Per Silvana ogni promessa è debito

di
genere
etero

Carissimi lettori e lettrici chi volesse contattarmi per scambi culturali o dettagli scrivete a vitavissuta.inc@virgilio.it
Voglio ricordare che questi racconti sono storie reali autobiografiche

PER SILVANA OGNI PROMESSA È UN DEBITO.

All'inizio del duemila, avevo quasi trent'anni, e un ragazzo come me sarebbe stato sulla bocca di tutti e deriso se si veniva a sapere che scopava con donne che avevano più del doppio della mia età e di contro queste, se venivano corteggiate da baldi giovani focosi erano prede molto facili perché erano abituate alle avance di vecchi bavosi.
Capitò un giorno che sempre per merito di quella santa donna e porcellina di nonna, dovetti andare a casa di Silvana perché il marito era caduto dalla cabina del sollevatore telescopico rompendosi tibia e perone e dovetti impilare al posto suo le casse per la rimessa della frutta.
Era consuetudine darsi una mano tra di noi sopratutto nei tempi morti dove non c'era bisogno di braccianti e quindi accettai volentieri
Quando finii Silvana era sull'uscio di casa e mi offri un caffè e con la scusa andai a salutare anche il marito.
La casa era tutta nel piano terra, mentre nel piano superiore stavano ristrutturando l'appartamento per quel beota del figlio che era in procinto di sposarsi.
Il marito spronò Silvana perché mi guidasse nel visitare il lavoro che aveva fatto visto che lui non riusciva a salire le scale e io accettai volentieri.
La donna camminava avanti a me con un paio di leggins neri aderenti che risaltavano le sue chiappe a mandolino e facendo le due rampe di scale lo avevo praticamente in faccia.
Arrivammo al primo piano che essendo ancora non arredata, si sentiva il rimbombo del vuoto.
Facemmo velocemente il giro delle stanze con sommario interesse e quando fummo sulla tromba delle scale mi disse, che mi avrebbe fatto vedere anche la mansarda dove i futuri sposi avevano già terminato la zona relax con tanto di megaschermo.
Salimmo l'ennesima rampa di scale e non appena si trovai sull'ultimo gradino la porca, si fermò di colpo.
Senza nemmeno girarsi abbasso i leggins e piegandosi in avanti espose le chiappe nude e senza mutande.
Appoggiai le mani su di esse e allargandole cominciai a leccare la piccola fighetta che cominciava a sbrodolare e lo sfintere anale che pareva già dilatato.
La porca aveva probabilmente messo tutto in programma perché tutta la zona odorava di detergente al mentolo, segno che aveva appena finito di lavarsi, mentre la prima volta che la scopai in macchina emanava leggeri afrori selvaggi.
Entrammo nell'enorme stanza e la feci inginocchiare su un divano in pelle nera e mentre estraevo il cazzo che stava crescendo, con la mano a cucchiaio le masturbavo la figa
Lei si girò dopo aver goduto di quel ditalino e si sedette, non le fu facile ma mi prese il cazzo tra le labbra, il mio cazzo volevo ricordare non è da porno divo ma di diciassette centimetri e dodici di circonferenza
Succhiava la cappella e leccava l'asta segandola con una mano per tutta la lunghezza e con l'altra  massaggiava le palle piene.
La feci adagiare sulla schiena mi inginocchiai tra le sue gambe e gli sfilai i leggins, gli misi le mani sotto le coscie e sollevandola di un poco  gli diedi un'ulteriore insalivata alla  figa,
Gli appuntai la cappella sulle labbra che parevano un'ostrica appena aperta e spinsi piano vedendo sparire il cazzo poco alla volta mentre Silvana esalava lunghi respiri a bocca aperta.
Sentii la cappella arrivare alla cervice e cominciai a chiavarla aumentando la velocità.
Lei mi butto le braccia al collo e si legò con le gambe dietro la schiena rimanendo appesa a me e soffocò l'orgasmo spingendomi la lingua in bocca.
Avrei dovuto darle ancora qualche colpo per riempirle la figa quando da sotto si sentirono le voci del marito che si stava lamentando e di corsa si rivestì e scendemmo.
Avevo il cazzo tutto inzaccherato del suo orgasmo e ancora mezzo duro nelle mutande e Silvana una macchia di umori che si intravedeva sul leggins aderente che prontamente copri con il grembiule.
Salutai il marito uscendo direttamente e col volto arrossato mi diressi verso l'auto. Quando stavo per andarmene Silvana mi rincorsebe affacciandosi al finestrino mi disse che il marito voleva chiedermi un ulteriore piacere.
Riparcheggiai, scesi e mi ripresentai dal marito che mi chiese la gentilezza di aiutare la moglie a svuotare alcune scatole pesanti nel seminterrato
Gli dissi che l'avrei fatto molto volentieri.
Andammo nel retro della casa e scendendo le scale Silvana si girò e estrasse nuovamente il cazzo che si era smosciato e appiccicato al tessuto dei boxer
Lo prese in bocca molliccio ma con la sapienza della porca che era, non ci mise nulla per farlo tornare più tosto di prima.
Entrammo nello scantinato, la presi di peso la sedetti su un ripiano dove senza troppi complimenti gli spinsi nuovamente il cazzo dentro  scopandola velocemente per svuotarmi dentro di lei, mi disse di calmarmi che avevamo più tempo. Si spoglio del tutto facendomi vedere per la prima volta le tettine che realmente potevano stare in una coppa di champagne con i capezzoli irti e puntuti che parevano le estremità dei suoi mignoli.
Io mi tolsi scarpe pantaloni e boxer e limonammo ancora mentre lei mi menava per bene il cazzo, aumentando la foga con cui muoveva la lingua nella mia bocca. Si mise alla pecorina e mi disse che lo voleva nel culo.
Mi abbasai dietro di lei e cominciai a umettargli il foro con la lingua e lo stuzzicai con le dita.
Con mia grande sorpresa notai che era molto elastico,segno che doveva usarlo spesso.
La punta della lingua entrava e usciva con estrema facilità ci infilai l'indice che entrò come fosse burro presi a infilarci allora anche il medio e fu allora che Silvana cominciò ad ansimare.
Volli esagerare e sputando sulla apertura infilai anche l'anulare. Fece un minimo di attrito ma vedevo che entravano comunque e la porca cominciava a godere.
Feci colare della saliva sulla cappella e la introdussi tutta nel suo pertugio arrivando a sbattere i testicoli sulle chiappe polpose.
Il mio cazzo entrava e usciva in quel buco morbido dove l'attrito era minimo, addirittura pareva più largo della sua fica. Silvana godeva come una ossessa a mi stava portando all'orgasmo. Si sgrillettava la figa e di tanto in tanto agguantava le mie palle accarezzandole da sotto.
Cominciò a godere e sentivo il cazzo sguazzare nei suoi umori.
Ebbe un forte orgasmo anale che le fece contrarre i muscoli sfinterei spremendo il mio cazzo alla base, e venni anch'io schizzando bordate di sborra nel suo intestino.
Quando il cazzo terminò di vibrare dentro lo estrassi e dei rivoli di crema bianca mescolati agli umori anali si riversarono sul pavimento
Arrossata sconvolta e soddisfatta si rivesti e mi diede un bacio a fil di labbra e mi disse che era la ricompensa per l'aiuto che le stavo dando.

scritto il
2025-10-02
3 2 7
visite
3
voti
valutazione
9.3
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Le amiche di nonna....Silvana
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.