Il calore prohibito 3
di
karen90
genere
tradimenti
Marco è già in macchina, sedile tutto indietro, riscaldamento che fa l’abitacolo una serra.
Claudia scende le scale lentamente, come se sapesse che ogni passo è un film: trench nero corto aperto sul top di seta che le accarezza i capezzoli duri, leggings di pelle che le stringono il culo come una carezza continua, tacchi rossi da dodici centimetri che la fanno ondeggiare.
Sale, chiude la portiera, l’aria si riempie del suo profumo caldo e costoso.
Gli sorride con gli occhi socchiusi, le labbra rosse appena aperte.
«Amore… stasera esco e ti lascio solo un pensiero.»
Gli passa una mano sulla coscia, sale lenta, lo trova già durissimo.
Sospira, soddisfatta, come se sentisse la musica giusta.
«Guarda come sei… tutto per me.»
Si china senza fretta, gli slaccia la cintura con due dita, abbassa la zip, libera il cazzo che pulsa nell’aria calda.
Lo prende in mano come se fosse un oggetto prezioso, lo accarezza dalla base alla cappella, lo guarda con desiderio lento.
Poi si lecca le labbra, lasciando una scia lucida di rossetto.
«Ti succhio così bene che domani mi sognerai ancora.»
Lo avvolge con le labbra calde, lente, prima solo la punta, la lingua che gira intorno come una carezza infinita.
Scende piano, centimetro dopo centimetro, lo sente riempirle la bocca, la gola, fino a toccarle il palato.
Trattiene, deglutisce intorno a lui, gli occhi chiusi di piacere.
Risale lasciando un filo di saliva che brilla, poi torna giù più profondo, la gola che si apre, il naso contro il basso ventre.
Geme piano, un suono basso, sensuale, che vibra su tutta l’asta.
Marco le infila le dita tra i capelli biondi, tira appena.
«Claudia… sei perfetta…»
Lei risponde con un gemito più profondo, accelera il ritmo, la testa che sale e scende lenta, ipnotica, la mano che ruota alla base, la lingua che preme sotto la vena gonfia.
Si stacca un attimo, lo guarda dal basso, labbra gonfie, respiro corto, voce roca:
«Ti piace quando la tua mogliettina ti succhia il cazzo come se fosse l’ultima volta, vero?»
«Mi fai morire…»
«Allora muori dentro di me.»
Torna giù, lo prende tutto, la gola che si apre completamente, le lacrime di piacere agli angoli degli occhi, ma il trucco resta perfetto.
Accelera, succhia più forte, la saliva che cola sul mento, le labbra rosse che lasciano strisce lungo l’asta.
Marco le afferra la nuca, le scopa piano la bocca.
«Claudia… sto…»
Lei non si ferma, gli occhi fissi nei suoi, la voce strozzata dal cazzo:
«Dammelo tutto in gola… voglio sentirti pulsare… voglio ingoiarti fino all’ultima goccia…»
Marco viene con un gemito lungo, profondo, le riempie la bocca, la gola, schizzi caldi, densi, infiniti.
Claudia ingoia tutto, lenta, sensuale, la gola che lavora, la lingua che pulisce ogni goccia.
Poi risale piano, le labbra gonfie, il respiro corto, un sorriso lento e soddisfatto.
Si passa la lingua sul labbro inferiore, si sistema i capelli, si guarda allo specchietto: ancora regina.
«Ora sì che sei rilassato.»
Gli dà un ultimo bacio leggero sulla cappella ancora pulsante, poi uno sulla guancia.
«Vado, amore. Pensa a me.»
Scende, il trench che ondeggia, il culo perfetto nei leggings, i tacchi che battono sicuri.
Manda la vocale:
«Sto arrivando… ho appena lasciato mio marito con il sorriso più bello del mondo 😏»
…e venti minuti dopo
Il parcheggio è buio, solo i fari spenti della sua Audi.
Marco mi vede arrivare, cappotto lungo aperto, sotto niente.
Mi guarda come un lupo che ha aspettato troppo.
Non dice una parola.
Mi prende per la vita, mi gira, mi piega sul cofano ancora caldo del motore.
