Amore profondo amore vero 1ª parte
di
VitaVissuta
genere
incesti
Carissimi lettori e lettrici chi volesse contattarmi per scambi culturali o dettagli scrivete a vitavissuta.inc@virgilio.it
Voglio ricordare che questi racconti sono storie reali autobiografiche
AMORE PROFONDO, AMORE VERO. 1ª parte
Domenica 26 ottobre. È una mattina grigia e sto portando Dox a fare la solita passeggiata per le campagne che circondano il paese.
Nell'aria fresca, quasi fredda direi, si sente l'odore umido dell'autunno e nei campi ancora qualche trattore che finisce di preparare la terra per i raccolti del prossimo anno.
Vago per i viottoli sterrati con la mente assorta nei pensieri per quello che mi è capitato ieri e penso costantemente a quello che non sarebbe mai successo se da ragazzo non mi fossi esposto con lei.
Poverina, ancora oggi, credo l'unico vero amore che ha realmente ricevuto è stato il mio nonostante abbia avuto tre storie importanti nella sua vita.
La prima è stata interrotta da un tragico incidente, con la seconda ha visto il suo ragazzo che preferiva la birra e l'alcool a lei e il terzo fidanzato l'ha portata anche all'altare e credo e ne son convinto sia solo una copertura a qualcosa che ancora non ho capito, o è impotente o è amante del cazzo ma questo non è dato a sapersi.
Ieri sono tornato a casa dal lavoro a mezzogiorno passato e come tutti i sabati mia moglie è al lavoro fino alle 17.00 e mia figlia a Pavia in università quindi rimango a casa da solo fino al tardo pomeriggio. Mi faccio la doccia, pranzo e nel mentre sto per coricarmi per fare un pisolino squilla il cellulare.
È lei, mi chiede se posso accompagnarla all'ospedale perché lui è stato operato alla prostata, acconsento perché la porterei anche in capo al mondo se me lo chiedesse, dicendogli che in pochi minuti sarei arrivato,giusto il tempo di vestirmi.
Jeans,camicia,piumino leggero e stivaletti, salgo in macchina e in meno di un chilometro sono davanti al cancello di casa sua, suono il clacson e il cancello automatico si apre.
Salgo la scale esterna e entro dal portoncino blindato che è aperto. In casa anche se è pomeriggio il tepore del termocamino riscalda l'ambiente e lei arriva avvolta in un grande asciugamano che la copre dal seno a sotto le ginocchia, ha i suoi biondi e lunghi capelli avvolti in un altro asciugamano che le fa da turbante.
Ho finito ora di fare la doccia...mi dice e io le rispondo di star tranquilla che è prestissimo per andare all'ospedale, perché fino alle 17.00 non fanno entrare nemmeno i parenti stretti per le visite.
Mi avvicino alla cucina,
Vorrei bermi un caffè espresso di quelli fatti con le capsule. Lo vuoi anche tu!? ...le chiedo
Si ma lo prendo dopo che ho finito di truccarmi...mi risponde e accende il phon.
Dopo una mezz'ora mi chiede il caffè.
Avvio la macchinetta e faccio il mio e lo bevo amaro, zucchero il suo e glie lo porto in camera.
Mi guarda riflesso nello specchio, la massa di capelli lunghi e mossi la fanno apparire come un leone, si gira e mi fissa negli occhi.
Beve il suo caffè e poi mette sul ripiano del comò la tazzina.
Il trucco intenso con tonalità dal nero al grigio/verde fanno risaltare i suoi bellissimi occhi chiari.
Mi ci perdo nei suoi occhi e mentre mi avvicino a lei scioglie l'asciugamano che cade ai suoi piedi.
Le metto le mani sui fianchi morbidi, il matrimonio un pochino le ha trasformato il corpo. Non che fosse trasandata ma dal fisico che aveva a vent'anni con le curve al posto giusto il sedere bello pieno che sfidava la gravità ed un seno rigoglioso ma sodo da far paura. Ora a cinquant'anni suonati e con qualche chilo in più il suo seno sempre di una quinta buona rimaneva un pochino appeso ma pur sempre sodo e invitante con le areole chiare come quando era ragazza e i capezzoli che parevano le prime falangi del mignolo.
