La mia storia 2
di
Switch7420
genere
dominazione
È il mio primo racconto ed essendo una storia vera, nomi e luoghi sono di pura fantasia.
Se qualcuno desidera scrivermi switch7420@tim.it
Passarono un paio di giorni dalla sera al locale e dopo cena guardavamo la TV stravaccati sul divano quando Alessia con i suoi occhioni dolci mi disse:
A: Amore, ma l'altra sera hai visto che palo aveva quel ragazzo?
M: Si l'ho visto di sfuggita...
A: Di sfuggita? Quello aveva un braccio tra le gambe e tu lo vedi di sfuggita? Ma fai il serio...
M: Si è vero, era enorme...
Non so perché risposi in quel modo, ma lei mi guardò sorridendo e continuammo a vedere il film con lei che ogni tanto mi massaggiava il cazzo da sopra la tuta come faceva spesso.
Il venerdì tornando a casa tardi dall'ufficio, stanco morto da una riunione infinita, salendo dal garage non avevo controllato la cassetta della posta per un eventuale nastrino rosso.
Apro la porta e lei è lì, in ginocchio davanti la porta, nuda con solo il collare e il guinzaglio ad aspettarmi.
M: Che ci fai qui? Scusami ma sono stanchissimo, oggi non ho voglia di giocare!
A: Che ci faccio qui? ...giocare? Io non voglio giocare, voglio godere!
Mentre mi diceva queste cose si alzò in piedi ed inizia a schiaffeggiarmi.
Non riuscii a dire una parola mentre lei rossa in viso dalla rabbia mi colpiva e mi insultava con parole tipo "stronzo, bastardo, egoista figlio di papà" poi all'improvviso mi arriva una ginocchiata tra le gambe e cado in terra dal dolore.
Presa consapevolezza di avere la situazione in pugno, Alessia mi ordina di spogliarmi e una volta rimasto nudo in terra si toglie il collare con il guinzaglio e lo mette a me.
M: Amore ma che fai?
A: Amore un cazzo. Visto che il Padrone è troppo stanco per giocare, ora la Padrona sono io e tu non fiatare!
Una situazione paradossale e mentre cercavo di riordinare le idee mi sentii strattonare il guinzaglio...
La Padrona voleva passeggiare per casa con il suo nuovo cane, ed io a quattro zampe obbedii.
Fatti un pò di giri della sala mi portò in camera da letto, prese un frustino dal cassetto dei giochi e sedendosi sul letto a gambe larghe disse:
A: Avanti cagnetto, datti da fare!
Iniziai a leccarle la figa con enfasi, ma passata la foga iniziale il ritmo iniziò a calare e lei iniziò a spronarmi a colpi di frustino su culo e schiena.
Ad un certo punto, tra una leccata e una frustata, la sentii dire meravigliata:
A: Ma che bella sorpresa, chi avrebbe mai pensato che il nostro cagnolino si eccita ad essere frustato...
Nel sentire queste sue parole abbassai lo sguardo e vidi che effettivamente avevo il cazzo dritto e duro come il marmo.
Non so se per la vergogna o per la situazione nel suo complesso, in quel momento iniziai a godere!
Non credo di aver mai sborrato tanto in vita mia.
Lei vedendo la scena iniziò a ridere a crepapelle, poi mi mise un piede sulla nuca e mi spinse la faccia a terra ordinandomi di pulire tutto con la lingua.
Non dimenticherò mai il sapore dolce e salmastro della mia sborra.
La sera si concluse con lei nuda sul divano che seguiva distrattamente la TV ed io carponi accanto a lei che le porgevo il culo dove infilava le dita o un piccolo plug.
Prima di andare a dormire mi disse che la mattina successiva avremmo dovuto parlare.
La notte non riuscii a chiudere occhio per i troppi pensieri e sensazioni nuove. La mattina preparai la colazione per entrambi e la portai a letto come faccio spesso nei week end in cui si ferma da me, ma non so spiegarmi come o perché, mi sembrò naturale svegliarla baciandole i piedi.
Apri gli occhi, mi vide e rise ancora:
A: Ma bravo il mio coglione, ora smetti e siediti accanto a me che dobbiamo chiarire alcune cose...
