi spegnerlo e ripetere l’operazione decine di volte.
La cosa più divertente è inserire nella vagina ovetti vibranti controllabili sia tramite wi-fi che tramite app sul cellulare. Si porta la schiava a fare una passeggiata e si attivano gli ovetti mentre cammina, variando la velocità in modo da impedirle di raggiungere l’orgasmo, ma costringendola contemporaneamente a controllare la propria vergogna, ovvero a non far capire alla gente ciò che sta accadendo – impresa sempre più difficile man mano che il gioco si prolunga.
Ricordo un episodio simpatico avvenuto nella stazione di una grande città: una signora fermò la mia attuale fidanzata, che aveva fatto una faccia strana per l’eccitazione, dicendole: «Signorina, si sente male?».
http://www.padronebastardo.org
La castità è un mezzo erotico molto potente a disposizione dei dominanti, estremamente utile per l’addestramento di una schiava o di uno schiavo.
Sebbene esistano cinture di castità maschili che possono essere indossate in sicurezza, pur richiedendo una necessaria igiene periodica, non esiste un equivalente altrettanto affidabile in campo femminile. Tuttavia, l’importanza dello strumento e delle pratiche collegate – come il cum control, il controllo dell’orgasmo, l’orgasmo rovinato, ecc. – rimane fondamentale, soprattutto per la psicologia di una schiava o di uno schiavo.
Comunemente si crede che la castità sia meno sentita dalle donne rispetto agli uomini, ma questa convinzione non è del tutto vera ed è frutto della scarsa conoscenza della sessualità femminile, su cui gravano numerosi pregiudizi di ordine sociale e culturale.
La castità forzata, quando imposta a una schiava o a uno schiavo, offre un importante vantaggio al dominante: col tempo, la persona – uomo o donna – comincerà a pensare costantemente a quello, a quando arriverà la liberazione, a quando potrà tornare a masturbarsi o fare sesso. Questo provoca un effetto moltiplicatore della sofferenza a livello dei propri organi sessuali, aumentando l’esasperazione e producendo maggiore obbedienza e accondiscendenza verso il dominante, nella speranza di ottenere la liberazione.
Le poche persone che resistono senza problemi sono quelle che riescono a uscire da questo schema mentale, tenendo la mente impegnata e pensando ad altro.
Questo momento di difficoltà, soprattutto sul piano psicologico, viene sfruttato da master e mistress esperti per spingere schiave e schiavi oltre i propri limiti. In alcuni casi, è persino servito a trasformare mistress che mi avevano sfidato in schiave: esse pensavano di riuscire a resistere, convinte di controllare perfettamente il proprio corpo e le proprie sensazioni, cosa che quasi mai è avvenuta.
Passiamo ora ad analizzare le cinture di castità maschili e femminili, fermo restando che il nirvana per una schiava o uno schiavo consiste nel controllare il proprio corpo senza l’utilizzo di alcun dispositivo di costrizione – impresa notoriamente molto difficile.
Partiamo dalle cinture di castità maschili, con un’importante avvertenza: in caso di rapporto virtuale, è fondamentale tenere a casa una chiave di emergenza in un luogo sicuro e non consegnare tutte le chiavi al master o alla mistress, perché una situazione di emergenza può sempre verificarsi.
Inoltre, assicurati di avere ben chiaro in che tipo di dinamica ti stai imbarcando. Se indosserai la gabbia solo per un breve periodo, non saranno necessari preparativi particolari; se invece si tratta di un accordo a lungo termine, dovranno esserci regole chiare. Spesso schiavi e Padroni redigono un contratto che stabilisce le responsabilità di ciascuna parte, la durata della chiusura e le eventuali punizioni per chi infrange le regole.
Assicuratevi sempre che il vostro gioco sia sicuro, sano e consensuale. Non fate nulla che vi metta a disagio e non rimanete rinchiusi più a lungo di quanto desideriate.
Una volta indossata la gabbia di castità, la domanda successiva è: quando verrà tolta? Questa è una decisione che idealmente dovrebbe essere presa prima di indossarla, in modo che sia chiaro fin dall’inizio quanto durerà il periodo di chiusura.
