La mia storia 4
di
Switch7420
genere
dominazione
È il mio primo racconto ed essendo una storia vera, nomi e luoghi sono di pura fantasia.
Se qualcuno desidera scrivermi switch7420@tim.it
Non dimenticherò mai quel pomeriggio, rientravo dall'ufficio e prima di salire in ascensore andai alla cassetta della posta, dentro c'era il nastrino rosso e già sapevo cosa dovevo fare...
Esco dell'ascensore, entro in casa e appena mi chiudo la porta alle spalle mi spoglio nudo, poggio i vestiti sulla panca all'ingresso, apro il cassetto del mobile e prendo il collare con guinzaglio che indosso poi prendo il plug, lo lecco bene per lubrificarlo e me lo infilo nel culo.
Un sospiro ad occhi chiusi, abbasso lo sguardo e in silenzio con le mani dietro la schiena percorro il corridoio fino alla sala dove, sempre guardando in terra con referenza dico:
M: Buona sera Padrona, la sua troia è tornata!
Subito sentii delle risate, più risate differenti, alzai lo sguardo e spalancando gli occhi dalla sorpresa mi trovai davanti sul divano Alessia e la sua amica e coinquilina Daniela assieme al suo ragazzo Stefano.
Mi sentivo morire dalla vergogna, cosa cazzo stava combinando?
Rischiavo lo sputtanamento per colpa di tre ventiduenni o poco più che ancora studiavano all'università, provai a dire qualcosa ma subito fui interrotto:
A: Zitto tu...
A: Daniela, Stefano come vi avevo detto, questa troia è a nostra completa disposizione!
E giù con un'altra risata generale...
Quindi Alessia aveva deciso di condividermi con la sua amica ed il suo ragazzo, che vergogna, la Padrona si stava dimostrando sempre più subdola.
Per prima cosa mi fece mettere le mani sulla testa e girare lentamente su me stesso per espormi ai nuovi Padroni, poi bloccandomi quando davo loro le spalle dovetti aprire un poco le gambe e chinarmi in avanti, in quel modo tutti poterono ammirare il plug anale che indossavo e che Alessia afferrò iniziando a muoverlo dentro e fuori molte volte.
Padrona Daniela si preoccupò se quella pratica non mi facesse male, allora Alessia mi ordinò di rialzarmi e voltarmi mostrando a tutti la mia vigorosa erezione.
A: Vedi mia cara, è talmente troia che ormai si eccita solo se umiliato e sottomesso!
D: Lo vedo bene, ma soprattutto vedo che ha un cazzo notevole, ben più grande di quello del mio amore.
S: Avrà anche il cazzo più grosso del mio ma adesso vedi cosa fa un uomo vero...
Dopo queste parole Stefano si tolse pantaloni e slip e iniziò menarselo seduto sul divano.
A: Stefano che fai da solo? Lo voi capire o no che ora per queste cose hai uno schiavo?
Stefano allora mi prese per il guinzaglio, lo tirò fino a farmi infinocchiare tra le sue gambe e con una mano di Daniela dietro la nuca fui costretto ad ingoiare quel cazzo.
Non era grande, non più di 15 cm in lunghezza e poco più di un dito di spessore, ma era il primo vero cazzo con cui avevo a che fare...
...non il solito dildo di gomma dura!
Facevo su e giù con la testa, succhiavo rumorosamente, accanto a lui Alessia e Daniela si spogliarono nude e mi presero le mani per farsi massaggiare la figa mentre pompavo quel cazzo.
Avevo le lacrime a gli occhi, un misto tra vergogna e godimento.
Ad un tratto sentii le sue gambe irrigidirsi e Stefano iniziò a schizzarmi in bocca una discreta quantità di sborra, tra uno schizzo e l'altro iniziai subito ad ingoiare e dopo un pò che finì e le dovute pulizie di lingua, quando accennai a sollevare la testa, con entrambe le mani mi schiacciò a sé e disse:
S: Non muoverti che non hai ancora finito.
Dopo nemmeno 30 secondi iniziò a pisciarmi in bocca, era calda, salata, provai a bere ma non ce la feci e iniziò a colarmi giù dal collo, sul petto, fino in terra...
In quel preciso istante iniziai a sborrare senza nemmeno rendermene conto, i miei tre Padroni ridevano beatamente e Alessia mi ordinò di ripulire con la lingua tutto lo schifo che c'era in terra.
