A casa del Master con la segretaria
di
Serena Rossi
genere
saffico
Continuo a guardare incredula quella chiave, ma che senso può avere, è senz'altro una metafora, un passepartout per aprire una porta non ancora varcata, ma quale? E se invece fosse davvero una chiave che deve condurmi in un posto preciso?
Senza più risposte da darmi decido di mandare un messaggio a Luisa, dopo un'ora arriva una risposta chiusa senza possibilità di replicare "ti aspetto stasera alle 21 per un caffè, il Master è fuori con amici."
Quando mi apre la porta constato che è completamente nuda, davanti al mio sguardo perplesso torna a ricordarmi che Andrea vuole così perché l'ambiente sia pregno di odore di fica, mi invita a spogliarmi perché ce ne sia di più.
Siamo sedute a sorseggiare il caffè attorno ad un tavolo in legno realizzato in stile artigianato veneto.
Luisa mi fissa con occhi penetranti che sembrano lame senza dire nulla. Fatico a tenere lo sguardo tanto è severo e duro ciò che vedo nei suoi occhi. Una certa sensazione di inquietudine si fa strada, mai prima d'ora si era rivelata così. Provo a chiederle della chiave anche per imbastire un minimo dialogo, ma lei sembra avere perso l'uso della parola.
"Avvicinati" è l'unica cosa che dice, scosta la sedia e mi invita a sedermi sulle sue gambe di traverso.
Sposta una ciocca di capelli e annusa a fondo il mio collo, "sai di buono" e incomincia a leccarlo risalendo verso il lobo dell'orecchio. Mi accarezza il viso, di seguito un capezzolo, ci gioca con il polpastrello prima di afferrarlo e stringerlo facendomi emettere un lungo sospiro.
Scende verso la mia fica, "sei già bagnatissima...", annuisco mentre mi avvicino alla sua bocca per baciarla. È un piccolo bacio presto interrotto.
Torna a fissarmi e a quella ridotta distanza fa ancora più impressione.
Non smette di toccarmi, come la volta scorsa infila indice e medio nella fica e il pollice sul clitoride.
"Io ti ho capita Camilla, ho capito il tuo gioco...
So cosa vuoi esattamente, ti leggo chiaramente, sei una Troia come me ma non sei stupida, pensi forse io lo sia? Rispondimi!"
Le rispondo di no ansimando data dalla sua continua e costante masturbazione.
"Molto bene Camilla, sai io di Troie assoggettate dal Master ne ho viste passare moltissime che sono durate lo spazio di un respiro. Tu però sei ancora qui, continui ad esserci. Questo mi incuriosisce e inquieta allo stesso tempo, so che miri ad avere uno spazio continuativo tutto tuo, sistemico al punto tale da diventare istituzionale, quasi alla pari con lui, vuoi diventare l'Eletta.
Ed io?? Pensi che in tutti questi anni non abbia fatto gli stessi pensieri? Immagini cosa abbia dovuto mandare giù, immagini a tutto ciò che ho rinunciato e lasciato per raggiungere la posizione attuale? Ne hai una idea???"
Sto arrivando al limite, "Luisa sto per venire.."
"Vieni Troia! Sei una cagna in calore come ce ne sono poche, questo è il mio problema, questo ha colpito Andrea"
Sono scossa da un fremito epilettico, lascio cadere la testa indietro e lancio un urlo liberatorio.
Sono zuppa, l'ho bagnata completamente, estrae le dita gocciolanti e le porta lentamente alla sua bocca. Le succhia con avida voluttà.
"Camilla è buonissimo il tuo succo di fica. Ora alzati e prendi dal primo cassetto l'unico oggetto presente."
È uno strapon a cintura, mi invita a metterlo. Mi fa sedere sulla sedia e aprendosi le lunghe labbra della fica si cala sopra.
"Ora scopami Troia.."
In realtà è lei a scopare me saltando come una indemoniata sul fallo mentre io cerco di succhiarle quei capezzoli così pronunciati.
Ed eccola come la precedente volta entrare nel suo transfer. "Scopami Andrea, sono tua, possiedimi, riempimi della tua calda sborra!"
Viene in un modo bestiale superiore al mio fino a quando non si accascia sul mio petto.
Ha assunto ora una tenerezza mai vista.
"Quella chiave apre una cosa che scoprirai a breve, Master Andrea è un fiume di sorprese questo lo hai capito, a breve scoprirai.
Decido di non rivestirmi, ripongo gli abiti in una busta che mi ha dato Luisa, indosso il soprabito e accompagnata vado verso la porta.
"A presto Camilla, a presto.."
Scendo le scale pensando a quanto odore di fica troverà Andrea al suo rientro. Quale sarà la sua prossima mossa, che sorpresa ha in atto.
Penso a Luisa, alla sottomissione che ha accettato per quest'uomo, come ha detto lei a tutto ciò che ha rinunciato per lui.