Mi alza la gonna con una mano sola, mi trova la fica già aperta, fradicia, che cola.
Mi passa due dita dentro, lenta, poi le tira fuori e me le mette in bocca.
«Assaggia quanto sei bagnata solo per me.»
Poi mi afferra i capelli, mi tira la testa indietro, mi parla all’orecchio con la voce bassa, rauca:
«Mezz’ora fa era nella bocca perfetta di mia moglie.
Adesso è tutto tuo.»
Mi spinge il cazzo in faccia, ancora lucido del rossetto di lei.
È enorme, pesante, caldo, profuma di Claudia e di lui.
Lo prendo in bocca, mi riempie la gola subito, mi fa lacrimare, tossire, ma non mi ferma.
Mi scopa la bocca lenta, profonda, ogni spinta un «questo lei non lo prende così».
Poi mi alza, mi piega di nuovo sul cofano, mi apre le cosce con le mani, mi entra dentro con un colpo secco, brutale.
Urlo, il metallo è caldo contro i miei seni, i capezzoli duri che strusciano sulla lamiera.
Mi sento spaccare in due, riempita fino a farmi male dal piacere.
La prima ondata arriva subito: la fica si contrae forte, spasmi che mi fanno tremare le gambe, urlo il suo nome contro il cofano, il piacere che mi sale dalla pancia alla gola.
Secondo orgasmo più lento, profondo: sento il liquido caldo colarmi lungo le cosce, squirto forte, il cofano si bagna tutto, gemo senza voce, le lacrime che mi rigano la faccia.
Terzo orgasmo piccolo ma elettrico, mentre lui già mi gira, mi mette in ginocchio sul ghiaino freddo.
«Apri.»
Viene sulla mia faccia, sul collo, sui capelli, caldo, denso, tanto.
Resto in ginocchio, tremante, fradicia tra le gambe, la faccia piena del suo marchio, il respiro rotto.
E dentro di me penso, con la voce spezzata dal piacere:
«Claudia lo ha succhiato come una regina…
io lo prendo come una puttana.
Lei lo ha reso felice.
Io lo faccio impazzire.
E lui tornerà sempre da chi lo fa tremare davvero.»
(commenti mail karen90x@proton.me )
Claudia scende le scale lentamente, come se sapesse che ogni passo è un film: trench nero corto aperto sul top di seta che le accarezza i capezzoli duri, leggings di pelle che le stringono il culo come una carezza continua, tacchi rossi da dodici centimetri che la fanno ondeggiare.
Sale, chiude la portiera, l’aria si riempie del suo profumo caldo e costoso.
Gli sorride con gli occhi socchiusi, le labbra rosse appena aperte.
«Amore… stasera esco e ti lascio solo un pensiero.»
Gli passa una mano sulla coscia, sale lenta, lo trova già durissimo.
Sospira, soddisfatta, come se sentisse la musica giusta.
«Guarda come sei… tutto per me.»
Si china senza fretta, gli slaccia la cintura con due dita, abbassa la zip, libera il cazzo che pulsa nell’aria calda.
Lo prende in mano come se fosse un oggetto prezioso, lo accarezza dalla base alla cappella, lo guarda con desiderio lento.
Poi si lecca le labbra, lasciando una scia lucida di rossetto.
«Ti succhio così bene che domani mi sognerai ancora.»
Lo avvolge con le labbra calde, lente, prima solo la punta, la lingua che gira intorno come una carezza infinita.
Scende piano, centimetro dopo centimetro, lo sente riempirle la bocca, la gola, fino a toccarle il palato.
Trattiene, deglutisce intorno a lui, gli occhi chiusi di piacere.
Risale lasciando un filo di saliva che brilla, poi torna giù più profondo, la gola che si apre, il naso contro il basso ventre.
Geme piano, un suono basso, sensuale, che vibra su tutta l’asta.
Marco le infila le dita tra i capelli biondi, tira appena.
«Claudia… sei perfetta…»
Lei risponde con un gemito più profondo, accelera il ritmo, la testa che sale e scende lenta, ipnotica, la mano che ruota alla base, la lingua che preme sotto la vena gonfia.
