Gelosia
di
Jess81
genere
confessioni
Me ne sto qui, a bermi una birra nel centro di questa città al sole del Medio Oriente, che, si dica, "non dorma mai". Questo è un locale conosciuto, in pieno centro, di gente che viene e gente che va a tutte le ore del giorno.
Oggi voglio starmene da solo, a pensare di come Jessica mi sia entrata nel sangue; è come una malattia che non posso curare.
Ho provato a dimenticarla in tutti i modi, scopando in giro pure io, anche con russe e ucraine che, letteralmente, mi si buttavano addosso a pacchi (eh già, un passaporto europeo, fa sempre gola...) , ma niente. Era Jessica che avevo davanti agli occhi, a cui pensavo quando mi ammazzavo di seghe, a cui pensavo ossessivamente, chiudendo gli occhi, per venire più forte e meglio..anche se sono passati tre anni, rivedo ancora quando veniva da me, soltanto di sabato, cercando scuse per andarsene via il prima possibile...perchè la relazione col suo ex, un pugile, pure nato da qualche parte nell'ex Urss, era appena iniziata e "non sapeva dove fosse andata a parare". Lei, per fortuna, è riuscita a lasciarlo, dopo che lui, sotto una gragnuola di missili, la lasciava sola per andarsene dal cognato, nonostante si fosse anche ammalata per lo stress...in quello, è rimasta altoatesina. Le donne altoatesine sono famose per essere orgogliose e indipendenti, che non si fanno mettere i piedi in testa da
Meno male che non se l'era sposato; c'è stato anche quel rischio, quando, nell'ottobre di due anni fa, le nazioni europee evacuavano i loro cittadini, da questa nazione, all'indomani della formale dichiarazione di guerra del primo ministro. Per fortuna che, alla dichiarazione di guerra, Jessica era in Alto Adige, per il suo compleanno e i Toerggelen...ma non da sola. Da brava sudtirolese testarda, era riuscita a far uscire dal paese il suo ex...mentre io ero al fronte a rischiare la vita a documentare la guerra, loro due si godevano l'Alto Adige. Quante seghe mi sono tirato, pensando a lei, nuda, su un letto di cirmolo, con le lenzuola profumate di lavanda in Val Gardena o in Val Pusteria, coi colori dell'autunno altoatesino fuori dalla stanza da letto...a saperla a letto col suo ex, mi sentivo morire...proprio come mi sono sentito morire stanotte.
Dopo che sono rientrato in casa, riportando in cucina i bicchieri che erano rimasti sul balcone, pareva non esserci più nessuno...quando sento rumori inequivocabili provenire da una delle camere da letto. Aprii la porta pianissimo...e fu lì che li vidi, quei due, che scopavano come non ci fosse un domani...lui come un predatore sessuale, con un ghigno animalesco sul viso, lei come una creatura lussuriosa a cui non bastava mai. Non resistetti alla vista di quel corpo che era stato anche mio...ero come ipnotizzato, non riuscivo a smettere di guardare. Il mio cazzo, come potete immaginare, reagi subito, non potei più tenerlo nei pantaloni; me ne fregai di tutto, cominciai a segarmi furiosamente, pensando a lei a letto con me, tre anni prima, quando, col suo ex, "si stavano conoscendo".
In tre anni che la conosco, non è cambiata...ma, se confronto nella mia mente come si comportava a letto con me e come si è comportata stanotte con quell'ucraino del cazzo, montato peggio della panna, beh, mi rode, e parecchio. Con me, i suoi amplessi erano freddi e meccanici, come le donne nei bordelli in Germania, che, in molti casi, vogliono risolvere la cosa il prima possibile; invece, col suo rifugiato del cazzo, urlava peggio di una cagna in calore; chissà che porcherie si dicevano quei due, nella loro stramaledetta lingua incomprensibile.
Eh, me lo diceva sempre Jessica, che, per lei, la lingua dell'amore era il russo...Non riesco a darmi pace, a causa di quella scena che ho visto stanotte. L'ha fatto apposta, a farsi scopare in tutti i buchi dal suo profugo nella stessa camera dove mi ha reso dipendente da lei...ricordo la sua pelle perfetta, la sua biancheria sexy, le sue tette ancora alte e sode, la sua fica così invitante, il suo bel culo da brasiliana. Era anche colpa mia...appena la penetravo, nonostante il preservativo, raggiungevo l'orgasmo sempre troppo presto e posso capire che, magari, non la soddisfacessi pienamente. Mi sarebbe piaciuto che passasse la notte con me, che si addormentasse tra le mie braccia, che mi chiedesse di tenerla a gambe aperte fino alla mattina, come probabilmente fa col suo rifugiato tutti i giorni. Già li vedo, che chiavano dappertutto.