Mentre guido per le strade buie della città risuono in macchina la canzone di Fossati e penso a quanta ragione abbia.
Siamo cacciatrici che si fingono prede.
Senza più risposte da darmi decido di mandare un messaggio a Luisa, dopo un'ora arriva una risposta chiusa senza possibilità di replicare "ti aspetto stasera alle 21 per un caffè, il Master è fuori con amici."
Quando mi apre la porta constato che è completamente nuda, davanti al mio sguardo perplesso torna a ricordarmi che Andrea vuole così perché l'ambiente sia pregno di odore di fica, mi invita a spogliarmi perché ce ne sia di più.
Siamo sedute a sorseggiare il caffè attorno ad un tavolo in legno realizzato in stile artigianato veneto.
Luisa mi fissa con occhi penetranti che sembrano lame senza dire nulla. Fatico a tenere lo sguardo tanto è severo e duro ciò che vedo nei suoi occhi. Una certa sensazione di inquietudine si fa strada, mai prima d'ora si era rivelata così. Provo a chiederle della chiave anche per imbastire un minimo dialogo, ma lei sembra avere perso l'uso della parola.
"Avvicinati" è l'unica cosa che dice, scosta la sedia e mi invita a sedermi sulle sue gambe di traverso.
Sposta una ciocca di capelli e annusa a fondo il mio collo, "sai di buono" e incomincia a leccarlo risalendo verso il lobo dell'orecchio. Mi accarezza il viso, di seguito un capezzolo, ci gioca con il polpastrello prima di afferrarlo e stringerlo facendomi emettere un lungo sospiro.
Scende verso la mia fica, "sei già bagnatissima...", annuisco mentre mi avvicino alla sua bocca per baciarla. È un piccolo bacio presto interrotto.
Torna a fissarmi e a quella ridotta distanza fa ancora più impressione.
Non smette di toccarmi, come la volta scorsa infila indice e medio nella fica e il pollice sul clitoride.
"Io ti ho capita Camilla, ho capito il tuo gioco...
So cosa vuoi esattamente, ti leggo chiaramente, sei una Troia come me ma non sei stupida, pensi forse io lo sia? Rispondimi!"
Le rispondo di no ansimando data dalla sua continua e costante masturbazione.
"Molto bene Camilla, sai io di Troie assoggettate dal Master ne ho viste passare moltissime che sono durate lo spazio di un respiro. Tu però sei ancora qui, continui ad esserci. Questo mi incuriosisce e inquieta allo stesso tempo, so che miri ad avere uno spazio continuativo tutto tuo, sistemico al punto tale da diventare istituzionale, quasi alla pari con lui, vuoi diventare l'Eletta.
Ed io?? Pensi che in tutti questi anni non abbia fatto gli stessi pensieri? Immagini cosa abbia dovuto mandare giù, immagini a tutto ciò che ho rinunciato e lasciato per raggiungere la posizione attuale? Ne hai una idea???"
Sto arrivando al limite, "Luisa sto per venire.."
"Vieni Troia! Sei una cagna in calore come ce ne sono poche, questo è il mio problema, questo ha colpito Andrea"
Sono scossa da un fremito epilettico, lascio cadere la testa indietro e lancio un urlo liberatorio.
Sono zuppa, l'ho bagnata completamente, estrae le dita gocciolanti e le porta lentamente alla sua bocca. Le succhia con avida voluttà.
"Camilla è buonissimo il tuo succo di fica. Ora alzati e prendi dal primo cassetto l'unico oggetto presente."
È uno strapon a cintura, mi invita a metterlo. Mi fa sedere sulla sedia e aprendosi le lunghe labbra della fica si cala sopra.
"Ora scopami Troia.."
In realtà è lei a scopare me saltando come una indemoniata sul fallo mentre io cerco di succhiarle quei capezzoli così pronunciati.
Ed eccola come la precedente volta entrare nel suo transfer. "Scopami Andrea, sono tua, possiedimi, riempimi della tua calda sborra!"
Viene in un modo bestiale superiore al mio fino a quando non si accascia sul mio petto.
Ha assunto ora una tenerezza mai vista.
"Quella chiave apre una cosa che scoprirai a breve, Master Andrea è un fiume di sorprese questo lo hai capito, a breve scoprirai.
Decido di non rivestirmi, ripongo gli abiti in una busta che mi ha dato Luisa, indosso il soprabito e accompagnata vado verso la porta.
"A presto Camilla, a presto.."
Scendo le scale pensando a quanto odore di fica troverà Andrea al suo rientro. Quale sarà la sua prossima mossa, che sorpresa ha in atto.
Penso a Luisa, alla sottomissione che ha accettato per quest'uomo, come ha detto lei a tutto ciò che ha rinunciato per lui.
Mentre guido per le strade buie della città risuono in macchina la canzone di Fossati e penso a quanta ragione abbia.
Siamo cacciatrici che si fingono prede.
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