Mi ci volle quasi mezz'ora a lustrare il pavimento, quando Stefano e Daniela andarono via avevo la lingua intorpidita e non riuscii nemmeno a salutarli, mi limitai a baciargli i piedi sull'uscio di casa.
Chiusa la porta ed ancora a 4 zampe, Alessia prese il guinzaglio e mi riportò il sala dove per premiarmi per il comportamento dura te la serata mi diede 20 bacchettate sul culo e poi mi usò come poggiapiedi mentre guardava la TV.
Il venerdì sera successivo Stefano e Daniela tornarono a farci visita e con il tempo entrarono a far parte della mia routine di sottomissione.
Ormai di fatto avevo tre Padroni, Alessia, Daniela e Stefano, non servivano più nemmeno nastrini colorati o taciti accordi, se non c'erano altre persone presenti io ero il loro schiavo... sempre!
Di base tutti e tre godevano nell'umiliarmi, ma dopo ognuno aveva le sue peculiarità,
Alessia mi teneva allenato il culo con dildi e vibratori, Daniela godeva nel torturarmi il cazzo e le palle, non parlando poi dell'abilità che stava acquisendo con il frustino, e Sefano a cui piaceva farsi sponpinare e leccarsi il culo per ore e sempre per ore adorava incularmi, aveva una resistenza e una produzione di sborra sovrumana ma per mia fortuna anche un cazzo largo poco più di un dito che ormai sentivo a malapena...
...sembrava un sigaro lungo 15 centimetri!
Nei week end in casa con loro mi facevano di tutto ed io in quei giorni dovevo anche occuparmi di loro servendoli come una brava schiava, cuoca, cameriera e qualsiasi cosa desiderassero.
Avevo quasi 33 anni, una posizione più che affermata e mi facevo sottomettere da tre universitari nemmeno 23enni, mi bastava solo pensare questo che il mio cazzo svettava duro come il marmo ed essendo obbligato a vivere nudo in loro presenza, era motivo di ulteriore scherno nei miei confronti.
Era ormai quasi estate piena ed Alessia mi disse che voleva passare un week end al mare, pensando fossimo stati soli le risposi:
M: Ma certo amore...
A: Amore un cazzo, ci saranno i tuoi Padroni al completo, organizzati con una macchina comoda!
E sorridendo sottolineò il tutto con un ceffone in pieno viso.
Il venerdì mattina presi nella mia azienda un monovolume Mercedes con vetri oscurati e nel vano posteriore lasciai solo la pa ca tre posti completamente arretrata in modo da lasciare un grande spazio libero centrale.
Hotel prenotato da Alessia con la mia carta, e partimmo nel primo pomeriggio per una nota località ligure con un'ampia spiaggia naturista.
Per il viaggio Alessia e Daniela erano bellissime come sempre e Stefano il solito bullo sciatto, mi fecero caricare le loro borse e lasciare in casa la mia.
Potei portare con me solo quello che già indossavo, una canotta, pantaloncini ciclisti aderenti, infradito e portafogli, dissero che non mi serviva altro perché la borsa dei giochi era già in auto!
Praticamente loro si alternavano alla guida ed io nello spazio libero del monovolume ero a disposizione di chi rimaneva dietro.
Quel week end fu devastante a livello psicologico, già nel prendere la chiave della suite in hotel Stefano mi diede una pacca sul culo:
S: Dai troia... quanto ti ci vuole?
Per l'umiliazione mi si drizzò il cazzo e i pantaloncini ciclisti senza slip non riuscivano a contenerlo, rosso in viso e in quelle condizioni, presi la chiave e andammo tutti in stanza.
Il sabato mattina nella spiaggia naturista prendemmo posto in una zona appartata ma nonostante ciò si radunarono alcuni guardoni ad ammirare lo schiavetto che prendeva il sole con la gabbietta al cazzo ed il collare di cuoio.
Dopo la spiaggia dissero che il collare di cuoio mi donava assieme al plug anale e me li fecero tenere tutto il tempo, anche la sera passeggiando per il lungomare, volevo morire dalla vergogna, rientrati in hotel poi riprendevano i soliti abusi fisici.