Analizzando la questione nei suoi aspetti essenziali, abbiamo due opzioni principali: la castità a breve termine e la castità maschile a lungo termine (o permanente).
Di solito, la castità a breve termine consiste nel tenere la gabbia indossata per un periodo limitato nell’arco di una sola giornata: potrebbe essere solo durante una sessione in camera da letto, per qualche ora nel corso della giornata, oppure la mistress potrebbe farla indossare ogni volta che lo schiavo è lontano da lei. Questo tipo di castità comporta un indossare e togliere frequente della gabbia, ma richiede meno sessioni di pulizia, dato che non viene portata a lungo. La castità a lungo termine, o addirittura permanente, è un impegno molto più serio e implica il mantenimento della gabbia per giorni, settimane, mesi o persino anni. In questo caso, l’igiene diventa ancora più importante.
Dovresti anche assicurarti che l’accordo con la Padrona venga rivisto regolarmente, per verificare che tu sia ancora felice di indossare la gabbia continuamente e che ti senta a tuo agio con le condizioni attuali.
Per motivi sanitari legati alla fertilità maschile, è consigliabile un’espulsione dello sperma almeno ogni trenta giorni. Tuttavia, per farlo non è necessario concedere allo schiavo un orgasmo completo: si può ottenere lo scopo in due modi diversi. Il primo è l’orgasmo rovinato: si ferma la stimolazione del pene quando lo schiavo ha raggiunto il punto di non ritorno, permettendo l’espulsione dello sperma senza che provi un vero orgasmo. Il secondo è la mungitura del pene, tecnica poco consigliabile ai principianti.
Per quanto riguarda la castità forzata femminile, salto a piè pari l’argomento delle cinture di castità, poiché è impossibile utilizzarle in modo igienico e sicuro per periodi prolungati.
Data l’impossibilità di imporre una cintura fisica, tutto deve necessariamente basarsi su un ottimo rapporto di fiducia tra padrone e schiava.
Gli oggetti che possono essere utilizzati sono, ad esempio, vibratori di varie forme e tipologie, ma soprattutto ovetti vibranti da inserire nella vagina, controllabili tramite app anche a grande distanza o con telecomando wi-fi se ci si trova vicini. I primi sono decisamente più costosi dei secondi.
La capacità di resistenza dipende sia da fattori psicologici che fisici: una donna che si masturba spesso ha meno capacità di resistere rispetto a una che lo fa raramente; allo stesso modo, chi riesce a distrarsi pensando ad altro resiste meglio, e una donna adulta ha generalmente maggiore controllo rispetto a una ragazza adolescente con gli ormoni in piena attività.
Il periodo di castità è preferibile che non sia prestabilito, ma dovrebbe durare almeno quindici giorni.
Un altro modo per mettere una donna in difficoltà è coinvolgere la complicità di una massaggiatrice o di chi le fa la ceretta: se la schiava è in castità forzata da molto tempo, il tocco di zone erogene (anche non esplicitamente sessuali) può metterla in grave difficoltà e rendere la resistenza quasi impossibile.
Tecniche assimilabili alla castità forzata includono: fissare un vibratore con la punta sul clitoride, farlo vibrare fino a portare la donna sull’orlo dell’orgasmo, poi spegnerlo e ripetere l’operazione decine di volte.
La cosa più divertente è inserire nella vagina ovetti vibranti controllabili sia tramite wi-fi che tramite app sul cellulare. Si porta la schiava a fare una passeggiata e si attivano gli ovetti mentre cammina, variando la velocità in modo da impedirle di raggiungere l’orgasmo, ma costringendola contemporaneamente a controllare la propria vergogna, ovvero a non far capire alla gente ciò che sta accadendo – impresa sempre più difficile man mano che il gioco si prolunga.
Ricordo un episodio simpatico avvenuto nella stazione di una grande città: una signora fermò la mia attuale fidanzata, che aveva fatto una faccia strana per l’eccitazione, dicendole: «Signorina, si sente male?».
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