Si stacca un attimo, lo guarda dal basso, labbra gonfie, respiro corto, voce roca:
«Ti piace quando la tua mogliettina ti succhia il cazzo come se fosse l’ultima volta, vero?»
«Mi fai morire…»
«Allora muori dentro di me.»
Torna giù, lo prende tutto, la gola che si apre completamente, le lacrime di piacere agli angoli degli occhi, ma il trucco resta perfetto.
Accelera, succhia più forte, la saliva che cola sul mento, le labbra rosse che lasciano strisce lungo l’asta.
Marco le afferra la nuca, le scopa piano la bocca.
«Claudia… sto…»
Lei non si ferma, gli occhi fissi nei suoi, la voce strozzata dal cazzo:
«Dammelo tutto in gola… voglio sentirti pulsare… voglio ingoiarti fino all’ultima goccia…»
Marco viene con un gemito lungo, profondo, le riempie la bocca, la gola, schizzi caldi, densi, infiniti.
Claudia ingoia tutto, lenta, sensuale, la gola che lavora, la lingua che pulisce ogni goccia.
Poi risale piano, le labbra gonfie, il respiro corto, un sorriso lento e soddisfatto.
Si passa la lingua sul labbro inferiore, si sistema i capelli, si guarda allo specchietto: ancora regina.
«Ora sì che sei rilassato.»
Gli dà un ultimo bacio leggero sulla cappella ancora pulsante, poi uno sulla guancia.
«Vado, amore. Pensa a me.»
Scende, il trench che ondeggia, il culo perfetto nei leggings, i tacchi che battono sicuri.
Manda la vocale:
«Sto arrivando… ho appena lasciato mio marito con il sorriso più bello del mondo 😏»
…e venti minuti dopo
Il parcheggio è buio, solo i fari spenti della sua Audi.
Marco mi vede arrivare, cappotto lungo aperto, sotto niente.
Mi guarda come un lupo che ha aspettato troppo.
Non dice una parola.
Mi prende per la vita, mi gira, mi piega sul cofano ancora caldo del motore.
Mi alza la gonna con una mano sola, mi trova la fica già aperta, fradicia, che cola.
Mi passa due dita dentro, lenta, poi le tira fuori e me le mette in bocca.
«Assaggia quanto sei bagnata solo per me.»
Poi mi afferra i capelli, mi tira la testa indietro, mi parla all’orecchio con la voce bassa, rauca:
«Mezz’ora fa era nella bocca perfetta di mia moglie.
Adesso è tutto tuo.»
Mi spinge il cazzo in faccia, ancora lucido del rossetto di lei.
È enorme, pesante, caldo, profuma di Claudia e di lui.
Lo prendo in bocca, mi riempie la gola subito, mi fa lacrimare, tossire, ma non mi ferma.
Mi scopa la bocca lenta, profonda, ogni spinta un «questo lei non lo prende così».
Poi mi alza, mi piega di nuovo sul cofano, mi apre le cosce con le mani, mi entra dentro con un colpo secco, brutale.
Urlo, il metallo è caldo contro i miei seni, i capezzoli duri che strusciano sulla lamiera.
Mi sento spaccare in due, riempita fino a farmi male dal piacere.
La prima ondata arriva subito: la fica si contrae forte, spasmi che mi fanno tremare le gambe, urlo il suo nome contro il cofano, il piacere che mi sale dalla pancia alla gola.
Secondo orgasmo più lento, profondo: sento il liquido caldo colarmi lungo le cosce, squirto forte, il cofano si bagna tutto, gemo senza voce, le lacrime che mi rigano la faccia.
Terzo orgasmo piccolo ma elettrico, mentre lui già mi gira, mi mette in ginocchio sul ghiaino freddo.
«Apri.»
Viene sulla mia faccia, sul collo, sui capelli, caldo, denso, tanto.
Resto in ginocchio, tremante, fradicia tra le gambe, la faccia piena del suo marchio, il respiro rotto.
E dentro di me penso, con la voce spezzata dal piacere:
«Claudia lo ha succhiato come una regina…
io lo prendo come una puttana.
Lei lo ha reso felice.
Io lo faccio impazzire.
E lui tornerà sempre da chi lo fa tremare davvero.»
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