La conversione capitolo 2
di
Zio
genere
gay
Presi dei nuovi pantaloni e una maglietta dall'armadio, e scesi di sotto. Mattia era sempre in bagno ma l'acqua non andava più. Chi sa che faceva.
Iniziammo a cenare sembrava che nulla fosse successo, non sapevo se intraprendere il discorso o no.
Parlammo del più e del meno e alla fini ci troviamo sotto il porticato,
"Mattia sei fidanzato?" Gli chiesi
"No, non ho avuto ragazze" disse facendo una piccola pausa, "ragazzi?" Dissi sorridendo "no no" rispose prontamente, accennando un sorriso. Fu una battuta imbarazzante che finii col dire. "Sono stanco, quando vai a letto chiudi la porta" "ok buonanotte"
Passai in bagno mi sistemai e andai in camera, sul letto c'erano sempre i pantaloni con la sborra sopra, e ripensai un po' a tutto, sollevai le mutante mi guardai il pisello e era sempre gonfio e traumatizzato, cercai di non pensarci più e mi misi a dormire.
Non riuscivo a prendere sonno, non capivo il perché mi eccitasse tanto quel ragazzino magro e bruttino, e perché arrivavo a tanto, a me che é sempre piaciuta la fica ora mi masturbavo pensando al cazzo.
Mi svegliai alle sei feci colazione e andai a ultimare il lavoro da un mio compaesano. Stavo costruendo una staccionata in legno per fare una recinzione, mentre ero lì chino a fare un buco "buongiorno" alzai gli occhi "buongiorno Carlo" il proprietario mio compagno di scuola petto nudo e solo le mutande, subito mi soffermai a fissare il cazzo che si intravedeva sempre bello gonfio come succede al mattino. Carlo mi parlava ma io immaginavo quel cazzo, nelle mutande messo di traverso con la punta verso l'alto a destra, una bella forma lineare e sotto le palle che tenevano un po' spostate le mutande e la peluria che usciva dalle parti nera e ricciola. Subito sentii il cazzo crescermi nelle mutande, premeva contro i pantaloni e un po' mo dava fastidio, cercai di muovere un po' i fianchi per mandarlo di lato, perché mi si era puntato dritto per dritto nei pantaloni. "Capito io lo farei così almeno torna" concluse Carlo. Non avevo capito un bel niente, risposi "si Carlo ora ci penso e poi ti dico" risposi a caso ero immerso nel pensiero del suo cazzo.
"Perfetto vado a lavoro ci vediamo dopo se non hai finito"
"Si, ciao Carlo ciao"
Come rientro in casa, infilai la mano nei pantaloni e spostai il pisello tecco come un bastone di lato. Cercai di continuare a lavorare ma ripensavo a quel cazzo nelle mutande e il pisello mi pulsava era difficile lavorare così. Decisi di farmi una sega per attenuare gli animi, andai nel garage mi assicurai che la macchina non ci fosse più, e via giù i pantaloni e giù le mutande, impalmati il cazzo con tutta la mano e cominciai sue e giù in maniera molto ruvida, e con una presa forte, tanto che ogni colpo in giù sentivo la pelle della cappella in tiro, pochissimo tempo sento l'energia che dalle palle sale con la mano sinistra mi appoggio a uno scaffale, sento che sale, sento che arriva trattengo il pisello come se trattenessi la pipì, aumento il ritmo, scappello tutto, la schiena si inarca e lascio andare. Con gli occhi socchiusi riporto avanti il busto e faccio due movimenti su e giù per scaricare tutta la sborra, l'intimo rivolo mi cola sull'indice della mano. Cazzo che roba incredibile uno schizzo massiccio era sul pavimento, una quantità enorme per quello che mi ricordavo io, le seghe ora sono più potenti, che roba. Presi uno straccio e per pulire tutto, quanta sborra, e in poco tempo nemmeno un minuto credo.
Arrivai casa a mezzogiorno finito il lavoro, i ragazzi non c'erano, mangiai e mi addormentai sul divano.