Nello specchio il riflesso delle lunghe gambe che arrivano ai glutei anch'essi leggermente affievoliti, fanno notare qualche ombra di cellulite. Nulla da dire però sulla sua vulva che gli anni e il poco utilizzo da parte del marito l'hanno sempre preservata, rimanendo tale e quale nel tempo. Lucida e sempre implume con le piccole labbra che facevano appena capolino nel suo gonfio monte di Venere.
Quand'è stata l'ultima volta che hai fatto l'amore con tuo marito?... le chiedo sorridendo.
Non ricordo... dice lei con una smorfia di sconforto.
Sei tu l'unico uomo che mi fa sentire sempre viva e apprezzata come donna... ribatte buttandomi le braccia al collo e appoggiando il suo bel seno morbido alla camicia.
Lo sai che prima o poi dovremo interrompere questo rapporto anche se ti amo da impazzire... le dico io.
Già abbiamo rischiato coinvolgendo anche tua figlia nella nostra tresca e ho sempre creduto che prima o dopo potesse succedere il finimondo se solo gli fosse sfuggita anche una sola parola... continuo con un tono serio.
Mi bacia con le labbra calde e morbide spingendo la lingua all'interno delle mie, forzando i denti per arrivare a punzecchiare la mia in un gioco che ormai conosciamo da molto tempo.
Io l'afferro per le chiappe e sebbene fosse alta come me, con un piccolo salto lei incrocia le gambe dietro i miei glutei e con le lingue sempre intrecciate la porto verso il suo letto.
Mi ci siedo, lei col le chiappe nude appoggiate alle mie ginocchia mi sbottona la camicia e me la sfila. Mi spinge sul letto facendomici coricare con la schiena e gattonando sopra di me avanza fino ad arrivare con la sua figa già grondante di voglia alla mia bocca. Sono dolcemente intrappolato con la testa tra le sue gambe e la mia lingua comincia a disegnare cerchi attorno al suo clito che si irrigidisce.
Lecco il cappuccio che lo ricopre poi prendo le creste della vulva tra le mie labbra e le succhio una alla volta, la vagina comincia a secernere la cremina dolce e acre che mi fa impazzire e la scopo nel solco inturgidendo la lingua e cercando di arrivare più in fondo che posso.
È semplicemente nelle mie mani ormai decido di trattenere ancora per un pò il suo orgasmo e rallento. Lei mi mette le mani tra i capelli e spinge la vulva verso la mia bocca facendomi quasi mancare il respiro. Ritorno sul suo clitoride, sò che non appena comincerò a succhiarlo come se gli facessi un pompino, lei esploderà all'istante e così è. Lo prendo tra le labbra, gli dò colpetti con la lingua e li alterno a piccoli succhiotti che lo tirano per la sua lunghezza. Sento il suo addome che di riflesso comincia a vibrare e stringe le gambe sempre di più.
Ad un certo punto butta la testa all'indietro allentando la stretta delle ginocchia sulla mia testa e sollevando il busto, si allontana quel poco dalla mia lingua. Piccoli schizzi mi bagnano il viso e un rivolo di liquido bianco cola dalla sua vagina sul mio mento e sul collo.
Torna a stendersi sopra di me a ritroso di come c'è salita e appogia la guancia alla mia dandomi un tenero bacio
Peccato sai...riflette lei. Peccato che tu sia mio fratello...mi dice.
Ti amo più di qualsiasi altro uomo al mondo e non ti azzardare a dire che dovremmo interrompere tutto questo...dice lei rilassandosi su di me.
Anch'io ti amo sorellina mia...gli rispondo con un fil di voce all'orecchio.
E se un domani tutto questo rischiasse di interrompersi, ti porterei via da tutto e da tutti...gli dico sorridendo.
Solleva la testa e mi guarda con il solito luccichio di quando è emozionata.
Sento le sue mani armeggiere con la cinta dei pantaloni slacciandola insieme al primo bottone dei jeans, gli infila la mano dentro e stringe con decisione la turgidità del mio pene.
Sfila la mano e si porta in ginocchio sullo scendiletto e tirando dalle caviglie mi sfila i pantaloni.
Insieme ad essi si tolgono anche i boxer e si impossessa con ambo le mani del mio cazzo che scappellandolo emette gocce dense e trasparenti di seme pre-eiaculatorio.