M: Si amore...
A: visto quello che è successo ieri sera, e che un pò mi aspettavo, dovremmo aggiornare le nostre regole di gioco.
M: In che senso "un pò te lo aspettavi", spiegami.
A: La luce che avevi ne gli occhi quando mi hai detto che il ragazzo del locale aveva un cazzo enorme!
L'avevo proprio sottovalutata, nonostante l'età mi aveva capito meglio di come io abbia fatto con lei.
In sintesi aggiungemmo un altro nastrino ai nostri mazzi delle chiavi.
Con il rosso io ero il Padrone, con il verde lei era la mia Dea e ci tenne a sottolineare che non sarebbe stata affatto delicata.
Convenimmo che ogni volta che uno dei indossava in collare assumeva il ruolo di sottomesso ed era obbligatoria la totale nudità salvo altri ordini e solo quando chi deteneva il comando gli toglieva il collare, la sessione terminava.
Non era ammesso che il sottomesso/a si togliesse il collare di propria iniziativa.
Dato che eravamo entrambi nudi, ma io avevo iniziato la giornata baciandole i piedi, convenimmo che fossi stato io il primo ad indossare il collare ed onorare per primo i nuovi accordi.
Fu una giornata molto dura, mi usava come animale da trasporto a quattro zampe mi saliva a cavallo e si faceva portare in giro per casa.
In tutto il giorno non ha mai fatto un passo, sempre sulla mia schiena.
Le frustate non si contavano ed ero sempre in continua erezione nonostante il divieto assoluto di toccarmi e godere, ma nell'arco di tutta la giornata ho sborrato 5 volte senza che neanche mi sfiorassi.
La Padrona allora mi frustava ed obbligava pulire con la lingua ed io tornavo subito in tiro... ero sconvolto!
La sera, dopo aver visto la TV usandomi come poggiapiedi, la portai a letto dove pensavo mi avesse tolto il collare, invece mi infilò un piccolo plug nel culo e disse:
A: Dormi bene cagnetta, domani sarà una domenica intensa!
A quelle parole sgranai gli occhi e passai un'altra notte insonne e con il cazzo duro e dolorante.
La mattina servita la colazione e baciato i piedi alla Padrona, si rimise a cavallo sulla mia schiena e si fece accompagnare in bagno dove fece pipì e mi utilizzò come bidè personale, dopo mi autorizzò a togliere il plug per fare i bisogni ma prima di rimetterlo cambiò il soffione al tubo della doccia con una canula di gomma e mi lavò a fondo nel culo finché non uscisse solo acqua pulita.
Per tutta la mattina e parte del pomeriggio mi tenne piegato e legato sulla spalliera di una sedia con le ginocchia ai lati della spalliera per darle libero accesso a genitali e culo.
Mi legò un laccio allo scroto con un peso che teneva in tensione le palle e poi iniziò quello che scoprii in futuro essere uno dei suoi hobby preferiti, dilatarmi il culo!
Fu lenta, metodica e inesorabile nel lavorarmi il buchino fino ad allora vergine, faceva male ma lei non mollava e quando sentiva che non urlavo più perché il piacere si sostituiva al dolore, li era il momento di aggiungere un dito o prendere un dildo poco più grande, sempre accompagnato da gustose frustate sulle natiche ben esposte.
Quella giornata fu un vero calvario, verso le 16:00 mi tolse il laccio allo scroto e mi liberò dalla sedia.
Dovetti leccare tutto lo schifo tra sborra e piscio che avevo involontariamente fatto in terra, poi mi ordinò di fare una doccia perché ero in uno stato pietoso.
Uscito dalla doccia mi tolse il collare e mi baciò con una tale passione che quasi piansi, rimanemmo a lungo nudi sul divano a scambiarci coccole.
Verso le 19:00 raggiungemmo gli amici per un aperitivo, qualcuno si accorse che non camminavo bene e la mia dolce Alessia coprendomi di bacini disse a tutti che erano due giorni che soffrivo di mal di schiena e non riuscivo nemmeno a dormire.