"Zio siamo tornati"
"Ciao"
"Senti zio domani arriva Mara la vado a prendere io e poi ci fermiamo al mare, Mattia resta qua se per te va bene." " Ma certo che problema c'è " prendi pure la macchina mia, io nel caso uso quella di nonno" "ah Luca stasera esco a cena fate da voi" " si si"
Prima di andare a cena sotto la doccia e sega, ma sapendo che i ragazzi non c'erano e nessuno mi spiava ci misi molto a masturbarmi nonostante i video, anche la sborra era poca in confronto alle altre volte , semplicemente non ero eccitato. Andai alla cena con degli amici e colleghi di lavoro. Solita schema aperitivo cena e letto briachi ma quella volta fu diverso. All'aperitivo guardavo il pacco ai miei amici per vedere se si vedeva qualche protuberanza, ma poco o niente, poi non volevo dare nell'occhio. Ma a metà cena Leonardo "vado a pisciare che la birra deve uscire" io mi alzo "la faccio uscire anche io. Come al solito si và fuori visto che il ristorante è in aperta campagna al confine con il bosco, ci mettiamo di fianco e lo tiriamo fuori "guarda che luna piena e luminoso" infatti il suo cazzo si vedeva ben illuminato, moscio ma sempre di buone misure, molte volte lo avevo visto nudo nelle docce del lavoro ma mai come quella sera mi fece eccitare mentre stavo pisciando il cazzo divento dritto e subito mi girai un po' di lato per non farmi vedere. Leonardo ammirava la luna e parlava, io ammiravo il suo cazzo e una voglia incredibile di segarmi, sentivo l'energia nelle palle che sembrava scoppiassero. Diede una bella scrollata al cazzo e subito distolsi lo sguardo. Cercai di rimettermi il cazzo dentro, con un po' di difficoltà, dritto appoggiato sul ventre. Si rientro al ristorante, io con il cazzo dritto, che i pantaloni e la cintura trattenevano, e continuammo a mangiare e bere, non mi alzai più, anche se mi venne in mente più di una volta di andare in bagno a segarmi. Finita la cena avevo sempre il cazzo che gonfiava e pulsava, sentivo il bisogno di scaricarmi, salutai tutti velocemente e via in macchina. Mi snottonai pantaloni e cintola per liberarmi un po' il pisello, e ripensavo a quel pisello a Carlo la mattina al ragazzino, accostai la macchina dovevo masturbarmi. Alzai le mutande, e il cazzo salto fuori, non credo di aver dato più di 10 pompate che lo schizzo mi arrivo sotto il mento, un secondo lo serio cadere caldo sul polso e sul mio pube seguito da una sbrodolata finale dopo due pompate che scavalco il pollice
Scese lungo il pisello lateralmente. mi fermai con il cazzo in mano imbrattato di sborra e pensavo cosa mi stava succedendo, davvero mi piace il cazzo? E perché??? Mi eccitava solo la vista in modo da impazzire, mentre qualche giorno prima il pensiero del pisello altrui mi faceva schifo, il tutto venne interrotto dal rivolo di sborra che da pube scese in mezzo alle cosce, e un brivido mi trafisse la schiena.
Cercai di ricompormi alla bella meglio e andai a casa con la camicia imbratta di sborra.
Iniziammo a cenare sembrava che nulla fosse successo, non sapevo se intraprendere il discorso o no.
Parlammo del più e del meno e alla fini ci troviamo sotto il porticato,
"Mattia sei fidanzato?" Gli chiesi
"No, non ho avuto ragazze" disse facendo una piccola pausa, "ragazzi?" Dissi sorridendo "no no" rispose prontamente, accennando un sorriso. Fu una battuta imbarazzante che finii col dire. "Sono stanco, quando vai a letto chiudi la porta" "ok buonanotte"
Passai in bagno mi sistemai e andai in camera, sul letto c'erano sempre i pantaloni con la sborra sopra, e ripensai un po' a tutto, sollevai le mutante mi guardai il pisello e era sempre gonfio e traumatizzato, cercai di non pensarci più e mi misi a dormire.
Non riuscivo a prendere sonno, non capivo il perché mi eccitasse tanto quel ragazzino magro e bruttino, e perché arrivavo a tanto, a me che é sempre piaciuta la fica ora mi masturbavo pensando al cazzo.
Mi svegliai alle sei feci colazione e andai a ultimare il lavoro da un mio compaesano. Stavo costruendo una staccionata in legno per fare una recinzione, mentre ero lì chino a fare un buco "buongiorno" alzai gli occhi "buongiorno Carlo" il proprietario mio compagno di scuola petto nudo e solo le mutande, subito mi soffermai a fissare il cazzo che si intravedeva sempre bello gonfio come succede al mattino. Carlo mi parlava ma io immaginavo quel cazzo, nelle mutande messo di traverso con la punta verso l'alto a destra, una bella forma lineare e sotto le palle che tenevano un po' spostate le mutande e la peluria che usciva dalle parti nera e ricciola. Subito sentii il cazzo crescermi nelle mutande, premeva contro i pantaloni e un po' mo dava fastidio, cercai di muovere un po' i fianchi per mandarlo di lato, perché mi si era puntato dritto per dritto nei pantaloni. "Capito io lo farei così almeno torna" concluse Carlo. Non avevo capito un bel niente, risposi "si Carlo ora ci penso e poi ti dico" risposi a caso ero immerso nel pensiero del suo cazzo.