Ci passa la lingua sopra e poi fa della cappella un sol boccone insalivandola per bene fino a metà asta. Con un movimento lento, sale e scende ingoiandolo sempre di più, abituando la sua ugola a ricevere tutta la lunghezza del cazzo fino farlo entrare del tutto arrivando con le labbra alla base e spingendo la cappella nelle profondità della sua gola.
L'abilità che ha lei nell'ingoiare tutta la mia lunghezza senza conati non l'ha mai avuta nessuna, risale lasciando una scia di bava lucida che risucchia scendendo nuovamente
arrivando con le labbra alla base del cazzo. Questo magico esercizio prosegue per qualche minuto fino a quando non le duole la mandibola. Sfila l'uccello dalla sua bocca facendolo ergere come un obelisco di carne e prendendo posizione cavalca le mie gambe infilandoselo tutto in un solo colpo.
La sua vagina si allarga e aderisce perfettamente al mio cazzo, Gode nel sentire la punta arrivare al limite del suo anfratto umido.
Amore mio...mi dice... Il tuo cazzo mi riempie sempre tutta fratellone. E comincia una lenta cavalcata appoggiando la mano destra dietro di lei, sul mio ginocchio e la sinistra al centro del mio petto per darsi le spinte avanti e indietro come fa l'amazzone sul suo destriero.
Le poso le mani ai fianchi, e la seguo nel suo movimento ondulatorio, spingo verso l'alto il bacino facendo sentire la mia cappella gonfia a contatto con la cervice e lei ansima ogni volta che questi si scontrano.
Alzati...le chiedo...voglio prenderti da dietro.
Lei con una smorfia di diniego in volto si sfila mal volentieri dal mio cazzo, ma sa che quando la prendo da dietro il suo godimento raggiungerà le stelle.
Armeggia nel fondo del cassetto del comodino e estrae un tubetto di vaselina adagiandolo sul suo cuscino.
Mi metto dietro di lei in ginocchio entrambi a schiena dritta, la abbraccio prendendole in mano il seno prorompente e le stingo i capezzoloni sempre duri tra le dita.
Lei gira leggermente il capo verso di me. Baciami amore, ho bisogno di sentire quanto mi desideri con la bocca...queste parole mi mandano sempre il sangue al cervello.
La bacio, la bacio ancora come non bacio mia moglie così da qualche tempo. Intanto spingo il turgore del mio cazzo tra le sue chiappe e raggiungo l'umido dell'ano. Tengo il cazzo stretto lì in mezzo e mi muovo come se la stessi chiavando fino a quando non si stacca per mettersi in ginocchio e accoglierlo nella vagina gocciolante di umori.
I suoi orgasmi da quel momento non si contano più, almeno uno ogni tre minuti e io continuo a martellare la sua figa picchiando il cazzo in fondo all'utero fino a che non si lascia cadere con la faccia sul materasso e col sedere alto.
Basta...basta ti prego...mi stai uccidendo la figa... mi dice.
Voglio che mi sborri nel culo adesso, fallo subito ti prego... così prendo il tubetto di vaselina che aveva già preparato lo spremo sul suo bel buco il bella vista e già pulsante e con l'indice lo spalmo sulla rosellina gonfia, ne spingo un po nel suo interno facendolo roteare fino ad infilargli tutta la falange che viene inghiottita senza resistenza, la rimanenza la spalmo sul mio cazzo che è ancora intriso delle sue secrezioni vaginali.
Te lo infilo tutto in un colpo... l'avverto senza mezzi termini.
Fallo senza fermarti ma spingi dentro piano, tutto fino alle palle... mi dice lei girandosi e guardarmi mentre prendo posizione.
In volto e tutta rossa e lo splendido trucco che si era fatta si è trasformato in una maschera su tutto il viso.
Come un suo desiderio, appoggio la cappella al buco che si fa strada aprendolo con un pò di forza, entra e lei caccia un gridolino di dolore.
Spingi senza fermarti...mi dice. La prendo dalle spalle e spingo adagio tutto il cazzo dentro, poco a poco sento il suo calore che lo avvolge e lo sfintere lo stringe alla base fino ad arrivare con i testicoli pieni e pendenti appoggiati alle labbra della sua vagina.
