La mia storia 3

di
genere
dominazione

È il mio primo racconto ed essendo una storia vera, nomi e luoghi sono di pura fantasia.
Se qualcuno desidera scrivermi  switch7420@tim.it

Il tempo passava e il nostro gioco segreto prendeva sempre più forma, senza forzature ma lasciandolo scorrere da sé.
Iniziai a notare delle sfumature differenti sul mio e sul suo modo di sottomettere, io prediligevo un uso della schiava più psicologico fatto di umiliazioni e tenendola sempre sul filo dell'incognita di essere esposta o scoperta da altri nonostante i nostri accordi, lei invece da Padrona era dedita ad attività molto più pesanti dal lato fisico come la passione che metteva nel dilatarmi il culo.

Una sera ad esempio organizzai una cena in casa, dopo la consegna del catering feci sistemare sala e pietanze dalla Schiava, poi tirandola per il guinzaglio la portai in camera dove la immobilizzai sul letto piegata a 90 con il culo ben esposto in direzione della porta e le mani legate dietro la schiena.
Le mostrai un carrellino con sopra vari plug, dildi e frustini, le misi un bavaglio a palla in bocca e una mascherina di stoffa su gli occhi, una di quelle per dormire in aereo, poi le sussurrai:

  M: Troia rilassati... questa sera darò la chiave della porta a un paio dei nostri amici, entreranno qui in silenzio e si divertiranno con il tuo culo, ogni volta che saremo in comitiva ti chiederai sempre chi tra tutti loro ti ha sfondato!

Provò a lamentarsi facendo versi e muovendo la testa, ma subito si calmò.
Io uscii dalla stanza e la chiusi a chiave.
Dopo circa 15 minuti iniziarono ad arrivare gli amici, la cena procedeva in allegria ed io ogni tanto andavo a trovare la mia troia in camera.
Entravo in silenzio, le infilavo qualche oggetto del carrellino in culo o in figa, a volte la frustavo, ma sempre in silenzio e senza mai un contatto diretto.
In quella stanza ci entrai sempre e solo io, ma lei non lo sapeva.
Era circa l'una di notte quando tutti andarono via ed entrai nella stanza, le misi una crema lenitiva sul suo bel culo tutto striato e la liberai togliendole anche il collare, mi baciò appassionatamente e ci abbracciammo fino ad addormentarci.
Per circa un mese ogni volta che incontravamo gli amici era sempre timorosa, con lo sguardo basso e poi mi implorava di dirle chi entrava nella camera durante la cena, forse quell'esperienza l'aveva segnata troppo perché anche come Padrona non era più come prima, allora una sera a letto le confessai la verità sulla cena e che solo io le avevo rotto il culo.
Mi baciò con le lacrime a gli occhi e si chinò a farmi un magnifico pompino, quando venni tenne tutto in bocca, si rialzò colando tutta la sborra nella mia bocca e strizzandomi forte le palle disse:

  A: Ingoia tutto amore mio...

Mandai tutto giù e ridemmo assieme!
Da quel giorno sembrava rinata, era letteralmente spumeggiante sia come schiava che come Padrona.
Un venerdì pomeriggio tornando a casa trovai il laccetto verde nella cassetta della posta, salito con l'ascensore entrai in casa, mi spogliai completamente, aperto il cassetto del mobile all'ingresso presi il collare con guinzaglio e una volta indossato andai in sala e mi posizionai davanti alla mia Padrona a gambe leggermente divaricate, mani dietro la schiena e sguardo basso.
Lei era stupenda...  nuda, stivali neri alti a spillo nuovi e frustino in mano:

  A: troia oggi ho fatto compere con la tua carta e sono sicura che i tuoi regalini ti piaceranno tantissimo!
  M: Grazie Padrona...

Detto questo aprì una busta e iniziò a tirare fuori plug e dildi di dimensioni raguardevoli ed una cosa che mi fece preoccupare, aveva in mano una gabbietta per il mio cazzo, di quelle da chiudere con un piccolo lucchetto:

  A: Questa ti aiuterà a tenere a bada il tuo animaletto, così potrai sentirti ancora più troia!
  M: Padrona potrebbe evitare...

Non finii la frase che mi arriva un calcio alle palle, cado in terra e lei in un'attimo mi infila la gabbietta, la chiude e si mette la chiave al collo con una catenina.
Ero letteralmente incredulo di tutto ciò...
Ero talmente eccitato da quella costrizione che il cazzo iniziò ad crescere ma, frenato dalla gabbietta, faceva molto male e questo mi eccitava ancora di più ed il dolore anche.
Ero letteralmente in un circolo vizioso senza via d'uscita.
La Padrona disse che da lì a poco sarebbe passato il dolore al cazzo e una via d'uscita da quella situazione mi si presentò davanti gli occhi ma ancora non lo sapevo, Alessia estrasse dal borsone uno strano dildo con un tubo è una pompetta attaccati.
Me lo infilò in bocca da leccare e nel frattempo mi ungeva per bene il buchino, poi mi toglie il dildo dalla bocca e in un solo colpo me lo infila nel culo.
Fu più la sorpresa che il fastidio,  in fondo mi aveva abituato a misure ben superiori a quella, ma il bello doveva ancora venire.
Alessia prese la pompetta e iniziò a schiacciarla, ad ogni pressione della mano sentivo il dildo crescere dentro di me, lo sentivo enorme, mi stava sventrando.
Piangevo e imploravo ma la mia Padrona non aveva pietà, iniziò a maneggiare e strizzare le mie palle finché la sborra non iniziò a colare dalla gabbietta.
Ma devo ammettere che non sentivo più il dolore al cazzo!
Quel week end fu un vero tormento, la domenica prima di riaccompagnarla a casa mi disse:

  A: Ti tolgo il collare perché domani torni in ufficio, ma sei comunque la mia troia e la gabbietta resta lì al suo posto almeno fino a venerdì prossimo, poi vedremo se ti comporti bene e se potremmo toglierla.

Avevo le lacrime a gli acchi e il cuore che batteva a mille.
Nonostante le tante sofferenze e umiliazioni da parte sua, mi fece indossare la gabbietta per 18 giorni consecutivi.
Quando aprì il lucchetto e la sganciò il mio cazzo iniziò timidamente a crescere da solo, lei mi infila tre dita nel culo ed io sborro come una fontana.
Mi fece leccare il casino fatto sul pavimento della sala e poi andammo in camera a fare l'amore come non ci capitava da tanto.

Continuammo il nostro giochino alternandoci al comando, ma ormai sapevamo entrambi quale era il nostro vero ruolo all'interno della coppia.
scritto il
2025-10-14
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