"Perfetto vado a lavoro ci vediamo dopo se non hai finito"
"Si, ciao Carlo ciao"
Come rientro in casa, infilai la mano nei pantaloni e spostai il pisello tecco come un bastone di lato. Cercai di continuare a lavorare ma ripensavo a quel cazzo nelle mutande e il pisello mi pulsava era difficile lavorare così. Decisi di farmi una sega per attenuare gli animi, andai nel garage mi assicurai che la macchina non ci fosse più, e via giù i pantaloni e giù le mutande, impalmati il cazzo con tutta la mano e cominciai sue e giù in maniera molto ruvida, e con una presa forte, tanto che ogni colpo in giù sentivo la pelle della cappella in tiro, pochissimo tempo sento l'energia che dalle palle sale con la mano sinistra mi appoggio a uno scaffale, sento che sale, sento che arriva trattengo il pisello come se trattenessi la pipì, aumento il ritmo, scappello tutto, la schiena si inarca e lascio andare. Con gli occhi socchiusi riporto avanti il busto e faccio due movimenti su e giù per scaricare tutta la sborra, l'intimo rivolo mi cola sull'indice della mano. Cazzo che roba incredibile uno schizzo massiccio era sul pavimento, una quantità enorme per quello che mi ricordavo io, le seghe ora sono più potenti, che roba. Presi uno straccio e per pulire tutto, quanta sborra, e in poco tempo nemmeno un minuto credo.
Arrivai casa a mezzogiorno finito il lavoro, i ragazzi non c'erano, mangiai e mi addormentai sul divano.
"Zio siamo tornati"
"Ciao"
"Senti zio domani arriva Mara la vado a prendere io e poi ci fermiamo al mare, Mattia resta qua se per te va bene." " Ma certo che problema c'è " prendi pure la macchina mia, io nel caso uso quella di nonno" "ah Luca stasera esco a cena fate da voi" " si si"
Prima di andare a cena sotto la doccia e sega, ma sapendo che i ragazzi non c'erano e nessuno mi spiava ci misi molto a masturbarmi nonostante i video, anche la sborra era poca in confronto alle altre volte , semplicemente non ero eccitato. Andai alla cena con degli amici e colleghi di lavoro. Solita schema aperitivo cena e letto briachi ma quella volta fu diverso. All'aperitivo guardavo il pacco ai miei amici per vedere se si vedeva qualche protuberanza, ma poco o niente, poi non volevo dare nell'occhio. Ma a metà cena Leonardo "vado a pisciare che la birra deve uscire" io mi alzo "la faccio uscire anche io. Come al solito si và fuori visto che il ristorante è in aperta campagna al confine con il bosco, ci mettiamo di fianco e lo tiriamo fuori "guarda che luna piena e luminoso" infatti il suo cazzo si vedeva ben illuminato, moscio ma sempre di buone misure, molte volte lo avevo visto nudo nelle docce del lavoro ma mai come quella sera mi fece eccitare mentre stavo pisciando il cazzo divento dritto e subito mi girai un po' di lato per non farmi vedere. Leonardo ammirava la luna e parlava, io ammiravo il suo cazzo e una voglia incredibile di segarmi, sentivo l'energia nelle palle che sembrava scoppiassero. Diede una bella scrollata al cazzo e subito distolsi lo sguardo. Cercai di rimettermi il cazzo dentro, con un po' di difficoltà, dritto appoggiato sul ventre. Si rientro al ristorante, io con il cazzo dritto, che i pantaloni e la cintura trattenevano, e continuammo a mangiare e bere, non mi alzai più, anche se mi venne in mente più di una volta di andare in bagno a segarmi. Finita la cena avevo sempre il cazzo che gonfiava e pulsava, sentivo il bisogno di scaricarmi, salutai tutti velocemente e via in macchina. Mi snottonai pantaloni e cintola per liberarmi un po' il pisello, e ripensavo a quel pisello a Carlo la mattina al ragazzino, accostai la macchina dovevo masturbarmi. Alzai le mutande, e il cazzo salto fuori, non credo di aver dato più di 10 pompate che lo schizzo mi arrivo sotto il mento, un secondo lo serio cadere caldo sul polso e sul mio pube seguito da una sbrodolata finale dopo due pompate che scavalco il pollice
Scese lungo il pisello lateralmente. mi fermai con il cazzo in mano imbrattato di sborra e pensavo cosa mi stava succedendo, davvero mi piace il cazzo? E perché??? Mi eccitava solo la vista in modo da impazzire, mentre qualche giorno prima il pensiero del pisello altrui mi faceva schifo, il tutto venne interrotto dal rivolo di sborra che da pube scese in mezzo alle cosce, e un brivido mi trafisse la schiena.
Cercai di ricompormi alla bella meglio e andai a casa con la camicia imbratta di sborra.
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