Tornati a Milano la domenica sera chiesi ad Alessia se potevamo parlare noi due soli e la pregai di dare un taglio al rapporto con i Padroni Daniela e Stefano perché stavano esagerando un pò troppo, anche lei mi confermò che ci aveva già pensato e promise che da quel giorno non li avrei più visti.
Per tutto il resto dell'estate, tranne qualche intermezzo molto soft, io ed Alessia andammo avanti come due perfetti innamorati fino ai primi di settembre.
Mio padre mi comunicò che non c'era più bisogno di me nell'azienda di Milano e di lì a breve sarei dovuto rientrare nella capitale, feci venire Alessia a cena e dissi le novità proponendole di venire a Roma con me.
Disse che ci doveva pensare e quanto prima mi avrebbe dato una risposta.
Il venerdì successivo tornando dall'ufficio vidi un nastrino rosso nella cassetta della posta, ebbi un colpo al cuore, arrivai su all'attico e aprendo la porta trova lì in corridoio Alessia con un completino di latex nero e tacchi a spillo... una Dea!
Mi spogliai nudo, indossai il collare e le diedi in mano il guinzaglio, lei mi guadò e disse:
A: Non posso venire a Roma con te, qui ho la mia vita e l'università, ma voglio salutarti nel migliore dei modi...
Tirandomi per il guinzaglio mi portò in sala dove c'era un uomo nudo alto circa 160 cm ma con un cazzo che a riposo gli arrivava a metà coscia.
A: Lui è Said, un mio amico tunisino, è il mio regalo di addio per te!
Dico solo che provai a succhiargli il cazzo ma in bocca non mi entrava nemmeno la cappella, dovetti farlo drizzare a colpi di lingua e seghe, dopodiché Alessia mi lubrificò con un gel e Said mi sfondò il culo fino a notte fonda, mi riempì di sborra e ne bevvi altrettanta.
Quando lui andò via non riuscivo ad alzarmi dal letto.
Alessia mi massaggiò con delle creme lenitive e si prese cura di me.
Quando il sabato sera mi ripresi a sufficienza mi diede un lungo e tenero bacio, ci salutammo piangendo e non la rividi più.
Oggi vivo a Roma, sono sposato con una donna stupenda e nessuno, lei compresa, sa di questa mia vita passata.
Se qualcuno desidera scrivermi switch7420@tim.it
Non dimenticherò mai quel pomeriggio, rientravo dall'ufficio e prima di salire in ascensore andai alla cassetta della posta, dentro c'era il nastrino rosso e già sapevo cosa dovevo fare...
Esco dell'ascensore, entro in casa e appena mi chiudo la porta alle spalle mi spoglio nudo, poggio i vestiti sulla panca all'ingresso, apro il cassetto del mobile e prendo il collare con guinzaglio che indosso poi prendo il plug, lo lecco bene per lubrificarlo e me lo infilo nel culo.
Un sospiro ad occhi chiusi, abbasso lo sguardo e in silenzio con le mani dietro la schiena percorro il corridoio fino alla sala dove, sempre guardando in terra con referenza dico:
M: Buona sera Padrona, la sua troia è tornata!
Subito sentii delle risate, più risate differenti, alzai lo sguardo e spalancando gli occhi dalla sorpresa mi trovai davanti sul divano Alessia e la sua amica e coinquilina Daniela assieme al suo ragazzo Stefano.
Mi sentivo morire dalla vergogna, cosa cazzo stava combinando?
Rischiavo lo sputtanamento per colpa di tre ventiduenni o poco più che ancora studiavano all'università, provai a dire qualcosa ma subito fui interrotto:
A: Zitto tu...
A: Daniela, Stefano come vi avevo detto, questa troia è a nostra completa disposizione!
E giù con un'altra risata generale...
Quindi Alessia aveva deciso di condividermi con la sua amica ed il suo ragazzo, che vergogna, la Padrona si stava dimostrando sempre più subdola.
Per prima cosa mi fece mettere le mani sulla testa e girare lentamente su me stesso per espormi ai nuovi Padroni, poi bloccandomi quando davo loro le spalle dovetti aprire un poco le gambe e chinarmi in avanti, in quel modo tutti poterono ammirare il plug anale che indossavo e che Alessia afferrò iniziando a muoverlo dentro e fuori molte volte.