In pubblico era davvero un angelo!
Se qualcuno desidera scrivermi switch7420@tim.it
Passarono un paio di giorni dalla sera al locale e dopo cena guardavamo la TV stravaccati sul divano quando Alessia con i suoi occhioni dolci mi disse:
A: Amore, ma l'altra sera hai visto che palo aveva quel ragazzo?
M: Si l'ho visto di sfuggita...
A: Di sfuggita? Quello aveva un braccio tra le gambe e tu lo vedi di sfuggita? Ma fai il serio...
M: Si è vero, era enorme...
Non so perché risposi in quel modo, ma lei mi guardò sorridendo e continuammo a vedere il film con lei che ogni tanto mi massaggiava il cazzo da sopra la tuta come faceva spesso.
Il venerdì tornando a casa tardi dall'ufficio, stanco morto da una riunione infinita, salendo dal garage non avevo controllato la cassetta della posta per un eventuale nastrino rosso.
Apro la porta e lei è lì, in ginocchio davanti la porta, nuda con solo il collare e il guinzaglio ad aspettarmi.
M: Che ci fai qui? Scusami ma sono stanchissimo, oggi non ho voglia di giocare!
A: Che ci faccio qui? ...giocare? Io non voglio giocare, voglio godere!
Mentre mi diceva queste cose si alzò in piedi ed inizia a schiaffeggiarmi.
Non riuscii a dire una parola mentre lei rossa in viso dalla rabbia mi colpiva e mi insultava con parole tipo "stronzo, bastardo, egoista figlio di papà" poi all'improvviso mi arriva una ginocchiata tra le gambe e cado in terra dal dolore.
Presa consapevolezza di avere la situazione in pugno, Alessia mi ordina di spogliarmi e una volta rimasto nudo in terra si toglie il collare con il guinzaglio e lo mette a me.
M: Amore ma che fai?
A: Amore un cazzo. Visto che il Padrone è troppo stanco per giocare, ora la Padrona sono io e tu non fiatare!
Una situazione paradossale e mentre cercavo di riordinare le idee mi sentii strattonare il guinzaglio...
La Padrona voleva passeggiare per casa con il suo nuovo cane, ed io a quattro zampe obbedii.
Fatti un pò di giri della sala mi portò in camera da letto, prese un frustino dal cassetto dei giochi e sedendosi sul letto a gambe larghe disse:
A: Avanti cagnetto, datti da fare!
Iniziai a leccarle la figa con enfasi, ma passata la foga iniziale il ritmo iniziò a calare e lei iniziò a spronarmi a colpi di frustino su culo e schiena.
Ad un certo punto, tra una leccata e una frustata, la sentii dire meravigliata:
A: Ma che bella sorpresa, chi avrebbe mai pensato che il nostro cagnolino si eccita ad essere frustato...
Nel sentire queste sue parole abbassai lo sguardo e vidi che effettivamente avevo il cazzo dritto e duro come il marmo.
Non so se per la vergogna o per la situazione nel suo complesso, in quel momento iniziai a godere!
Non credo di aver mai sborrato tanto in vita mia.
Lei vedendo la scena iniziò a ridere a crepapelle, poi mi mise un piede sulla nuca e mi spinse la faccia a terra ordinandomi di pulire tutto con la lingua.
Non dimenticherò mai il sapore dolce e salmastro della mia sborra.
La sera si concluse con lei nuda sul divano che seguiva distrattamente la TV ed io carponi accanto a lei che le porgevo il culo dove infilava le dita o un piccolo plug.
Prima di andare a dormire mi disse che la mattina successiva avremmo dovuto parlare.
La notte non riuscii a chiudere occhio per i troppi pensieri e sensazioni nuove. La mattina preparai la colazione per entrambi e la portai a letto come faccio spesso nei week end in cui si ferma da me, ma non so spiegarmi come o perché, mi sembrò naturale svegliarla baciandole i piedi.
Apri gli occhi, mi vide e rise ancora:
A: Ma bravo il mio coglione, ora smetti e siediti accanto a me che dobbiamo chiarire alcune cose...
M: Si amore...