Invece, con me, il sesso con era come un copione imparato a memoria...davo la colpa alla sua cultura, alla sua educazione; si sa, le altoaatesine sono molto serie e conservatrici; nei bordelli austriaci e tedeschi non ne ho trovata nemmeno una. Non mi capacitavo proprio che quella meraviglia della natura, incrocio perfettamente riuscito tra cromosomi austriaci e italiani, con la mente, pareva sempre essere lontana mille miglia, da me.
Invece no...se trovano il tipo che le attizza come si deve, pure le tanto riservate e compassate altoatesine si trasformano in viziose a sangue caldo.
Non riesco a togliermi dalla mente nemmeno il suo stramaledetto "russkij" che mi rideva in faccia a quel modo, spadroneggiando a quel modo in casa mia, nel mio letto e nel mio bagno; stamattina, infatti, ho trovato tutte le cose fuori posto. Lo vedevo, con la sua faccia da schiaffi, che si vantava di avermi portato via la donna più bella dell'Alto Adige...quella di cui parlavo a tutti i miei amici, di come le nostre ore insieme fossero sempre troppo brevi...non capisco tuttora dove sbaglio, perchè questi cazzo di "russkij" maledetti riescono a scioglierla come si deve e io no. Eppure non ho vizi...non bevo, non fumo, i miei documenti in questo paese sono a posto, ho un buon impiego... Mentre quel rifugiato venuto da chissà dove, lo vedevo come tracannava vodka e fumava, guardandomi dall'alto in basso con fare beffardo.
Ma gliela faccio passare io, la voglia di fare il padrone del mondo a sproposito...grazie al mio lavoro, conosco un hacker. Avrà qualche segreto sporco, sicuramente..la stessa cosa vale anche per Jessica nostra. So che se n'è accorta, che l'ho vista; ma non ha fatto nulla. Era, come al solito, così vicina e così lontana.
Sì, devo fare due chiacchiere con l'hacker...troverò il modo di far buttare fuori a calci da questa nazione quell'Ivan. Farò in modo che non si possa provare nulla; non voglio una denuncia per hackeraggio, ci manca solo quello.
Conosco Jessica abbastanza da metterci la mano sul fuoco che, con tutta la fatica che ha fatto per ottenere la cittadinanza di questa nazione, non lo seguirebbe all'estero; ciliegina sulla torta, Jessica ha rinunciato alla nazionalità italiana. Le leggi, qui, parlano chiaro: bisogna vivere qui per almeno 180 giorni l'anno, altrimenti, ti bloccano il passaporto, l'assicurazione nazionale e chi ne ha, più ne metta e allora lì sì che sono davvero dolori, per un cittadino di questa nazione.
Oggi voglio starmene da solo, a pensare di come Jessica mi sia entrata nel sangue; è come una malattia che non posso curare.
Ho provato a dimenticarla in tutti i modi, scopando in giro pure io, anche con russe e ucraine che, letteralmente, mi si buttavano addosso a pacchi (eh già, un passaporto europeo, fa sempre gola...) , ma niente. Era Jessica che avevo davanti agli occhi, a cui pensavo quando mi ammazzavo di seghe, a cui pensavo ossessivamente, chiudendo gli occhi, per venire più forte e meglio..anche se sono passati tre anni, rivedo ancora quando veniva da me, soltanto di sabato, cercando scuse per andarsene via il prima possibile...perchè la relazione col suo ex, un pugile, pure nato da qualche parte nell'ex Urss, era appena iniziata e "non sapeva dove fosse andata a parare". Lei, per fortuna, è riuscita a lasciarlo, dopo che lui, sotto una gragnuola di missili, la lasciava sola per andarsene dal cognato, nonostante si fosse anche ammalata per lo stress...in quello, è rimasta altoatesina. Le donne altoatesine sono famose per essere orgogliose e indipendenti, che non si fanno mettere i piedi in testa da
Meno male che non se l'era sposato; c'è stato anche quel rischio, quando, nell'ottobre di due anni fa, le nazioni europee evacuavano i loro cittadini, da questa nazione, all'indomani della formale dichiarazione di guerra del primo ministro. Per fortuna che, alla dichiarazione di guerra, Jessica era in Alto Adige, per il suo compleanno e i Toerggelen...ma non da sola. Da brava sudtirolese testarda, era riuscita a far uscire dal paese il suo ex...mentre io ero al fronte a rischiare la vita a documentare la guerra, loro due si godevano l'Alto Adige. Quante seghe mi sono tirato, pensando a lei, nuda, su un letto di cirmolo, con le lenzuola profumate di lavanda in Val Gardena o in Val Pusteria, coi colori dell'autunno altoatesino fuori dalla stanza da letto...a saperla a letto col suo ex, mi sentivo morire...proprio come mi sono sentito morire stanotte.