Padrona Daniela si preoccupò se quella pratica non mi facesse male, allora Alessia mi ordinò di rialzarmi e voltarmi mostrando a tutti la mia vigorosa erezione.
A: Vedi mia cara, è talmente troia che ormai si eccita solo se umiliato e sottomesso!
D: Lo vedo bene, ma soprattutto vedo che ha un cazzo notevole, ben più grande di quello del mio amore.
S: Avrà anche il cazzo più grosso del mio ma adesso vedi cosa fa un uomo vero...
Dopo queste parole Stefano si tolse pantaloni e slip e iniziò menarselo seduto sul divano.
A: Stefano che fai da solo? Lo voi capire o no che ora per queste cose hai uno schiavo?
Stefano allora mi prese per il guinzaglio, lo tirò fino a farmi infinocchiare tra le sue gambe e con una mano di Daniela dietro la nuca fui costretto ad ingoiare quel cazzo.
Non era grande, non più di 15 cm in lunghezza e poco più di un dito di spessore, ma era il primo vero cazzo con cui avevo a che fare...
...non il solito dildo di gomma dura!
Facevo su e giù con la testa, succhiavo rumorosamente, accanto a lui Alessia e Daniela si spogliarono nude e mi presero le mani per farsi massaggiare la figa mentre pompavo quel cazzo.
Avevo le lacrime a gli occhi, un misto tra vergogna e godimento.
Ad un tratto sentii le sue gambe irrigidirsi e Stefano iniziò a schizzarmi in bocca una discreta quantità di sborra, tra uno schizzo e l'altro iniziai subito ad ingoiare e dopo un pò che finì e le dovute pulizie di lingua, quando accennai a sollevare la testa, con entrambe le mani mi schiacciò a sé e disse:
S: Non muoverti che non hai ancora finito.
Dopo nemmeno 30 secondi iniziò a pisciarmi in bocca, era calda, salata, provai a bere ma non ce la feci e iniziò a colarmi giù dal collo, sul petto, fino in terra...
In quel preciso istante iniziai a sborrare senza nemmeno rendermene conto, i miei tre Padroni ridevano beatamente e Alessia mi ordinò di ripulire con la lingua tutto lo schifo che c'era in terra.
Mi ci volle quasi mezz'ora a lustrare il pavimento, quando Stefano e Daniela andarono via avevo la lingua intorpidita e non riuscii nemmeno a salutarli, mi limitai a baciargli i piedi sull'uscio di casa.
Chiusa la porta ed ancora a 4 zampe, Alessia prese il guinzaglio e mi riportò il sala dove per premiarmi per il comportamento dura te la serata mi diede 20 bacchettate sul culo e poi mi usò come poggiapiedi mentre guardava la TV.
Il venerdì sera successivo Stefano e Daniela tornarono a farci visita e con il tempo entrarono a far parte della mia routine di sottomissione.
Ormai di fatto avevo tre Padroni, Alessia, Daniela e Stefano, non servivano più nemmeno nastrini colorati o taciti accordi, se non c'erano altre persone presenti io ero il loro schiavo... sempre!
Di base tutti e tre godevano nell'umiliarmi, ma dopo ognuno aveva le sue peculiarità,
Alessia mi teneva allenato il culo con dildi e vibratori, Daniela godeva nel torturarmi il cazzo e le palle, non parlando poi dell'abilità che stava acquisendo con il frustino, e Sefano a cui piaceva farsi sponpinare e leccarsi il culo per ore e sempre per ore adorava incularmi, aveva una resistenza e una produzione di sborra sovrumana ma per mia fortuna anche un cazzo largo poco più di un dito che ormai sentivo a malapena...
...sembrava un sigaro lungo 15 centimetri!
Nei week end in casa con loro mi facevano di tutto ed io in quei giorni dovevo anche occuparmi di loro servendoli come una brava schiava, cuoca, cameriera e qualsiasi cosa desiderassero.
Avevo quasi 33 anni, una posizione più che affermata e mi facevo sottomettere da tre universitari nemmeno 23enni, mi bastava solo pensare questo che il mio cazzo svettava duro come il marmo ed essendo obbligato a vivere nudo in loro presenza, era motivo di ulteriore scherno nei miei confronti.
Era ormai quasi estate piena ed Alessia mi disse che voleva passare un week end al mare, pensando fossimo stati soli le risposi:
M: Ma certo amore...
