La rinascita di mia sorella

di
genere
incesti

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Carissimi lettori e lettrici, col passare degli anni ho capito che nella mia famiglia, l'amore tra consanguinei è praticato più o meno segretamente da diversi membri sopratutto quando l'astinenza sessuale stimola gli ormoni.
Non starò qui a scrivere ogni scopata fatta con nonna. In futuro vi racconterò ancora qualcos'altro sui nostri esplosivi incontri che in me hanno lasciato un segno. Buona lettura.
Per chi volesse contattarmi per ulteriori dettagli o scambi culturali riguardanti il genere può scrivermi a
vitavissuta.inc@virgilio.it

LA RINASCITA DI MIA SORELLA


Sono passati quattro anni dal giorno che persi la verginità con nonna.
Nel 1996 mi aveva inserito nella loro azienda dove lei dirigeva la parte amministrativa e qualitativa.
Da un piccolo frutteto negli anni '70, erano arrivati a vendere frutta a tutta una catena di supermercati del nord Italia.
Avevo preso la patente e acquistato una renault Clio nuova con i miei risparmi e naturalmente con un suo generoso contributo
Però non è di questo che voglio parlarvi oggi.
Voglio farvi conoscere mia sorella.
Tra di noi c'è sempre stata confidenza complicità e amore fino a dire che se non fossimo stati fratello e sorella saremmo stati la coppia perfetta
Aveva da poco compiuto la 22 anni e anche lei come me aveva preso il diploma agrario volendo poi continuare gli studi universitari.
Una ragazza molto bella, un metro e settanta capelli castani chiari, occhi verdi come papà. Leggermente rotondetta ma non grassa, fianchi sporgenti, seno grande, almeno una quinta, lieve pancetta che dava al fisico la forma della clessidra un viso solare con guance affusolate dai lineamenti bellissimi.
Frequentava da un paio d'anni un ragazzo del nostro paese più grande di lei e anche di me, il classico pelandrone che era costantemente al bar, girava voce che fumasse spinelli e per quello non era ben visto dalla mia famiglia e tantomeno da me.
Lei ne era invaghita a tal punto di avergli donato la sua verginità e mi disse anche che la scopava favolosamente.
Ricordo precisamente che un sabato di marzo era rientrata che potevano essere le undici, andò quasi subito a letto.
Io ero sul divano della sala con quella che all'ora era la mia ragazza e guardavamo un film in dvd.
Erano passate un paio d'ore e squillo il telefono di casa, di soprassalto andai a rispondere.
Dall'altra parte della cornetta c'era la sorella di questo ragazzo in lacrime e mi diede la tragica notizia di un incidente mortale e in lacrime mi pregò di avvisare mia sorella.
Si svegliarono anche i miei per sapere cos'era capitato, lei era sull'uscio della sua stanza e nel mentre spiegavo l'accaduto si senti male e la portammo nel su letto.
Seguirono giorni tristi e cupi.
Dopo il funerale stava sempre sola ed era inavvicinabile.
Considerato il bel rapporto che avevamo, ero la persona che riusciva a stargli vicino e nonna mi suggerì di farla svagare con un viaggietto e soprattutto di farla reagire in qualsiasi modo.
Anche gli studi si bloccarono e perse qualche sessione d'esame, non ne voleva sapere di reagire. Perse anche peso perché mangiava giusto il necessario per stare in piedi
Passò aprile maggio e arrivò giugno e io non ne potevo più di vederla in quelle condizioni, decisi di seguire il consiglio di nonna.
Prenotai una cabina doppia in una crociera e la obbligai quasi con la forza a partire.
Andammo a Savona per l'imbarco e durante il viaggio non spiccicò nemmeno una parola.
Ci imbarcammo, lei sempre con gli occhiali scuri che risaltavano sul suo viso ancora pallido.
La nave salpò la sera per attraccare a Marsiglia la mattina.
Dopo il risveglio si lavò la faccia e la trascinai a fare colazione e con  tutto il ben di Dio che c'era prese solamete due biscotti e un caffè.
Saremmo dovuti poi scendere a visitare la città ma non volle nemmeno uscire dalla cabina.
La vacanza sembrava prendere una piega decisamente drastica però notai che i pianti si erano alquanto calmati e la notte la sentivo dormire abbastanza tranquillamente ma di svagarsi non se ne parlava.
Destinazione Barcellona,fece la medesima cosa, però io a sto giro scesi e mi visitai il posto.
Al ritorno gli raccontai quello che avevo visto ma pareva indifferente a tutto, quasi nemmeno sentisse quello che gli avevo detto.
La sera la nave salpò per Palma de Mallorca dove avrebbe sostato per due giorni e nel ristorante principale si sarebbe svolta la cena col Capitano, lei non volle partecipare.
Io al contrario andai e mi divertii anche.
Conobbi una ragazza di Pescara che con un bicchiere di spumante lei e la bottiglia in mano io, mi fece una gran pompa sul ponte di coperta al chiar di luna.
Rientrai in cabina alticcio e lei cominciò a farmi domande sulla serata, li probabilmente parlai un pò troppo e dissi anche quello che avrei dovuto tenere per me.
Mi fece una ramanzina per il fatto che ero fidanzato e non erano cose da fare, ma a me sembrava più una scenata di gelosia.
La mattina, arrivati a Palma non volevo alzare la testa dal cuscino ma mia sorella dopo esser uscita dal bagno mi spronò ad alzarmi per andare a far colazione e mi disse che avrebbe voluto andare fare una passeggiata in una spiaggia e magari prendere il sole.
Io stupito mi tirai su velocemente prima che cambiasse idea. Mi lavai e andammo nella sala bar.
Mangiò di gusto e prese anche un extra da portare con sé e poi scendemmo dalla nave.