Mi fermo per qualche secondo per farla abituare mentre lei geme e comincia a godere della mia erezione piantata dentro.
È lei stessa che dondolando sulle ginocchia comincia a chiavarsi l'ano, dapprima con un moto corto e leggero aumentando sempre più fino quasi a far uscire la cappella dal buco.
Sento il mio orgasmo salire dai testicoli fino al glande e l'uccello pulsa dentro di lei facendola fremere, conduco io il gioco mettendo le mani sopra i suoi glutei e bloccando il movimento. Mi posiziono tra le sue coscie cominciando a sbatterla più veloce che posso facendogli avere un orgasmo anale che la devasta e quasi sviene riversando nel suo interno tutta la sborra trattenuta e poi esplosa con quattro, cinque spruzzi che la colpiscono nelle profondità dell'intestino.
Si stende sul letto rimanendo bocconi sul materasso con le gambe aperte e la faccia schiacciata su di esso facendosi sfilare il cazzo che fa lo stesso "sflop" di una bottiglia di spumante.
Sei un grande porco...mi dice lei cona voce sommersa nella stoffa del lenzuolo...e ti vorresti perdere tutto questo!??? Mi ragguaglia nuovamente...Non ci penso per nulla al mondo le rispondo io, e una scia di sperma esce e cola sul letto formando una chiazza biancastra.
Ti amo sorellina mia...le dico stendendomi quasi sopra la sua schiena...vieni che ci facciamo la doccia e poi andiamo a trovare tuo marito, tra un'ora cominciano le visite dei parenti e dobbiamo fare un po di strada
Rimaniamo così ancora qualche minuto...mi chiede.
Voglio stare con te stanotte, ti prego, non farmi dormire da sola, stai qui con me, mi chiede piagnucolando come una adolescente.
Che scusa mi invento con tua cognata..., gli dico io stizzito.
Lascia fare a me, intanto facciamo la doccia e ci penso io.... Sapevo che la sua mente diabolica avrebbe escogitato qualcosa e considerato che tra lei e mia moglie c'e sempre stato uno splendido rapporto potevo anche immaginare che l'avrebbe convinta.
Mi alzo e mi dirigo verso il bagno e mi segue prendendo un accappatoio pulito per me.
Voglio ricordare che questi racconti sono storie reali autobiografiche
AMORE PROFONDO, AMORE VERO. 1ª parte
Domenica 26 ottobre. È una mattina grigia e sto portando Dox a fare la solita passeggiata per le campagne che circondano il paese.
Nell'aria fresca, quasi fredda direi, si sente l'odore umido dell'autunno e nei campi ancora qualche trattore che finisce di preparare la terra per i raccolti del prossimo anno.
Vago per i viottoli sterrati con la mente assorta nei pensieri per quello che mi è capitato ieri e penso costantemente a quello che non sarebbe mai successo se da ragazzo non mi fossi esposto con lei.
Poverina, ancora oggi, credo l'unico vero amore che ha realmente ricevuto è stato il mio nonostante abbia avuto tre storie importanti nella sua vita.
La prima è stata interrotta da un tragico incidente, con la seconda ha visto il suo ragazzo che preferiva la birra e l'alcool a lei e il terzo fidanzato l'ha portata anche all'altare e credo e ne son convinto sia solo una copertura a qualcosa che ancora non ho capito, o è impotente o è amante del cazzo ma questo non è dato a sapersi.
Ieri sono tornato a casa dal lavoro a mezzogiorno passato e come tutti i sabati mia moglie è al lavoro fino alle 17.00 e mia figlia a Pavia in università quindi rimango a casa da solo fino al tardo pomeriggio. Mi faccio la doccia, pranzo e nel mentre sto per coricarmi per fare un pisolino squilla il cellulare.
È lei, mi chiede se posso accompagnarla all'ospedale perché lui è stato operato alla prostata, acconsento perché la porterei anche in capo al mondo se me lo chiedesse, dicendogli che in pochi minuti sarei arrivato,giusto il tempo di vestirmi.
Jeans,camicia,piumino leggero e stivaletti, salgo in macchina e in meno di un chilometro sono davanti al cancello di casa sua, suono il clacson e il cancello automatico si apre.