A: Amore un cazzo, ci saranno i tuoi Padroni al completo, organizzati con una macchina comoda!
E sorridendo sottolineò il tutto con un ceffone in pieno viso.
Il venerdì mattina presi nella mia azienda un monovolume Mercedes con vetri oscurati e nel vano posteriore lasciai solo la pa ca tre posti completamente arretrata in modo da lasciare un grande spazio libero centrale.
Hotel prenotato da Alessia con la mia carta, e partimmo nel primo pomeriggio per una nota località ligure con un'ampia spiaggia naturista.
Per il viaggio Alessia e Daniela erano bellissime come sempre e Stefano il solito bullo sciatto, mi fecero caricare le loro borse e lasciare in casa la mia.
Potei portare con me solo quello che già indossavo, una canotta, pantaloncini ciclisti aderenti, infradito e portafogli, dissero che non mi serviva altro perché la borsa dei giochi era già in auto!
Praticamente loro si alternavano alla guida ed io nello spazio libero del monovolume ero a disposizione di chi rimaneva dietro.
Quel week end fu devastante a livello psicologico, già nel prendere la chiave della suite in hotel Stefano mi diede una pacca sul culo:
S: Dai troia... quanto ti ci vuole?
Per l'umiliazione mi si drizzò il cazzo e i pantaloncini ciclisti senza slip non riuscivano a contenerlo, rosso in viso e in quelle condizioni, presi la chiave e andammo tutti in stanza.
Il sabato mattina nella spiaggia naturista prendemmo posto in una zona appartata ma nonostante ciò si radunarono alcuni guardoni ad ammirare lo schiavetto che prendeva il sole con la gabbietta al cazzo ed il collare di cuoio.
Dopo la spiaggia dissero che il collare di cuoio mi donava assieme al plug anale e me li fecero tenere tutto il tempo, anche la sera passeggiando per il lungomare, volevo morire dalla vergogna, rientrati in hotel poi riprendevano i soliti abusi fisici.
Tornati a Milano la domenica sera chiesi ad Alessia se potevamo parlare noi due soli e la pregai di dare un taglio al rapporto con i Padroni Daniela e Stefano perché stavano esagerando un pò troppo, anche lei mi confermò che ci aveva già pensato e promise che da quel giorno non li avrei più visti.
Per tutto il resto dell'estate, tranne qualche intermezzo molto soft, io ed Alessia andammo avanti come due perfetti innamorati fino ai primi di settembre.
Mio padre mi comunicò che non c'era più bisogno di me nell'azienda di Milano e di lì a breve sarei dovuto rientrare nella capitale, feci venire Alessia a cena e dissi le novità proponendole di venire a Roma con me.
Disse che ci doveva pensare e quanto prima mi avrebbe dato una risposta.
Il venerdì successivo tornando dall'ufficio vidi un nastrino rosso nella cassetta della posta, ebbi un colpo al cuore, arrivai su all'attico e aprendo la porta trova lì in corridoio Alessia con un completino di latex nero e tacchi a spillo... una Dea!
Mi spogliai nudo, indossai il collare e le diedi in mano il guinzaglio, lei mi guadò e disse:
A: Non posso venire a Roma con te, qui ho la mia vita e l'università, ma voglio salutarti nel migliore dei modi...
Tirandomi per il guinzaglio mi portò in sala dove c'era un uomo nudo alto circa 160 cm ma con un cazzo che a riposo gli arrivava a metà coscia.
A: Lui è Said, un mio amico tunisino, è il mio regalo di addio per te!
Dico solo che provai a succhiargli il cazzo ma in bocca non mi entrava nemmeno la cappella, dovetti farlo drizzare a colpi di lingua e seghe, dopodiché Alessia mi lubrificò con un gel e Said mi sfondò il culo fino a notte fonda, mi riempì di sborra e ne bevvi altrettanta.
Quando lui andò via non riuscivo ad alzarmi dal letto.
Alessia mi massaggiò con delle creme lenitive e si prese cura di me.
Quando il sabato sera mi ripresi a sufficienza mi diede un lungo e tenero bacio, ci salutammo piangendo e non la rividi più.
Oggi vivo a Roma, sono sposato con una donna stupenda e nessuno, lei compresa, sa di questa mia vita passata.
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