Camminammo un bel pò parlando della nostra famiglia e dell'amore e il dispiacere che provavamo anche noi nel vederla lasciarsi andare così e di tutto quello che avrei voluto fare io per vederla ancora felice e in tanto arrivammo in un posto poco affollato dove affittammo due sdraio e facemmo un paio il bagno.
Nel primo pomeriggio quando il caldo divenne più pesante  tornammo in gabina e lei era diventata rossa come un peperone.
Scherzai un pò con lei e d'un tratto sembrava essere tornata quella di prima.
Si fece la doccia e prima che andassi a lavarmi io mi chiese se potevo spalmargli il doposole sulla schiena arrossata.
Era avvolta in un grande
asciugamano e con disinvoltura lo apri rimanendo completamente nuda e si coricò a pancia sotto sul suo letto.
A casa l'avevo vista altre volte nuda, il suo senso del pudore era sempre stato pari a zero, ma in quella occasione mi fece uno strano effetto.
Mi sedetti al suo fianco e misi la crema sulle mani cominciando a spalmargliela dal collo verso le spalle scendendo sulle scapole e sotto le ascelle arrivando a spalmare anche i lati del seno che pressati sul materasso strabordava ai lati.
La sentivo molto rilassata e faceva piccoli gemiti dovuti alla sensazione di frescura della crema e al massaggio.
Presi in tubetto e lo spremetti direttamente sulla parte bassa della schiena e il contenuto gli schizzo anche sui glutei.
Lei stizzita si sollevò e girò il busto per rimproverarmi scherzosamente e giocando gli misi una mano sul coppino e la stesi nuovamente continuando poi a spalmare.
La sua pelle era bollente e la crema si scioglieva su di essa.
Scesi sui fianchi e lentamente sulle coscie massaggiando i glutei.
Fino ad allora ero tranquillo e non pensavo al fatto che era  completamente nuda ma quando cominciai a massaggiare le chiappe inavvertitamente vidi lo scorcio della sua bella passera.
In quel momento un turbinio di cose mi passarono per la mente ricordando quello che capitò a nonna col fratello e quello che mi disse riguardante le lunghe astinenze.
Il cazzo cominciò a muoversi dentro al costume cercando di cancellare i cattivi pensieri ma mentre risalivo con le mani verso la schiena lei aprì le gambe a forbice occupando tutta la parte bassa del letto.
Non so che prese ma le mani cominciarono a massaggiare le chiappe e le gambe come se non fossero collegate al cervello, facendo movimenti circolari arrivai all'interno coscia e spingevo verso l'alto arrivando con le dita a sfiorare le sue labbra.
Improvvisamente alzò il busto girandosi verso di me e mi  preparai ad una bella rimproverata ma invece si girò completamente e prendendomi la mano spinse le mie dita sul suo grilletto.
Con quella mossa persi ogni inibizione e cominciai a masturbarla con indice e medio contemporaneamente facendola bagnare tantissimo.
Spingevo dentro e fuori le due dita nella figa e con l'altra mano avevo agguantato il suo seno titillando e pizzicando il capezzolo turgido.
Mi fermai solo quando esplose in un forte orgasmo liberatorio.
Si alzò di scatto in piedi sul letto e senza darmi la possibilità di  muovermi, mi mise con la fica davanti alla bocca pretendendo che le leccarsi gli umori che stavano colando.
Mi coricai e lei si era inginocchiò tenendo la mia testa in mezzo alle ginocchia, muoveva il bacino su e giù come per scoparsi la mia bocca e la mia lingua duellava con le labbra e il clitoride, venne nuovamente inzaccherandomi tutto il viso di filamentosi umori.
Io ero col cazzo di marmo ancora rinchiuso nel costume. Scivolò verso di esso e si giro di spalle.
Era seduta sul mio petto e trafficava per sfilare il costume da bagno.
Avevo una visuale perfetta di tutto quel panorama stupendo, la vagina con una leggerissima peluria corta e biondiccia, lo spacco luccicante e il forellino anale che in quella posizione stava pulsando dalla goduria.
Montò sul mio cazzo duro il quale scivolò nella sua caverna bollente e affamata.
Cominciò una monta selvaggia, era voglia allo stato puro, saliva e scendeva dal mio cazzo godendo e ululando senza ritegno e preoccupazione.
Continuò questa danza fino a che si buttò in avanti tra le mie gambe restando impalata sul cazzo duro.
Sentivo sul glande le pareti della giovane fica che pulsavano quasi volessero spremerlo e mia sorella continuava a scoparmi in quella posizione aumentando la velocità quando esplose nel suo terzo orgasmo.
Ero in paradiso e gli dissi chiaramente che volevo sborrare. Non sapevo se prendesse la pillola ed ero impreparato per avere un preservativo a portata di mano. Si coricò al mio fianco volgendomi la schiena.
Alzò la gamba tenendosela con la mano e la infilai con un solo colpo. Un gemito di soddisfazione uscì dalla sua bocca e mi incitò nello sbatterla più forte che potevo. Diedi almeno una ventina di colpi ben assestati e un paio uscirono rischiando di penetrargli il culo violentemente, avevo l'orgasmo a fil di cappella e prima di combinare un guaio glie lo avvicinai al foro anale e esplosi tutta la mia sborra su di esso.
Si stese davanti a me e io l'abbracciai sempre girata di schiena, senza guardarmi in volto si scusò con me per avermi provocato e io feci altrettanto per non essere stato in grado di controllarmi.
Le nostre erano scuse d'amore che suggellarono ancor di più il nostro rapporto e che ci saremmo sempre stati l'uno per l'altra.

scritto il
2025-10-07
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