Salgo la scale esterna e entro dal portoncino blindato che è aperto. In casa anche se è pomeriggio il tepore del termocamino riscalda l'ambiente e lei arriva avvolta in un grande asciugamano che la copre dal seno a sotto le ginocchia, ha i suoi biondi e lunghi capelli avvolti in un altro asciugamano che le fa da turbante.
Ho finito ora di fare la doccia...mi dice e io le rispondo di star tranquilla che è prestissimo per andare all'ospedale, perché fino alle 17.00 non fanno entrare nemmeno i parenti stretti per le visite.
Mi avvicino alla cucina,
Vorrei bermi un caffè espresso di quelli fatti con le capsule. Lo vuoi anche tu!? ...le chiedo
Si ma lo prendo dopo che ho finito di truccarmi...mi risponde e accende il phon.
Dopo una mezz'ora mi chiede il caffè.
Avvio la macchinetta e faccio il mio e lo bevo amaro, zucchero il suo e glie lo porto in camera.
Mi guarda riflesso nello specchio, la massa di capelli lunghi e mossi la fanno apparire come un leone, si gira e mi fissa negli occhi.
Beve il suo caffè e poi mette sul ripiano del comò la tazzina.
Il trucco intenso con tonalità dal nero al grigio/verde fanno risaltare i suoi bellissimi occhi chiari.
Mi ci perdo nei suoi occhi e mentre mi avvicino a lei scioglie l'asciugamano che cade ai suoi piedi.
Le metto le mani sui fianchi morbidi, il matrimonio un pochino le ha trasformato il corpo. Non che fosse trasandata ma dal fisico che aveva a vent'anni con le curve al posto giusto il sedere bello pieno che sfidava la gravità ed un seno rigoglioso ma sodo da far paura. Ora a cinquant'anni suonati e con qualche chilo in più il suo seno sempre di una quinta buona rimaneva un pochino appeso ma pur sempre sodo e invitante con le areole chiare come quando era ragazza e i capezzoli che parevano le prime falangi del mignolo.
Nello specchio il riflesso delle lunghe gambe che arrivano ai glutei anch'essi leggermente affievoliti, fanno notare qualche ombra di cellulite. Nulla da dire però sulla sua vulva che gli anni e il poco utilizzo da parte del marito l'hanno sempre preservata, rimanendo tale e quale nel tempo. Lucida e sempre implume con le piccole labbra che facevano appena capolino nel suo gonfio monte di Venere.
Quand'è stata l'ultima volta che hai fatto l'amore con tuo marito?... le chiedo sorridendo.
Non ricordo... dice lei con una smorfia di sconforto.
Sei tu l'unico uomo che mi fa sentire sempre viva e apprezzata come donna... ribatte buttandomi le braccia al collo e appoggiando il suo bel seno morbido alla camicia.
Lo sai che prima o poi dovremo interrompere questo rapporto anche se ti amo da impazzire... le dico io.
Già abbiamo rischiato coinvolgendo anche tua figlia nella nostra tresca e ho sempre creduto che prima o dopo potesse succedere il finimondo se solo gli fosse sfuggita anche una sola parola... continuo con un tono serio.
Mi bacia con le labbra calde e morbide spingendo la lingua all'interno delle mie, forzando i denti per arrivare a punzecchiare la mia in un gioco che ormai conosciamo da molto tempo.
Io l'afferro per le chiappe e sebbene fosse alta come me, con un piccolo salto lei incrocia le gambe dietro i miei glutei e con le lingue sempre intrecciate la porto verso il suo letto.
Mi ci siedo, lei col le chiappe nude appoggiate alle mie ginocchia mi sbottona la camicia e me la sfila. Mi spinge sul letto facendomici coricare con la schiena e gattonando sopra di me avanza fino ad arrivare con la sua figa già grondante di voglia alla mia bocca. Sono dolcemente intrappolato con la testa tra le sue gambe e la mia lingua comincia a disegnare cerchi attorno al suo clito che si irrigidisce.
Lecco il cappuccio che lo ricopre poi prendo le creste della vulva tra le mie labbra e le succhio una alla volta, la vagina comincia a secernere la cremina dolce e acre che mi fa impazzire e la scopo nel solco inturgidendo la lingua e cercando di arrivare più in fondo che posso.