Dopo che sono rientrato in casa, riportando in cucina i bicchieri che erano rimasti sul balcone, pareva non esserci più nessuno...quando sento rumori inequivocabili provenire da una delle camere da letto. Aprii la porta pianissimo...e fu lì che li vidi, quei due, che scopavano come non ci fosse un domani...lui come un predatore sessuale, con un ghigno animalesco sul viso, lei come una creatura lussuriosa a cui non bastava mai. Non resistetti alla vista di quel corpo che era stato anche mio...ero come ipnotizzato, non riuscivo a smettere di guardare. Il mio cazzo, come potete immaginare, reagi subito, non potei più tenerlo nei pantaloni; me ne fregai di tutto, cominciai a segarmi furiosamente, pensando a lei a letto con me, tre anni prima, quando, col suo ex, "si stavano conoscendo".
In tre anni che la conosco, non è cambiata...ma, se confronto nella mia mente come si comportava a letto con me e come si è comportata stanotte con quell'ucraino del cazzo, montato peggio della panna, beh, mi rode, e parecchio. Con me, i suoi amplessi erano freddi e meccanici, come le donne nei bordelli in Germania, che, in molti casi, vogliono risolvere la cosa il prima possibile; invece, col suo rifugiato del cazzo, urlava peggio di una cagna in calore; chissà che porcherie si dicevano quei due, nella loro stramaledetta lingua incomprensibile.
Eh, me lo diceva sempre Jessica, che, per lei, la lingua dell'amore era il russo...Non riesco a darmi pace, a causa di quella scena che ho visto stanotte. L'ha fatto apposta, a farsi scopare in tutti i buchi dal suo profugo nella stessa camera dove mi ha reso dipendente da lei...ricordo la sua pelle perfetta, la sua biancheria sexy, le sue tette ancora alte e sode, la sua fica così invitante, il suo bel culo da brasiliana. Era anche colpa mia...appena la penetravo, nonostante il preservativo, raggiungevo l'orgasmo sempre troppo presto e posso capire che, magari, non la soddisfacessi pienamente. Mi sarebbe piaciuto che passasse la notte con me, che si addormentasse tra le mie braccia, che mi chiedesse di tenerla a gambe aperte fino alla mattina, come probabilmente fa col suo rifugiato tutti i giorni. Già li vedo, che chiavano dappertutto.
Invece, con me, il sesso con era come un copione imparato a memoria...davo la colpa alla sua cultura, alla sua educazione; si sa, le altoaatesine sono molto serie e conservatrici; nei bordelli austriaci e tedeschi non ne ho trovata nemmeno una. Non mi capacitavo proprio che quella meraviglia della natura, incrocio perfettamente riuscito tra cromosomi austriaci e italiani, con la mente, pareva sempre essere lontana mille miglia, da me.
Invece no...se trovano il tipo che le attizza come si deve, pure le tanto riservate e compassate altoatesine si trasformano in viziose a sangue caldo.
Non riesco a togliermi dalla mente nemmeno il suo stramaledetto "russkij" che mi rideva in faccia a quel modo, spadroneggiando a quel modo in casa mia, nel mio letto e nel mio bagno; stamattina, infatti, ho trovato tutte le cose fuori posto. Lo vedevo, con la sua faccia da schiaffi, che si vantava di avermi portato via la donna più bella dell'Alto Adige...quella di cui parlavo a tutti i miei amici, di come le nostre ore insieme fossero sempre troppo brevi...non capisco tuttora dove sbaglio, perchè questi cazzo di "russkij" maledetti riescono a scioglierla come si deve e io no. Eppure non ho vizi...non bevo, non fumo, i miei documenti in questo paese sono a posto, ho un buon impiego... Mentre quel rifugiato venuto da chissà dove, lo vedevo come tracannava vodka e fumava, guardandomi dall'alto in basso con fare beffardo.
Ma gliela faccio passare io, la voglia di fare il padrone del mondo a sproposito...grazie al mio lavoro, conosco un hacker. Avrà qualche segreto sporco, sicuramente..la stessa cosa vale anche per Jessica nostra. So che se n'è accorta, che l'ho vista; ma non ha fatto nulla. Era, come al solito, così vicina e così lontana.
Sì, devo fare due chiacchiere con l'hacker...troverò il modo di far buttare fuori a calci da questa nazione quell'Ivan. Farò in modo che non si possa provare nulla; non voglio una denuncia per hackeraggio, ci manca solo quello.
Conosco Jessica abbastanza da metterci la mano sul fuoco che, con tutta la fatica che ha fatto per ottenere la cittadinanza di questa nazione, non lo seguirebbe all'estero; ciliegina sulla torta, Jessica ha rinunciato alla nazionalità italiana. Le leggi, qui, parlano chiaro: bisogna vivere qui per almeno 180 giorni l'anno, altrimenti, ti bloccano il passaporto, l'assicurazione nazionale e chi ne ha, più ne metta e allora lì sì che sono davvero dolori, per un cittadino di questa nazione.
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