Non so resistere ai camionisti

di
genere
corna

Sono la vostra Juliana
Amo scrivere
Come amo tradire
Questo racconto è una parte di me
L’Italia mi ha trasformata
In una divoratrice di cazzi italiani
Lavoro in uno smorzo
Ho contattato continuamente con uomini rozzi e col linguaggio sporco
All inizio mi dava fastidio
Col tempo ne ho sprezzato il giusto piacere
La parola che amo di più sentirmi dire e ?
Si quella che mi fa vaverd orgasmi
Che mi bagno a solo sentirla
E
TROIA
non disdegno sentirmi
Apostrofata
,ZOCCOLA,
PUTTANA
MAIALA
VACCA
dicevo che lavorando in un abbiente
Totalmente maschile ero assediata da proposte indecenti
Proposte di provare le cabine dei loro tir
Ho cercato sempre di avere un controllo del mio essere stratta dal cazzo italiano
Sì perché dal mio primo tradimento con un cazzo italiano
Ne sono diventata dipendente
In quel periodo avevo 24 anni già mamma
Ed una serie di tradimenti
Qui ho toccato l’apice
Non c’era giorno che nella pausa pranzo
Non ero in una cabina
Ad assaggiare la specialità del giorno
C’era una continua lotta tra i camionisti per invitarmi a pranzo
Offrendomi il loro CAZZO da assaggiare
Quando scendevo io ero con lo stomaco pieno
Loro molto più leggeri
Non tutti erano così bravi ad offrirmi la loro specialità
Una cosa ho notato
I più Maiali
Erano quelli che si presentano con un fisico non atletico
Cioè quasi che erano poco attraenti fisicamente
Mi facevano scendere dal tir in uno stato fisico e mentale devastante dai orgasmi donatemi
C’era un autista di 52 anni
Tutti lo chiamano l’animale
Per il suo modo grezzo ed aggressivo
Per di più oltre che brutto aveva una cicatrice al volto
Era il ricordo di una rissa
La prima volta che lo ho visto nel mio ufficio
Mi son sentita in gabbia
Mi ha messo timore solo a guardarmi
La prima cosa che mi disse è stata
Se vuoi davvero capire cosa significa essere sbattuta per bene vieni nel pausa pranzo nel mio tir
ANCHE lui sapeva del mio vizio
Prese le bolle di carico ed uscì
Avevo il cuore che pulsava
Ma avevo un gran timore
Era la prima volta che ero indecisa
Di affrontare una sfida
Per come me l’aveva proposta
Certo non era un segreto tra camionisti che ero una divoratrice di cazzi
Certe voci si spargono come l’olio
E lui sicuramente sapeva della mia voracità.
Ma per la prima volta non ho avuto il coraggio
No perché era brutto o brutale
Perché il cervello diceva una cosa e il corpo era l’opposto.
Di solito il corpo è quello meno razionale cioè la mente dice evita e il corpo invece desidera.
Qui è l’effetto contrario
Era il mio corpo che non si sentiva pronto ad affrontare questa sfida
Mentre mentalmente ero stratta di provare se era vero che avrei provato sensazioni indimenticabili.
Dentro di me ci fu una lotta per settimana
Lui ogni giorno mi guarda fisso nei occhi
Prendeva le bolle di carico ed usciva senza dirmi nulla.
Non mi proponeva nulla a differenza dei altri
che se non acconsentivo mi pressavano allo sfinimento fino ad accettare l’invito.
Lui no
Questo mi attraeva e mi spaventava
Ho provato ad avere informazioni su di lui
L’unica cosa che sapevano dirmi che era un animale poco socievole
E chiunque ha avuto da ridire o ha avuto a che fare con lui
Ne è rimasto terrorizzato.
Questo mi ha portato un giorno ad bussate al suo tir
Era un venerdì sera lui era parcheggiato fuori
Aspettando la domenica a mezzanotte per poter partire
Quel weekend mio marito coi i bambini partivano per trascorrere il weekend dai nonni
Io sarei rimasta a casa
Non avevo voglia di affrontare un viaggio così lungo per un weekend.
Mio marito mi concedeva ogni tanto un mio spazio dove potevo starmene da sola
Certo sapeva che ogni tanto ho bisogno di evadere dalla routine familiare
Ed da comune accordo mi concedeva qualche weekend di sesso.