È semplicemente nelle mie mani ormai decido di trattenere ancora per un pò il suo orgasmo e rallento. Lei mi mette le mani tra i capelli e spinge la vulva verso la mia bocca facendomi quasi mancare il respiro. Ritorno sul suo clitoride, sò che non appena comincerò a succhiarlo come se gli facessi un pompino, lei esploderà all'istante e così è. Lo prendo tra le labbra, gli dò colpetti con la lingua e li alterno a piccoli succhiotti che lo tirano per la sua lunghezza. Sento il suo addome che di riflesso comincia a vibrare e stringe le gambe sempre di più.
Ad un certo punto butta la testa all'indietro allentando la stretta delle ginocchia sulla mia testa e sollevando il busto, si allontana quel poco dalla mia lingua. Piccoli schizzi mi bagnano il viso e un rivolo di liquido bianco cola dalla sua vagina sul mio mento e sul collo.
Torna a stendersi sopra di me a ritroso di come c'è salita e appogia la guancia alla mia dandomi un tenero bacio
Peccato sai...riflette lei. Peccato che tu sia mio fratello...mi dice.
Ti amo più di qualsiasi altro uomo al mondo e non ti azzardare a dire che dovremmo interrompere tutto questo...dice lei rilassandosi su di me.
Anch'io ti amo sorellina mia...gli rispondo con un fil di voce all'orecchio.
E se un domani tutto questo rischiasse di interrompersi, ti porterei via da tutto e da tutti...gli dico sorridendo.
Solleva la testa e mi guarda con il solito luccichio di quando è emozionata.
Sento le sue mani armeggiere con la cinta dei pantaloni slacciandola insieme al primo bottone dei jeans, gli infila la mano dentro e stringe con decisione la turgidità del mio pene.
Sfila la mano e si porta in ginocchio sullo scendiletto e tirando dalle caviglie mi sfila i pantaloni.
Insieme ad essi si tolgono anche i boxer e si impossessa con ambo le mani del mio cazzo che scappellandolo emette gocce dense e trasparenti di seme pre-eiaculatorio.
Ci passa la lingua sopra e poi fa della cappella un sol boccone insalivandola per bene fino a metà asta. Con un movimento lento, sale e scende ingoiandolo sempre di più, abituando la sua ugola a ricevere tutta la lunghezza del cazzo fino farlo entrare del tutto arrivando con le labbra alla base e spingendo la cappella nelle profondità della sua gola.
L'abilità che ha lei nell'ingoiare tutta la mia lunghezza senza conati non l'ha mai avuta nessuna, risale lasciando una scia di bava lucida che risucchia scendendo nuovamente
arrivando con le labbra alla base del cazzo. Questo magico esercizio prosegue per qualche minuto fino a quando non le duole la mandibola. Sfila l'uccello dalla sua bocca facendolo ergere come un obelisco di carne e prendendo posizione cavalca le mie gambe infilandoselo tutto in un solo colpo.
La sua vagina si allarga e aderisce perfettamente al mio cazzo, Gode nel sentire la punta arrivare al limite del suo anfratto umido.
Amore mio...mi dice... Il tuo cazzo mi riempie sempre tutta fratellone. E comincia una lenta cavalcata appoggiando la mano destra dietro di lei, sul mio ginocchio e la sinistra al centro del mio petto per darsi le spinte avanti e indietro come fa l'amazzone sul suo destriero.
Le poso le mani ai fianchi, e la seguo nel suo movimento ondulatorio, spingo verso l'alto il bacino facendo sentire la mia cappella gonfia a contatto con la cervice e lei ansima ogni volta che questi si scontrano.
Alzati...le chiedo...voglio prenderti da dietro.
Lei con una smorfia di diniego in volto si sfila mal volentieri dal mio cazzo, ma sa che quando la prendo da dietro il suo godimento raggiungerà le stelle.
Armeggia nel fondo del cassetto del comodino e estrae un tubetto di vaselina adagiandolo sul suo cuscino.
Mi metto dietro di lei in ginocchio entrambi a schiena dritta, la abbraccio prendendole in mano il seno prorompente e le stingo i capezzoloni sempre duri tra le dita.
Lei gira leggermente il capo verso di me. Baciami amore, ho bisogno di sentire quanto mi desideri con la bocca...queste parole mi mandano sempre il sangue al cervello.
