Notte Romana

di
genere
etero

Roma a Natale aveva un fascino irresistibile. Le strade del centro erano illuminate da fili dorati e rosse ghirlande, l’aria sapeva di castagne arrosto e vin brulé. Jasmin e Leonardo camminavano lungo Via del Corso, mano nella mano, mescolandosi ai turisti che affollavano la città. Ma in loro c’era qualcosa di diverso: non erano lì solo per vedere le luci e i monumenti. Erano lì per vivere giorni di passione senza freni.

Ogni tanto Leonardo la attirava a sé, spingendola contro un muro, baciandola con un’avidità che lasciava senza fiato. Le sue mani non si fermavano alle curve innocenti della vita: scivolavano sotto il cappotto, risalivano la coscia, stringevano i glutei. Jasmin tratteneva a stento un gemito, con gli occhi che brillavano di eccitazione e di paura di essere scoperta.

Nei vicoli laterali, lontani dal flusso principale, il gioco diventava più spinto. Leonardo la bloccò contro una saracinesca chiusa, infilando una mano tra le sue gambe. Le dita trovarono subito il calore umido che cresceva dentro di lei. Jasmin si piegò all’indietro, mordendosi un labbro per non urlare, mentre lui la stuzzicava, veloce e deciso, proprio lì, a due passi dalla strada. Lei non rimase a guardare: infilò la mano sotto il cappotto di lui, cercandolo, stringendo il suo sesso duro che pulsava già al ritmo del desiderio.

«Sei mia» sussurrò lui all’orecchio, con voce roca.
«E tu sei già pronto per me» replicò lei con un sorriso malizioso.

Passarono così la serata: tra risate, tocchi rubati e gemiti soffocati contro i muri freddi di Roma. Ma il vero incendio si accese solo quando, a notte fonda, varcarono la soglia del loro hotel a Portuense. Non fecero in tempo a chiudere la porta che lui la sollevò di peso e la buttò sul letto.

I vestiti volarono via in un lampo. Lei si ritrovò nuda sotto di lui, la pelle che bruciava di desiderio. Leonardo si abbatté su di lei con baci feroci, scendendo dal collo al seno, fino al ventre. Poi la prese senza esitazioni: spinse dentro di lei con forza, affondando colpo dopo colpo.

La stanza si riempì del rumore dei loro corpi che si scontravano, dei gemiti soffocati, del respiro spezzato. Jasmin lo cavalcò con furia, le mani sui suoi fianchi per spingerlo sempre più dentro. Lui la prese di lato, di schiena, con le dita che al tempo stesso giocavano sulla sua carne sensibile, facendola tremare in orgasmi successivi.

Eppure non era abbastanza. La trascinò fino alla terrazza dell’hotel, incurante del freddo pungente. Lì la piegò in avanti, le mani di lei strette alla ringhiera gelida, il sedere alto, pronto per lui.

La prese a pecora con forza, i colpi secchi che risuonavano nel silenzio della notte romana. Jasmin urlava il suo nome, la voce che si perdeva nel vento. Lui non si limitava a penetrarla con foga: la mano tornava tra le sue cosce, le dita che affondavano dentro di lei, alternandosi al ritmo del suo sesso duro. Due dita, poi tre, spingendo più a fondo, mentre continuava a possederla con colpi feroci.

«Ti piace farti scopare così, all’aperto, dove chiunque potrebbe sentirci?» ringhiò lui, tirandole i capelli all’indietro.
«Sì… più forte!» ansimò lei, persa nel piacere.

Le ore passarono come minuti. La prese in piedi, inginocchiata, di lato, la costrinse a guardarlo negli occhi mentre la spingeva oltre ogni limite. Ogni volta che gemeva, lui accelerava, ogni volta che tremava, lui affondava più in profondità.

Quando vennero insieme, esausti e sudati nonostante l’aria gelida, Jasmin si lasciò cadere contro la ringhiera, le gambe molli. Leonardo la strinse da dietro, baciandole il collo, e sussurrò:
«Roma non ci dimenticherà mai, amore. E nemmeno tu dimenticherai cosa ti ho fatto stanotte.»
scritto il
2025-09-11
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