A: visto quello che è successo ieri sera, e che un pò mi aspettavo, dovremmo aggiornare le nostre regole di gioco.
M: In che senso "un pò te lo aspettavi", spiegami.
A: La luce che avevi ne gli occhi quando mi hai detto che il ragazzo del locale aveva un cazzo enorme!
L'avevo proprio sottovalutata, nonostante l'età mi aveva capito meglio di come io abbia fatto con lei.
In sintesi aggiungemmo un altro nastrino ai nostri mazzi delle chiavi.
Con il rosso io ero il Padrone, con il verde lei era la mia Dea e ci tenne a sottolineare che non sarebbe stata affatto delicata.
Convenimmo che ogni volta che uno dei indossava in collare assumeva il ruolo di sottomesso ed era obbligatoria la totale nudità salvo altri ordini e solo quando chi deteneva il comando gli toglieva il collare, la sessione terminava.
Non era ammesso che il sottomesso/a si togliesse il collare di propria iniziativa.
Dato che eravamo entrambi nudi, ma io avevo iniziato la giornata baciandole i piedi, convenimmo che fossi stato io il primo ad indossare il collare ed onorare per primo i nuovi accordi.
Fu una giornata molto dura, mi usava come animale da trasporto a quattro zampe mi saliva a cavallo e si faceva portare in giro per casa.
In tutto il giorno non ha mai fatto un passo, sempre sulla mia schiena.
Le frustate non si contavano ed ero sempre in continua erezione nonostante il divieto assoluto di toccarmi e godere, ma nell'arco di tutta la giornata ho sborrato 5 volte senza che neanche mi sfiorassi.
La Padrona allora mi frustava ed obbligava pulire con la lingua ed io tornavo subito in tiro... ero sconvolto!
La sera, dopo aver visto la TV usandomi come poggiapiedi, la portai a letto dove pensavo mi avesse tolto il collare, invece mi infilò un piccolo plug nel culo e disse:
A: Dormi bene cagnetta, domani sarà una domenica intensa!
A quelle parole sgranai gli occhi e passai un'altra notte insonne e con il cazzo duro e dolorante.
La mattina servita la colazione e baciato i piedi alla Padrona, si rimise a cavallo sulla mia schiena e si fece accompagnare in bagno dove fece pipì e mi utilizzò come bidè personale, dopo mi autorizzò a togliere il plug per fare i bisogni ma prima di rimetterlo cambiò il soffione al tubo della doccia con una canula di gomma e mi lavò a fondo nel culo finché non uscisse solo acqua pulita.
Per tutta la mattina e parte del pomeriggio mi tenne piegato e legato sulla spalliera di una sedia con le ginocchia ai lati della spalliera per darle libero accesso a genitali e culo.
Mi legò un laccio allo scroto con un peso che teneva in tensione le palle e poi iniziò quello che scoprii in futuro essere uno dei suoi hobby preferiti, dilatarmi il culo!
Fu lenta, metodica e inesorabile nel lavorarmi il buchino fino ad allora vergine, faceva male ma lei non mollava e quando sentiva che non urlavo più perché il piacere si sostituiva al dolore, li era il momento di aggiungere un dito o prendere un dildo poco più grande, sempre accompagnato da gustose frustate sulle natiche ben esposte.
Quella giornata fu un vero calvario, verso le 16:00 mi tolse il laccio allo scroto e mi liberò dalla sedia.
Dovetti leccare tutto lo schifo tra sborra e piscio che avevo involontariamente fatto in terra, poi mi ordinò di fare una doccia perché ero in uno stato pietoso.
Uscito dalla doccia mi tolse il collare e mi baciò con una tale passione che quasi piansi, rimanemmo a lungo nudi sul divano a scambiarci coccole.
Verso le 19:00 raggiungemmo gli amici per un aperitivo, qualcuno si accorse che non camminavo bene e la mia dolce Alessia coprendomi di bacini disse a tutti che erano due giorni che soffrivo di mal di schiena e non riuscivo nemmeno a dormire.
In pubblico era davvero un angelo!
2
voti
voti
valutazione
9
9
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
La mia storia 1
Commenti dei lettori al racconto erotico