Il calore proibito 2

di
genere
tradimenti

È il 22 dicembre, sabato, poco prima di Natale.
La casa è calda, il suocero dorme già dalla mattina sulla poltrona con la TV accesa a basso volume.
Claudia ha deciso di passare «per portare i regali e controllare che papà stia bene».
Arrivano alle undici in punto.
Claudia entra per prima, cappotto di cachemire, stivali alti, profumo caro.
Marco dietro, giacca di pelle, capelli neri un po’ bagnati di pioggia.
Mi saluta con un sorriso educato, ma i suoi occhi verdi mi scivolano subito sul culo fasciato dalla gonna di lana rossa corta.
Io ricambio il sorriso, porto il vassoio del caffè.
Claudia si toglie il cappotto, resta con un maglioncino beige aderente e pantaloni di pelle neri che le fanno il culo più tondo di quanto sia davvero.
Si siede sul divano accanto a Marco, gli appoggia subito una mano sulla coscia.
Lui le passa un braccio intorno alle spalle, le accarezza i capelli, poi la mano scende lenta sulla schiena… e si ferma sul culo.
Lo stringe piano, davanti a me, mentre io sto chinata a servire le tazzine.
Le dita affondano appena nel tessuto, lei si morde il labbro e gli sorride complice.
Io sento la gelosia che mi sale come fuoco.
Grazie Sofia, dice lei con la voce dolce, poi sottovoce a Marco, credendo che io non senta:
Questa gonna è ridicola, sembra che voglia farsi guardare da tutti.
Marco ride piano, le stringe di nuovo il culo.
Dai amore, è solo una gonna natalizia, dice lui, ma la sua mano resta lì, possessiva.
Il suocero russa, la testa ciondolante, non sa nemmeno che giorno è.
Claudia si alza per andare in bagno a telefonare all’amica.
Appena chiude la porta, Marco mi guarda.
Vieni, dice solo con le labbra.
Mi inginocchio dietro il divano, gli apro la zip in silenzio.
Il cazzo esce duro, grosso, venoso, la cappella già lucida.
Lo prendo in bocca tutto, succhio forte e veloce.
Lui mi afferra i capelli, spinge piano.
Marco, amore, tutto ok? grida Claudia dal bagno.
Sì tesoro, sto solo guardando il telefono, risponde lui con la voce calma, mentre io gli sto leccando le palle.
Brava, sussurra solo per me, più forte, puttana.
Viene in meno di due minuti, caldo e abbondante, io ingoio tutto.
Mi alzo un secondo prima che lei torni.
Claudia esce, si risiede, gli prende la mano e se la mette di nuovo sul suo culo.
Lui la stringe, la palpa davanti a me, le dita che seguono la linea del perizoma.
Io sto sparecchiando e vedo tutto: lei che si appoggia a lui, lui che le massaggia il culo come se fosse la cosa più normale del mondo.
Dopo venti minuti Claudia guarda l’orologio.
Amore, io devo scappare, ho il parrucchiere alle dodici e mezza. Tu resta pure con papà.
Si alza, gli dà un bacio lungo sulla bocca, lingua e tutto.
Marco le mette entrambe le mani sul culo mentre si baciano, la stringe forte, lei ride contro le sue labbra.
Io stringo il vassoio fino a farmi male le dita.
Claudia esce, i tacchi che svaniscono sul vialetto.
Marco resta fermo un secondo, poi gira la chiave.
Clic.
Viene in cucina, mi trova già chinata sul tavolo, la gonna sollevata, senza mutandine, la fica bagnata di rabbia e desiderio.
Mi prende per i capelli, mi gira la faccia verso di lui.
Ti dà fastidio quando la tocco, vero? dice con la voce bassa.
Sì, rispondo, mi fa impazzire.
Bene, ringhia, allora adesso ti tocco solo io.
Mi abbassa sul tavolo, mi apre le cosce con violenza.
Il suo cazzo è fuori, duro come ferro, più grosso di prima.
Me lo strofina contro, lento.
Dimmi quanto lo vuoi.
Lo voglio tutto, Marco, ti prego, scopami più forte di come la baciavi.
Ride, mi entra dentro con un colpo secco che mi fa urlare.
Questo culo è mio, dice, afferrandomi le natiche con entrambe le mani, spalancandole.
Non lo tocco a lei così, solo a te.
Più forte, lo supplico.
E lui spinge, sbatte, il tavolo che trema.
Dimmi che sei meglio di lei.
Sono meglio, molto meglio, gemo, la tua puttana colombiana.
Riempimi, fammi colare.
Mi scopa con rabbia, una mano nei capelli, l’altra che mi schiaffeggia il culo.
Vengo forte, urlando il suo nome.
Lui viene dentro di me, a lungo, grugnendo:
Questo è quello che lei non avrà mai.
Resta dentro un secondo, poi esce piano, mi gira, mi bacia feroce.
Stasera torno dopo che lei dorme, sussurra.
Ti porto via, ti scopo tutta la notte in albergo.
Io annuisco, le cosce che tremano, il suo sperma che cola lento.
Il suocero russa ancora.
Claudia è dal parrucchiere a farsi bella.
E io sorrido, perché le carezze sul culo le riceve lei davanti a tutti…
ma il cazzo, il seme, le scopate vere, quelle sono solo mie.
commenti graditi mail karen90x@proton.me
scritto il
2025-11-26
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