La bacio, la bacio ancora come non bacio mia moglie così da qualche tempo. Intanto spingo il turgore del mio cazzo tra le sue chiappe e raggiungo l'umido dell'ano. Tengo il cazzo stretto lì in mezzo e mi muovo come se la stessi chiavando fino a quando non si stacca per mettersi in ginocchio e accoglierlo nella vagina gocciolante di umori.
I suoi orgasmi da quel momento non si contano più, almeno uno ogni tre minuti e io continuo a martellare la sua figa picchiando il cazzo in fondo all'utero fino a che non si lascia cadere con la faccia sul materasso e col sedere alto.
Basta...basta ti prego...mi stai uccidendo la figa... mi dice.
Voglio che mi sborri nel culo adesso, fallo subito ti prego... così prendo il tubetto di vaselina che aveva già preparato lo spremo sul suo bel buco il bella vista e già pulsante e con l'indice lo spalmo sulla rosellina gonfia, ne spingo un po nel suo interno facendolo roteare fino ad infilargli tutta la falange che viene inghiottita senza resistenza, la rimanenza la spalmo sul mio cazzo che è ancora intriso delle sue secrezioni vaginali.
Te lo infilo tutto in un colpo... l'avverto senza mezzi termini.
Fallo senza fermarti ma spingi dentro piano, tutto fino alle palle... mi dice lei girandosi e guardarmi mentre prendo posizione.
In volto e tutta rossa e lo splendido trucco che si era fatta si è trasformato in una maschera su tutto il viso.
Come un suo desiderio, appoggio la cappella al buco che si fa strada aprendolo con un pò di forza, entra e lei caccia un gridolino di dolore.
Spingi senza fermarti...mi dice. La prendo dalle spalle e spingo adagio tutto il cazzo dentro, poco a poco sento il suo calore che lo avvolge e lo sfintere lo stringe alla base fino ad arrivare con i testicoli pieni e pendenti appoggiati alle labbra della sua vagina.
Mi fermo per qualche secondo per farla abituare mentre lei geme e comincia a godere della mia erezione piantata dentro.
È lei stessa che dondolando sulle ginocchia comincia a chiavarsi l'ano, dapprima con un moto corto e leggero aumentando sempre più fino quasi a far uscire la cappella dal buco.
Sento il mio orgasmo salire dai testicoli fino al glande e l'uccello pulsa dentro di lei facendola fremere, conduco io il gioco mettendo le mani sopra i suoi glutei e bloccando il movimento. Mi posiziono tra le sue coscie cominciando a sbatterla più veloce che posso facendogli avere un orgasmo anale che la devasta e quasi sviene riversando nel suo interno tutta la sborra trattenuta e poi esplosa con quattro, cinque spruzzi che la colpiscono nelle profondità dell'intestino.
Si stende sul letto rimanendo bocconi sul materasso con le gambe aperte e la faccia schiacciata su di esso facendosi sfilare il cazzo che fa lo stesso "sflop" di una bottiglia di spumante.
Sei un grande porco...mi dice lei cona voce sommersa nella stoffa del lenzuolo...e ti vorresti perdere tutto questo!??? Mi ragguaglia nuovamente...Non ci penso per nulla al mondo le rispondo io, e una scia di sperma esce e cola sul letto formando una chiazza biancastra.
Ti amo sorellina mia...le dico stendendomi quasi sopra la sua schiena...vieni che ci facciamo la doccia e poi andiamo a trovare tuo marito, tra un'ora cominciano le visite dei parenti e dobbiamo fare un po di strada
Rimaniamo così ancora qualche minuto...mi chiede.
Voglio stare con te stanotte, ti prego, non farmi dormire da sola, stai qui con me, mi chiede piagnucolando come una adolescente.
Che scusa mi invento con tua cognata..., gli dico io stizzito.
Lascia fare a me, intanto facciamo la doccia e ci penso io.... Sapevo che la sua mente diabolica avrebbe escogitato qualcosa e considerato che tra lei e mia moglie c'e sempre stato uno splendido rapporto potevo anche immaginare che l'avrebbe convinta.
Mi alzo e mi dirigo verso il bagno e mi segue prendendo un accappatoio pulito per me.
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Il primo incesto di nonnaracconto sucessivo
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