Certo non sapeva delle mie scorribande dei pausa pranzo.
Così quel weekend avevo deciso di affrontare quel animale
Ho bussato
Lui apre lo sportello
Mi vide non disse nulla nessuna espressione
Mi arrampico senza che lui facesse un accento per aiutarmi
Chiudo lo sportello
Mi sono sentita in gabbia
Mi guarda fisso nei occhi
Mi sarei aspettata che mi facesse complimenti che era felice che ero lì
Invece mi son sentita afferrare al collo
La prima frase che mi disse è stata
TROIA TI SEI DECISA DI PROVARE INFERNO E PARADISO
stavo soffocando
Mi lascia respirare ma mi diete due schiaffi al viso che mi fecero vedere le stelline
Era la prima volta che venivo accolta in quel modo
Ma non ero terrorizzata ma eccitata
Cazzo ero un lago tra le gambe
Stavo scoprendo un nuovo mondo di emozioni che non sapevo che potesse farmi avere quasi un orgasmo senza essere posseduta o manipolata sessualmente
Gli son salita sopra il corpo reagiva in un modo incontrollato
Lo ho baciato con passione
Mi stacco tirandomi dai capelli e mi sputa in faccia
Mi stappa la camicetta
Si dimostrò un animale mi morse i capezzoli
Schiaffeggio i seni con violenza
Urlavo di dolore era un dolore piacevole
Non saprei descriverlo
Mi prese mi scaraventa come una bambola di pezza nella cuccetta
Si spoglia e straccia i miei ultimi indumenti che avevo ancora addosso
Non ero terrorizzata ma eccitata
La fica brillava dai umori
Si immerse a succhiarli
Senza mai smettere di darmi dolore
Mi mordeva il clitoride
Mi mise due dita nel culo a secco
Incredibilmente ho sqirtato
Lo ho innaffiato affogato
Lui mi guarda inferocito mi penetra con un colpo ecco arrivando al utero
Ero con le gambe divaricate al massimo
Lui mi penetra con colpi violenti e profondi
Per fortuna aveva un cazzo nella media non un super dotato altrimenti mi avrebbe fatto danni alla mia fica
Dalla violenza che inprimeva
I seni venivano schiaffeggiati tirati morsi
Ha il suo primo orgasmo
Ma non perse erezione
Solo al terzo si ammoscia
Si era preso ogni cosa di me
Ero tumefatta dai schiaffi ricevuti
Il culo era viola come i seni e il mio volto
Finalmente quella furia si era placata
Io ero distrutta sia fisicamente che mentalmente.
Non avevo mai provato orgasmi del genere
Nella cabina arieggiava odore di sesso
La luce del mattino illumina la cabina
Era l’alba
Ci addormentiamo
Mi sveglio nel pomeriggio lui dormiva beatamente
Io lo ho osservato solo ora mi rendo conto perché lo chiamano animale
Non solo per i suoi modi
Ma sembrava un orso peloso come era
Non ho resistito ho voluto accarezzarlo sulla pancia pelosa
Poi il mio sguardo cade sul suo cazzo che era in erezione
Lo ho svegliato con un pompino
Mi son sentita accarezzare
La nuca
Mi son girata mettendomi nella posizione del 69
Ora lo sentivo dolce affettuoso
Mi leccava con dolcezza
Anche perché portavo i segni della nottata
Si dimostrò amorevole dolce
Ora era l’opposto della notte
Ho fatto l’amore con dolcezza
Il cazzo gli si ammosciava solo alla terza volta che veniva.
Erano già 24 ore che ero chiusa in quella gabbia di sesso
E non avevo voglia di uscirne.
Fu lui che mi chiese di non rimanere un’altra notte con lui.
Scesi dal tir dispiaciuta ed offesa dal suo rifiuto
Ma pienamente soddisfatta sessualmente.
La domenica la ho passata a mettere creme per alleviare i rossori evidenti
Quando mio marito rientro nota che avevo rossori
Non mi chiese spiegazioni
Ma non mi risparmia una bella razione di cazzo
Dal modo in cui mi scopa mi sembra che mi vuol punire
Mi scopa tutta la notte più volte.
Al mattino mi presento al lavoro con delle occhiaie che dicevano tutto come ho passato il weekend
Per la prima volta non ho avuto proposte di pranzare con qualcuno.

C’è un seguito che forse scriverò







scritto il
2025-12-20
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